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Fornaci di Barga
Barga
Pisa
chiesa
sussidiaria
SS. Nome di Maria
Parrocchia di Cristo Redentore
Struttura; Pianta; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
presbiterio - intervento strutturale (1990-1995)
XVI - XVIII(citazione intero bene); 1522 - 1522(citazione intero bene); 1522 - XVII(citazione intero bene); 1741 - 1742(costruzione intero bene); 1813 - 1813(preesistenze intero bene); 1852 - 1852(ampliamento intero bene); 1897 - 1911(citazione intero bene); 1899 - 1899(ampliamento intero bene); 1923 - 1923(citazione intero bene); 1929 - 1930(rifacimento intero bene); 1940 - 1950(ricostruzione intero bene); 1962 - 1962(citazione intero bene); 1970 - 1975(citazione intero bene); 1992 - 1992(restauri intero bene)
Chiesa del Santissimo Nome di Maria
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa del Santissimo Nome di Maria <Fornaci di Barga, Barga>
Altre denominazioni SS. Nome di Maria
Ambito culturale (ruolo)
maestranze toscane (costruzione)
Notizie Storiche

XVI - XVIII (citazione intero bene)

Fornaci è un piccolo borgo sorto nel XVI secolo sulla riva sinistra del Serchio. Il toponimo si riferisce alla presenza di alcune fornaci costruite in prossimità di cave di argille nella località detta Caterozzo. Il nome di Fornaci di Caterozzo fu utilizzato per tutto il XVIII secolo.

1522  (citazione intero bene)

Nel 1522, la comunità di Fornaci fu convocata a Barga dal pievano Manni, insieme agli abitanti di Seggio, Filecchio e Pedona, per decidere di ripristinare il servizio religioso nella pieve di Loppia da tempo abbandonata.

1522 - XVII (citazione intero bene)

Da quel momento la comunità di Fornaci, che fino a quel momento aveva fatto parte del piviere di Barga, passò a quello di Loppia.

1741 - 1742 (costruzione intero bene)

Con l'aumento demografico, gli abitanti della zona sentirono la necessità di erigere una chiesa propria. Il nuovo edificio di culto fu costruito a Fornaci nel 1741 grazie al contributo di alcune famiglie locali, che si impegnarono anche a mantenere la struttura. La prima messa che si tenne nel piccolo oratorio risale al 12 dicembre 1742.

1813  (preesistenze intero bene)

La visita pastorale dell'Arcivescovo di Pisa Ranieri Alliata, eseguita nel 1813, riporta che la piccola chiesa era dotata di un altare alla romana in stucco e di un dipinto affresco raffigurante la Sacra Famiglia.

1852  (ampliamento intero bene)

L'oratorio di Fornaci fu ampliato una prima volta nel 1852, anno in cui fu eretto anche il campanile, poi restaurato nel 1875.

1897 - 1911 (citazione intero bene)

Il 25 agosto 1897, la comunità di Fornaci fece richiesta al governo di un cappellano stabile, che fu concesso solo nel 1911, insieme al permesso di costruire la casa canonica.

1899  (ampliamento intero bene)

Nel 1899, l'oratorio di Fornaci fu ingrandito una seconda volta, grazie alla generosità della comunità.

1923  (citazione intero bene)

Il 30 gennaio 1923, l'Arcivescovo di Pisa Pietro Maffi elevò la chiesa di Fornaci da cappellania a parrocchia, dedicata al SS. Nome di Maria.

1929 - 1930 (rifacimento intero bene)

Tra il 1929 e il 1930, non potendosi costruire una nuova chiesa, si modificò radicalmente l'edificio esistente grazie al contributo dell'ing. Luigi Orlando.

1940 - 1950 (ricostruzione intero bene)

Durante la Seconda guerra mondiale la chiesa del SS. Nome di Maria fu gravemente danneggiata e nel dopoguerra risanata.

1962  (citazione intero bene)

Nel luglio del 1962, l'Arcivescovo di Pisa Mons. Ugo Camozzo assegnò alla parrocchia di Fornaci il titolo di Arcipretura.

1970 - 1975 (citazione intero bene)

Intorno agli anni Settanta del XX secolo, dopo la costruzione della nuova chiesa parrocchiale intitolata a Cristo Redentore, la chiesa del SS. Nome di Maria perse la sua funzione di parrocchia.

1992  (restauri intero bene)

Nel 1992 furono eseguiti nuovi lavori all'edificio di culto che riguardarono il rifacimento della copertura e un rinnovamento dei paramenti esterni ed interni.
Descrizione

