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San Piero a Grado
Pisa
Pisa
chiesa
parrocchiale
S. Pietro Apostolo
Parrocchia di San Pietro Apostolo
Struttura; Pianta; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni; Prospetti esterni; Impianto strutturale; Abside; Abside; Preesistenze; Navata centrale; Elementi decorativi
presbiterio - intervento strutturale (1950-1960)
I-II - III-IV(preesistenze intero bene); VII - VII(preesistenze intero bene); X - XI(ricostruzione intero bene); XI - XII(citazione intero bene); 1046 - 1046(citazione intero bene); XII - XII(citazione intero bene); XII - XIII(demolizione parziale e ricostruzione intero bene); XIII - XIII(preesistenze campanile); XIII - XIV(costruzione intorno
portico); 1457 - 1464(costruzione abside occidentale
loggetta); XVII - XVII(restauro intero bene); 1636 - 1636(interruzione convento); 1787 - 1791(restauro intero bene); 1885 - 1888(restauro navata centrale
pitture murali); 1895 - 1895(rifacimento pavimento); 1919 - 1919(scavo archeologico navata centrale
parte occidentale); 1919 - 1925(scavo archeologico navata centrale
parte occidentale); 1925 - 1929(restauro paramento murario); 1944 - 1945(demolizione campanile); 1950 - 1950(restauro intero bene); 1950 - 1960(scavo archieologico area occidentale); 1960 - 1969(restauro paramento murario esterno); 1976 - 1976(citazione intero bene); 2000 - 2010(restauro dipinti murali); 2002 - 2007(ricostruzione campanile)
Chiesa di San Pietro Apostolo
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Pietro Apostolo <San Piero a Grado, Pisa>
Altre denominazioni Chiesa di San Piero a Grado
S. Pietro Apostolo
Ambito culturale (ruolo)
romanico pisano (costruzione)
Notizie Storiche

I-II - III-IV (preesistenze intero bene)

Sulle fondamenta di un edificio romano della prima età Imperiale (I-III sec. d.C.), identificate da alcuni storici come resti di una casa romana e da altri come magazzini portuali, fu costruita una chiesa absidata di età paleocristiana (III-IV sec.).

VII  (preesistenze intero bene)

intorno alla metà del VII secolo, forse a causa di un incendio, la chiesa fu completamente ricostruita sulle fondamenta della precedente: l'abside principale fu costruita accostata all'intradosso dell'antica e ne fu aggiunta una minore sul lato sinistro.

X - XI (ricostruzione intero bene)

L'attuale edificio fu eretto intorno al X e all'XI secolo: rispetto alla struttura originaria, la chiesa era più estesa verso Ovest e dotata di facciata.

XI - XII (citazione intero bene)

L'altare, oggi visibile sotto il baldacchino gotico, è ascrivibile con tutta probabilità all'epoca dell'edificio originario. Secondo la tradizione, San Pietro, proveniente da Antiochia e diretto a Roma, sbarcò a Pisa nel 44 d.C., presso l'approdo che da lui prese il nome e qui tenne la sua prima predicazione in Italia.

1046  (citazione intero bene)

La prima attestazione documentaria dell'esistenza della Chiesa di San Piero a Grado risale al 14 settembre 1046.

XII  (citazione intero bene)

La chiesa di San Piero a Grado fu consacrata dal Vescovo di Pisa Pietro nel 1118.

XII - XIII (demolizione parziale e ricostruzione intero bene)

Tra il XII e il XIII secolo, la chiesa, sede di una comunità canonicale, subì importanti modifiche: il corpo dell'edificio fu accorciato di quasi un quarto della sua lunghezza e la facciata fu sostituita con l'abside occidentale.

XIII  (preesistenze campanile)

Nel XIII secolo fu eretto il campanile, a base quadrata, costituito da 4 ordini di diversa altezza. La cella campanaria, con copertura piana, era dotata di quattro bifore.

XIII - XIV (costruzione intorno, portico)

Dalla metà del XIII alla metà del XIV secolo, la basilica passò un periodo di grande sviluppo. Posta al centro degli itinerari sacri europei, fu dotata di un ampio portico esterno ad uso dei pellegrini.

1457 - 1464 (costruzione abside occidentale, loggetta)

A partire dal 1457, l'Arcivescovo di Pisa Giuliano de' Ricci concesse la chiesa di San Piero a Grado all'Università dei Cappellani del Duomo che promossero una serie di importanti modifiche all'interno dell'edificio: tra il 1463 e il 1464, fecero costruire una loggetta all'interno dell'abside occidentale ad uso di cappella, dedicata a Santa Petronilla.

