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Pisa
Pisa
chiesa
parrocchiale
S. Nicola
Parrocchia di San Nicola
Struttura; Pianta; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni; Campanile; Facciata; Elementi decorativi; Cappelle laterali; Cappelle presbiteriali; Presbiterio
presbiterio - intervento strutturale (1965-1970)
1000 - 1000(fondazione intero bene); 1097 - 1097(citazione intero bene); 1296 - 1313(ampliamento intero bene); XIV - XIV(costruzione altari laterali); 1572 - 1572(costruzione cappelle laterali
volta); XVII - XVII(progetto di modifica soffitto); XVII - XVII(restauro
edificazione cappelle adiacenti al presbiterio); XVIII - 1828(costruzione cappelle in controfacciata); 1783 - 1783(citazione intero bene); 1787 - 1787(completamento lato destro); XIX - XIX(restauro pareti interne); XIX - XIX(restauro facciata); 1960 - 1965(completamento intorno); 2017 - 2017(restauro casa canonica); XX
metà - XX
metà(danneggiamento
ricostruzione copertura
facciata principale)
Chiesa di San Nicola
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Nicola <Pisa>
Altre denominazioni Chiesa dei Santi Nicola da Bari e Lucia
S. Nicola
Ambito culturale (ruolo)
romanico pisano (costruzione)
Notizie Storiche

1000  (fondazione intero bene)

Secondo la tradizione, la chiesa di San Nicola fu fondata intorno all'anno Mille dal marchese Ugo di Tuscia.

1097  (citazione intero bene)

La più antica testimonianza dell'esistenza della chiesa di San Nicola risale alla fine dell'XI secolo. Secondo i documenti, il complesso religioso costituito dall'edificio di culto, dal convento e dall'annesso ospedale dipendeva dall'antico Monastero di San Michele alla Verruca.

1296 - 1313 (ampliamento intero bene)

Alla fine del Duecento, il complesso passò dai Cistercensi agli Eremitani di Sant'Agostino che, tra il 1297 e il 1313, provvidero ad ampliarlo e a modificarne l'abside.

XIV  (costruzione altari laterali)

A partire dalla seconda metà del Trecento fino alla fine del secolo furono eretti gli altari laterali, di patronato delle nobili famiglie pisane.

1572  (costruzione cappelle laterali, volta)

A partire dal 1572, all'interno della chiesa furono costruite le cappelle laterali e la volta.

XVII  (progetto di modifica soffitto)

Intorno alla metà del XVII secolo, i maestri del legno Ascanio Bazzicaluva e Stefano Ricordati presentarono il progetto, mai realizzato, di coprire la volta cinquecentesca con un soffitto ligneo a lacunari.

XVII  (restauro, edificazione cappelle adiacenti al presbiterio)

La chiesa di San Nicola fu restaurata a partire dagli inizi del XVII secolo con l'arrivo della famiglia Medici. La cappella dell'Annunziata fu rimodernata per volontà di Cristina Lorena, moglie di Ferdinando II, e quella del Santissimo Sacramento fu progettata da Matteo Nigetti ed edificata nel 1614.

XVIII - 1828 (costruzione cappelle in controfacciata)

Nel 1828, furono aggiunte altre due cappelle laterali, vicino alla controfacciata.

1783  (citazione intero bene)

Nel 1783, la chiesa di San Nicola raccolse la cura d'anime della soppressa chiesa di santa Lucia de' Ricucchi, che sorgeva a poca.

1787  (completamento lato destro)

Nel 1787, fu realizzato il Coretto dei Principi, da dove i Reali potevano seguire la Santa Messa.

XIX  (restauro pareti interne)

Nel XIX secolo, le pareti della chiesa furono ridecorate, grazie al contributo dei Granduchi per la tribuna reale e dei patroni delle cappelle.

XIX  (restauro facciata)

Nel 1834, l'ingegner Puccioni redasse una relazione della chiesa e del suo stato di conservazione. Pochi anni prima, intorno agli inizi del XIX secolo, la facciata fu restaurata e gli archi ciechi conservati per via della loro antichità.

1960 - 1965 (completamento intorno)

Intorno agli anni Sessanta, venne riaperta la porta nella porzione di muro di collegamento tra chiesa e campanile.

2017  (restauro casa canonica)

Nel 2017, furono eseguiti lavori di restauro alla facciata e alla copertura della casa canonica.