La chiesa del Santissimo Nome di Maria sorge a Fornaci di Barga, paese posto a fondo valle lungo la riva sinistra del Serchio. La località era storicamente chiamata Caterozzo e costituiva un punto d'incontro delle mulattiere che collegavano Barga, Castelnuovo e Borgo a Mozzano. La facciata, suddivisa in due ordini sovrapposti da una sottile cornice marcapiano, è formata da un corpo centrale concluso a capanna e da due brevi ali laterali leggermente arretrate. La parte principale del prospetto ospita il portale archivoltato e, in asse con l'ingresso, un rosone di modeste dimensioni. I corpi laterali invece sono provvisti, nella parte inferiore, di un portone sormontato da una monofora e, in quello superiore, di una bifora. Ma mentre l'ala destra immette direttamente in chiesa, quella sinistra conduce al campanile, celato dietro la facciata e riconoscibile solo dalla cella campanaria che svetta al di sopra. Quest'ultima, conclusa da una copertura a padiglione, è dotata di aperture a monofora su ogni lato e di piccoli oculi aperti lungo la fascia sommitale. Il fianco destro della chiesa, completamente libero, è caratterizzato da una balza di uno- due metri in pietra e mattoni faccia a vista, in cui si inserisce un ingresso laterale, e dalla restante parete rifinita ad intonaco, in cui si aprono tre finestre a monofora. Il fianco opposto si presenta addossato nella prima metà ad una costruzione di piccole dimensioni, così come la parte tergale dell'edificio di culto costruito in aderenza alla casa canonica. Internamente la chiesa si presenta a navata unica priva di abside. L'area presbiteriale rettangolare, rialzata di tre gradoni rispetto al resto dell’aula, è inquadrata da tre archi a tutto sesto sorretti da pilastri. La sacrestia si raggiunge da una porta aperta sulla parete sinistra dell'aula.
Struttura
Muratura portante mista, costituita da conci in pietra irregolari e da materiale sciolto lapideo e laterizio.
Pianta
Schema planimetrico a navata unica priva di abside, conclusa da un'area presbiteriale rettangolare, rialzata di tre gradoni rispetto al resto dell’aula ed introdotta da una serie di tre archi a tutto sesto sorretti da pilastri. Attraverso una porta aperta sulla parete sinsitra della navata si accede alla sacrestia. In controfacciata si inserisce la cantoria in muratura, accessibile dal campanile.
Coperture
L’aula presenta una copertura a capanna costituita da orditura primaria e secondaria in struttura lignea, sorretta da quattro capriate. Anche il presbiterio è dotato di una copertura a capanna costituta da orditura primaria e secondaria lignea. La sacrestia invece ha una copertura piana in laterocemento. Manto di copertura in cotto su tutte le falde di copertura dell’edificio.
Pavimenti e pavimentazioni
La chiesa è pavimentata con elementi in marmo di forma rettangolare, ad eccezione della sacrestia che presenta una pavimentazione in gres con mattonelle di forma quadrata.
Elementi decorativi
La facciata, completamente intonacata e tinteggiata di bianco, è costituita da un corpo centrale leggermente aggettante e da due ali laterali. Il prospetto è suddiviso in due ordini sovrapposti da una sottile cornice marcapiano decorata ad archetti pensili, motivo che si ripete anche al vertice, a sottolineare il profilo a capanna del corpo centrale. Il portale principale, delimitato lateralmente da due colonnine in muratura dipinta, è sormontato da una lunetta che ospita al centro un mosaico raffigurante la Vergine Maria circondata da gigli. Sull'arco che la incornicia, corre la seguente iscrizione: "DOM et BVM NOMINI SS.MO DICATUM". L'ordine superiore della facciata centrale è ornato da un rosone di modeste dimensioni, mentre le ali laterali sono dotate, nella parte inferiore, di due portoni sormontati da una monofora ciascuno e, nella parte superiore, da due bifore. All'interno, la navata unica intonacata è suddivisa in cinque campate da una serie di paraste e sormontata da una tetto a capriate lignee. In controfacciata è inserita la cantoria in muratura poggiante su due pilastri, di cui quello sinistro solo parzialmente visibile, perché inglobato nella porzione muraria che costituisce la struttura del campanile. Al centro, si inserisce la mostra dell'organo, eseguito da Vincenzo Mascioni e donato alla chiesa da Rudolph Renucci nel 1947. Sul lato destro dello strumento, una moderna statua di San Luigi Gonzaga è esposta entro nicchia. Sotto la cantoria, l'ingresso secondario è circondato da un cancellino in ferro battuto che in origine doveva servire per delimitare l'area del fonte battesimale. Un'acquasantiera a colonna novecentesca, realizzate in marmo bianco e grigio è addossata al pilastro della cantoria. Lungo la navata, sulla parete sinistra, una nicchia accoglie la statua di Sant'Antonio Abate, eseguita da Vincenzo Moroder nel 1926. A metà dell'aula, si fronteggiano due altari laterali gemelli in marmo bianco e rosso di Francia, ascrivibili al secondo quarto del XX secolo. Gli altari sono caratterizzati da una mensa sorretta da due colonnine e da un dossale a forma di edicola contenente, a sinistra, la statua del Sacro Cuore di Gesù e, a destra, quella della Madonna del Carmelo. Il presbiterio, inquadrato da tre arcate a tutto sesto, di cui quella centrale maggiore, ospita il moderno Altare maggiore in marmo bocciardato, accompagnato da ambone, seduta per il celebrante e piedistallo per il tabernacolo, tutti dello stesso stile e materiale.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1990-1995)
L'adeguamento liturgico ha comportato la sostituzione dell'Altare maggiore preconciliare con una nuova mensa in marmo bianco bocciardato rivolta versus popolum. Ai lati, sono collocati l'ambone e il piedistallo marmoreo col tabernacolo, mentre sulla parete di fondo è disposta la seduta per il celebrante, anch'essa in marmo.
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