XVII  (restauro intero bene)

Intorno al 1630, la famiglia Caetani diresse i lavori di restauro all'interno e all'esterno della chiesa: la loggia cinquecentesca, inserita nell'abside occidentale, fu ristrutturata (le agili colonnine furono inserite entro pilastri), le absidi minori furono chiuse con pareti e le navate laterali arricchite di altari barocchi. I resti della mensa di Pietro furono inseriti in un nuovo altare. Il convento, voluto dall'Arcivescovo Giuliano de' Medici per introdurre a San Piero i Frati Minori Francescani, fu addossato al prospetto Nord della basilica, comportando il tamponamento del portale duecentesco e l'apertura di altri due ingressi sul lato Nord e Sud.

1636  (interruzione convento)

Nel 1636, la costruzione del convento fu interrotta e i frati Minori Francescani abbandonarono San Piero a Grado nel 1641.

1787 - 1791 (restauro intero bene)

Nel 1787, fu eliminato il loggiato intorno alla chiesa e intonacato il paramento murario esterno, mentre l'anno successivo furono smantellati gli altari laterali barocchi. Nel 1791, le pareti interne vennero imbiancate e gli affreschi trecenteschi della navata centrale furono coperti.

1885 - 1888 (restauro navata centrale, pitture murali)

Tra il 1885 e il 1888, gli affreschi trecenteschi della navata centrale furono pesantemente restaurati dal pittore Domenico Fiscali.

1895  (rifacimento pavimento)

Nel 1895, fu rialzato il piano di calpestio della chiesa e costruita una nuova pavimentazione.

1919  (scavo archeologico navata centrale, parte occidentale)

L'allora curato Don Luca Gelli intraprese di sua iniziativa uno scavo sotto il pavimento della chiesa intorno all'altare petrino, che riportò alla luce tracciati murari, frammenti di capitelli, colonne, pietre lavorate, a testimonianza dell'esistenza di un precedente edificio di culto.

1919 - 1925 (scavo archeologico navata centrale, parte occidentale)

Dal 1919 al 1925 gli scavi furono portati avanti sotto la supervisione del soprintendente Pèleo Bacci. Lo studio dei resti archeologici mise in luce la presenza di una villa romana o di un edificio di epoca Imperiale e di una successiva chiesa triabsidata, riconducibile al IV secolo.

1925 - 1929 (restauro paramento murario)

Durante i restauri del 1925, portati avanti da Pèleo Bacci, furono eliminati gli intonaci moderni che ricoprivano le pareti della chiesa. Purtroppo insieme a quelli moderni furono asportati anche quelli medievali sottostanti. Anche le pareti esterne, intonacate fino al 1929, furono in quell'anno riportate al grezzo.

1944 - 1945 (demolizione campanile)

Durante la Seconda guerra mondiale, i tedeschi minarono il campanile: insieme alla torre crollarono anche l'abside occidentale, il tetto, la canonica e gli altri edifici che chiudevano lo spazio tergale.

1950  (restauro intero bene)

Nel Dopoguerra l'edificio di culto fu ripristinato e riportato al suo aspetto romanico sotto la direzione del Prof. Sanpaolesi: l'intervento comportò l'eliminazione delle strutture barocche sopravvissute, l'abbassamento del piano di calpestio che fu riportato a quello originario, la fruibilità dello scavo archeologico che fu lasciato appositamente scoperto e infine la ricostruzione del campanile, mai ultimata.

1950 - 1960 (scavo archieologico area occidentale)

Durante i lavori per la ricostruzione del campanile, l'escavazione delle fondamenta rivelò un tracciato di muri non corrispondente a quelli rinvenuti dal Bacci. Tra il 1950 e il 1960, perciò, ripresero gli scavi sotto la direzione del soprintendente Sanpaolesi. Lo studio dei risultati portò alla seguente ricostruzione storica: un primo nucleo edilizio di epoca romana era costituito da una serie di strutture (forse magazzini) appartenenti al complesso portuale. Su questo sorse la prima chiesa ad una navata monoabsidata del IV secolo (probabilmente fu utilizzata una stanza già esistente della zona portuale romana). Nel VII secolo, fu eretta una seconda chiesa (fu ridisegnata una nuova abside interna a quella già esistente e ne fu costruita una più piccola sulla sinistra). La terza abside, che il Bacci legava alla struttura della chiesa, fu al contrario ritenuta estranea dal Sanpaolesi.

