La prima attestazione documentaria dell'esistenza del paese di Tiglio è rappresentata da un documento datato 20 luglio 983, nel quale il vescovo di Lucca mise a livello alcuni terreni della zona.
XIV (citazione intero bene)
La chiesa di Tiglio dipese dalla Pieve di Santa Maria di Loppia fino al 1390, quando fu assegnata alla Pieve di Barga.
XIV - XVIII (citazione intero bene)
La chiesa appartenne alla diocesi di Lucca fino al 18 luglio 1789, anno in cui fu decretato il passaggio alla diocesi di Pisa.
1353 (distruzione intero bene)
La primitiva chiesa di Tiglio subì gravi danni, se non la totale distruzione, a seguito della demolizione del vicino castello nel 1353.
1353 - 1542 (restauro intero bene)
Prontamente ricostruita, nel 1542 la chiesa già versava in cattive condizioni e necessitava di restauri.
1411 (citazione intero bene)
Nel 1411, il comune di Barga elesse un cappellano per l'officiatura delle chiese di Tiglio, Albiano e Castelvecchio.
1422 (citazione intero bene)
Il 4 maggio 1422, il vescovo di Lucca decretò l'aggregazione delle tre chiese alla pieve di Barga, con l'obbligo di mantenere un cappellano per la celebrazione delle festività e ricorrenze nelle tre località.
1466 (costruzione loggiato)
Il loggiato antistante la facciata della chiesa risale con tutta probabilità al 1466, come attesta l'iscrizione incisa su una pietra, rinvenuta durante i restauri effettuati dal Parroco Don Giuseppe Cola.
1479 (citazione intero bene)
Nel 1479, il comune concesse ai frati di San Francesco, per quattro anni, tutte le entrate della chiesa di Tiglio, al fine di poter costruire il loro convento a Barga e in cambio dell'officiatura di quella chiesa.
1559 (citazione intero bene)
Durante la visita pastorale del 1559, Tiglio non fu raggiunta perchè troppo lontana. Il pievano di Barga tuttavia dichiarò che nessun sacerdote vi risiedeva e che le poche festività celebrate erano condotte dal cappellano di Barga.
1575 (citazione intero bene)
La visita pastorale del 1575 rilevò che il tetto e il pavimento della chiesa non erano in buone condizioni di conservazione e che necessitavano di restauro, così come il loggiato esterno.
1616 (restauro intero bene)
Nel 1616, Nicola Simoni, frate agiostiniano del convento di Pietrasanta, fu nominato cappellano curato di Tiglio e fissò la sua residenza nella canonica del paese: costui rifondò la Compagnia della Santissima Annunziata, fece ricostruire il campanile e fece restaurare il loggiato antistante la chiesa.
1617 (ricostruzione campanile)
Il 7 Maggio 1617, la Compagnia della santissima Annunziata e il frate Nicola Simoni stabilirono la ricostruzione del campanile sopra i vicini resti della torre difensiva distrutta nel XIV secolo. I lavori iniziarono il 14 settembre e terminato un mese dopo.
1653 (costruzione altare maggiore)
Nel 1653 fu realizzato l'Altare maggiore, opera del maestro d'intaglio Gio Verzoni di Barga, poi ultimata da Francesco Santini.
1662 (completamento pavimento loggiato)
Nel 1662, fu pavimentato in mattoni il loggiato, murate le banchine e realizzati i muretti perimetrali.
1743 - 1762 (restauri intero bene)
I lavori di restauro più consistenti furono eseguiti da Gio Domenico Agostini di Sommocolonia, curato dal 1742 al 1778: la chiesa, formata da un'aula con copertura a capanna, fu arricchita nel 1743 della cappella sinistra dedicata alla Vergine del Rosario; nel 1754, la sacrestia annessa sul fianco destro fu trasformata nella cappella dei Santi Giusto e Dionisio; nel 1762, i lavori alle cappelle e alle volte furono portati a termine.