XX, metà  (danneggiamento, ricostruzione copertura, facciata principale)

Durante la Seconda guerra mondiale, l'edificio di culto subì danni al tetto e lesioni alla facciata, restaurati successivamente.
Descrizione

La chiesa di San Nicola, collocata nel centro storico della città, in prossimità del fiume Arno, apparteneva originariamente ad un antico complesso religioso dipendente dal monastero di San Michele alla Verruca, formato dal convento e dall'annesso ospedale. L'edificio di culto si affaccia su via Santa Maria e costeggia col fianco destro via San Nicola: quest'ultima separa la chiesa da Palazzo Reale, a cui è collegata per mezzo di due passaggi aerei coperti, uno dei quali recentemente ripristinato a seguito dei bombardamenti dell'ultimo conflitto mondiale. Il retro dell'edificio prospetta su piazza Carrara, mentre il fianco sinistro risulta costruito in aderenza ai locali della casa canonica. Il prospetto principale rivela un insieme di interventi costruttivi risalenti ad epoche diverse: l'ordine inferiore, costituito da un paramento marmoreo bicromo caratteristico dello stile romanico pisano del XII secolo, è scandito da cinque archeggiature cieche, sorrette da paraste con capitelli scolpiti e decorate da tarsie marmoree. Il secondo arco a partire da destra è stato distrutto per far posto al portale d'ingresso principale, inserito all'epoca dell'ampliamento dell'edificio verso destra. La parte superiore, databile al XVI secolo, è costruita in laterizio a faccia-vista: presenta un grande rosone centrale ed è conclusa da un profilo a salienti. La continuità della facciata è interrotta presso le estremità da quattro finestre con stipiti in pietra e inferriate metalliche, aperte probabilmente in epoca seicentesca. Analogamente, anche la parte inferiore del fianco destro è costituita da un paramento marmoreo bicromo, mentre quella superiore risulta caratterizzata da contrafforti in laterizio a sostegno della navata. La parte tergale, completamente rivestita in marmo con la consueta bicromia, è marcato da tre grandi cornici incassate (di cui la centrale più ampia delle laterali), all'interno delle quali si aprono tre finestroni con cornici in pietra serena, ascrivibili alle modifiche occorse nel XVII secolo. Il finestrone centrale centinato reca al vertice lo stemma marmoreo con il simbolo dell'Ordine Agostiniano. Internamente la chiesa si presenta a navata unica, circondata da otto cappelle laterali. L'aula diparte dalla cantoria posta in controfacciata, sostenuta da due pilastri e tre archeggiature, per concludersi con l'area presbiteriale, sollevata di due gradini. Quest'ultima, affiancata da due cappelle minori, ospita al centro la scarsella absidale quadrangolare. Si accede alla sacrestia e, da qui, ai locali della canonica tramite una porta aperta nella cappella sinistra adiacente al presbiterio.
Struttura
Esternamente la muratura perimetrale è costituita da conci di pietra, marmo e laterizio lasciati a vista. Internamente le pareti risultano intonacate e tinteggiate.
Pianta
Schema planimetrico a navata unica, circondata da otto cappelle laterali due delle quali accessibili da sotto la cantoria. Dai bracci del transetto si accede alle due cappelle più vicine all'abside quadrangolare: quella di sinistra è collegata ad un grande vano utilizzato come sacrestia e da qui agli altri locali parrocchiali, al campanile ed alla canonica. Il livello superiore dei due bracci del transetto ospita due balconate, la sinistra occupata da un organo ligneo e la destra utilizzata come matroneo all'epoca del Granduca di Toscana. Quest'ultima infatti non è accessibile dalla chiesa, ma si raggiunge tramite il collegamento aereo con Palazzo Reale. Il matroneo si affaccia sia sul presbiterio che sulla cappella laterale destra che in origine fungeva da Cappella Palatina. La scarsella absidale, quadrangolare, risulta sollevata di due gradoni rispetto al resto dell'aula. In controfacciata si inserisce la cantoria in muratura sorretta da tre archeggiature e due pilastri centrali.
Coperture
