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Cascina
Pisa
chiesa
parrocchiale
S. Maria Assunta e S. Giovanni Battista
Parrocchia di San Giovanni Evangelista e Santa Maria Assunta
Struttura; Pianta; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni; Facciata; Elementi decorativi; Cappelle laterali; Cappella del SS. Sacramento
presbiterio - intervento strutturale (1965-1989); presbiterio - aggiunta arredo (1965-1989)
VIII - XII(citazione intero bene); 750 - 750(citazione intero bene); 801 - 801(fonte battesimale intero bene); 935 - 935(citazione intero bene); 935 - 935(citazione intero bene); XII - XII(citazione intero bene); XIII - XIII(citazione intero bene); XVI - XVI(citazione intero bene); XVII - XIX(citazione oratorio SS. Sacramento); 1795 - 1849(restauro interno); XX - XX(citazione intero bene); 1930 - 1939(restauro interno); 1998 - 1998(restauro cappella laterale); 2006 - 2006(realizzazione impianto di illuminazione); 2010 - 2010(restauro facciata
portale principale)
Chiesa di Santa Maria Assunta e di San Giovanni Battista
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di Santa Maria Assunta e di San Giovanni Battista <Cascina>
Altre denominazioni Chiesa di Santa Maria Assunta e San Giovanni Evangelista
S. Maria Assunta e S. Giovanni Battista
Ambito culturale (ruolo)
romanico pisano (costruzione)
Notizie Storiche

VIII - XII (citazione intero bene)

L'attuale chiesa di Santa Maria Assunta e di San Giovanni Battista di Cascina risale con tutta probabilità all'XI-XII secolo, riedificata secondo alcuni studiosi su un edificio preesistente alto medievale.

750  (citazione intero bene)

La più antica attestazione dell'esistenza della chiesa, intitolata originariamente a Santa Maria, risale al 26 luglio 750.

801  (fonte battesimale intero bene)

In un documento del 20 aprile 801, la chiesa di Santa Maria viene citata come "Plebe baptisimalis (de) Cassina".

935  (citazione intero bene)

Nel 935, al titolo di Santa Maria venne aggiunto anche quello di San Giovanni Battista.

935  (citazione intero bene)

Il 21 maggio 935, il Vecovo di Pisa Zenobio ordina il prete Gundo rettore e custode della "plebe baptisimalis sita in loco chassina".

XII  (citazione intero bene)

Nel XII secolo, la pieve ospitò un collegio di chierici che conducevano vita comune secondo il modello canonicale.

XIII  (citazione intero bene)

Nelle decime della fine del XIII secolo, la pieve di Santa Maria compare alla guida di circa tredici chiese e due ospedali.

XVI  (citazione intero bene)

Nel 1596, per disposizione dell'Arcivescovo di Pisa Carlo Antonio Dal Pozzo, le chiese di Cucigliana e di Lugnano furono tolte alla giurisdizione di Cascina, a causa della piena dell'Arno, ed assegnate alla pieve di San Giovanni alla Vena. Al piviere di Santa Maria furono date in cambio Marciana e Marcianella.

XVII - XIX (citazione oratorio SS. Sacramento)

Annesso alla pieve di Cascina, sorge l'oratorio del Santissimo Sacramento, nato come edificio indipendente e sede dell'omonima compagnia già dal XVII secolo. A seguito delle soppressioni del 1785, la chiesa fu unita alla pieve, restaurata in stile barocco e successivamente rielaborata nel 1889.

1795 - 1849 (restauro interno)

La pieve di Cascina subì nel corso dei secoli vari interventi di restauro, che ne alterarono l'aspetto romanico, in particolare nel 1795 e nel 1849.

XX  (citazione intero bene)

Nella prima metà del XX secolo, la chiesa di Santa Maria e San Giovanni Battista assunse il titolo di Propositura.

1930 - 1939 (restauro interno)

Intorno agli anni Trenta del Novecento, un intervento di restauro mirò al ripristino dell'aspetto romanico della pieve.

1998  (restauro cappella laterale)

Nel 1998 la cappella dei Santi Innocenzo e Fiorentino è stata sottoposta a restauro.

2006  (realizzazione impianto di illuminazione)

Nel 2006 è stato progettato e realizzato un nuovo impianto di illuminazione per la chiesa.

