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Pisa
Pisa
chiesa
parrocchiale
S. Pietro in Vincoli
Parrocchia di San Pietro in Vinculis
Struttura; Pianta; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni; Facciata; Elementi decorativi; Cripta
presbiterio - intervento strutturale (1970-1990)
VIII - XI(citazione intero bene); XI - XI(citazione intero bene); XI - XII(costruzione intero bene); XII - XII(ampliamento
ristrutturazione intero bene); 1118 - 1118(consacrazione intero bene); 1194 - 1194(citazione intero bene); XIV - XV(restauri intero bene); XV - XVIII(citazione intero bene); 1774 - 1774(citazione intero bene); 1929 - 1930(restauro intero bene); 1958 - 1958(trasferimento altare); 1994 - 1994(chiusura al culto intero bene); 2000 - 2009(restauro intero bene); 2009 - 2009(restauro pavimento)
Chiesa di San Pietro in Vincoli
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Pietro in Vincoli <Pisa>
Altre denominazioni Chiesa di San Pierino
Chiesa di San Pietro in Vinculis
S. Pietro in Vincoli
Ambito culturale (ruolo)
romanico pisano (costruzione)
Notizie Storiche

VIII - XI (citazione intero bene)

Fra l'VIII e l'XI secolo l’edificio ecclesiastico è documentato con la titolazione di San Pietro ai Sette Pini (763-1005, 1018).

XI  (citazione intero bene)

Nel 1072 il vescovo Guido da Pavia istituì, presso la chiesa, una canonica di chierici regolari di Sant’Agostino, progetto effettivamente compiuto dal vescovo Gherardo (1081). Annesso alla chiesa era anche un ospedale, documentato per la prima volta nel 1099.

XI - XII (costruzione intero bene)

Si individuano due distinte fasi costruttive: l’abside e le due campate orientali sono state collocate fra il 1080 e il 1110, mentre le campate prossime alla facciata sono state ricondotte al periodo 1110-1119 circa.

XII  (ampliamento, ristrutturazione intero bene)

Al principio del XII secolo (entro il 1118) vennero attuati importanti interventi di riqualificazione strutturale che videro la costruzione della canonica lungo il fianco destro, la sopraelevazione del pavimento e l’ampliamento delle navate.

1118  (consacrazione intero bene)

La chiesa di San Pietro in Vincoli venne consacrata nel 1118.

1194  (citazione intero bene)

Nel 1194 Papa Celestino III confermò la regola di Sant'Agostino.

XIV - XV (restauri intero bene)

Nuovi restauri risalgono al Tre-Quattrocento, ma la loro portata non è valutabile con certezza: nel 1368, il priore Ugo commissionò un ciclo di affreschi eseguiti da Francesco Neri da Volterra (ormai scomparsi).

XV - XVIII (citazione intero bene)

Ridotta in commenda, nel 1463, per l’assenza di canonici regolari, dal 1488 la chiesa venne concessa ai monaci Olivetani di Agnano, che vi restarono fino al 1774, quando si trasferirono in San Michele degli Scalzi di Pisa.

1774  (citazione intero bene)

Dal 1774 l’ente ecclesiastico fu eretto in prioria e affidato ad un sacerdote secolare.

1929 - 1930 (restauro intero bene)

A seguito dei lavori promossi dal Priore nel 1838, fra il 1929 ed il 1930 vennero attuati il consolidamento strutturale della cripta e la rimozione degli arredi d’epoca barocca.

1958  (trasferimento altare)

Nel 1958, un altare con emblema olivetano (datato al 1755) venne trasferito alla chiesa di San Bartolomeo a Putignano, per essere impiegato quale altare maggiore.

1994  (chiusura al culto intero bene)

Nel 1994 la chiesa fu chiusa al culto a causa di prolemi legati al dissesto statico della struttura.

