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Pisa
Pisa
chiesa
parrocchiale
SS. Trinità
Parrocchia di San Sepolcro
Struttura; Pianta; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
presbiterio - intervento strutturale (1970-1974)
XII - XII(fondazione intero bene); XII - XII(citazione intero bene); XV - XVI(costruzione portico esterno); XVI - XVI(ristrutturazione intero bene); 1720 - 1720(completamento intero bene); 1817 - 1817(citazione intero bene); 1848 - 1848(citazione intero bene); 1850 - 1850(citazione intero bene); 1876 - 1876(citazione intero bene); 1966 - 1966(danneggiamento intero bene); 1970 - 1974(restauro intero bene); 2004 - 2004(restauro pavimento); 2006 - 2006(restauro intonaci interni); 2016 - 2017(restauro campanile)
Chiesa della Santissima Trinità
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa della Santissima Trinità <Pisa>
Altre denominazioni Chiesa di San Sepolcro
SS. Trinità
Ambito culturale (ruolo)
romanico (costruzione)
Notizie Storiche

XII  (fondazione intero bene)

La chiesa di San Sepolcro, attestata sin dal 1138, fu fondata dall'Ordine di San Giovanni Battista di Gerusalemme (poi Cavalieri di Malta). Vicino alla chiesa e al Palazzo dell'Ordine sorgeva un ospedale per il ricovero dei pellegrini, già funzionante nel 1113, come riporta una bolla papale di Pasquale II.

XII  (citazione intero bene)

Sulla base del campanile è inserita una lapide che reca incisa la seguente iscrizione: "Huius Operis fabricator Ds. te salvet nominatur". L'epigrafe assegnerebbe all'architetto Diotisalvi la costruzione della chiesa e del campanile.

XV - XVI (costruzione portico esterno)

La chiesa a pianta ottagonale fu affiancata da successivi corpi di fabbrica lungo quattro lati, gli altri quattro, lasciati liberi, furono dotati di un portico in arenaria.

XVI  (ristrutturazione intero bene)

Alla fine del XVI secolo, la chiesa fu sottoposta a interventi di modifica e restauro: furono innalzati i muri perimetrali e, di conseguenza, fu demolita la copertura a volte originaria. Fu costruito un nuovo soffitto a copertura del corridoio perimetrale ed aperte nuove finestre.

1720  (completamento intero bene)

Intorno al 1720, il cavaliere Tommaso del Bene, Gran Priore dell'Ordine di Malta, finanziò una serie di modifiche volte all'abbellimento della chiesa: furono inserite decorazioni a stucco, furono chiuse le finestre originali e aperte di nuove. Furono inoltre commissionate copie di quadri di pittori illustri.

1817  (citazione intero bene)

Nel 1817, l'Ordine dei Cavalieri di Malta fu soppresso e la chiesa, trasformata in Prioria, andò incontro ad un periodo di decadenza.

1848  (citazione intero bene)

Nel 1848, a causa del suo pessimo stato di conservazione, la chiesa di San Sepolcro fu chiusa al culto.

1850  (citazione intero bene)

Nel 1850, Giovanni Rosini creò una commissione incaricata di restaurare la chiesa di San Sepolcro, affidando il progetto all'architetto Ridolfo Castinelli, succeduto nel 1855 dall'architetto Florido Galli. In quell'occasione furono eliminate le decorazioni barocche, riaperte le antiche finestre, distrutto il soffitto cinquecentesco del corridoio perimetrale. All'esterno venne eliminato il portico e recuperato il basamento originario. I lavori terminarono nel 1858 e la chiesa riapertura della chiesa nel 1876.

1876  (citazione intero bene)

La chiesa di San Sepolcro fu consacrata dall'Arcivescovo di Pisa Paolo Micallef il 30 giugno 1876.

1966  (danneggiamento intero bene)

Nel 1966 la chiesa di San Sepolcro fu danneggiata dalla piena dell'Arno e fu di nuovo chiusa al culto.

1970 - 1974 (restauro intero bene)

Tra il 1970 e il 1974, furono eseguiti nuovi restauri sotto la supervisione del soprintendente prof. Ubaldo Lumini: vennero consolidate le coperture, eliminati gli intonaci interni ottocenteschi così da recuperare l'originale muratura in pietra, recuperata la stanza alla base del campanile oggi adibita a cappella. In quegli anni l'altare maggiore del XIX secolo fu spostato dal centro dell'aula alla cappella del Santissimo e sostituito con un altro di dimensioni minori. Questa operazione portò alla luce le fondazioni intatte dei pilastri centrali, rivelando l'esistenza di un edificio precedente andato distrutto.

