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Pisa
Pisa
chiesa
parrocchiale
S. Cristina
Parrocchia di Santa Cristina
Struttura; Pianta; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
nessuno
VIII - XI(dedicazione intero bene); X - X(citazione abside); 1236 - 1544(citazione intero bene); 1375 - 1375(citazione intero bene); XVI - XVI(portico avancorpo); XVII - XVII(restauro intero bene); 1815 - 1815(citazione intero bene); 1816 - 1816(restauro intero bene); 1816 - 1816(costruzione campanile); 1860 - 1865(progetto facciata); 1926 - 1926(rifacimento pavimento); 1944 - 1944(danneggiamento copertura); 1987 - 1987(restauro intero bene); 2006 - 2007(restauro paramenti esterni); 2013 - 2013(restauro intero bene)
Chiesa di Santa Cristina
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di Santa Cristina <Pisa>
Altre denominazioni S. Cristina
Autore (ruolo)
Riccetti, Francesco (progettista)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze toscane (costruzione)
Notizie Storiche

VIII - XI (dedicazione intero bene)

La prima attestazione documentaria della chiesa di Santa Cristina risale alla metà dell'VIII secolo, al tempo del Re longobardo Rachis. In realtà, nei primi documenti, l'edificio di culto compare sotto il titolo di San Bartolomeo e solo in seguito accoglierà quello di Santa Cristina. Il passaggio di intitolazione può aver avuto luogo quando giunsero in chiesa le reliquie della santa, traslate dalla città di Bolsena intorno al 1028.

 (citazione abside)

Della struttura originaria, riconducibile al X secolo, rimane solo la parte inferiore dell'abside, che conserva inalterato il suo aspetto romanico.

1236 - 1544 (citazione intero bene)

Dal 1236 al 1544, la chiesa di Santa Cristina fu di patronato dei Canonici del Duomo di Pisa.

1375  (citazione intero bene)

Secondo la tradizione, nel 1375, Santa Caterina da Siena, raccolta in preghiera nella chiesa di Santa Cristina davanti alla croce dipinta di Enrico di Tedice, ricevette le stimmate. La croce dipinta fu in seguito trasferita a Siena e sostituita a pisa con una copia ottocentesca.

XVI  (portico avancorpo)

Da una pianta di Pisa eseguita da Giuliano da Sangallo nei primi anni del XVI secolo, la chiesa appare dotata di un portico esterno.

XVII  (restauro intero bene)

Nella prima metà del XVII secolo, l'interno della chiesa fu sottoposto a interventi di modifica e restauro: nel 1639 i lavori vennero svolti per volontà di Fabio Orlandi, mentre nel 1643 furono eseguiti da Andrea Guastalacqua.

1815  (citazione intero bene)

La chiesa di Santa Cristina fu eletta in prioria nel 1815.

1816  (restauro intero bene)

Nel 1816, la chiesa di Santa Cristina subì un radicale restauro per iniziativa del marchese Luigi Archinto e su progetto di Francesco Riccetti, cui si deve anche l'erezione del piccolo campanile posteriore.

1816  (costruzione campanile)

Nel 1816, tra i lavori di restauro della chiesa eseguiti su progetto di Francesco Ricetti, fu inclusa anche la costruzione del nuovo campanile, eretto sulle fondamenta di una precedente torre.

1860 - 1865 (progetto facciata)

Intorno agli anni Sessanta del XIX secolo, fu redatto il progetto di ridisegnare la facciata e di rivestirla in cotto secondo il gusto neogotico.

1926  (rifacimento pavimento)

Nel 1926 fu rifatto il pavimento della chiesa, come ricorda la lapide inserita in controfacciata, sul lato destro.

1944  (danneggiamento copertura)

La chiesa di Santa Cristina fu l’unica rimasta in piedi nel quartiere a seguito dei bombardamenti della Seconda guerra mondiale: i danni maggiori si riscontrarono alla copertura, ma si rilevarono anche gravi lesioni sulla facciata e sull'arco trionfale.

1987  (restauro intero bene)

Nel 1987 vennero eseguite opere di ordinaria e straordinaria manutenzione sia alla chiesa che alla canonica: fu smantellata e ricostruita la volta centrale del coro, fu eseguito il parziale rifacimento dell’intonaco interno e quello completo dell’esterno, fu effettuata l'imbiancatura delle pareti interne sia della chiesa che della canonica.