L'aula è coperta da una volta a botte intonacata e decorata con motivi geometrici. Tutte le cappelle laterali presentano volte a botte analoghe, ad eccezione delle prime due poste in controfacciata dotate di una volta a botte a tre centri, dipinte. Nel transetto, la cappella destra è coperta da una volta a botte ribassata intonacata e decorata con motivi a rosette, mentre quella sinistra da una volta a crociera intonacata e dipinta. Presso l'incrocio dei bracci del transetto è presente una porzione di botte lunettata, anch'essa intonacata e tinteggiata. Volte a crociera per l'intradosso della cantoria. La sacrestia è dotata di una volta a botte ribassata lunettata, semplicemente intonacata e tinteggiata. La copertura a tetto è stata ricostruita nel dopoguerra con struttura in profilati metallici. La volta dell'aula è stata stabilizzata con getto di cls alleggerito. Manto di copertura in coppi ed embrici alla toscana.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione dell'aula è costituita da piastrelle ottagonali in marmo bianco (40x40 cm) posate parallelamente alle pareti ed ornate presso le intersezioni da piccoli elementi romboidali in marmo bardiglio (16x16 cm). Stessa tipologia di pavimento per il presbiterio ed il transetto, ma con dimensioni di 32x32 cm e 13x13 cm. La cappella del Santissimo Sacramento, a destra dell’abside, è formata da lastre di marmi bianchi, neri e colorati e decorata da motivi decorativi floreali e prospettici, mentre quella di sinistra ha un pavimento con piastrelle in marmo bianco e nero di forma esagonale (25 cm). Le cappelle laterali dell'aula sono caratterizzate da diversi tipi di pavimentazione. Lato destro: la prima cappelle è pavimentata con piastrelle di marmi bianchi e grigi (32x32 cm) posate parallelamente alle pareti; la seconda è pavimentata con piastrelle romboidali in marmi bianchi e neri (17x29 cm) posate in modo da ottenere effetti prospettici tridimensionali. Nella parte centrale, di fronte all’altare, si trovano le lapidi terragne in marmo bianco di alcuni membri della famiglia Rosselmini datate 1750. La terza cappella è pavimentata con piastrelle di marmi bianchi e grigi (25x25 cm) posate parallelamente alle pareti, con al centro lapide sepolcrale della famiglia Prini, datata 1739; la quarta è pavimentata con piastrelle di marmi bianchi e grigi posate parallelamente alle pareti (31x31 cm). Lato sinistro: la prima cappella è pavimentata con piastrelle di marmi grigi di forma rettangolare (74x36 cm), posate a correre in senso trasversale alla cappella; la seconda presenta una pavimentazione a lastre di marmo policromo di vari formati; la terza è pavimentata con piastrelle di marmi bianchi e neri (30x30 cm), posate parallelamente alle pareti; la quarta è dotata di una pavimentazione con elementi in marmo bianco, nero e rosso delle dimensioni di cm. 25 x 25, posate parallelamente alle pareti secondo uno schema geometrico ripetitivo. La pavimentazione della sacrestia è costituita da piastrelle in cotto delle dimensioni di 25x25 cm posate in diagonale rispetto alle pareti.
Campanile
Sul lato sinistro della facciata si erge il campanile attribuito a Nicola Pisano e databile alla seconda metà del XIII secolo: la torre, costruita in conci di verrucano, è formata da un fusto a base circolare, incastrato per gran parte della sua altezza nella cortina muraria degli edifici adiacenti. La parte superiore, di forma ottagonale, è introdotta da una sequenza di archi ciechi decorati da losanghe con tarsie marmoree. Al di sopra si sviluppa un aereo loggiato, sostenuto da colonnine in marmo bianco e sormontato dalla cella campanaria esagonale, ornata da archetti pensili e dotata di aperture a monofora su tutti i lati. Completa la struttura una copertura a cuspide piramidale a base esagonale. La scala interna del campanile, di forma elicoidale basata sull'ettagono, appare come una loggia pensile ascendente lungo la muratura del fusto, aperta verso il pozzo centrale e scandita da una serie di colonne.
Facciata
La facciata a salienti è caratterizzata da un paramento murario eterogeneo, fortemente connotato dai segni delle diverse fasi costruttive subìte: la parte inferiore è costituita da fasce di marmo bicromo e da conci di verrucano, mentre quella superiore, occupata da un ampio rosone vetrato, è realizzata in laterizi. Il portale centrale ottocentesco si inserisce prepotentemente al centro del prospetto, interrompendo il susseguirsi delle cinque arcate cieche del XII secolo, sostenute da paraste con capitelli scolpiti e decorate da losanghe e oculi con intarsi policromi. Il decoro geometrico contenuto nella tarsia a sinistra dell'ingresso è stata recentemente collegata al pensiero del matematico Leonardo Fibonacci, in relazione alla celebre successione numerica individuata dal matematico pisano (v. Prof. Pietro Armienti).