2004  (restauro pavimento)

Nel 2004, il pavimento della chiesa, realizzato a mosaico veneziano nel XIX secolo, fu sottoposto a lavori di restauro a causa dei problemi di umidità presenti all'interno dell'aula.

2006  (restauro intonaci interni)

Nel 2006, la chiesa fu soggetta a lavori di deumidificazione e restauro degli intonaci interni.

2016 - 2017 (restauro campanile)

Tra il 2016 e il 2017, il campanile della chiesa di San Sepolcro fu sottoposto ad un intervento di risanamento conservativo e di restauro.
Descrizione

La chiesa di San Sepolcro, intitolata alla Santissima Trinità, sorge sulla riva sinistra dell'Arno all'altezza del Lungarno Galilei. L'edificio a pianta ottagonale, fu costruito nel primo quarto del XII secolo dai Cavalieri di San Giovanni Battista di Gerusalemme (poi Cavalieri di Malta), affiancato dal Palazzo dell'Ordine e da un ospedale per il ricovero dei pellegrini. Secondo la tradizione, la chiesa fu edificata dall'architetto Diotisalvi, il cui nome compare sull'epigrafe inserita nel paramento murario del campanile. I restauri del 1970 hanno portato alla luce le fondamenta dei pilastri centrali dell'aula e rivelato l'esistenza di un edificio di culto precedente all'attuale. La chiesa, realizzata in conci di verrucano chiaro, si erge al di sotto del livello stradale: il perimetro della chiesa è circondato da un camminamento lastricato, coincidente con l'imbasamento originario, raggiungibile attraverso tre piccole scalinate poste in corrispondenza dei tre portali d'accesso. Al livello del piano stradale, chiesa e camminamento sono circondati da una ringhiera in ferro battuto che funge da parapetto. Il corpo, a pianta ottagonale, è cimato da una cornice aggettante ottocentesca ed è coperto da un tetto ad otto falde. Ogni lato è scandito da contrafforti angolari ed è dotato di due monofore nella parte superiore. I tre portali d'ingresso, oggi visibili e praticabili, sono aperti in corrispondenza dei punti cardinali Nord, Sud, Ovest. Sul volume ottagonale si innesta il tamburo centrale pentagonale, aperto su ogni lato da finestre a monofora e concluso al vertice da una copertura cuspidata ad otto falde. Addossato alla chiesa, sul lato Nord, sorge il campanile, caratterizzato da un basamento costituito da blocchi di pietra locale e da un alzato in laterizi. La torre, scandita da lesene e decorata da archetti ciechi, è coronata da una cella campanaria dotata di quattro ampie aperture a monofora. Internamente, la chiesa presenta un ambiente centrale definito da otto pilastri e da altrettanti archi a sesto acuto. Sopra quest'ultimi si innesta un tiburio finestrato, coperto da una cuspide piramidale in laterizio. Intorno al vano centrale si sviluppa un ambulacro ottagonale, delimitato dal muro perimetrale in pietra a faccia-vista. Sul lato orientale dell'aula, due accessi conducono alla sacrestia e alla cappella del Santissimo Sacramento, ricavata alla base del campanile.
Struttura
La struttura è costituita da una muratura portante mista. Esternamente l'edificio presenta un paramento costituito da bozze regolari di verrucano chiaro. Internamente le murature presentano delle parti in conci di pietra, altre in laterizio misto a pietra e altre ancora di muratura intonacata.
Pianta
La chiesa presenta una pianta ottagonale, caratterizzata da un ambiente centrale delimitato da otto pilastri pentagonali di pietra calcarea che sostengono, tramite archi a sesto acuto, un tiburio rialzato da alcuni gradini, finestrato nella parte alta e coperto da una cuspide piramidale in laterizio, lasciato a vista all'interno. Tale vano centrale è circondato da un ambulacro ottagonale, delimitato dal muro perimetrale in pietra e coronato da una cornice con elementi vegetali. Nella parte Est si trovano due accessi che conducono ad un locale adibito a sacrestia e alla cappella del Santissimo. Da questo ultimo ambiente, si accede al campanile.
Coperture