2006 - 2007 (restauro paramenti esterni)

Nei primi anni del Duemila è stato realizzato il restauro conservativo delle pareti esterne della chiesa.

2013  (restauro intero bene)

La chiesa, completamente imbiancata nel 1987 in occasione dei lavori per la visita di Papa Giovanni Paolo II a Pisa, era decorata da pitture murali stratificate nel tempo. Grazie al contributo della Fondazione Pisa, nel 2013, è stato eseguito il restauro delle decorazioni murali neoclassiche originariamente presenti sulle pareti interne dell'aula. I lavori hanno comportato anche il ripristino dell'impianto elettrico, la manutenzione dell’orditura lignea del tetto, la pulitura dei marmi degli altari e il restauro dei confessionali.
Descrizione

La chiesa di Santa Cristina sorge nel centro storico di Pisa, affacciata sul Lungarno Gambacorti in corrispondenza dello slargo che fronteggia la chiesa stessa e Palazzo Blu. La facciata principale, intonacata e tinteggiata di un rosa intenso, è scandita da due coppie di lesene dipinte di bianco poste a ideale sostegno di un frontone triangolare appena aggettante. Al centro si inserisce il portale d'ingresso principale, sormontato da un oculo vetrato. Il fianco destro della chiesa risulta libero e intonacato, mentre quello sinistro, parallelo al fiume, è completamente coperto dal corpo adiacente che ospita la casa canonica, la sacrestia e i locali parrocchiali. La parte tergale è costituita dall'abside medievale riconducibile al X secolo, unico elemento sopravvissuto dell'edificio romanico: la parte superiore appare nascosta sotto l'intonaco, mentre quella inferiore è caratterizzata da un paramento in pietra a faccia vista, decorata da coppie di archetti poggianti su semicolonne. Incastrato tra l'abside e la canonica, si erge il campanile ottocentesco a base quadrata, di poco più alto rispetto alla copertura della chiesa. La torre è caratterizzata da una struttura a tre ordini, compresa la cella campanaria: quest'ultima presenta quattro aperture a monofora, dotate di balaustra nella parte inferiore, e copertura a cuspide. All'interno la navata unica è conclusa da un'abside semicircolare, a sinistra della quale si apre una porta a scomparsa che conduce ad un vano alla base del campanile utilizzato come ripostiglio. Sulla parete sinistra dell'aula, vicino all'altare laterale, una porta conduce in sacrestia e, da qui, alla canonica e al servizio igienico.
Struttura
L’edificio, recentemente restaurato, si presenta interamente intonacato sia internamente che esternamente. La parete esterna dell'abside, nella parte bassa, è costituita da conci di pietra squadrata con sporadici ricorsi in mattoni.
Pianta
Schema planimetrico a navata unica con abside semicircolare introdotto da un grande arco trionfale a sesto ribassato. Appena varcato l’arco, sul lato sinistro, una piccola porta a scomparsa consente l’accesso alla base del campanile che funge da ripostiglio. Non è consentito tuttavia l’accesso alla cella campanaria che avviene invece passando dal piano primo della canonica. A destra dell'altare laterale sinistro si apre una porta che conduce in sacrestia e, da qui, alla canonica e ad un servizio igienico. Di fronte, la parete è dipinta con una finta porta. In controfacciata si trova una cantoria su pilastri in pietra a cui si accede dalla canonica.
Coperture
L’aula presenta una copertura a doppia falda, costituita da capriate, terzere e travicelli in legno e mezzane in cotto. Il catino absidale è coperto con una semicalotta ellittica decorata a finte colonne e pilastri. La sacrestia è dotata di una volta a botte.
Pavimenti e pavimentazioni
L’aula e la sacrestia presentano una pavimentazione in cementine quadrate bianche e nere realizzata nel 1926, disposte a losanga delle dimensioni di 25x25 cm. Il presbiterio è pavimentato con mattonelle quadrate di marmo bianco e bardiglio, anch'esse disposte a losanga delle dimensioni di 28x28 cm. Pavimentazione in cotto a spina diagonale delle dimensioni di 14,5x29 cm per l’abside.