2000 - 2009 (restauro intero bene)

La chiesa è stata profondamente restaurata fra il 2000 e il 2009: sono stati eseguiti il rifacimento delle coperture e dei paramenti lapidei, il consolidamento strutturale dell'edificio con il rinforzo della facciata e delle volte della cripta, il recupero funzionale di quest'ultima con il restauro di marmi e affreschi.

2009  (restauro pavimento)

Nel 2009 il pavimento cosmatesco della navata centrale è stato sottoposto ad un intervento di restauro che ha previsto la riadesione al sottofondo delle tessere staccate e la relativa stuccatura.
Descrizione

La chiesa di San Pietro in Vincoli sorge nel centro storico di Pisa, adiacente a Piazza Cairoli (o Piazza della Berlina), nei pressi del Lungarno Mediceo. Mentre il fronte principale si affaccia su via Cavour senza la mediazione di un sagrato, il lato sinistro corre lungo via Palestro e quelli destro e tergale sono costruiti in aderenza ad altri fabbricati. La facciata a salienti, edificata intorno all'XI e al XII secolo con blocchi di pietra ben squadrati, si articola in due ordini sovrapposti: quello inferiore, in Verrucano, è ripartito da cinque arcate cieche decorate alternativamente da losanghe e da oculi modanati. Gli archi esterni e quello centrale ospitano i tre portali d'ingresso, ciascuno sovrastato da un'alta bifora. L'ordine superiore, realizzato con blocchi di Panchina Livornese, è scandito da tre arcate cieche che accolgono, al centro, una bifora con colonnina in marmo bianco. Al vertice, il profilo è concluso da un timpano triangolare con piccolo oculo mediano. Il fianco destro è chiuso dall'edificio adiacente, che incombe sulla copertura della chiesa tamponando su quel lato l'originario profilo a salienti. Il fianco opposto, libero, è qualificato da otto arcate cieche intercalate da losanghe e monofore. Sul prospetto tergale, si erge il campanile a base rettangolare, realizzato in pietra a faccia-vista: la torre, conclusa da una copertura a doppia falda, è caratterizzata da quattro piccole aperture a monofora che identificano la cella campanaria, provvista di campane datate fra il XII e la metà del XVIII secolo. La struttura architettonica del campanile coincide con quella della torre civile che venne annessa al monastero olivetano intorno alla metà del XII secolo. All'interno la chiesa si presenta costruito su due livelli, la parte superiore coincidente con la chiesa destinata al culto e la parte sottostante corrispondente alla cripta. Dall’ingresso principale, salendo alcuni gradoni, si accede alla "chiesa superiore", dotata di corpo longitudinale privo di transetto, articolato in tre navate scandite da colonne e pilastri. Il livello inferiore, raggiungibile dall’interno scendendo una scala posta in fondo alla navata sinistra, oppure dall’esterno tramite il portale laterale destro, è costituito da un ambiente a quattro navate, cadenzate da colonne e pilastri.
Struttura
La muratura perimetrale è costituita da pietra lasciata a vista, sia all'esterno che all'interno. Il bozzato esterno è composto da blocchi squadrati di Verrucano nella parte inferiore della facciata principale ed in quella della facciata laterale sinistra; la parte superiore di entrambi i prospetti è costruita in blocchi di Panchina Livornese. Il paramento murario in Verrucano è intercalato da filari di calcari chiari.
Pianta
Lo schema planimetrico della chiesa è a tre navate scompartite da due filari di sei colonne e due pilastri con capitello poste a sostegno di 8 arcate. Il presbiterio, sollevato di un gradone, occupa l'ultima campata. Nella navata sinistra, sulla parete di fondo, per mezzo di una scaletta metallica di recente realizzazione, si accede alla sacrestia e da qui al campanile. La cripta sottostante è raggiungibile mediante una scala accessibile dal portale laterale destro della facciata principale oltre che da una porta ricavata nella facciata laterale che si affaccia su via Palestro; internamente è stata ricavata una scaletta in legno nella prima campata della navata laterale sinistra. Essa è suddivisa in quattro navate da colonne e pilastri dotati di capitelli di reimpiego di epoca tardo romana, posti a sostegno di basse volte a crociera.