Elementi decorativi
Internamente, la chiesa si presenta a navata unica, coperta da una volta a botte intonacata, decorata con dipinti murali ottocenteschi raffiguranti le Virtù teologali e dotata di tre finestroni rettangolari per parte, tamponati sul lato sinistro. Lungo l'aula si dispongono otto cappelle e altre due si aprono ai lati dell'area presbiteriale, introdotte da archi di accesso. Questi ultimi sono intervallati da paraste scanalate di ordine gigante cimate da capitelli ionici, a sostegno ideale di una spessa cornice marcapiano disposta lungo tutto il perimentro della chiesa. Ai lati della crociera, sopra l’arco d’ingresso alle cappelle presbiteriali, si inseriscono due ballatoi detti coretti: quello di sinistra ospita l’organo in legno, ascrivibile al XIX secolo. In controfacciata si inserisce la cantoria in muratura, sorretta da due massicci pilatri centrali e caratterizzata da tre archi a tutto sesto, al centro della quale campeggia il moderno organo a canne (1926). Al di sotto della balconata, ai lati della bussola d'ingresso in legno, trovano posto due monumenti funebri gemelli, realizzati in marmi policromi: a sinistra, il sepolcro di Erasmo Ernesto di Kussau (1757) e, a destra, quello di Giovanni Berti (1766). Addossate ai pilastri della cantoria, si trovano due acquasantiere a colonna in marmo bianco e verde, eseguite probabilmente durante i lavori di modifica alla chiesa, iniziati intorno al 1572.
Cappelle laterali
Lungo le pareti si dispongono le cappelle laterali: a destra, si apre la prima, già di patronato della famiglia Sgazzi, dedicata alla Madonna delle Grazie. Restaurata intorno al 1828, l'ambiente ospita un altare in marmo bianco e breccia violetta, concluso al vertice con un timpano triangolare spezzato con cartiglio apicale. Al centro del dossale è esposta la tavola dipinta della Madonna col Bambino, di Francesco Traini della metà del XIV secolo. La seconda cappella, di patronato dei Rosselmini, presenta un altare settecentesco dedicato a San Carlo Borromeo, come ricorda l'iscrizione incisa nella cartella al vertice. Un dipinto del santo, opera seicentesca di Giovanni Bilivert, è esposto sulla parete destra. Il dossale, caratterizzato da semicolonne marmoree a sostegno del frontone ricurvo spezzato, accoglie al centro una nicchia contenente una moderna statua di Santa Lucia. Addossato alla parete sinistra, trova posto il monumento funebre di Umberto Stampa realizzato su progetto di Ignazio Pellegrini nel 1749. La terza cappella, della famiglia Prini, ospita un altare datato 1723 con mensa in marmo bianco su colonnine in marmo rosso e dossale in breccia. Al centro, inserito entro nicchia, è collocata la statua lignea del Sacro cuore di Gesù del XIX secolo. La quarta cappella, dei padri Agostiniani, ospita un altare settecentesco con mensa caratterizzata da un ricco paliotto intarsiato in marmi policromi e dossale in breccia violetta. Al centro, campeggia la tavola quattrocentesca di Borghese di Piero raffigurante San Nicola da Tolentino che protegge Pisa, qui trasportata nel 1617 dalla chiesa di Santa Maria della Spina. Sulla parete sinistra si susseguono altrettante cappelle: la prima, dedicata a San Tommaso da Villanova, ospita un altare praticamente identico a quello opposto, ad eccezione della mensa che fu demolita negli anni 90 del XX secolo per fare posto al moderno fonte battesimale. Nella nicchia al centro del dossale è collocata la statua di Santa Rita. Sulla parete destra trova posto un piccolo rilievo marmoreo del XV secolo, attribuito ad Andrea Guardi, raffigurante la Madonna con il Bambino. La seconda cappella, dedicata alla Santissima Annunziata, già patronato della famiglia de’ Medici, fu edificata per volere della duchessa Cristina di Lorena dallo scalpellino Sebastiano Bitozzi su disegno di Matteo Nigetti. Ospita un altare marmoreo seicentesco con dossale cimato da un frontone ricurvo