Descrizione |
La chiesa di Santa Maria Assunta sorge nel cuore di Bientina, affacciata sulla piazza centrale del paese intitolata a Vittorio Emanuele II. L'edificio non è dotato di un sagrato vero e proprio, ma di uno stretto marciapiede che costeggia la pubblica via. Il fianco sinistro risulta libero, mentre quello destro è costruito in aderenza alla casa canonica (piani terra e primo) e ai locali del Palazzo Comunale (piano secondo). La parte tergale prospetta sulla grande piazza dei Borghi, creata nel 1965 a seguito della demolizione del nucleo più antico del paese e della sua fitta rete di vicoli. La facciata principale, intonacata e tinteggiata, risale al primo quarto del XVII secolo: nella parte inferiore si apre il portale d'ingresso in pietra serena, mentre in quella superiore si inseriscono un grande oculo in pietra, internamente dipinto, e due finestre rettangolari, anch'esse inquadrate in pietra. Conclude il prospetto il timpano triangolare con profilo di gronda aggettante. In corrispondenza dell'abside, sul lato destro, si erge il campaniletto settecentesco, di cui è visibile la sola cella campanaria, snella e completamente intonacata, dotata di quattro aperture a monofora e di una copertura cuspidata. L'interno è ad aula unica conclusa da una scarsella absidale quadrangolare. Il presbiterio presenta due cappelle laterali adiacenti all'abside, dedicate a San Valentino e al Santissimo Sacramento. Da una porta posta sulla parete destra, ricavata entro la cornice di un confessionale a tre fornici, si raggiunge la sacrestia. Vicino all'ingresso, sulla parete destra, un altro passaggio porta ad un locale adibito ad ufficio parrocchiale e, da qui, alla canonica. In controfacciata si inserisce la cantoria in pietra serena, realizzata su pregetto di Gherardo Silvani, che ospita il grande organo in legno seicentesco.
Struttura |
Muratura perimetrale in laterizio intonacata e tinteggiata sia internamente che esternamente. |
Pianta |
Schema planimetrico ad aula unica conclusa da scarsella absidale quadrangolare. L'area presbiteriale, sollevata di un gradino rispetto al resto dell'aula, presenta due cappelle laterali, adiacenti all'abside. Sulla parete destra del presbiterio, una porta è stata ricavata entro la cornice di un confessionale a tre fornici, e conduce in sacrestia. Vicino alla controfacciata, sulla parete destra, una passaggio porta ad un locale adibito ad ufficio parrocchiale, e da qui alla canonica. In controfacciata una grande cantoria in pietra serena, realizzata su disegno di Gherardo Silvani, ospita il grande organo in legno seicentesco. |
Coperture |
La navata centrale è dotata di una copertura a doppio spiovente costituita da una struttura di capriate, terzere e travicelli, oltre a mezzane in cotto. Nel 2010-2011 è stato effettuato un intervento di consolidamento che ha previsto la cerchiatura del perimetro della chiesa con un cordolo in c.a. oltre alla coibentazione ed impermeabilizzazione del manto di copertura. Tale sovrastruttura è completamente celata dal grande soffitto ligneo a cassettoni, realizzato nel 1748-1749. L'abside è coperta con una volta a vela intonacata, riccamente decorata a stucchi dal ticinese Martino Portogalli (anni 1702-1703), così come la cappella alla sua sinistra. Presenta invece un soffitto a cassettoni la cappella di San Valentino sul lato opposto. |
Pavimenti e pavimentazioni |
La parte centrale dell'aula è pavimentata con piastrelle di marmo bianco e bardiglio delle dimensioni di 40x40 cm, disposte a losanga. Stesso materiale e disposizione nel presbiterio, ma con mattonelle di 28x28 cm, disposte in modo da formare un motivo decorativo a rombi. La cappella laterale sinistra ha una pavimentazione realizzata con elementi esagonali bipartiti e bicolori, per la maggior parte coperta da lapidi, mentre quella di destra presenta un pavimento costituito da lastre di marmo giallo e rosso di vari formati e dimensioni. Il coro infine è pavimentato con lastre di pietra marrone, larghe 20 cm e di varia lunghezza, disposte a correre in senso longitudinale. Il pavimento della sacrestia è formato da cementine bianche e nere di 20x20 cm, disposte a losanga. |
Facciata |
La facciata a capanna, intonacata e tinteggiata, ospita al centro il portale d'ingresso principale, datato 1773, profilato da una cornice in pietra serena e da un timpano triangolare, interrotto al vertice dallo stemma della Comunità di Bientina. Nella parte superiore del prospetto si aprono un oculo centrale, contenente l'affresco seicentesco della Madonna Assunta, e ai lati due finestre rettangolari, anch'esse inquadrate in pietra serena. Al vertice, conclude il profilo un frontone triangolare con spioventi rimarcati da una cornice aggettante. |
Elementi decorativi |
Internamente la chiesa si presenta a navata unica, riccamente ornata da stucchi intorno agli altari e sulle pareti, dai dipinti murali che si dipanano lungo il ballatoio e dall'elaborato soffitto ligneo a cassettoni che reca al centro l'immagine scolpita della Madonna Assunta, terminato nel 1750 dall'intagliatore Andrea Mattei. Il ciclo di sei affreschi che si susseguono nella parte superiore dell'aula è stato eseguito dal fiorentino Giuseppe Romei fra il 1782 e il 1783 e raffigura storie della vita di San Valentino. Inoltre, ai lati dell'arco trionfale, trovano posto i dipinti murali della Fede e della Speranza, originariamente eseguiti dal Ciabilli e ridipinti successivamente dal Romei. |