1960 - 1969 (restauro paramento murario esterno)

Nel corso degli anni Sessanta la chiesa subì nuovi restauri e si registrarono nuove perdite delle tracce di pigmento rosso che provenivano dalle pitture murali medievali.

1976  (citazione intero bene)

Con il decreto del 20 marzo 1976, la Congregazione Episcopale staccò la chiesa di San Piero a Grado dalla Mansa Arcivescovile. Da quel momento la basilica ebbe un proprio parroco titolare.

2000 - 2010 (restauro dipinti murali)

Dal 1999 al 2000, sotto la direzione della Soprintendenza di Pisa (M. Burresi), furono eseguiti i restauri delle pitture murali trecentesche della navata centrale. Nei primi anni Duemila, furono restaurati anche gli affreschi staccati, posizionati lungo le pareti laterali delle navate minori.

2002 - 2007 (ricostruzione campanile)

La ricostruzione del campanile bombardato dai tedeschi, iniziata durante i restauri condotti dal Sanpaolesi nel Dopoguerra, si arrestò per mancanza dei fondi necessari all'altezza di sei metri su trentasette. Nel 2002, la Soprintendenza di Pisa redige un progetto preliminare per il completamento del campanile. In data 19 giugno 2007, fu emanato un Decreto Ministeriale per l'assegnazione di un finanziamento di 2 milioni di euro alla Soprintendenza di Pisa in qualità di responsabile della esecuzione dei lavori. La prima tranche del finanziamento di 1 milione di euro fu subito erogata e debitamente utilizzata sul cantiere, ma la seconda fu destinata dal Ministero ad altri usi. La mancanza di fondi sancì una nuova interruzione dei lavori, che ad oggi non sono ancora stati ultimati.
Descrizione