1746 (citazione intero bene)
Nell'estate del 1746, un forte terremoto scosse il barghigiano e non risparmiò la frazione di Tiglio Alto. Per proteggere la statua della Santissima Annunziata e permettere alla comunità di pregare davanti alla scultura senza il rischio di entrare in chiesa, l'immagine fu portata all'esterno ed esposta sul prato antistante.
1783 (citazione intero bene)
Nel 1783, il Granduca Pietro Leopoldo, conosciuta la scarsità di mezzi con cui i curati di Tiglio avevano vissuto dal XVII secolo fino a quel momento, decretò che la chiesa di San Giusto fosse elevata a parrocchia e i curati a rettori.
XIX (completamento intero bene)
Nel corso del XIX secolo, la chiesa fu abbellita di arredi: nel 1827 fu realizzato il nuovo tabernacolo in legno, opera di Luigi Colognori, nel 1868 fu eseguita la bussola per l'ingresso riservato alle donne e, nel 1881, fu acquistato il pulpito ligneo.
2002 (restauro loggiato)
Nei primi anni del Duemila sono stati eseguiti i lavori di restauro del loggiato antistante la chiesa.
2004 (ristrutturazione impianti)
Nel 2004, all'interno della chiesa è stato realizzato l'impianto di riscaldamento.
Descrizione
La chiesa di San Giusto sorge al centro dell'abitato di Tiglio Alto, piccolo borgo del comune di Barga ubicato alle pendici dell’Appennino e circondato da boschi di castagni. Il prospetto principale è introdotto da un portico intonacato e tinteggiato, caratterizzato da tre arcate (una frontale e due laterali) e concluso da una copertura a capanna. La facciata vera e propria, anch'essa a capanna, è costituita da blocchi di pietra ben squadrati lasciati a vista. Nella parte inferiore si aprono due portali con cornice in pietra, entrambi sormontati da due archivolti di dimensioni diverse, posti a differenti altezze: quello di sinistra costituisce l'accesso alla chiesa, mentre quello di destra conduce ad un vano adibito a deposito. I prospetti laterali e la zona retrostante dell'edificio sono costituiti da pietre di diverse dimensioni lasciate a vista: il fianco sinistro è caratterizzato dal volume in aggetto del braccio del transetto, il fianco destro presenta una serie di corpi di fabbrica, tra cui il campanile, costruiti in aderenza lungo tutto il lato e la parte tergale dispone di un vano addossato alla parete di fondo dell’abside che ospita la sacrestia. La torre campanaria, in pietra e a pianta quadrangolare, si erge sul lato sud della chiesa ed è accessibile dall'interno, attraverso la stanza adibita a deposito che si apre sulla destra della facciata. La cella, aperta sui lati da quattro finestre a monofora, è conclusa da una copertura a padiglione.
Struttura
Muratura portante a sacco, costituita da conci in pietra, materiale sciolto lapideo e laterizio.
Pianta
Schema planimetrico a croce latina, costituita da navata centrale, transetto e abside di forma rettangolare. L'area presbiteriale risulta rialzata di un gradino rispetto al resto dell’aula. La sacrestia è disposta dietro il presbiterio, accessibile da due porte aperte sulla parete di fondo ai lati dell'Altare maggiore. In controfacciata è inserita la cantoria, sorretta da due colonne. La chiesa è introdotta da un loggiato antistante la facciata.
Coperture
L'aula della chiesa è coperta dalla successione di due volte a botte lunettate, intonacate e tinteggiate. All’incrocio della navata con il transetto, è inserita una cupola affrescata. I bracci del transetto sono coperti da volte a botte lunettate, come il presbiterio. La sacrestia è dotata di una copertura piana in laterocemento. Manto di copertura in cotto su tutte le falde di copertura dell’edificio.
Pavimenti e pavimentazioni
L'aula è dotata di una pavimentazione in cementine di forma esagonale, mentre l'area presbiteriale presenta una pavimentazione in marmo. La sacrestia è dotata di un pavimento in cotto, a quadroni. Esternamente, il loggiato è caratterizzato da una pavimentazione in cotto con elementi di forma rettangolare.