2010  (restauro facciata, portale principale)

Nel 2010 è stato realizzato un intervento di consolidamento e di restauro conservativo dell'architrave del portale principale della chiesa.
Descrizione

La Propositura di Santa Maria Assunta e San Giovanni Battista sorge nel centro storico di Cascina, introdotta dall'ampio spazio antistante rappresentato da Piazza della Chiesa. La struttura architettonica attuale è ascrivibile al XII secolo, sebbene non si escluda la preesistenza di un edificio altomedievale, e si inserisce nel clima artistico e culturale dominato da Buscheto e dal grande cantiere della Cattedrale di Pisa. Il complesso parrocchiale è costituito, oltre che dalla chiesa, dalla casa canonica e dagli altri locali parrocchiali a destra e dalla cappella del Santissimo Sacramento a sinistra. La facciata a salienti prospetta su un sagrato pavimentato con lastre di pietra grigia scalpellinata, di vari formati e disposta a correre. Il paramento murario, realizzato in blocchi di verrucano, bassi, lunghi e ben squadrati, è suddiviso in due ordini sovrapposti: il primo è scandito dalla successione di cinque arcate cieche a tutto sesto di diversa ampiezza (secondo lo schema ABCBA), includenti i tre portali d'ingresso sormontati da archivolti a sesto oltrepassato, due losanghe a triplice gradonatura e due intarsi criciformi in marmo di Carrara. Il secondo ordine ricalca l'andamento del precedente, decorato da tre arcate cieche, ospitanti una bifora centrale e due tarsie laterali, e concluso al vertice da un timpano triangolare, al centro del quale sono inseriti una croce ad intarsio e due oculi luciferi. Il fianco destro, per buona parte prospettante su una corte asfaltata, presenta pareti lisce decorate solamente da una fascia continua di archetti monolitici completi di rosette e fiori polilobi. Il fianco sinistro, solo parzialmente visibile, risulta coperto dal collegamento tra la pieve e la cappella del Santissimo Sacramento. Distanziato dalla chiesa, sul lato destro, si erge il campanile a base quadrata, ascrivibile al XII secolo. La torre, composta nella parte inferiore da blocchi di calcare di Uliveto e in quella superiore da laterizi, fu ricostruita alla fine del XIII secolo a seguito dei danni subiti dall'esercito lucchese. La cella campanaria è dotata di quattro aperture a monofora per l'alloggiamento delle campane e conclusa al vertice da una copertura a piramide a base quadrata, sempre in laterizio. Internamente la pieve si presenta suddivisa in tre navate da due file di archi a tutto sesto, sostenuti da colonne e pilatri. L'abside semicircolare è affiancato da due absidiole quadrangolari laterali. A metà della navata sinistra una scala conduce alla cappella del SS. Sacramento. Quest'ultima, nata come oratorio a sé stante, è costruita ad una quota più elevata rispetto alla parrocchiale, tanto che il portone d'ingresso è dotato di una piccola scalinata in pietra. La facciata principale si presenta bipartita: l'ordine inferiore è realizzato in conci di pietra ben squadrata, mentre quello superiore, è costruito in laterizio, scandito da quattro paraste che ospitano al centro un'ampia vetrata. Al vertice, un timpano triangolare conclude il profilo a capanna. Sul fianco destro, in corrispondenza della zona absidale, si erge un piccolo campanile a base rettangolare con cella campanaria dotata di copertura a padiglione e manto in coppi ed embrici. L’interno, ad aula unica, presenta un presbiterio sollevato di due gradoni e un'abside semicircolare. Sul fianco sinistro si apre una breve cappella a pianta semicircolare con altare laterale, mentre sul lato destro è stato ricavato il collegamento interno con la pieve.
Struttura
La pieve è caratterizzata da una muratura perimetrale esterna costituita da blocchi di verrucano squadrati lasciati a faccia-vista, ad eccezione della zona absidale che risulta invece intonacata. Internamente la pareti delle navate laterali, dell'abside e delle absidiole sono intonacate, mentre tutto il resto è lasciato a pietra. La cappella del Santissimo Sacramento è realizzata con materiale di tipologia differente: la parte inferiore della facciata presenta conci squadrati di pietra, mentre quella superiore è costituita da laterizi. Il fianco destro è costruito quasi completamente in mattoni, ad eccezione della parte più bassa e della fascia sommitale in cui compare anche la pietra. Il fianco sinistro presenta una muratura mista di pietre e mattoni. L’interno è completamente intonacato e tinteggiato, riccamente decorato a stucchi.
Pianta