La basilica di San Pietro Apostolo sorge a San Piero a Grado, località che si estende a Sud-Ovest di Pisa e che un tempo costituiva un approdo situato nei pressi della foce del fiume, così come indica la denominazione "a Grado". L'attuale edificio fu costruito sulle fondamenta di una precedente chiesa paleocristiana riconducibile al IV secolo, a sua volta edificata sui resti dell'antico scalo portuale. La tradizione narra che nel 44 d.C., a seguito di una violenta tempesta, San Pietro sbarcò a San Piero a Grado durante il suo viaggio da Antiochia a Roma, e che qui eresse un primo altare. L'attuale edificio risale al X-XI secolo e costituisce, per il suo linguaggio architettonico e decorativo, uno degli esempi più rappresentativi dell'architettura pisana precedente la Cattedrale di Buscheto. Il paramento murario è composto da materiale eterogeneo: verrucano, panchina livornese, calcare di Filettole ed elementi di reimpiego. La chiesa, impostata su pianta rettangolare, presenta i prospetti rivolti ad oriente e ad occidente con facciate a doppio spiovente, che anticipano l'articolazione dei volumi interni. In particolare, la facciata Est è caratterizzata dalla presenza di tre absidi, una maggiore in corrispondenza della navata principale e due minori in corrispondenza delle navate laterali. La facciata Ovest è invece occupata dalla presenza di un'abside unica priva di aperture. I prospetti dell'edificio, ad eccezione della parte tergale, risultano scanditi da lesene, decorati da archetti pensili includenti losanghe e oculi a scalare e impreziositi da bacini ceramici, copie degli originali. Sul fianco Nord si aprono tre portali di diverse dimensioni: l'ingresso principale, in posizione centrale, incorniciato da stipiti e architrave in marmo, quello di destra di dimensioni e fattezze analoghe al precedente, e quello di sinistra, più piccolo, archivoltato. Il fianco meridionale presenta un unico portale di accesso, simile a quello principale del prospetto opposto. Numerose aperture a monofora punteggiano i paramenti murari dell'edificio: lungo la navata centrale sono presenti cinque monofore per lato, a due gradini e archivolto semicircolare, sulle navate laterali si trovano cinque monofore a tre gradini con archivolto esterno ad architrave. Ad Est, sulle pareti absidali, si aprono cinque monofore a tre gradini (tre sull'abside maggiore e una per ciascuna abside laterale) con archivolto semicircolare. Il campanile a pianta quadrata, si erge ad occidente, in posizione isolata rispetto alla chiesa, caratterizzato da paraste angolari e decorato da una serie di archetti pensili e lesene centrali. La primitiva torre, edificata intorno al XII secolo, fu distrutta dalle truppe tedesche durante la Seconda guerra mondiale e ricostruita solo parzialmente verso la metà del XX secolo, utilizzando materiale originario. All'interno della basilica sono state collocate le tre campane recuperate dalle macerie del campanile abbattuto. Internamente, la chiesa appare suddivisa in tre navate da colonne in granito e marmo, poste a sostegno di una serie di archi a tutto sesto con ampiezza variabile. Due massicci pilastri in tufo segnalano il punto in cui, in passato, esistevano tre arcate trasversali (ancora visibili nelle navate laterali), che dividevano lo spazio in due ambienti contigui: quello orientale triabsidato, destinato alle celebrazioni liturgiche vere e proprie, e quello occidentale riservato al santuario di San Pietro.
Struttura
Muratura portante a sacco, costituita da conci in tufo, calcare locale e materiale di reimpiego.
Pianta
La chiesa si presenta a pianta basilicale, suddivisa in tre navate da due file di colonne in granito e marmo, poste a sostegno di una serie di archi a tutto sesto caratterizzati da ampiezza variabile. Due massicci pilastri in tufo interrompono la teoria di colonne e segnalano il punto in cui, in passato, esistevano tre arcate trasversali (ancora visibili nelle navate laterali), che dividevano lo spazio in due ambienti contigui e contrapposti facenti capo ognuno ad una diversa abside: quello orientale triabsidato, destinato alle celebrazioni liturgiche vere e proprie, e quello occidentale riservato al santuario di San Pietro, dove un ciborio gotico cuspidato indica l'area di scavo e rivela le fondazioni di un edificio di culto paleocristiano. Nella parte inferiore dell'abside occidentale è inserita una struttura porticata, costituita da tre archeggiature poggianti su due colonne e completata da un intradosso di copertura formato da tre volte a crociera.
Coperture
La navata centrale presenta una copertura a capanna costituita da orditura primaria e secondaria in struttura lignea, sorretta da undici capriate. Le navate laterali sono coperte da tetto ad un'unica falda con struttura lignea costituita da travi e travicelli. Le zone absidate sono coperte da catini semisferici in pietra. Manto di copertura in cotto su tutte le falde di copertura dell’edificio.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione della chiesa è prevalentemente in cocciopesto, ad eccezione della parte occidentale che presenta una pavimentazione a quadroni in cotto.
Prospetti esterni
Esternamente l'edificio sorge isolato, circondato da una vasta area tenuta a prato. Il paramento murario, costituito da bozze irregolari di verrucano, panchina livornese e calcare di Filettole, è scandito da lesene e decorato nel sottogronda da un coronamento ad archetti pensili poggianti su peducci. Gli archetti del fianco Nord e delle tre absidi orientali racchiudono motivi a losanga ed oculi circolari, mentre quelli della parete Sud ne sono privi. In origine, la decorazione era completata da una serie di più di duecento bacini ceramici di produzione egiziana, tunisina, siciliana e spagnola dell'XI-XII secolo. Di questi ne sono sopravvissuti una sessantina, sostituiti da copie nel 1976 e conservati presso il Museo Nazionale di San Matteo. Numerosi frammenti di spoglio, iscrizioni romane ed alto-medievali e materiale di reimpiego sono inseriti nei muri perimetrali della basilica, intonacati a coccio pesto alla fine del XVIII secolo e riportati al grezzo solo nel 1929.