Coperture
La copertura della navata maggiore, a doppio spiovente, è composta da capriate, terzere e travicelli in legno, intercalate da mezzane in cotto. Il soffitto delle navate laterali è costituito da volte a crociera intonacate e tinteggiate. La cripta è coperta da volte a crociera con archi di raccordo in laterizio lasciato a vista: nella porzione occidentale (prime tre campate della terza navata) si conservano tracce pittoriche tardo-trecentesche. La sacrestia è coperta con una volta a vela intonacata e tinteggiata.
Pavimenti e pavimentazioni
Un mosaico marmoreo a motivi geometrici policromi, risalente al XII secolo, si estende sul piano pavimentale della navata maggiore; ai suoi lati, la pavimentazione è costituita da lastre in marmi colorati che occupano la restante superficie della navata principale. Con l’intervento di restauro del 2009 si è compiuta la riadesione delle tessere staccate al sottofondo, con relativa stuccatura. Le navate laterali e la porzione rialzata del presbiterio sono pavimentate con elementi di cotto a quadroni disposti parallelamente alle pareti. La sacrestia e la base del campanile presentano un pavimento composto da mezzane in cotto disposte a spina diagonale. La pavimentazione della cripta è costituita da lastre di pietra grigia di grande formato poste ad opus romano e intercalate da lapidi sepolcrali in marmo.
Facciata
La facciata, edificata tra il 1072 e il 1122 in blocchi di pietra ben squadrati, è caratterizzata da un profilo a salienti, parzialmente oscurato dal fabbricato adiacente costruito in aderenza al lato destro. Il prospetto è suddiviso in due ordini sovrapposti da una sottile cornice marcapiano modanata: la parte inferiore, realizzata in blocchi di Verrucano, è decorata da cinque arcate cieche (intercalate da losanghe ed oculi modanati), tre delle quali ospitano altrettanti portali con stipiti in pietra e bifora sovrastante. L'architrave del portale maggiore, impostato sui due capitelli scolpiti a fogliami, è ornato da un motivo decorativo a rosette. L'ordine superiore, realizzato in blocchi di Panchina Livornese e concluso da un timpano triangolare, è scandito da tre arcate cieche poco accentuate con bifora centrale.
Elementi decorativi
All'interno, la chiesa si presenta suddivisa in tre navate da due filari di otto arcate, impostati su sei colonne e due pilastri per parte. In controfacciata, sopra il portale d’ingresso principale, campeggia un affresco raffigurante l’Annunciazione, unico dipinto sopravvissuto di un ciclo pittorico più ampio (ormai perduto) e ricondotto ad un ignoto maestro pisano (secoli XII-XIII). A questo periodo risale anche il pavimento cosmatesco che occupa il corridoio centrale della navata maggiore, costituito da un mosaico in marmi policromi e caratterizzato da motivi geometrici. A destra del portale centrale, si trova il fonte battesimale in marmo eseguito da Mario Bertini negli anni Cinquanta del Novecento, insieme al bassorilievo con il Battesimo di Cristo che lo sovrasta. Sullo stesso lato è esposto il dipinto San Ranieri, realizzato da Enrico Fornaini nel 1997. Ai lati della scala d'ingresso, sono collocate due acquasantiere a colonna in marmo bianco con bacino circolare, riferibili al XVII secolo. L’altare della navata destra, edificato in pietra serena con dossale in legno dorato (seconda metà del XVIII secolo), conserva un affresco raffigurante la Vergine col Bambino (XIV secolo) già ascritto all’ambito di Giovanni di Nicola, trasferito dalla cripta in questa sede nel 1777. Seguono, sulla stessa parete, una nicchia a fondo dipinto che ospita una moderna statua di Sant’Antonio da Padova, un’edicola chiusa da un cancello che custodisce numerosi reliquiari (XVIII-XIX secoli) e una tela con i santi Andrea