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Colle di Calci
Calci
Pisa
chiesa
parrocchiale
S. Salvatore
Parrocchia di San Salvatore
Struttura; Pianta; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
presbiterio - aggiunta arredo (1970-1999)
1292 - 1292(citazione intero bene); 1350 - 1350(citazione intero bene); 1500 - 1599(citazione intero bene); 1846 - 1846(citazione intero bene); 1846 - 1846(citazione intero bene); 1847 - 1847(restauro organo); 1998 - 1998(restauro facciata)
Chiesa di San Salvatore
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Salvatore <Colle di Calci, Calci>
Altre denominazioni S. Salvatore
Ambito culturale (ruolo)
maestranze toscane (costruzione)
Notizie Storiche

1292  (citazione intero bene)

La chiesa di San Salvatore è menzionata per la prima volta nel 1292, nell'elenco delle chiese appartenenti al Piviere di Calci. Fino a quel momento il suo nome non compare, ma al suo posto viene nominata la chiesa di San Nicola a Castel Minore, che dovette svolgere cura d'anime fino alla costruzione della nuova chiesa, avvenuta intorno al XIII secolo, in seguito ad un probabile incremento demografico del Colle.

1350  (citazione intero bene)

Nel 1350, la chiesa di San Salvatore fu unita alla chiesa di San Pietro in Vicascio e, in seguito, a quella di San Bartolomeo in Tre Colli.

1500 - 1599 (citazione intero bene)

Le visite pastorali svolte nel corso del XVI secolo riportano notizia del cattivo stato di conservazione in cui la chiesa versava in quel periodo.

1846  (citazione intero bene)

Il 14 agosto 1846, un improvviso terremoto arrecò danni alla chiesa di San Salvatore e alla casa canonica.

1846  (citazione intero bene)

Il 22 settembre 1846, il Sig. Eugenio Casali regalò alla chiesa un dipinto raffigurante San Carlo Borromeo che fu collocato nel coro.

1847  (restauro organo)

Nel 1847 fu realizzato il restauro dell'organo.

1998  (restauro facciata)

Nel 1998, un intervento di manutenzione ordinaria comportò il ripristino del colore in facciata, rovinato dall'usura del tempo.
Descrizione

Appena sopra il paese di Calci, sul lato occidentale della valle percorsa dal torrente Zambra, si trova la frazione del Colle, che ospita nel punto più alto la chiesa di San Salvatore. L'edificio è caratterizzato da una facciata a capanna completamente intonacata, ad eccezione di due porzioni murarie rettangolari che compaiono ai lati dell'ingresso principale, costituite da blocchi di calcare nero. Al centro si apre il portale profilato da cornice liscia in pietra serena, sormontato da una stretta tettoia ricoperta in laterizi ed affiancato da due lapidi in marmo bianco. Al vertice, un tondo in terracotta include il monogramma di San Bernardino. I prospetti laterali, anch'essi intonacati, presentano due finestre rettangolari per lato, mentre sul fianco sinistro si apre una porta laterale per l’accesso secondario alla chiesa. Sul lato destro dell’abside si erge la torre campanaria a base quadrata, cimata da una cornice merlata e caratterizzata da una cella campanaria ospitante quattro monofore. Internamente, la chiesa a navata unica è introdotta da una cantoria in controfacciata e conclusa da un abside rettangolare. Sulla parete di fondo del presbiterio si aprono due porte che immettono, a sinistra, in sacrestia, e a destra, nel campanile.
Struttura
Muratura portante a sacco, costituita da conci in pietra verrucana e da materiale sciolto lapideo e laterizio all’interno. Tutte le murature si presentano intonacate e in buono stato di conservazione.
Pianta
Schema planimetrico a navata unica conclusa da abside rettangolare. In controfacciata è presente la cantoria, caratterizzata da tre arcate sorrette da due colonne. Sulla parete di fondo del presbiterio due porte immettono in due diversi ambienti: quella di sinistra conduce alla sacrestia, mentre quella di destra alla torre campanaria.
Coperture
L'aula è coperta da una volta a botte lunettata, intervallata da archi ribassati che appoggiano su paraste scanalate. L’abside rettangolare è caratterizzato da una volta a crociera nervata e da una parete di fondo dipinta. Manto di copertura in cotto su tutte le falde di copertura dell’edificio.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimentazione a quadroni di marmo bianco e bardiglio disposte a losanga su tutte le superfici calpestabili della chiesa.
Elementi decorativi
La facciata a capanna, ornata al vertice dal monogramma in terracotta di San Bernardino, risulta completamente intonacata, ad esclusione di due piccole porzioni murarie lasciate a pietra a vista, ai lati dell'ingresso principale. Il portone centrale è affiancato da due lapidi novecentesche, una in memoria dei caduti nella Prima guerra mondiale, l'altra a ricordo della nascita del pittore duecentesco Giunta Pisano presso la parrocchia di San Nicola a Castel Minore, oggi distrutta. All'interno, la controfacciata è occupata da una cantoria in muratura dipinta, caratterizzata da tre arcate sorrette da due colonne dipinte a finto marmo. Sulle pareti laterali si fronteggiano due confessionali a tre fornici in pietra dipinta: gli archi degli scomparti centrali accolgono le date di realizzazione (1716 e 1719) e sono sormontati da due stemmi contenenti la scritta OPA e l'insegna della famiglia Cagnazzi. A metà dell'aula, l'altare laterale sinistro, dedicato alla Madonna del Rosario, fu realizzato nel 1644 e restaurato nel Novecento con l'aggiunta di due colonnine a sostegno della mensa originale, di due gradini in marmo con tabernacolo intronizzato e del monogramma di Maria dipinto sotto la mensa. L'altare di destra, fatto costruire da Ermolao Casali nel 1703 e rimaneggiato a metà del XX secolo, è dedicato ai santi Antonio abate, Francesco e Chiara, ed ospitava al centro del dossale il dipinto raffigurante i tre santi che oggi campeggia in controfacciata sopra la cantoria. Sulla parete destra, vicino al presbiterio, una nicchia rivestita in pietra ricostruisce la Grotta di Lourdes ed ospita al centro il moderno fonte battesimale. L'area presbiteriale, rialzata di due gradini dal resto dell'aula e delimitata da due balaustre in marmo, accoglie l'Altare maggiore preconciliare, incorniciato dall'arco trionfale. La parete di fondo, cui è addossato l'organo in legno dipinto, è decorata da un dipinto murale realizzato dal Parroco Mario Cecchetti nel 1944, raffigurante Gesù Cristo Risorto. L'affresco, ricorrendo all'illusione architettonica e prospettica, trasforma la profondità dello spazio absidale: la parete da rettilinea diventa curva e si arricchisce di un illusorio tamburo con cupola sovrastante.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1970-1999)
Lo spazio liturgico è stato modificato introducendo, davanti ai gradini che conducono all'area presbiteriale, una pedana su cui poggia una mensa in legno per la celebrazione liturgica "versus populum". All'interno del presbiterio, delimitato dalle balaustre, sono collocati un ambone mobile in legno e, addossato alla parete destra, la sede presidenziale.
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