Elementi decorativi
La facciata della chiesa è introdotta da un portico quadrangolare, intonacato e tinteggiato, ospitante alcune lapidi commemorative. Tra queste, inserita sul lato sinistro del muretto che delimita lo spazio coperto, è collocata una pietra serena incisa, datata 1746 e firmata "Domenico Agostini curato": l'iscrizione riporta la notizia che il giorno 29 luglio di quello stesso anno, a seguito del forte terremoto che scosse il territorio di Barga, la statua della Santissima Annunziata fu esposta all'esterno della chiesa per essere venerata da tutta la comunità. All'interno, l'aula unica si presenta suddivisa in due campate, sormontata da due volte a vela lunettate, intonacate e dipinte con motivi decorativi del XIX secolo. La controfacciata è parzialmente occupata dalla cantoria in muratura dipinta a finto marmo, sostenuta da una coppia di colonne: al centro, trova posto l'organo a canne ottocentesco con cassa in legno dipinto. Vicino all'ingresso, sulla parete destra, si apre una nicchia a pianta quadrangolare, che ospita il fonte battesimale, costituito da un'acquasantiera a colonna in marmo bianco ascrivibile alla fine del XVI secolo. A destra della bussola, accostata alla colonna che sostiene la cantoria, trova posto un'altra acquasantiera a colonna in marmo, rimaneggiata. Presso l'incrocio tra navata e transetto, si imposta la cupola completa di pennacchi, decorata con l'affresco della Madonna Assunta e santi, databile alla metà del XVIII secolo, e con le figure allegoriche delle Virtù della Fede, della Speranza, della Fortezza e della Carità. Le cappelle laterali e il presbiterio sono introdotte da ampi archi a tutto sesto, sorretti da sei imponenti colonne. Nel braccio destro trova posto la cappella delle Anime del Purgatorio, in passato dedicata ai santi Giusto e Dionisio ed edificata nella seconda metà del Settecento: l'altare è costituito da una mensa in pietra e muratura dipinta e da un dossale in legno, caratterizzato da due colonne scanalate con capitello corinzio, a sostegno del frontone ricurvo e spezzato con cartella centrale. Il dipinto esposto al centro dell'altare raffigura la Madonna in gloria che allatta Gesù Bambino accompagnata dai santi Giusto, Antonio da Padova e Regolo. Alla base, è collocato il dipinto delle Anime del Purgatorio, mentre tra il dossale e la mensa, è inserita una predella seicentesca, dipinta con le figure di santi. La cappella sinistra, anch'essa eretta a metà del XVIII secolo, è dedicata alla Madonna del Rosario ed ospita un altare seicentesco simile al precedente: al centro del dossale è inserito il dipinto del la Madonna con Gesù bambino e i santi Domenico e Caterina da Siena, circondato da 15 oculi dipinti con i Misteri del Rosario. L'area presbiteriale, delimitata da balaustre in marmo, è caratterizzata dal maestoso Altare maggiore in legno dipinto, dorato e argentato: l'opera fu eseguita nel 1653 dal maestro Giovanni Verzoni di Barga ed ultimato alla sua morte da Francesco Santini. Accoglie al centro del dossale il gruppo scultoreo dell'Annunciazione, realizzato in marmo bianco, dipinto e dorato, recentemente attribuito ad uno dei maestri campionesi o lombardi che lavorarono nella chiesa di San Martino a Lucca (Burresi). Ai lati dell'altare, due nicchie profilate da una ricca cornice lignea ornata da elementi vegetali e girali, contengono le statue in legno dipinto del XV secolo, raffiguranti Sant'Antonio abate e San Giusto. Al vertice, la volta absidale dipinta nel XIX secolo ospita il monogramma coronato di Maria.
Adeguamento liturgico
presbiterio - aggiunta arredo (1965)
L'adeguamento liturgico ha comportato l'inserimento di una mensa lignea per la celebrazione versus populum davanti all'altare maggiore preconciliare e di un leggio mobile in legno.