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Nicosia
Calci
Pisa
chiesa
parrocchiale
S. Agostino
Parrocchia di Sant'Agostino
Struttura; Pianta; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
presbiterio - aggiunta arredo (1965-1970)
1258 - 1264(fondazione intero bene); 1263 - 1267(costruzione intero bene); 1275 - 1277(citazione intero bene); XIV - XIV(citazione intero bene); 1504 - 1504(citazione intero bene); XVIII - XVIII(descrizione intero bene); 1779 - 1779(soppressione intero bene); 1782 - 1782(citazione intero bene); XIX - XIX(ristrutturazione intero bene); XIX - XX(stato di conservazione intero bene); 1815 - 1815(citazione intero bene); XX - XX(stato di conservazione intero bene)
Chiesa di Sant'Agostino
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di Sant'Agostino <Nicosia, Calci>
Altre denominazioni S. Agostino
Ambito culturale (ruolo)
maestranze toscane (costruzione)
Notizie Storiche

1258 - 1264 (fondazione intero bene)

ll complesso, costituito dal convento e dalla chiesa intitolata a Sant'Agostino, alla Vergine e a San Tommaso apostolo, fu edificato tra il 1258 e il 1264 per iniziativa di Ugo da Fagiano, Vescovo di Nicosia (Cipro), e fu affidato ai Padri Agostiniani. Secondo la tradizione, per la costruzione della nuova chiesa, Ugo avrebbe scelto un'area boschiva in località Rezzano alle pendici della Verruca, rifugio di ladri e briganti, al fine di proteggere il cammino dei viandanti. Il nome Nicosia fu scelto in ricordo del suo passato vescovado presso Nicosia di Cipro.

1263 - 1267 (costruzione intero bene)

La posa della prima pietra fu benedetta il 21 dicembre 1263 dall'arcivescovo di Pisa Federico Visconti. I lavori per la costruzione del nuovo complesso durarono quattro anni e terminarono nel 1267.

1275 - 1277 (citazione intero bene)

La canonica di Sant'Agostino di Rezzano è nominata nell'elenco delle Decime del 1275-1277, appartenente alla Pieve di Calci.

XIV  (citazione intero bene)

Nel corso del XIV secolo, a causa delle guerre che affliggevano il territorio, il priore decise di ritirarsi in città insieme ai pochi frati rimasti e trovò ospitalità presso il convento di San Paolo all'Orto. Nel 1370, Papa Urbano V sancì l'unione tra le due comunità religiose.

1504  (citazione intero bene)

Il 20 ottobre 1504, Papa Giulio II decretò l'unione tra i frati di Nicosia e i canonici regolari della Congregazione Renana del Santissimo Salvatore di Bologna.

XVIII  (descrizione intero bene)

Nel XVIII secolo, la chiesa appariva di grandi dimensioni, coperta da volte imbiancate. Era dotata di tre altari, di cui il maggiore alla romana realizzato in marmi. Alle sue spalle era collocato il coro in legno di noce. Quattro confessionali in marmo e quattro finestroni ornavano le pareti dell'aula. L'attiguo convento era caratterizzato da un chiostro sorretto da colonne in gonfalina e sormontato dalle abitazioni private dei monaci.

1779  (soppressione intero bene)

Nel 1779, il granduca Leopoldo I stabilì la soppressione del convento e le sue rendite furono donate alle scuole di Pisa.

1782  (citazione intero bene)

Nel 1782 il complesso fu affidato ai Francescani delle Santissime Stimmati, che ottennero il permesso di costruire un nuovo cimitero, concluso l'anno successivo. Il 24 ottobre 1782, la chiesa di Sant'Agostino fu eretta in parrocchia.

XIX  (ristrutturazione intero bene)

Nell'Ottocento, fu intrapreso il rimodernamento della chiesa di Nicosia grazie al contributo della comunità e di alcune famiglie nobiliari.

XIX - XX (stato di conservazione intero bene)

Nel 1881, il convento fu affidato ai frati minori riformati, che vi rimasero fino ai primi anni Settanta del Novecento. Da quel momento fino ai giorni nostri, l'edificio è rimasto disabitato ed è caduto in stato di abbandono. La chiesa, invece, assistita dalla solerte comunità parrocchiale, è stata recentemente restaurata.

1815  (citazione intero bene)

Nel 1815, il convento venne ripristinato e affidato ai frati della riforma di San Francesco.

XX  (stato di conservazione intero bene)

Attualmente il convento versa in uno stato di completo abbandono, mentre la chiesa ed il campanile sono conservati ed utilizzati dalla parrocchia di Calci.
Descrizione