Elementi decorativi
La facciata a capanna, intonacata e dipinta, è scandita da due coppie di lesene che incorniciano l'oculo vetrato e il portale d'ingresso principale. Quest'ultimo, profilato da una cornice in arenaria, è sormontato da un timpano triangolare interrotto al vertice da una cartella in marmo con stemma gentilizio scolpito. Sopra l'architrave si inserisce una scritta a caratteri capitali "S. CHATARINA VIRGO SENENSIS HIC RECEPIT STIGMATA CHRISTI", in ricordo delle stimmate ricevute, secondo la tradizione, dalla santa nel 1375. Il prospetto è concluso da un frontone triangolare al centro del quale è posizionata una lastra di marmo incisa con la dedicazione: "D.O.M. ET S. CHRISTINA V. ET M. DICATUM". Internamente la chiesa è decorata da pitture murali di gusto ottocentesco, caratterizzate da riquadrature a finte colonne e pilastri e da motivi floreali. Il decoro si sviluppa fino all’altezza di quella che nel XIX secolo costituiva l’imposta della volta, che celava la copertura a capriate lignee oggi visibile. In controfacciata si inserisce la cantoria, dotata di tre arcate (quella mediana a tre centri e quelle laterali a tutto sesto) impostate su colonne monolitiche in pietra serena: al centro, il moderno organo a canne. Sotto la cantoria, addossati alle pareti laterali, trovano posto due altarini in marmo: quello di destra, datato 1926, è stato eretto in memoria di Ida Grossi ed espone nella nicchia centrale la statua dedicata a Sant’Antonio da Padova. Al di sotto, è inserita in parete una lapide sepolcrale in ricordo di Francesca Venerosi, datata 1704. L'altarino di sinistra, coevo al precedente, ospita un moderno fonte battesimale in marmo ed accoglie in nicchia la statua dell’Angelo Custode. Reca sotto la breve mensa l'epigrafe marmorea in ricordo dei lavori di restauro condotti nel 1816 per volontà del Cavalier Archinto, milanese. Lungo le pareti laterali sono collocati due confessionali a tre fornici, con scomparto centrale centinato e cornice modanata in muratura dipinta. A metà della parete destra è collocato un altare fortemente rimaneggiato nel corso del XIX e XX secolo: il canonico Tronci riferisce che era stato eretto nel 1639 a spese del priore Orlandini, il cui stemma dipinto compare alla base delle colonne ancora esistenti. Al centro del dossale è esposta la statua di Santa Caterina da Siena, opera di Vincenzo Moroder del 1925. A destra dell'altare trova posto una copia della Croce di Enrico da Tedice, oggi custodita a Siena, davanti alla quale - secondo la tradizione - Santa Caterina ricevette le stimmate. Accanto, si conserva un frammento di colonna scanalata, appartenente probabilmente all’altare in cui in origine era esposta la croce dipinta. Sulla parete sinistra si colloca l'altare in marmo bianco, diaspro e brecce ascrivibile alla XVII/XVIII secolo. Il monumentale dossale accoglie il dipinto di Tommasi Tommaso raffigurante la Madonna e i santi Anna e Gioacchino e, collocata davanti alla tela, l’immagine della Madonna della Consolazione del XIV secolo. Introdotto da un arco trionfale a sesto ribassato e delimitato da balaustre marmoree, si apre il presbiterio, sollevato di un gradone rispetto al resto dell'aula. L'Altar maggiore ottocentesco, in marmo bianco e intarsi in marmi policromi, è caratterizzato da una mensa con gradini, tabernacolo intronizzato e plinti scolpiti con lo stemma della famiglia Archinto. La parete absidale è ornata da un dipinto murale ottocentesco che riproduce illusionisticamente l'architettura di un'esedra, al centro della quale un finto dossale accoglie il dipinto dell'Incoronazione della Madonna tra i santi Giuseppe e Cristina, opera di Francesco Curradi del 1643.
Adeguamento liturgico

nessuno
Lo schema preconciliare è rimasto intatto, completo di balaustre e altare maggiore. Non è presente una mensa per la celebrazione versus populum. Sul lato destro del presbiterio sono collocati un leggio in legno e una sede per il celebrante.
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