Altari laterali |
In controfacciata si inserisce la cantoria in pietra serena e muratura dipinta del 1633, realizzata su disegno di Gherardo Silvani. Ospita al centro il grande organo ligneo del maestro lucchese Bartolomeo Ravani (1640), decorato da una sontuosa cassa in legno dorato, opera di Adamo Guglielmi. Sotto la cantoria, a sinistra dell'ingresso, un'ampia nicchia a parete, protetta da un cancello in ferro dipinto e dorato, accoglie il fonte battesimale in marmo bianco, costituito da un'acquasantiera datata 1687 con base triangolare a zampa di leone, ascrivibile al XVI secolo ed avvicinabile alla scuola di Pandolfo Fancelli e Stagio Stagi. Sul lato opposto, nella nicchia corrispondente, è collocata una moderna scultura raffigurante la Pietà. Lungo le pareti dell'aula si distribuiscono sette altari laterali, quattro sulla parete destra e tre sulla parete sinistra: partendo dalla controfacciata, sul lato destro, si incontra il primo altare dedicato a Sant'Andrea, caratterizzato da un paliotto in marmo e scagliola datato 1739 e da un dossale con colonne in pietra dipinta a finto marmo e frontone ricurvo spezzato, cimato dallo stemma araldico della famiglia Del Grande. Al centro è esposto il dipinto della Madonna in gloria, contornata da santi in adorazione, attribuita a Carlo Cignani della fine del XVII secolo. Il secondo altare, dedicato a Sant'Antonio Abate, presenta una mensa in pietra serena e un dossale simile al precedente, con stemma della famiglia Del Rosso inserito nel timpano. Al centro, campeggia la tela della Concezione, opera di Alessandro Bardelli del 1616. Il terzo altare, dedicato alle anime del purgatorio, fu eretto per volontà della famiglia Cosci (come testimoniano gli stemmi intarsiati ai lati del paliotto) che lo commissionò a Giovanni Vaccà nel 1735. E' formato da una mensa rivestita in marmi policromi e da un dossale che accoglie al centro una tela di Giovanni Antonio Pucci del 1735 con la Vergine del Carmelo che libera le anime del purgatorio. Il quarto ed ultimo altare, dedicato ai santi Pietro e Rocco, si erge al'interno del presbiterio e fu eretto nel 1636 per volere della comunità. La struttura è analoga ai precedenti, ma la nicchia all'interno del dossale risulta centinata: al suo interno è ospitata una tela seicentesca attribuita a Cesare Dandini, intitolata "Adorazione del nome di Cristo". Tra il terzo e il quarto altare, trova posto il pulpito in pietra serena dipinta (secc. XVI-XVII), caratterizzato da un profilo semi-ottagonale. Gli altari della parete sinistra, a partire dall'ingresso, sono tre: il primo è dedicato al Santissimo Crocifisso (o alla Vergine dei Dolori, detto "del Comune"). Presenta un pregevole paliotto marmoreo di Paolo e Domenico Bolani del 1778 con al centro la raffigurazione della Pietà. Il dossale è in pietra serena decorata a finto marmo con colonne a sostegno di un frontone ricurvo spezzato e cartiglio apicale. Al centro, si trovano un crocifisso ligneo risalente alla fine del sec. XVI, affiancato da una statua dell'Addolorata. Il secondo altare detto dell'Assunta, datato 1605, è caratterizzato da una mensa in pietra serena su cui si imposta la struttura del dossale simile agli altri presenti in chiesa: al centro è esposta la statua della Madonna Assunta, realizzata in cartapesta e gesso negli anni Venti del XX secolo. |
Cappelle laterali |
Ai lati della scarsella absidale, si aprono due cappelle laterali, introdotte da portali dipinti a finto marmo, sormontati da timpani triangolari ornati da putti. Al vertice di ciascun ingresso è inserito un ovale dipinto con le figure di San Giloramo e San Giusto. La cappella di destra è dedicata a San Valentino ed ospita l'urna contenente le reliquie del santo, qui traslato nel 1699. La cassa-reliquiario in legno intagliato e dorato è collocata su un piccolo altare in marmo bianco con paliotto intarsiato in breccia, circondato da numerosi ex voto appesi alle pareti. La cappella di sinistra, intitolata al Santissimo Sacramento, è dominata da un altare barocco ornato da stucchi realizzati da Martino Portogalli nel 1706. L'altare è formato da una mensa con paliotto dipinto e intarsiato e da un dossale delimitato da due colonne tortili a sostegno di un frontone con volute a ricciolo laterali e grande cartella centrale contenente l'immagine del Pellicano. |
Presbiterio |
Al centro della scarsella absidale trova posto l'Altare maggiore in marmo bianco di Carrara con intarsi in marmo giallo cipollino, rosso e rosso di Francia, datato 1702. Il paliotto, realizzato da Giovanni e Tommaso Baratta, è decorato da fitti girali vegetali in marmi policromi e scagliola. Sulla parete di fondo, alle spalle della mensa, campeggia lo sfarzoso dossale decorato da stucchi e sculture eseguiti dal Portogalli nei primi anni del Settecento. Al centro si conserva il dipinto di San Valentino in gloria del 1703, accompagnato - sulle pareti laterali dell'abside - dalle tele di Tommaso Redi e di Antonio Puglieschi Antonio, entrambe legate all'iconografia del santo ed eseguite nel 1704. |
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