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Vicarello
Collesalvetti
Pisa
chiesa
parrocchiale
S. Jacopo Apostolo
Parrocchia di San Jacopo Apostolo
Struttura; Pianta; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
presbiterio - intervento strutturale (1970-1975)
XIII - XIII(preesistenze intero bene); XV - XVI(abbandono
degrado intero bene); 1570 - 1570(citazione intero bene); 1786 - 1786(completamento intorno); 1787 - 1788(citazione intero bene); 1788 - 1788(citazione intero bene); 2017 - 2018(restauro campanile)
Chiesa di San Jacopo Apostolo
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Jacopo Apostolo <Vicarello, Collesalvetti>
Altre denominazioni Chiesa di San Giacomo
S. Jacopo Apostolo
Ambito culturale (ruolo)
maestranze toscane (costruzione)
Notizie Storiche

XIII  (preesistenze intero bene)

Le prime testimonianze dell'esistenza dell'antica pieve di Vicarello risalgono al XIII secolo. Nel Trecento la chiesa risulta di patronato dei conti della Gherardesca di Donoratico.

XV - XVI (abbandono, degrado intero bene)

Tra il XV e il XVI secolo, a causa delle guerre e delle epidemie che avevano spopolato il paese, la pieve di Vicarello venne gradualmente abbandonata al degrado. Venuta meno la necessità di costruire in quella zona una nuova chiesa, il titolo di San Jacopo passò alla vicina chiesa di Collesalvetti, che nel 1573 accolse anche il trasferito fonte battesimale.

1570  (citazione intero bene)

Nel 1570 Antonio Laurentino, Vicario arcivescovile, eseguì la visita pastorale alla vecchia pieve di Vicarello, registrando che la chiesa era ridotta a beneficio semplice e che versava già in pessimo stato di conservazione.

1786  (completamento intorno)

Alla fine del XVIII secolo, a Nord della chiesa si estendeva il cimitero, mentre a Sud si ergeva la casa canonica costruita nel 1786 su progetto dall'ing. Giovanni Caluri.

1787 - 1788 (citazione intero bene)

Nell'ultimo quarto del XVIII secolo, il Granduca Pietro Leopoldo intraprese la bonifica di tutto il territorio intorno a Vicarello. La chiesa del paese fu ricostruita ed eretta nuovamente in parrocchia il 2 gennaio 1787 dall'Arcivescovo di Pisa Mons. Angelo Franceschi. Benedetta l'11 giugno 1788 dall'abate Ranieri Caluri, pievano di Collesalvetti. Il nuovo edificio fu quasi totalmente riarredato con paramenti e opere provenienti dalla soppressa chiesa San Marco in Calcesana.

1788  (citazione intero bene)

Durante la visita pastorale del 1788, la nuova chiesa appariva a navata unica, dotata di tre altari: l'altare maggiore era adornato da una tela raffigurante la Madonna del Rosario coi santi Jacopo (in realtà un San Giovanni Battista ritoccato per comodo della chiesa) e Maria Maddalena. Sugli altari laterali sono esposti i dipinti dell'Assunta e della Crocifissione (firmata da "Andreas Boscholus florent."). La nuova chiesa

2017 - 2018 (restauro campanile)

Attualmente è in corso un intervento di restauro e consolidamento del campanile che presentava problemi di stabilità. In quest'occasione verrà realizzato il nuovo impianto elettrico per le campane.
Descrizione

