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Castelmaggiore
Calci
Pisa
chiesa
parrocchiale
S. Michele Arcangelo
Parrocchia di San Michele Arcangelo
Struttura; Pianta; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
altare - aggiunta arredo (1965-1999); ambone - aggiunta arredo (1965-1999)
780 - 780(citazione intero bene); 1023 - 1023(citazione intero bene); XII - XIII(citazione intero bene); 1137 - 1137(proprietà intero bene); 1275 - 1277(citazione intero bene); 1463 - 1463(citazione intero bene); XVI - XIX(citazione intero bene); 1827 - 1827(costruzione intero bene); 1831 - 1833(costruzione campanile); 1856 - 1856(costruzione cimitero)
Chiesa di San Michele Arcangelo
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Michele Arcangelo <Castelmaggiore, Calci>
Altre denominazioni S. Michele Arcangelo
Ambito culturale (ruolo)
maestranze toscane (costruzione)
Notizie Storiche

780  (citazione intero bene)

La prima attestazione della chiesa di San Michele di Calci compare nell'atto di fondazione della Badia di San Savino datato 30 aprile 780, di non comprovata autenticità. Nel documento, la chiesa viene citata come parte del patrimonio del ricco Aricauso che abitava nel castello di Tra Colli. Per divisione ereditaria, la chiesa di San Michele passò ai figli che fondarono il monastero.

1023  (citazione intero bene)

La chiesa di San Michele è accertata dal 1023 come appartenente al Piviere di Calci.

XII - XIII (citazione intero bene)

Nel periodo compreso tra il XII e il XIII secolo la chiesa di San Michele fu incorporata all'interno delle mura della fortezza calcesana, comunemente chiamata il Castello Maggiore.

1137  (proprietà intero bene)

Nell'anno 1137 la proprietà della chiesa passò dal monastero di San Savino alla Mensa arcivescovile, come conseguenza di un reciproco scambio di beni tra l'Abate Martino e il Vescovo di Pisa Uberto. La permuta fu confermata nei secoli successivi attraverso la bolla di Papa Giovanni XXII del 1322.

1275 - 1277 (citazione intero bene)

Nell'elenco delle Decime del 1275-1277, San Michele "de castro maiori" risulta tra le chiese suffraganee della Pieve di Calci.

1463  (citazione intero bene)

Dalla visita pastorale dell'Arcivescovo Filippo de Medici del 1463 si evince che il curato risiedesse presso la chiesa di San Michele.

XVI - XIX (citazione intero bene)

Dalla seconda metà del XVI secolo la chiesa di San Michele fu sottoposta alla giurisdizione dell'Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano e vi restò fino alla soppressione del XIX secolo.

1827  (costruzione intero bene)

Nel primo quarto dell'Ottocento, grazie allo sviluppo dei mulini e alla diffusione della coltura dell'olivo, la popolazione di Castelmaggiore subì un notevole incremento demografico. La piccola chiesa medievale di San Michele risultò ben presto troppo piccola per la comunità, perciò fu deciso di ingrandire l'edificio. Il 7 agosto 1827, l'Ordine dei Cavalieri comunicò al parroco l'approvazione del progetto dell'ingegnere Caluri: più che di un ingrandimento, si trattò di una vera e propria ricostruzione, che comportò anche il cambiamento di orientamento della nuova chiesa. I lavori furono portati a termine nel 1829.

1831 - 1833 (costruzione campanile)

Tra il 1831 e il 1833, il piccolo campanile a vela che si ergeva sopra la sacrestia fu sostituito dalla nuova torre campanaria.

1856  (costruzione cimitero)

Nel 1856 fu costruito il nuovo cimitero su progetto dell'ingegnere Ferdinando Samminiatelli, a spese del Comune di Pisa.
Descrizione