Impianto strutturale
Internamente la chiesa si presenta a pianta basilicale, coperta da un tetto a capriate lignee. Le due file di colonne che suddividono l'aula in tre navate sono costituite da 24 elementi, ognuno differente per grandezza e materia e caratterizzato da capitelli di spoglio, ionici, corinzii, a foglie d'acqua e figurati. Alcune colonne provenivano da monumenti classici pisani, altre erano il frutto di scambi commerciali. Due pilastri si inseriscono nel colonnato verso la parte occidentale della chiesa: su di essi si impostavano tre archeggiature trasversali, che dividevano la chiesa in due parti distinte, quella riservata all'attività liturgica e quella destinata a santuario. Oggi tale separazione rivive nella moderna cancellata in ferro battuto inserita nello stesso punto. La basilica, essendo priva di facciata, risulta triabsidata verso Est e conclusa da un'unica ampia abside verso Ovest.
Abside
Originariamente le tre absidi orientali ospitavano ciascuna un altare, di cui quello centrale maggiore. Durante le modifiche occorse nel XVII secolo, alle mense trecentesche furono sostituiti tre altari barocchi, a loro volta rimossi durante i restauri del secolo scorso. In quell'occasione, sui basamenti originari sopravvissuti, furono ricostruite le tre mense in tufo. Quella dell'abside sinistro, nel 1985, fu demolita per ospitare il fonte battesimale. Quest'ultimo, realizzato in pietra, è opera dello scultore Mario Bertini. Di forma cilindrica, presenta scene bibliche legate al ruolo dell'acqua nella storia della Salvezza. La parete absidale, intonacata e affrescata, è decorata nella parte inferiore da una teoria di Apostoli (secc. XI-XII) e nella parte superiore dall'Assunzione della Madonna tra Angeli, ascrivibile alla fine del XIV secolo. Quest'ultima raffigurazione fu sovrapposta ad un dipinto murale precedente dello stesso soggetto, riferibile alle prime fasi di decorazione dell'edificio. L'abside centrale, illuminata da tre monofore a tre gradini con archivolto semicircolare, ospita l'Altare maggiore con mensa trecentesca, ricostruito in tufo nel XX secolo. Anche l'abside destra è dotata di altare ricostruito e reca sulla parete absidale frammenti di affresco raffigurante con probabilità un'Annunciazione del XIV secolo.
Abside
L'abside occidentale accoglie una loggetta rinascimentale, costruita tra il 1463-1464, con funzione di cappella, dedicata a Santa Petronilla. Nel corso del XVII secolo, in seguito ai lavori di trasformazione e restauro dell'intera chiesa, anche la loggia fu modificata e le svelte colonnine quattrocentesche vennero intrappolate in più pesanti pilastri, poi liberate durante i restauri del 1950-1960.
Preesistenze
Nel settore occidentale della chiesa, cinto da una bassa cancellata in ferro battuto, si erge un ciborio gotico degli inizi del XIV secolo a protezione dell'altare petrino. Tutt'intorno si sviluppa l'area di scavo, lasciata scoperta, in cui si riconoscono i tracciati murari delle strutture precedenti e in particolare delle absidi caratterizzanti le chiese del IV e del VII secolo.
Navata centrale
Il ciclo di affreschi conservato lungo la navata centrale, al di sopra delle archeggiature decorate da fasce bicrome, fu eseguito dal pittore lucchese Deodato Orlandi tra il 1300 e il 1312, su commissione di Benedetto Caetani, preposto della chiesa. Le pitture murali sono suddivise in tre registri sovrapposti: il primo presenta una galleria di ritratti dei pontefici, il secondo è caratterizzato dalla raffigurazione delle storie della vita di San Pietro, suddivise in trenta riquadri, il terzo ospita la Città celeste, con finestre dipinte, aperte, chiuse e semichiuse, dalle quali si affacciano figure angeliche variamente atteggiate. In origine, il ciclo pittorico, che si suppone proseguisse anche lungo le pareti laterali delle navate minori, doveva apparire ben più vasto dell'attuale. Porzioni di affreschi staccati sono esposti anche lungo il perimetro della chiesa, mentre frammenti di pitture murali sono ancora presenti nelle absidi esposte a oriente e sui pilastri della navata, dove ad esempio è leggibile l'affresco della Madonna del Latte tra Santi, databile all'ultimo quarto XIV secolo.
Elementi decorativi
A metà della parete destra è esposto un crocifisso in legno di ciliegio del XVII/XVIII secolo attribuito a Giuseppe Giacobbi, un tempo collocato sull'Altare maggiore. Il corpo centrale del Cristo è costituito da tre tavole in legno di tiglio assemblate, cui si aggiungono le braccia in legno di ciliegio. Nel 2010, l'opera è stata restaurata da Elena Burchianti, che ha eseguito la rimozione della spessa vernice ottocentesca, e da Roberto Cei che ha realizzato la ricostruzione della mano destra. Nel settore occidentale della navata destra, si inseriscono un confessionale seicentesco in legno intagliato, attribuito a Giuseppe Sanmartini, e la statua marmorea di San Pietro del XVIII secolo. In origine, quest'ultima fu collocata all'interno della chiesa e spostata nel piazzale esterno dopo i restauri della metà del XX secolo. Nel 2015, la scultura è stata restaurata e ricollocata nella posizione attuale. Lungo le pareti della navata destra sono disposti alcuni frammenti lapidei provenienti dagli scavi archeologici e le epigrafi di marmo datate 1627 s.p., che decoravano il seicentesco altare, costruito intorno alla mensa di San Pietro.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1950-1960)
Durante i restauri eseguiti nel Dopoguerra, gli altari barocchi che occupavano le tre absidi orientali furono smantellati. Al loro posto furono innalzate tre nuove mense rivolte versus popolum sui basamenti trecenteschi conservati. Anche l'Altare maggiore subì questo processo e fu ricostruito utilizzando blocchi di tufo come base e la mensa del XIV secolo come ripiano.
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