La pieve presenta uno schema planimetrico a tre navate, scandite da sei colonne e da un pilastro centrale per lato, a sostegno di otto archi a tutto sesto. Il presbiterio, sollevato di due gradoni rispetto al resto dell'aula, si conclude con un'abside semicircolare, affiancata da due cappelle laterali: quella destra a pianta quadrangolare e quella sinistra semicircolare allungata. Nella navata sinistra, in corrispondenza della terza campata, una scalinata conduce alla cappella del Santissimo Sacramento, in origine vero e proprio oratorio indipendente dalla pieve. Proseguendo sullo stesso lato, all'altezza della quinta campata, una porta conduce a sinistra ad un locale ripostiglio/centrale termica e a destra alla sacrestia, costituita da vari locali. Nella navata destra, nella settima campata, si apre un ingresso secondario della chiesa. La cappella del Santissimo Sacramento si presenta ad aula unica con profonda abside semicircolare. Ai lati dell'Altare maggiore si aprono due porte che conducono, a sinistra, ad un ripostiglio e, a destra, ad un piccolo corridoio che collega la cappella con la sacrestia e che rappresenta l’impronta a terra del campaniletto. Sulla parete sinistra si apre una breve cappella a pianta semicircolare, che accoglie al centro l'altare laterale, mentre sulla parete destra una struttura analoga fu probabilmente modificata per lasciare il posto al collegamento con l’adiacente pieve. In controfacciata si inserisce una cantoria in muratura impostata su colonne e semicolonne.
Coperture
La pieve presenta una navata centrale coperta da un soffitto ottocentesco a cassettoni lignei, che nasconde la soprastante copertura a capriate in legno. Le navate laterali sono coperte da volte a crociera intonacate e tinteggiate e così pure il catino absidale. La cappella destra è dotata di una volta a vela intonacata e decorata da motivi geometrici, mentre quella sinistra presenta una copertura a cupola allungata, intonacata e affrescata. Copertura posticcia con struttura metallica a traliccio e onduline in vetroresina per il magazzino/centrale termica. Controsoffitto a doghe in legno per la sacrestia. Manto di copertura in coppi ed embrici alla toscana. L’aula della cappella del Santissimo Sacramento è coperta da una volta a botte lunettata intonacata e affrescata, con costole prive di tirante (eccetto la prima sopra la cantoria e l’ultima sopra il presbiterio), nella cui lunette si alternano finestre vere a finestre cieche. Il catino absidale risulta intonacato e decorato a stucchi, mentre la porzione di transizione tra aula e abside risulta coperta da una volta a botte intonacata ed affrescata. Volta vela per il collegamento con la pieve e semicalotta per la cappellina di sinistra. Volte a vela ribassata per l’intradosso della cantoria. Copertura piana in travicelli in legno e mezzane in cotto per il soffitto di collegamento con la sacrestia.
Pavimenti e pavimentazioni
Nella pieve le navate presentano una pavimentazione in piastrelle di marmo bianco e bardiglio delle dimensioni di 32x32 cm, disposte a scacchiera. Stesso pavimento anche per la cappella sinistra. Il presbiterio è pavimentato con lastre squadrate di pietra chiara di vari formati, disposte a correre in senso trasversale. Il pavimento della cappella destra ha piastrelle di marmo bianco e bardiglio disposte a scacchiera. Piastrelle in cotto di 30x30 cm sono utilizzate per la pavimentazione della centrale termica. Il primo locale della sacrestia presenta un pavimento in piastrelle di marmo bianco delle dimensioni di 30x30 cm posate a losanga, mentre gli altri locali sono dotati di una pavimentazione in cotto di 30x30 cm. Nella cappella del Santissimo Sacramento, l'aula presenta una pavimentazione in piastrelle di marmo bianco e nero, di forma esagonale, con diametro di 22 cm, disposte in modo che ogni piastrella bianca si circondata da piastrelle di colore opposto. La stessa pavimentazione è utilizzata nel presbiterio, nella breve cappella sinistra e nel collegamento con la pieve. Abside pavimentata con piastrelle di cotto rettangolari, posate a spina diagonale. Cementine per il pavimento del collegamento con la sacrestia (stesso formato e disposizione di quelle dell'aula). Pavimento in cotto di formato rettangolare anche per il ripostiglio.
Facciata