Il complesso religioso di Nicosia sorge in località detta Rezzano, alla base del monte della Verruca: dalla parte orientale del paese di Calci, dopo aver attraversato un piccolo ponte in pietra e mattoni, una stretta strada tra gli ulivi conduce all’entrata del convento, costituita da un grande portale in pietra che immette nella corte interna. La chiesa, affacciata sul cortile, presenta il fianco sinistro completamente addossato all'adiacente struttura conventuale; quello destro e la parte tergale risultano invece liberi, circondati da prati e orti. Poco distante, ad oriente, si sviluppa l'area cimiteriale, ancora esistente. La facciata della chiesa, introdotta da una breve scalinata in pietra, è delimitata laterlamente da due paraste angolari e caratterizzata da un profilo a capanna: costituita nella parte inferiore (e fino a due metri da terra) da conci di pietra calcarea ben squadrati e regolarmente disposti, risulta intonacata e tinteggiata nella parte immediatamente superiore. Al centro si aprono il portale principale architravato, sormontato da lunetta, e, in asse con l'ingresso, un'apertura sagomata e vetrata. I prospetti laterali sono costituiti da mattoni a faccia vista: sul lato destro, in corrispondenza del transetto, si erge il campanile a pianta rettangolare, anch'esso realizzato in laterizi. La cella campanaria, dotata di quattro aperture a monofora, è decorata da un motivo ad archetti pensili e conclusa al vertice da una copertura cuspidata. Internamente, la chiesa ha uno schema planimatrico a croce latina, dotata di aula unica e trancetto con scarsella absidale centrale. Sulle pareti rivolte verso est dei due bracci, due porte conducono, a destra, alla cappella laterale e, a sinistra, al vano utilizzato come sacrestia.
Struttura
Muratura portante a sacco, costituita da conci in pietra e da materiale sciolto lapideo e laterizio.
Pianta
Schema planimetrico a croce latina costituita da navata unica, transetto e scarsella absidale a pianta rettangolare. Sulla parete est del transetto destro si apre una cappella laterale, mentre sullo stesso lato del transetto sinistro una porta conduce in sacrestia.
Coperture
La navata è coperta da una volta a botte lunettata intonacata e tinteggiata, scandita da tre arconi a tutto sesto. All’incrocio tra aula e transetto è impostata una cupola decorata da pitture murali. I bracci e la scarsella absidale presentano volte a crociera nervate, anch'esse tinteggiate. La cappella laterale è dotata di cupola dipinta con lucernario centrale. Manto di copertura in cotto su tutte le falde di copertura dell’edificio.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimentazione a quadroni di marmo bianco e bardiglio su tutte le superfici calpestabili della chiesa. La sacrestia è caratterizzata da una pavimentazione a quadroni in cotto.
Elementi decorativi
La facciata a capanna è parzialmente intonacata e tinteggiata, ad esclusione della fascia basamentale realizzata in conci di pietra ben squadrati lasciati a vista. Nella parte superiore del prospetto si inserisce una finestra sagomata, mentre in quella inferiore si apre il portale d'ingresso, caratterizzato da uno spesso architrave e sormontato da lunetta: ai lati dell'ingresso sono collocate due lapidi rettangolari in marmo grigio, una in ricordo di Padre Agostino (cui è dedicata la cappella laterale) e l'altra in memoria dei Caduti in guerra del '15-'18. Intorno sono disposte altre lapidi sepolcrali ottocentesche in marmo bianco. All'interno, l'aula unica presenta pareti tinteggiate di azzurro, caratterizzate da elementi plastici e architettonici dipinti di bianco. Paraste scanalate scandiscono la navata e si raccordano alla cornice modanata (con ballatoio) che percorre tutto il perimentro della navata. Da qui diparte la volta a botte, nelle cui lunette si inseriscono finestre rettangolari, reali sulla parete destra, dipinte su quella opposta. La controfacciata, illuminata dall'apertura vetrata inserita nella parte superiore, ospita la bussola lignea, sormontata da una decorazione a stucco e da una lapide marmorea settecentesca cimata da stemma. Ai lati della porta, si inseriscono due marmi sepolcrali del XIX secolo, in ricordo di Roberto e Giuseppe Borghini. In corrispondenza della prima e della terza campata, trovano posto quattro confessionali a tre fornici in muratura dipinta, sormontati da un fastigio in gesso. Il primo sul lato destro, chiuso da un cancellino in ferro, ospita il fonte battesimale in granito ed è decorato da una pittura murale raffigurante il Battesimo di Gesù. Nella seconda campata, si fronteggiano due altari laterali in marmo bianco con intarsi in marmi policromi, datati 1721-1722 ma rimaneggiati nel secolo successivo: al centro dei dossali si aprono due nicchie per l'esposizione della statue del Sacro Cuore di Gesù e di Sant'Antonio da Padova. Prima del transetto, la navata è interotta da una balaustra marmorea che separa nettamente l'aula dall'area presbiteriale. In testa ai bracci del transetto trovano posto due altari in marmo settecenteschi, delimitati da colonne e sormontati da un timpano triangolare spezzato con cartella apicale. Al centro del dossale di sinistra è posizionato un moderno dipinto di San Francesco, mentre in quello di destra è conservata una coperta dipinta (firmata Giuseppe Bacchini e datata 1826) che incornicia una nicchia ogivale in cui attualmente è collocata un'oleografia. Sulla parete est del transetto destro si apre la cappela laterale dedicata a Padre Agostino, completamente decorata da pitture murali settecentesche. Al centro del transetto è collocato l'Altare maggiore in marmi policromi (sec. XVIII), completo di gradini e tabernacolo intronizzato, mentre nella scarsella absidale trova posto il coro ligneo. Sulla parete di fondo, si inserisce una cantoria ottocentesca, che ospita al centro l'organo a canne coevo.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1965-1970)
Impostazione preconciliare intatta, con la presenza dell'altare settecentesco e delle balaustre marmoree: l'adeguamento liturgico ha comportato l'inserimento davanti all'Altare maggiore preconciliare di una mensa in legno per la celebrazione versus populum, collocata su pedana. Sede e ambone in legno.
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