La primitiva chiesa intitolata a San Michele Arcangelo di Calci, più piccola dell'attuale, sorgeva alla confluenza tra il Botro di Vallebuia e il torrente Zambra. Il nuovo edificio, sorto sul precedente benché dotato di diverso orientamento, è caratterizzato da una facciata di forma rettangolare intonacata a finto bugnato e conclusa al vertice da una cornice modanata con fasce a scalare. Al centro, si apre il portale principale profilato da cornice in pietra dipinta, sormontato da una lunetta con bassorilievo centrale in terracotta. I prospetti laterali e quello tergale della chiesa risultano anch'essi intonacati e dotati di aperture lunettate. La torre campanaria svetta sul fianco sinistro della chiesa, addossato all'edificio che ospita la sacrestia. Internamente, l'aula a navata unica, caratterizzata da una volta a botte dipinta, diparte dalla cantoria lignea in controfacciata e si conclude con una scarsella absidale, introdotta da un ampio arco trionfale e sormontata da una volta a vela decorata. Il presbiterio, rialzato di un gradino rispetto al resto dell'aula, accoglie sulle pareti laterali, affianco all'Altar maggiore, due porte che immettono in sacrestia e di qui nel campanile a sinistra, e in una cappella e in un locale ad uso deposito a destra.
Struttura
Muratura portante a sacco, costituita da conci in pietra e da materiale sciolto lapideo e laterizio all’interno. Tutte le murature si presentano intonacate.
Pianta
Schema planimetrico a navata unica con scarsella absidale ospitante lo spazio per il coro. Inserita in controfacciata la cantoria in legno con organo centrale. Sulle pareti laterali del presbiterio, affianco all'Altar maggiore, sono presenti due porte: quella di sinistra conduce alla sacrestia e di qui al campanile, quella di destra ad una cappella e ad un locale ad uso ripostiglio.
Coperture
L'aula è coperta da una volta a botte dipinta, mentre la scarsella absidale è caratterizzata da una volta a vela decorata. Manto di copertura in cotto su tutte le falde di copertura dell’edificio.
Pavimenti e pavimentazioni
L'aula e il presbiterio sono caratterizzati da una pavimentazione a quadroni in marmo bianco e bardiglio. La sacrestia presenta lo stesso motivo a quadri bicromi, sebbene condotto con materiale diverso (cementine?).
Elementi decorativi
La facciata rettangolare, intonacata a finto bugnato, ospita il portale in pietra dipinta: al centro dell'architrave, è inserita una piccola lastra in marmo bianco che ricorda la data dell'8 settembre 1948, quando Castelmaggiore fu consacrato al Cuore Immacolato di Maria. A destra dell'ingresso, campeggia una croce in ricordo delle Sacre Missioni del 1929. Nella parte superiore del prospetto principale, una lunetta accoglie il bassorilievo in terracotta modellata eseguito da Dino Nannipieri nel 1986, raffigurante San Michele Arcangelo, mentre sulle paraste angolari sono presenti due stemmi in pietra dipinta contenenti la croce dei Cavalieri di Santo Stefano. Al vertice, sulla cornice a fasce a scalare, si erge il Monte di Pietà completo di croce apicale in ferro. Il campanile, sul fianco sinistro della chiesa, è dotato di una cella campanaria in mattoni faccia a vista, caratterizzata da quattro ampie monofore e da un cupolino allungato, anch'esso sormontato da croce in ferro battuto. Internamente, la controfacciata ospita una cantoria pensile in legno dipinto a finto marmo, con il grande organo realizzato dai fratelli Agati nel 1864. A destra dell'ingresso è collocata un'acquasantiera in marmo bianco, riconducibile al XVI/XVII secolo, decorata con lo stemma della famiglia Morgantini, cui apparteneva Tommaso, curato della chiesa nella seconda metà del Seicento. Sulle pareti laterali sono state ricavate due nicchie, la sinistra delle quali ospita il novecentesco fonte battesimale in marmo. La chiesa è dotata di quattro altari laterali: due si fronteggiano vicino all'ingresso principale e sono datati 1597. Risultano caratterizzati da un dossale in pietra serena con apertura centrale centinata, concluso da una spessa architrave con iscrizione. La seconda coppia di altari, separata dalla precedente da due porte d'ingresso secondarie, risale al 1645-1648: i dossali in pietra serena sono caratterizzati da un'apertura centrale rettangolare, affiancata da due colonne con capitelli corinzi che sostengono la spessa architrave. Quest'ultima è conclusa da un timpano curvo e spezzato che ospita al cento una cartella con iscrizione dorata. Davanti all'area presbiteriale, introdotta da un gradino e da due piccole balaustre in marmo, trovano posto due confessionali a parete con cornice in pietra dipinta e rivestimento in legno. Al centro del presbiterio sono collocati la mensa per la celebrazione versus populum e, alle spalle, l'Altare maggiore preconciliare, realizzato in marmi policromi. La scarsella absidale, introdotta da un alto arco trionfale, ospita il coro in legno. L'aula della chiesa è coperta da una volta a botte decorata da un motivo a losanga con rosetta centrale, mentre la zona absidale, con volta a vela, ospita l'immagine del santo titolare della chiesa.
Adeguamento liturgico

altare - aggiunta arredo (1965-1999)
Lo spazio liturgico è stato modificato con l'aggiunta di una mensa per la celebrazione "versus populum", collocata davanti all'Altare maggiore preconciliare e costituita da una lastra di marmo bianco poggiante su due piedritti in marmo rosato.
ambone - aggiunta arredo (1965-1999)
Nell'area presbiteriale sono stati posizionati due leggii in legno: uno per la proclamazione della Parola e l’altro per reggere il messale presso la sede.
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