Come riferisce il Repetti, il nome di Vicarello indica l'esistenza di un piccolo vico, ovvero di un piccolo paese. L'antica pieve, citata dalle fonti almento dal XIII secolo, fu abbandonata e a seguito dello spopolamento della zona e ricostruita solo alla fine del XVIII secolo per volontà del Granduca Leopoldo I. L'attuale edificio, corrispondente a quello tardo settecentesco, è situato nel centro storico di Vicarello e si affaccia sulla via principale che attraversa il paese, da questa separato da un ampio sagrato pavimentato in masselli autobloccanti di recente realizzazione. Il fianco destro è parzialmente addossato alla canonica, recentemente ristrutturata, mentre i restanti lati risultano liberi. Il prospetto principale, caratterizzato da un profilo a capanna, risulta quasi totalmente intonacato e tinteggiato, ad eccezione del basamento rivestito in lastre in travertino. Al centro si aprono il portale principale in pietra serena e, in asse, un profondo rosone strombato dotato di vetrata policroma raffigurante la Colomba dello Spirito Santo. Innestato sull'angolo destro dell'edificio, adiacente all'abside, si erge il piccolo campanile a base quadrata, attualmente in restauro: la cella campanaria è dotata di quattro aperture ad arco ribassato per l'alloggiamento di altrettante campane ed è conclusa da una copertura piana. L'interno si presenta ad aula unica con abside semicircolare introdotta da un ampio arco trionfale e raggiungibile anche attraverso due piccoli corridoi laterali. Sulla parete destra della navata, vicino al presbiterio, una porta conduce nel locale sacrestia e, da qui, alla casa canonica.
Struttura
Pareti perimetrale in muratura mista di pietra e mattoni, intonacata e tinteggiata sia internamente che esternamente.
Pianta
Schema planimetrico ad aula unica con abside semicircolare realizzata alla fine degli anni '40. Lo spazio absidale si raggiunge sia attraversando il grande arco trionfale, sia percorrendo i due stretti corridoi aperti ai suoi lati. Il presbiterio risulta sollevato di due gradoni rispetto al resto dell'aula ed è delimitato lateralmente da balaustre. Un porta ricavata sulla parete destra della navata, in prossimità dell'abside, mette in comunicazione con la canonica per mezzo del locale destinato a sacrestia. Sulla parete opposta un porta conduce all'esterno.
Coperture
L'aula presenta una copertura a doppio spiovente, costituita da capriate, terzere e travicelli in legno e tavelle in cotto. Attualmente, sono in corso indagini conoscitive da parte di tecnici incaricati per l'individuazione delle tavelle ammalorate, che richiedono la sostituzione o un intervento di consolidamento. Catino absidale intonacato e tinteggiato.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione dell'aula è costituita da lastre di marmo venato beige/marrone, posate a correre in senso trasversale alle pareti. Al centro della navata, una "guida" in lastre di granito rosso conduce dall'ingresso al presbiterio. Quest'ultimo è pavimentato con lastre rettangolari di marmo venato chiaro con posa regolare traversale.
Elementi decorativi
La facciata, intonacata e tinteggiata ad eccezione del basamento rivestito in lastre rettangolari di travertino, è delineata lateralmente da due sottili lesene angolari dipinte di grigio e conclusa al vertice da un profilo a capanna definito da una cornice modanata in pietra. Al centro si aprono il portale principale e un rosone vetrato, entrambi profilati in pietra serena. A destra dell'ingresso è inserita una lapide marmorea datata 1987 in memoria della riconsacrazione della chiesa da parte dell'Arcivescovo di Pisa Mons. Alessandro Plotti. L'interno, a navata unica conclusa da un'abside semicircolare, si presenta semplice e sobrio, con pareti intonacate e tinteggiate di bianco e copertura a capriate lignee. In corrispondenza dell'angolo destro della controfacciata, trova posto il fonte battesimale datato 1951 e realizzato in marmo bianco con intarsi in marmi policromi. A sinistra dell'entrata è ricavata una piccola nicchia, in cui è esposta una moderna statuetta della Madonna di Lourdes poggiante su mensola in legno. In alto, presso le estremità della parete, sono inseriti due mensoloni in pietra scolpita ascrivibili alla fine del XVIII secolo, che denunciano l'originaria presenza di una cantoria. In asse con l'ingresso principale, tra la bussola e l'oculo vetrato, è esposto un moderno dipinto raffigurante il santo titolare. A metà della navata si fronteggiano due altari gemelli in muratura intonacata e tinteggiata, privi di mensa, riconducibili all'ultimo quarto del Settecento ma rimaneggiati nel Novecento come si evince dall'aggiunta del paliotto marmoreo. I dossali, in passato dipinti a finto marmo secondo i saggi ancora aperti, sono delimitati da due paraste laterali con capitello composito e conclusi da un frontone a ellisse spezzata ribassata con cartiglio centrale. Al centro dell'altare destro, inserita in nicchia, è collocata la statua della Madonna del Carmelo, eseguita da Ferdinando Perathoner nel 1931, mentre nell'altare sinistro è esposta una stampa raffigurante Santa Maria De Mattias. Lungo le pareti dell'aula sono disposti lunghi bancali di coro in legno, degli inizi del XIX secolo. Il presbiterio, sollevato di due gradoni rispetto al resto dell'aula, è introdotto da una ampio arco trionfale ed è raggiungibile anche da due aperture minori poste ai lati di quest'ultimo. La parte inferiore dell'arco è rivestita da lastre di marmo, in cui si inserisce il tabernacolo eucaristico in onice verde. Al centro è collocato l'Altar maggiore, frutto dello smembramento dell'altare preconciliare, costituito da una mensa in marmo bianco impostato su uno zoccolo di marmo nero ed ornato da due coppie di colonnine in marmo rosso e da un bassorilievo centrale con la Deposizione dalla Croce. Sulla parete absidale, si aprono due monofore decorate con vetrate policrome, opera del Centro d'Arte Musiva di Scandicci (FI) del 1994, raffiguranti la Madonna del Carmelo e San Giacomo Maggiore.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1970-1975)
L'adeguamento liturgico ha comportato lo smembrato dell'Altare maggiore preconciliare, di cui è stata riutilizzata la mensa. Quest'ultima, guadagnata la centralità dell'aula, ha assunto la funzione di un nuovo altare "versus popolum". Le balaustre marmoree che cingevano frontalmente il presbiterio sono state rimosse e sopravvivono solo ai lati dell'area. Alle spalle dell'altare è stata realizzata una quinta in legno che fa da appoggio alla sede del celebrante. Infine, è stato realizzato il rivestimento marmoreo della parte inferiore delle pareti dell'arco trionfale con l'inserimento del nuovo tabernacolo.
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