Internamente l'ambulacro è coperto da una struttura lignea ad otto falde con stessa pendenza. Il tamburo pentagonale centrale è concluso da una copertura in laterizio cuspidata ad otto falde. La cappella del Santissimo è coperta da una volta a botte lunettata, completamente intonacata. La sacrestia, costituita da due ambienti contigui, è dotata di una copertura a botte e di una a vela, entrambe intonacate. Esternamente tutte le falde sono coperte da un manto in elementi di laterizio.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione della zona dell'ambulacro è costituita da un battuto veneziano di vari colori e pezzature, decorato con eleganti disegni geometrici modulari. La zona centrale rialzata del tiburio è costituita da lastre di marmo chiaro di forma rettangolare disposte a correre, mentre la cappella del Santissimo presenta una pavimentazione di mezzane in cotto. La sacrestia è dotata di un pavimento con piastrelle in graniglia. Il camminamento esterno che circonda parzialmente la chiesa è costituito da lastre di pietra rettangolari disposte a correre.
Elementi decorativi
La chiesa di San Sepolcro, che attualmente si trova a circa due metri sotto il livello stradale, arretrata rispetto alle sponde dell'Arno e soffocata dalle costruzioni adiacenti, in origine doveva apparire assai più vicina al fiume, libera sui quattro lati ed accessibile da tutti i portali esistenti. Il corpo ottagonale dell'edificio, realizzato in pietra verrucana, presenta tre accessi riconducibili al XII secolo, rimaneggiati nel tempo: quello rivolto a Ovest è caratterizzato da due capitelli ornati da foglie d'acqua e da volute, posti a sostegno di un architrave liscio. Al di sopra, l'ampia lunetta, profilata da ghiera scolpita a piccoli motivi decorativi, accoglie al centro il busto dell'architetto Diotisalvi, realizzata da Santo Varni nel 1859. A sinistra del portale, inserito nel paramento murario, si trova una lastra scolpita in marmo di San Giuliano, probabile frammento dell'architrave originaria, decorata dalla figura di una fiera armata e linguata seguita da tre girali vegetali includenti una corolla di fiore. I portali Nord e Sud, anch'essi dotati di capitelli scolpiti, sono privi di architrave, sormontati da archi bicromi in marmo bianco e grigio, e profilati da ghiere scolpite con foglie dentellate, presso le cui estremità si inseriscono teste animali. La sommità del corpo ottagonale della chiesa è rifinita da una cornice scolpita a motivi vegetali, realizzata a metà del XIX secolo su progetto dall'architetto Ridolfo Castinelli, prendendo a modello un frammento originale sopravvissuto. Internamente, l'aula è costituita da un ambulacro esterno che racchiude un ambiente centrale, circondato da pilastri e alti archi ad ogiva. Lo spazio è caratterizzato da un pavimento a battuto veneziano e da pareti realizzate in parte in pietra, in parte in laterizio misto a pietra e infine in muratura intonacata. All'interno dell'aula si conservano numerose lapidi sepolcrali, tra cui quella in ricordo di Maria Mancini Colonna, nipote del Cardinale Mazarino, morta a Pisa nel 1715. Nei pressi della porta d'ingresso, è collocato un piccolo pozzo in pietra che, secondo la tradizione, Sant'Ubaldesca utilizzò per dare soccorso ai pellegrini del vicino ospedale. Nell'ambulacro trova posto il fonte battesimale in pietra verrucana, opera di Mario Bertini datata 1956. Dello stesso autore anche le stazioni della Via Crucis, collocate lungo le pareti perimetrali insieme ad una piccola tavola quattrocentesca raffigurante la Madonna con Gesù bambino, inserita entro nicchia. Al centro del presbiterio, rialzato su una base ottagonale a doppio gradino, trova posto l'Altare maggiore, realizzato in marmo su progetto dell'architetto Zanelli Adriano Soleno. Nella cappella del Santissimo Sacramento sono esposti frammenti marmorei provenienti dal portico esterno cinquecentesco e dell'altare maggiore del XIX secolo, qui trasferito nel corso dei restauri degli anni Settanta e in seguito sostituito dall'attuale, formato da una lastra di marmo pensile su cui è collocato un tabernacolo marmoreo eseguito dal Bertini.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1970-1974)
Durante i restauri degli anni Settanta del secolo scorso, l'Altare maggiore ottocentesco fu spostato dall'area presbiteriale alla Cappella del Santissimo Sacramento. Al suo posto è stata inserita una mensa in marmo realizzata su progetto dell'architetto Zanelli Adriano Soleno e posizionata su un basamento marmoreo di forma ottagonale, costituito da due gradini.
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