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Buti
Pisa
chiesa
parrocchiale
S. Giovanni Battista
Parrocchia di San Giovanni Battista
Struttura; Pianta; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
altare - aggiunta arredo (1967-1990); ambone - aggiunta arredo (1986)
X - X(citazione intero bene); XIII - XIII(citazione intero bene); XVI - XVI(citazione fianco sinistro); 1607 - 1607(restauro intero bene); 1644 - 1644(completamento intero bene); 1758 - 1758(restauro intero bene); 1818 - 1818(consacrazione intero bene); 1843 - 1900(ampliamento intero bene); 1901 - 1901(restauro intero bene); 1912 - 1912(consacrazione presbiterio); 1999 - 1999(restauro campanile)
Chiesa di San Giovanni Battista
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Giovanni Battista <Buti>
Altre denominazioni S. Giovanni Battista
Ambito culturale (ruolo)
maestranze toscane (costruzione)
Notizie Storiche

 (citazione intero bene)

La prima attestazione documentaria relativa alla Pieve di Buti risale all'anno 960. L'edificio originario, dedicato ai Santi Torpè, Sebastiano e Giovanni, era probabilmente ubicato nello stesso posto dell'attuale.

XIII  (citazione intero bene)

Dal Libro delle Decime del 1296 risulta che la chiesa di Buti era a capo di un Piviere che comprendeva in totale nove chiese, alcune delle quali oggi scomparse.

XVI  (citazione fianco sinistro)

Sul fianco sinistro della chiesa sopravvivono i resti del chiostro rinascimentale, oggi parzialmente inglobato nel locale che ospita la sacrestia.

1607  (restauro intero bene)

Nel 1607, il pievano Flaminio Guerrazzi diede inizio ai lavori di ristrutturazione della chiesa: risale a quest'epoca la costruzione della facciata barocca.

1644  (completamento intero bene)

Dalla visita pastorale del 1644 fatta dall'Arcivescovo Scipione Pannocchieschi D'Elci, la chiesa risultava dotata di nove altari, eretti dalle antiche famiglie butesi e dalle istituzioni religiose del paese, ad esclusione di quello maggiore e di quello dedicato a San Nicola.

1758  (restauro intero bene)

Su iniziativa della Compagnia del Santissimo Sacramento, nel 1758 furono realizzati i lavori di ammodernamento alla Pieve: l'intervento riguardò lo sviluppo in altezza dell'edificio e la decorazione interna dell'edificio. La chiesa infatti fu abbellita di stucchi dorati ed ornata da un ciclo di affreschi, oggi andato perduto, dipinto dal fiorentino Pietro Giarré nell'ultimo quarto del XVIII secolo.

1818  (consacrazione intero bene)

Il 19 aprile del 1818 la chiesa venne nuovamente consacrata dall'arcivescovo Ranieri Alliata, che aggiunse al titolo di San Giovanni quello del Santissimo Nome di Maria.

1843 - 1900 (ampliamento intero bene)

A partire dal 1842 si impose la necessità di ingrandire l'edificio: nel 1873 venne elaborato un ambizioso progetto di ampliamento che sarà tuttavia destinato a rimanere irrealizzato per lungo tempo. Soltanto nei primi anni del Novecento, l'intervento poté avere inizio, curato dall'architetto fiorentino Giuseppe Castellucci.

1901  (restauro intero bene)

Il 10 giugno 1901 il pievano Enrico Capocchi iniziò i lavori per l’ampliamento della Pieve: l'intervento conservò la facciata seicentesca, ma comportò il prolungamento delle navate verso est, la costruzione di una nuova area presbiteriale, l'innalzamento della cupola e la ricostruzione di soffitti e finestroni.

1912  (consacrazione presbiterio)

Nei primi anni del Novecento, al termine dei lavori di ampliamento della chiesa, fu esclusa la possibilità di ricollocare il vecchio altare, non più pertinente allo stile del nuovo edificio. Il progetto fu quindi affidato a Giuseppe Castellucci e realizzato nel 1912 dal lucchese Giovanni Angeloni. Il 23 marzo 1912, il nuovo altare maggiore fu consacrato dall'Arcivescovo Pietro Maffi.

1999  (restauro campanile)

Il campanile, ricavato da una torre medievale, fu completato nel corso del XIX secolo con l'inserimento di una lanterna e di una cupola apicale. Infine, nel 1999, fu sottoposto a restauro.
Descrizione