spezzato e delimitato da colonne con capitello composito e stemma dei Medici-Lorena. Al centro è esposta la tela dell’Annunciazione, firmata da Giovanni Bilivert e datata 1611. L'altare in marmo della terza cappella, di patronato prima della famiglia Bartaloni e poi della Compagnia della Carità, conserva il dipinto dell'Incoronazione della Vergine e santi, opera di Giovanni Stefano Maruscelli della prima metà del XVII secolo. Sulle pareti laterali sono esposte due tele: a destra, la Madonna e Santi di Domenico Bonagiunti del 1582 (proveniente dal Duomo) e, a sinistra, l'Assunta del XVII secolo, attribuito alla cerchia del Curradi. La quarta cappella è dedicata alla Madonna della Cintola, di patronato della famiglia Ruschi. Al centro del dossale, una nicchia contiene la statua lignea raffigurante la Madonna con il Bambino, attribuita a Nino Pisano e databile all'ultimo quarto del XIV secolo. Due edicole marmoree fanno da cornice ad altrettanti angeli lignei, scolpiti alla fine del XVI secolo dalla cerchia di Pietro Francavilla. Tra questa e la cappella presbiteriale successiva, trova posto il pulpito in marmo del 1926.
Cappelle presbiteriali
Ai lati del presbiterio si inseriscono altre due cappelle: quella sinistra, di patronato della famiglia Currini, ospita un altare ottocentesco in marmo bianco e grigio con dossale rettangolare, al centro del quale è esposto il crocifisso ligneo attribuito a Giovanni Pisano (sec. XIV). Sulle pareti laterali, due nicchie profilate da cornice dorata conservano reliquiari di epoche diverse. La cappella destra, detta del Santissimo Sacramento, fu edificata su progetto di Matteo Nigetti tra il 1613 ed il 1614 per volere della Granduchessa Maria Maddalena d’Austria. La parete di fondo è interamente occupata dall'altare in marmi policromi: la parte centrale è caratterizzata da un dossale con nicchia architettonica, delimitato da due semicolonne con capitello in marmo bianco e concluso al vertice da un frontone ricurvo spezzato e coppia di putti alati, opera di Felice Palma. Le ali laterali, decorate da stemmi dei Medici intarsiati, ospitano due edicole in marmo in cui sono esposti i dipinti ottocenteschi di San Giuseppe con Gesù bambino e della Madonna del Rosario. Sulle pareti laterali dei bracci del transetto trovano posto due lunette dipinte di ambito fiorentino, ascrivibili al XVI secolo, raffiguranti il miracolo di San Nicola e Sant'Agostino ed un confessionale a tre fornici in marmo bianco con inserti i breccia violetta databile alla seconda metà del XVIII secolo.
Presbiterio
Il presbiterio è introdotto dall'arco trionfale, decorato lateralmente da due nicchie ricavate nella muratura, dove sono collocate le statue marmoree di Sant'Agostino (a sinistra) e di San Nicola di Bari (a destra), opere di Felice Palma. Al centro campeggia l'Altar maggiore preconciliare, smembrato a seguito dell'adeguamento liturgico avvenuto negli anni Sessanta del XX secolo, è costituito da una mensa a cofano in marmo bianco e breccia disposta al centro del presbiterio e, alle sue spalle, da un dossale in marmo bianco, rosso e portoro con gradini e tabernacolo intronizzato. L'altare settecentesco, fondato dalla famiglia Caetani, è stato restaurato intorno al 1830. Lungo le pareti della scarsella absidale si sviluppa il coro, costituito da venticinque stalli lignei riconducibili agli inizi del XVII secolo. Sulla parete di fondo si apre un finestrone centinato decorato da una vetrata policroma del 1967, firmata da Amalia Panigati e raffigurante la Madonna con Gesù Bambino tra i santi Nicola da Bari, Agostino, Lucia e Monica. Ai lati sono esposti due dipinti: a destra, la Madonna della Cintola di Aurelio Lomi (1595) e, a sinistra, la Madonna in gloria con Gesù bambino e San Nicola da Bari attribuito ad Agostino Veracini (fine sec. XVII).
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1965-1970)
L'adeguamento liturgico ha comportato lo spostamento in avanti della mensa dell'Altare maggiore preconciliare rispetto al dossale, in modo tale da guadagnare la centralità del presbiterio. La balaustra che delimitava l'area è stata rimossa e gli elementi marmorei reimpiegati nei due amboni ai lati della mensa. Integro il pulpito.
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