e Luigi proveniente dalla chiesa di Sant'Andrea di Pisa, già attribuita ad un ignoto autore del XVII secolo. In testa alla navata campeggia un Crocifisso in cartapesta modellata del Seicento, sovrastante un sarcofago d’epoca tardoromana figurato con le Quattro stagioni (II-III secoli). L’altare della navata sinistra, anch’esso edificato in pietra serena (XVIII secolo), era patrocinato dalla famiglia Del Rosso e dedicato a San Gerolamo: il dossale ospita la Crocifissione di San Pietro di Salvatore Atzeni (2006). Seguono, sullo stesso lato, una nicchia con la statua della Madonna di Fatima datata 1944, un'edicola a fondo dipinto con la statua moderna di San Giuseppe con Gesù bambino, la tela raffigurante il Riposo della Santa Famiglia di Aurelio Lomi (1610) – anch’esso qui trasferito dalla chiesa di Sant'Andrea – ed un tabernacolo elaborato in bronzo da Mario Bertini nella seconda metà del XX secolo. Sul pilastro sinistro antistante il presbiterio si conserva un affresco rappresentante San Giacomo, attribuito a maestro pisano della fine del XIII secolo. Al centro dell’area presbiteriale, sotto la mensa dell’altare maggiore, si conserva un sarcofago tardoromano estratto dalla cripta, figurato con Uomo vestito di toga e due Geni (II-III secoli). La parete di fondo del presbiterio ospita il Crocifisso attribuito a Michele di Baldovino (seconda metà del XIII secolo), posto in alto e in posizione mediana: la tavola, dipinta a tempera ed oro, si qualifica per la raffigurazione del Diniego di Pietro alla base del montante e reca sul terminale circolare in corrispondenza del braccio sinistro, una croce più piccola incastonata ad intarsio. Un affresco frammentario di maestro pisano rappresentante San Pietro liberato dall’Angelo (fine dell’XI secolo) si conserva in una piccola nicchia ricavata sulla porzione inferiore destra del medesimo paramento murario.
Cripta
Sotto la chiesa di San Pietro in Vincoli si sviluppa la cripta, un'aula rettangolare suddivisa in otto campate e quattro navate, voltata a crociera ed impostata su colonne e pilastri con capitelli di reimpiego, alcuni di epoca tardo romana. Studi storici, confermati da attenti rilievi architettonici, hanno portato all'ipotesi che tale ambiente fosse originariamente aperto sul lato sud da una serie di arcate, oggi tamponate dalle case, in stretta comunicazione con la piazza del mercato. Così strutturata, l'aula asserviva ad una duplice funzione: quella di sepolcreto (viste le numerose lapidi inserite nel pavimento e le iscrizioni funebri incise su pilastri e colonne) e quella di loggia pubblica (adibita ad atti notarili, amministrativi e giuridici). In passato, a seguito della tamponatura del loggiato sud, l'aula inferiore si raggiungeva scendendo la scala in corrispondenza del portale centrale, mentre la chiesa superiore era accessibile dai due portali laterali. Oggi, i tre ingressi conducono tutti alla chiesa vera e propria, mentre la cripta è raggiungibile tramite una scala ricavata in cima alla navata sinistra o, dall'esterno, tramite l'ingresso secondario aperto su via Palestro. All'interno, sulle vele delle volte a crociera, si conservano tracce di affreschi raffiguranti Busti di Santi, già attribuiti a Francesco Neri da Volterra (ante 1367).
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1970-1990)
L'adeguamento liturgico ha comportato la rimozione del vecchio altare preconciliare e l'inserimento di una mensa rivolta versus popolum costituita da una spessa lastra in marmo venato poggiante su pilastrini a base quadrata con capitello scolpito. Al di sotto è stato collocato un sarcofago in marmo bianco tardo romano del II-III secolo, proveniente dalla cripta. L’ambone, collocato sul lato sinistro del presbiterio, presenta un leggio in legno e un basamento e in vetro contenente un frammento di un baldacchino in seta. La sede, posta dietro l’altare, è costituita da semplici poltrone in legno.
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