La chiesa di San Giovanni Battista sorge nel centro storico di Buti, su un terreno digradante verso sud. Libera su tre lati, risulta addossata ad altri edifici sul lato nord. La facciata, rivolta verso Piazza Martiri della Libertà, si raggiunge attraverso una scalinata composta da cinque gradini in pietra serena che conducono ad uno stretto sagrato, anch’esso realizzato in pietra e delimitato da una balaustra metallica. Il prospetto principale fu edificato nel 1607 per volontà del pievano Flaminio Guerrazzi: la parte inferiore risulta scompartita da quattro lesene che inquadrano i portali d'ingresso e sostengono l'alta trabeazione a cornici aggettanti. Due oculi si aprono sopra i portali laterali, mentre un terzo, di dimensioni maggiori, interrompe centralmente la spessa cornice marcapiano. La parte superiore presenta un frontone curvilineo, tipicamente barocco, chiuso ai lati da pilastrini rettangolari coronati da guglie a vaso. L'edificio risulta nel suo complesso realizzato in muratura intonacata, mentre la torre campanaria, che si erge sul fianco sinistro della chiesa all'altezza del transetto, si presenta in pietra a vista, dotata di una cella campanaria ospitante quattro bifore e di un lanternino profilato da cornice a dentelli. Internamente, l'edificio a croce latina è suddiviso in tre navate mediante una serie di archi a tutto sesto e risulta caratterizzato da un'alta cupola, che si innesta all'incrocio dei bracci del transetto, e da un presbiterio rettangolare.
Struttura
Muratura intonacata su entrambi i lati. I molteplici distacchi di intonaco consentono di individuare la struttura muraria sottostante: nella parte inferiore della parete laterale sinistra, ad esempio, sono evidenti blocchi squadrati di verrucano di pezzatura regolare, mentre nella zona absidale si riscontra una tessitura costituita da pietre di varia pezzatura miste a mattoni.
Pianta
Schema planimetrico a croce latina con tre navate e transetto. Abside quadrangolare, affiancato da due cappelle laterali. Nel presbiterio, sulle pereti destra e sinistra, si aprono due porte che conducono a due locali ad uso magazzino, dotati di soppalchi. Un’altra apertura, posta al centro della parete laterale della navata sinistra, porta ad un ampio vano rettangolare, rialzato di quattro gradini, destinato a sacrestia.
Coperture
Navata principale coperta con volta a botte lunettata intonacata e tinteggiata. Navate laterali coperte con volte a vela. Nei bracci del transetto e nell'abside copertura con volte a botte. Cupola esternamente racchiusa in un volume ottagonale coperto a falde.
Pavimenti e pavimentazioni
Tutta la chiesa è pavimentata con piastrelle in cotto levigato delle dimensioni di cm 20x20, posate in diagonale rispetto alle pareti.
Elementi decorativi
La facciata della chiesa, intonacata e dipinta, è coronata da un timpano curvilineo. Nella parte inferiore risulta tripartita da lesene che ospitano i tre portali d'ingresso, realizzati in pietra serena: il maggiore, dotato di timpano spezzato, ospita al vertice uno stemma includente il monogramma di San Bernardino da Siena. Internamente, la struttura si presenta con un impianto planimetrico a tre navate: la navata centrale è separata da quelle laterali mediante una serie di pilastri ed archi a tutto sesto che risultano incorniciati da paraste scanalate con capitello corinzio. Al di sopra delle archeggiature, una spessa cornice modanata corona le pareti della navata centrale. Nelle navate laterali le campate, coperte con volte a vela, sono scandite da archi a tutto sesto, decorati con doppie fasce e poggianti su doppie lesene affiancate. Presso l’incrocio tra navata principale e transetto, si dipartono quattro archi a tutto sesto a sostegno della cupola centrale, dotata di tamburo e di lanterna. Nei pennacchi, quattro medaglioni in terracotta accolgono le raffigurazione degli Evangelisti. Al centro dell'area presbiteriale, prende posto l'Altare maggiore, realizzato in stile quattrocentesco nel 1912: secondo il progetto originario, doveva essere costituito da una mensa dotata di gradini e tabernacolo intronizzato, sovrastato da un imponente ciborio in marmo bianco. Quest'ultimo fu scolpito dal carrarese Alessandro Lazzerini che trasse ispirazione da quello eseguito da Mino da Fiesole per la Cattedra di Volterra. Dopo il Concilio Vaticano II, con tutta probabilità, l'altare fu smembrato e diviso tra la parte dorsale dei gradini e la parte antistante della mensa, così da rispettare il principio riformatore della celebrazione "versus populum". A destra dell'altar maggiore è collocato un fonte battesimale del XVII secolo, attribuito allo scultore Gino di Stoldo Lorenzi e rimaneggiato agli inizi del XX secolo con l'aggiunta della moderna statua in terracotta invetriata raffigurante il San Giovanni Battista. Gli altari laterali, due eretti nelle navate laterali e quattro lungo il transetto, sono stati realizzati in pietra serena nei primi anni del Novecento, ad eccezione dell'altare della navata destra. Quest'ultimo, unico esempio d'altare seicentesco, fu eseguito in marmo bianco ed ospita la trecentesca statua in legno di pero della Madonna con Gesù Bambino, attribuita al giovane Jacopo della Quercia e proveniente dalla chiesa di Santa Maria ad Nives a Panicale.
Adeguamento liturgico

altare - aggiunta arredo (1967-1990)
A seguito dei lavori di ampliamento della chiesa, avvenuti a partire dall'inizio del XX secolo, fu ritenuto opportuno realizzare un nuovo altare maggiore. Il progetto, affidato a Giuseppe Castellucci e realizzato nel 1912 da Giovanni Angeloni, prevedeva una mensa dotata di gradini con tabernacolo intronizzato, sovrastato da ciborio. Dopo il Concilio Vaticano II, per orientare la celebrazione "versus populum", l'altare preconciliare è stato probabilmente smembrato in due parti, quella dorsale dei gradini e quella antistante della mensa.
ambone - aggiunta arredo (1986)
L’ambone è stato realizzato in marmo di Carrara nel dicembre 1986.
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