La facciata a salienti è composta da lunghi blocchi di verrucano e da brevi inserti in ardesia e in marmo di Carrara. Suddivisa in due ordini, risulta caratterizzata nella parte inferiore dalla successione di cinque arcate cieche di diversa ampiezza: l'arco centrale e quelli posti alle estremità del prospetto sottendono tre portali d'ingresso archivoltati, sormontati da una croce in marmo bianco, mentre i restanti includono due tarsie romboidali. La parte superiore presenta tre arcate pensili di uguale dimensione, ornate da una bifora centrale e da due losanghe laterali. Al vertice, il timpano triangolare, profilato da cornice leggermente aggettante, accoglie al centro una croce marmorea a intarsio, accompagnata da due oculi luciferi. Il fianco destro della chiesa è liscio, ornato solamente da una fascia continua di archetti monolitici con rosette. Nel paramento murario, due blocchi di pietra riportano due incisioni: la prima reca l'iscrizione "LAMBARDORU(m)" preceduta da una croce ed indica il sepolcro della famiglia Lambardi, le seconda cita Federico Re della Sicilia e dei Romani, forse in riferimento del passaggio di Federico II nel 1298. Attualmente, collocato sul muro esterno presso l'entrata della canonica, si conserva un frammento di archivolto di monofora, decorato con un motivo ad intreccio, databile tra l'VIII e il X secolo e riferibile per alcuni al preesistente edificio altomedievale.
Elementi decorativi
All'interno, la chiesa si presenta suddivisa in tre navate da due file di archi a tutto sesto sostenuti da colonne, alcune delle quali di spoglio (marmo, granito rosa, cipollato greco) e provenienti probabilmente dall'edificio precedente, altre (in granito elbano e sardo) riconducibili all'edificio del XII secolo. La navata centrale è coperta da un soffitto seicentesco a cassettoni lignei che nasconde la struttura sottostante a capriate, mentre le navate laterali sono dotate di volte a crociera, intonacate e tinteggiate. A metà delle archeggiature, si fronteggiano due pilastri a base quadrata che interrompono la teoria di colonne: il pilastro destro ospita due frammenti di affresco, raffiguranti la Madonna col bambino del XIV secolo (proveniente dall'antica cappella di Santa Maddalena), e la Madonna del latte del XIV secolo (recentemente accostata alla bottega di Jacopo di Michele detto il Gera). Vicino alla controfacciata, addossate alle prime due colonne della navata, trovano posto due acquasantiere a colonna in marmo bianco, datate 1571 e 1607. Lungo le pareti delle navate laterali si dispongono quattro altari seicenteschi in pietra serena. Il primo, sul lato destro, è dedicato a San Sebastiano, riedificato nel 1720; è costituito da una mensa sorretta da mensole a voluta e da un dossale delimitato da due colonne con capitello composito a sostegno del frontone curvilineo spezzato. Al centro è esposta una tela raffigurante i santi Antonio Abate e Rocco (fine del XVII secolo), in cui è stata ricavata una nicchia per la statua lignea di San Sebastiano, opera moderna dello scultore Vasco Comaschi, realizzata in sostituzione di quella seicentesca oggi conservata in canonica. Il secondo altare di destra, restaurato nel 1896, è intitolato al Rosario e presenta caratteristiche simili al precedente, ad eccezione della mensa poggiante su pilastrini. Al centro del dossale, è conservata l'opera del cascinese Ugolino Ugolini dedicato ai Misteri del Rosario (sec. XIX). Il primo altare della navata sinistra, detto dell’Annunciazione Nuova per distinguerlo dal precedente dedicato all’Annunciazione vecchia e al SS. Crocifisso, è formato da una mensa sorretta da pilastrini, da un dossale delimitato da semicolonne lisce con capitello tuscanico e da un timpano triangolare spezzato al vertice. Ospita nel dossale una tela seicentesca attribuita a Ludovico Cardi detto il Cigoli raffigurante i santi Carlo Borromeo e Ranieri, al centro della quale si apre un tondo con il rilievo dell'Annunciazione. Il secondo altare, intitolato a Sant'Antonio da Padova, fu eretto dalla famiglia Gaddi nel 1625 s.p. come indicano gli stemmi sui plinti. Al centro del dossale si trova una tela ottocentesca dedicata al santo firmata "F. Moro". Inserita in parete, vicino alla porta di sacrestia, si trova una piccola acquasantiera in marmo bianco scolpito con teste di ariete presso gli angoli e al centro un animale a quattro zampe, databile tra il X e l'XI secolo. Il presbiterio, sollevato di due gradini rispetto al resto dell'aula, ospita al centro l'Altar maggiore postconciliare caratterizzato da una mensa modanata in pietra serena sostenuta da sette colonnine cilindriche. Lungo la parete absidale, si sviluppa il moderno coro ligneo.
Cappelle laterali
