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Descrizione |
La basilica di San Pietro Apostolo sorge a San Piero a Grado, località che si estende a Sud-Ovest di Pisa e che un tempo costituiva un approdo situato nei pressi della foce del fiume, così come indica la denominazione "a Grado". L'attuale edificio fu costruito sulle fondamenta di una precedente chiesa paleocristiana riconducibile al IV secolo, a sua volta edificata sui resti dell'antico scalo portuale. La tradizione narra che nel 44 d.C., a seguito di una violenta tempesta, San Pietro sbarcò a San Piero a Grado durante il suo viaggio da Antiochia a Roma, e che qui eresse un primo altare. L'attuale edificio risale al X-XI secolo e costituisce, per il suo linguaggio architettonico e decorativo, uno degli esempi più rappresentativi dell'architettura pisana precedente la Cattedrale di Buscheto. Il paramento murario è composto da materiale eterogeneo: verrucano, panchina livornese, calcare di Filettole ed elementi di reimpiego. La chiesa, impostata su pianta rettangolare, presenta i prospetti rivolti ad oriente e ad occidente con facciate a doppio spiovente, che anticipano l'articolazione dei volumi interni. In particolare, la facciata Est è caratterizzata dalla presenza di tre absidi, una maggiore in corrispondenza della navata principale e due minori in corrispondenza delle navate laterali. La facciata Ovest è invece occupata dalla presenza di un'abside unica priva di aperture. I prospetti dell'edificio, ad eccezione della parte tergale, risultano scanditi da lesene, decorati da archetti pensili includenti losanghe e oculi a scalare e impreziositi da bacini ceramici, copie degli originali. Sul fianco Nord si aprono tre portali di diverse dimensioni: l'ingresso principale, in posizione centrale, incorniciato da stipiti e architrave in marmo, quello di destra di dimensioni e fattezze analoghe al precedente, e quello di sinistra, più piccolo, archivoltato. Il fianco meridionale presenta un unico portale di accesso, simile a quello principale del prospetto opposto. Numerose aperture a monofora punteggiano i paramenti murari dell'edificio: lungo la navata centrale sono presenti cinque monofore per lato, a due gradini e archivolto semicircolare, sulle navate laterali si trovano cinque monofore a tre gradini con archivolto esterno ad architrave. Ad Est, sulle pareti absidali, si aprono cinque monofore a tre gradini (tre sull'abside maggiore e una per ciascuna abside laterale) con archivolto semicircolare. Il campanile a pianta quadrata, si erge ad occidente, in posizione isolata rispetto alla chiesa, caratterizzato da paraste angolari e decorato da una serie di archetti pensili e lesene centrali. La primitiva torre, edificata intorno al XII secolo, fu distrutta dalle truppe tedesche durante la Seconda guerra mondiale e ricostruita solo parzialmente verso la metà del XX secolo, utilizzando materiale originario. All'interno della basilica sono state collocate le tre campane recuperate dalle macerie del campanile abbattuto. Internamente, la chiesa appare suddivisa in tre navate da colonne in granito e marmo, poste a sostegno di una serie di archi a tutto sesto con ampiezza variabile. Due massicci pilastri in tufo segnalano il punto in cui, in passato, esistevano tre arcate trasversali (ancora visibili nelle navate laterali), che dividevano lo spazio in due ambienti contigui: quello orientale triabsidato, destinato alle celebrazioni liturgiche vere e proprie, e quello occidentale riservato al santuario di San Pietro.