In testa alle due navate laterali si aprono due cappelle adiacenti al presbiterio: a destra si apre la cappella dedicata alla Madonna della Cintola, eretta nel 1824; ospita un altare in pietra serena con mensa impostata su colonnine a balaustro e dossale concluso da un timpano triangolare contenente uno stemma. Al centro, troneggia la scultura in terracotta della Madonna col Bambino, tradizionalmente attribuita a Benedetto da Maiano e recentemente collocata in via ipotetica nell'ambito di un revival neorinascimentale fiorentino della metà del XIX secolo. La cappella sinistra, in origine intitolata a Sant'Innocenzo per la presenza della reliquia del santo (proveniente dalla Certosa di Calci), assunse in seguito la doppia dedicazione con l'arrivo della reliquia di San Fiorentino. Nel 1808 la cappella fu dotata di un nuovo altare in marmi policromi e ridipinta con pitture murali attribuite a Giuseppe Bacchini, riguardanti i martiri di Sant'Innocenzo e San Fiorentino, le virtù della Giustizia e della Fortezza e l'Incoronazione dei due santi patroni.
Cappella del SS. Sacramento
La cappella del SS. Sacramento nasce come oratorio a sé stante, diviso dalla vicina pieve dall'antico cimitero. Affidato all'omonima compagnia fin dal XVII secolo, fu strutturalmente collegato alla chiesa parrocchiale nel 1784, a seguito delle soppressioni leopoldine. Si accede alla chiesa sia dal portale in pietra serena aperto in facciata, sia dalla parete sinistra della pieve, in cui è stato ricavato un ampio passaggio. Il prospetto principale, caratterizzato da un profilo a capanna, è suddiviso in due ordini facilmente riconoscibili dall'uso di differenti materiali: in quello inferiore, blocchi di pietra calcarea e in quello superiore, laterizi. Internamente, l'aula unica appare ricca, intonacata e dipinta, decorata a stucco in pieno stile barocco, grazie all'opera di Giuseppe Ferri (1786). In controfacciata, la cantoria in muratura dipinta a finto marmo, sostenuta da due colonne per parte, ospita al centro il moderno organo a canne. Le pareti laterali sono scandite da paraste, rifinite a marmorino e cimate da capitelli compositi parzialmente dorati, poste a sostegno di un’alta cornice modanata. Da qui diparte la volta a botte lunettata, decorata a finto marmo e dipinta con motivi architettonici. Quattro confessionali a tre fornici si inseriscono nelle pareti laterali dell'aula, sormontati da ricche cornici a stucco, che accolgono sia dipinti che statue devozionali. A destra, la prima cornice ospita entro nicchia la statua della Madonna del Rosario e la seconda accoglie la tela del XVIII secolo con la Madonna e San Gaetano. A sinistra, la prima cornice contiene il dipinto seicentesco di Gesù in pietà e la seconda quello settecentesco dell'Incoronazione della Madonna. A metà dell'aula, sul lato sinistro, si apre una breve cappella, occupata totalmente dall'altare laterale. Quest'ultimo è composto da una mensa in pietra sostenuta da mensole a voluta e da un dossale barocco decorato a stucco. Al centro è esposta la tela del Miracolo di Santa Caterina di incerta attribuzione (Tommasi-Rosi), restaurata nel 2011. Sul lato opposto, un arco introduce al passagio tra la cappella e la pieve. Al centro del presbiterio, incorniciato da un grande arco trionfale, trova posto l'Altar maggiore completo di tabernacolo intronizzato, realizzato nel XVIII secolo in marmo bianco con intarsi in marmi rossi, verdi e brecce. Alle sue spalle, al centro della parete absidale, è impostato il dossale in muratura dipinta e stucco che reca al centro un moderno dipinto raffigurante l'Eucarestia, opera di maurizio Magretti del 1994. Sulle pareti laterali del presbiterio sono collocati due dipinti rotondi entro cornice circolare con i ritratti di San Benedetto da Norcia e di San Vincenzo Ferrer.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1965-1989)
Nella pieve, l'adeguamento liturgico ha comportato la sostituzione dell'Altare maggiore preconciliare, che è stato trasferito nella chiesa di San Michele Arcangelo di Orciano. Al suo posto è stata posizionata la nuova mensa, costituita da una spessa mensa in pietra serena sostenuta da sette colonnine cilindriche sempre in pietra e collocata su una pedana rettangolare in pietra grigia. Successivamente è stata realizzata la sede e gli scranni in legno dell’emiciclo con la relativa pedana. L’ambone a struttura lignea è decorato da pannelli in terracotta modellati da Nannipieri nel 1989.
presbiterio - aggiunta arredo (1965-1989)
Nella cappella del SS. Sacramento, l'adeguamento liturgico ha comportato l'inserimento di una piccola mensa in legno con basamento a forma di mezzaluna rovesciata davanti all'Altare maggiore preconciliare. Integre anche le balaustre marmoree che circondano l'area presbiteriale. Ai lati dell'altare trovano posto una poltrona, sede del celebrante, e il leggio in legno.
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