Struttura |
Muratura portante a sacco, costituita da conci in tufo, calcare locale e materiale di reimpiego. |
Pianta |
La chiesa si presenta a pianta basilicale, suddivisa in tre navate da due file di colonne in granito e marmo, poste a sostegno di una serie di archi a tutto sesto caratterizzati da ampiezza variabile. Due massicci pilastri in tufo interrompono la teoria di colonne e segnalano il punto in cui, in passato, esistevano tre arcate trasversali (ancora visibili nelle navate laterali), che dividevano lo spazio in due ambienti contigui e contrapposti facenti capo ognuno ad una diversa abside: quello orientale triabsidato, destinato alle celebrazioni liturgiche vere e proprie, e quello occidentale riservato al santuario di San Pietro, dove un ciborio gotico cuspidato indica l'area di scavo e rivela le fondazioni di un edificio di culto paleocristiano. Nella parte inferiore dell'abside occidentale è inserita una struttura porticata, costituita da tre archeggiature poggianti su due colonne e completata da un intradosso di copertura formato da tre volte a crociera. |
Coperture |
La navata centrale presenta una copertura a capanna costituita da orditura primaria e secondaria in struttura lignea, sorretta da undici capriate. Le navate laterali sono coperte da tetto ad un'unica falda con struttura lignea costituita da travi e travicelli. Le zone absidate sono coperte da catini semisferici in pietra. Manto di copertura in cotto su tutte le falde di copertura dell’edificio. |
Pavimenti e pavimentazioni |
La pavimentazione della chiesa è prevalentemente in cocciopesto, ad eccezione della parte occidentale che presenta una pavimentazione a quadroni in cotto. |
Prospetti esterni |
Esternamente l'edificio sorge isolato, circondato da una vasta area tenuta a prato. Il paramento murario, costituito da bozze irregolari di verrucano, panchina livornese e calcare di Filettole, è scandito da lesene e decorato nel sottogronda da un coronamento ad archetti pensili poggianti su peducci. Gli archetti del fianco Nord e delle tre absidi orientali racchiudono motivi a losanga ed oculi circolari, mentre quelli della parete Sud ne sono privi. In origine, la decorazione era completata da una serie di più di duecento bacini ceramici di produzione egiziana, tunisina, siciliana e spagnola dell'XI-XII secolo. Di questi ne sono sopravvissuti una sessantina, sostituiti da copie nel 1976 e conservati presso il Museo Nazionale di San Matteo. Numerosi frammenti di spoglio, iscrizioni romane ed alto-medievali e materiale di reimpiego sono inseriti nei muri perimetrali della basilica, intonacati a coccio pesto alla fine del XVIII secolo e riportati al grezzo solo nel 1929. |
Impianto strutturale |
Internamente la chiesa si presenta a pianta basilicale, coperta da un tetto a capriate lignee. Le due file di colonne che suddividono l'aula in tre navate sono costituite da 24 elementi, ognuno differente per grandezza e materia e caratterizzato da capitelli di spoglio, ionici, corinzii, a foglie d'acqua e figurati. Alcune colonne provenivano da monumenti classici pisani, altre erano il frutto di scambi commerciali. Due pilastri si inseriscono nel colonnato verso la parte occidentale della chiesa: su di essi si impostavano tre archeggiature trasversali, che dividevano la chiesa in due parti distinte, quella riservata all'attività liturgica e quella destinata a santuario. Oggi tale separazione rivive nella moderna cancellata in ferro battuto inserita nello stesso punto. La basilica, essendo priva di facciata, risulta triabsidata verso Est e conclusa da un'unica ampia abside verso Ovest. |
Abside |
Originariamente le tre absidi orientali ospitavano ciascuna un altare, di cui quello centrale maggiore. Durante le modifiche occorse nel XVII secolo, alle mense trecentesche furono sostituiti tre altari barocchi, a loro volta rimossi durante i restauri del secolo scorso. In quell'occasione, sui basamenti originari sopravvissuti, furono ricostruite le tre mense in tufo. Quella dell'abside sinistro, nel 1985, fu demolita per ospitare il fonte battesimale. Quest'ultimo, realizzato in pietra, è opera dello scultore Mario Bertini. Di forma cilindrica, presenta scene bibliche legate al ruolo dell'acqua nella storia della Salvezza. La parete absidale, intonacata e affrescata, è decorata nella parte inferiore da una teoria di Apostoli (secc. XI-XII) e nella parte superiore dall'Assunzione della Madonna tra Angeli, ascrivibile alla fine del XIV secolo. Quest'ultima raffigurazione fu sovrapposta ad un dipinto murale precedente dello stesso soggetto, riferibile alle prime fasi di decorazione dell'edificio. L'abside centrale, illuminata da tre monofore a tre gradini con archivolto semicircolare, ospita l'Altare maggiore con mensa trecentesca, ricostruito in tufo nel XX secolo. Anche l'abside destra è dotata di altare ricostruito e reca sulla parete absidale frammenti di affresco raffigurante con probabilità un'Annunciazione del XIV secolo. |
Abside |
L'abside occidentale accoglie una loggetta rinascimentale, costruita tra il 1463-1464, con funzione di cappella, dedicata a Santa Petronilla. Nel corso del XVII secolo, in seguito ai lavori di trasformazione e restauro dell'intera chiesa, anche la loggia fu modificata e le svelte colonnine quattrocentesche vennero intrappolate in più pesanti pilastri, poi liberate durante i restauri del 1950-1960. |
Preesistenze |
Nel settore occidentale della chiesa, cinto da una bassa cancellata in ferro battuto, si erge un ciborio gotico degli inizi del XIV secolo a protezione dell'altare petrino. Tutt'intorno si sviluppa l'area di scavo, lasciata scoperta, in cui si riconoscono i tracciati murari delle strutture precedenti e in particolare delle absidi caratterizzanti le chiese del IV e del VII secolo. |
Navata centrale |
Il ciclo di affreschi conservato lungo la navata centrale, al di sopra delle archeggiature decorate da fasce bicrome, fu eseguito dal pittore lucchese Deodato Orlandi tra il 1300 e il 1312, su commissione di Benedetto Caetani, preposto della chiesa. Le pitture murali sono suddivise in tre registri sovrapposti: il primo presenta una galleria di ritratti dei pontefici, il secondo è caratterizzato dalla raffigurazione delle storie della vita di San Pietro, suddivise in trenta riquadri, il terzo ospita la Città celeste, con finestre dipinte, aperte, chiuse e semichiuse, dalle quali si affacciano figure angeliche variamente atteggiate. In origine, il ciclo pittorico, che si suppone proseguisse anche lungo le pareti laterali delle navate minori, doveva apparire ben più vasto dell'attuale. Porzioni di affreschi staccati sono esposti anche lungo il perimetro della chiesa, mentre frammenti di pitture murali sono ancora presenti nelle absidi esposte a oriente e sui pilastri della navata, dove ad esempio è leggibile l'affresco della Madonna del Latte tra Santi, databile all'ultimo quarto XIV secolo. |
Elementi decorativi |
A metà della parete destra è esposto un crocifisso in legno di ciliegio del XVII/XVIII secolo attribuito a Giuseppe Giacobbi, un tempo collocato sull'Altare maggiore. Il corpo centrale del Cristo è costituito da tre tavole in legno di tiglio assemblate, cui si aggiungono le braccia in legno di ciliegio. Nel 2010, l'opera è stata restaurata da Elena Burchianti, che ha eseguito la rimozione della spessa vernice ottocentesca, e da Roberto Cei che ha realizzato la ricostruzione della mano destra. Nel settore occidentale della navata destra, si inseriscono un confessionale seicentesco in legno intagliato, attribuito a Giuseppe Sanmartini, e la statua marmorea di San Pietro del XVIII secolo. In origine, quest'ultima fu collocata all'interno della chiesa e spostata nel piazzale esterno dopo i restauri della metà del XX secolo. Nel 2015, la scultura è stata restaurata e ricollocata nella posizione attuale. Lungo le pareti della navata destra sono disposti alcuni frammenti lapidei provenienti dagli scavi archeologici e le epigrafi di marmo datate 1627 s.p., che decoravano il seicentesco altare, costruito intorno alla mensa di San Pietro. |
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