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Seravezza
Pisa
chiesa
parrocchiale
Ss. Lorenzo e Barbara
Parrocchia dei Santi Lorenzo e Barbara
Struttura; Pianta; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
presbiterio - aggiunta arredo (1980)
X - XII(citazione intero bene); 1422 - 1422(costruzione intero bene); 1430 - 1522(citazione intero bene); 1441 - 1596(citazione intero bene); XVI - XVII(ingrandimento intero bene); 1531 - 1531(citazione intero bene); 1569 - 1569(citazione intero bene); 1637 - 1637(citazione intero bene); 1787 - 1798(citazione intero bene); XIX - XIX(restauro intero bene); 1940 - 1950(restauro intero bene); 1997 - 2000(rifacimento coperture)
Chiesa dei Santi Lorenzo e Barbara
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa dei Santi Lorenzo e Barbara <Seravezza>
Altre denominazioni Ss. Lorenzo e Barbara
Ambito culturale (ruolo)
maestranze toscane (costruzione)
Notizie Storiche

X - XII (citazione intero bene)

Nei documenti del X secolo la località di Seravezza veniva indicata come "Sala Vetitia". Il primo riferimento al nome attuale si trova in una scrittura del 2 febbraio 1186, menzionata da Giovanni Targioni Tozzetti nei suoi Viaggi, dove il paese è ricordato come "Villa de Seravetia".

1422  (costruzione intero bene)

La costruzione della chiesa dei Santi Lorenzo e Barbara iniziò il 21 dicembre 1422. Secondo l'iscrizione inserita nel paramento murario del campanile, l'edificio venne eretto sul luogo in cui un tempo sorgeva l'antica chiesa dedicata ai Santi Simone, Giuda e Agata.

1430 - 1522 (citazione intero bene)

I lavori stabiliti nel 1422 si arrestarono intorno al 1430 a causa dei saccheggi perpetrati dall'esercito fiorentino ai danni del paese di Seravezza. Ripartirono solo nel 1506, con il completamento della facciata e della navata centrale, per concludersi definitivamente nel 1522, anno in cui fu terminata anche la costruzione della torre campanaria.

1441 - 1596 (citazione intero bene)

Nel 1441, il Vescovo di Luni decretò l'unione della chiesa di Seravezza alla Pieve di Vallecchia, che durò fino al 1596.

XVI - XVII (ingrandimento intero bene)

Verso la fine del XVI secolo la chiesa fu interessata da lavori di ingrandimento voluti dalla Granduchessa Cristina di Lorena, che fece realizzare le due navate laterali, l'Altare maggiore e il pulpito.

1531  (citazione intero bene)

Nel 1531 la chiesa dei Santi Lorenzo e Barbara ottenne la concessione del fonte battesimale.

1569  (citazione intero bene)

La chiesa dei Santi Lorenzo e Barbara fu consacrata nel 1569.

1637  (citazione intero bene)

I lavori d'ingrandimento possono dirsi definitivamente conclusi nel 1637.

1787 - 1798 (citazione intero bene)

La chiesa passò alla diocesi di Pontremoli il 4 luglio 1787 e, il 18 settembre del 1798, a quella di Pisa.

XIX  (restauro intero bene)

Ulteriori lavori di abbellimento furono realizzati nel corso del XIX secolo.

1940 - 1950 (restauro intero bene)

Danneggiata dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale, la chiesa di Seravezza fu restaurata dalla Soprintendenza e dal Genio civile di Lucca.

1997 - 2000 (rifacimento coperture)

Nel 1997 furono avviati i lavori per il ripristino delle strutture di copertura della chiesa e, nel 2000, quelli della copertura e della scala interna alla torre campanaria.
Descrizione

Il paese di Seravezza, arretrato rispetto alla pianura costiera, sorge sul punto di confluenza dei due rami maggiori del fiume Versilia, i torrenti Serra e Vezza. Durante il XVI secolo il paese conobbe una notevole crescita demografica ed economica, dovuta alla ripresa dell'attività estrattiva delle miniere d'argento e dei bacini marmiferi delle Alpi Apuane, che la famiglia Medici sostenne fino alla fine del secolo. La chiesa dei Santi Lorenzo e Barbara sorge al centro dell'abitato e si affaccia su un sagrato in marmo introdotto da una breve scalinata. Il prospetto principale intonacato si presenta a salienti, ricalcando la suddivisione interna della chiesa. Nella parte inferiore si aprono tre portali, profilati da cornice in marmo e sormontati da timpano triangolare. Al di sopra dei due ingressi secondari, corrispondenti alle navate laterali, si schiudono due aperture quadrangolari, mentre sopra il portone centrale campeggia un ampio oculo, contenente lo stemma del Comune di Seravezza. Sul fianco destro, a ridosso del transetto, sorge la torre campanaria a pianta quadrata, scandita da due ordini di bifore sovrapposte e cimata da una cornice merlata. Tutti i prospetti esterni della chiesa risultano intonacati, ad eccezione della zona absidale lasciata a pietra. Internamente l'edificio a pianta basilicale è suddiviso in tre navate da due file di colonne in marmo: quelle laterali ospitano quattro altari per parte, mentre quella centrale è sormontata da una volta a botte che accoglie presso la base quattro aperture a forma di lunetta. Il transetto risulta caratterizzato da quattro cappelle: due adiacenti all'area presbiteriale e due disposte in testata. All'incrocio dei bracci svetta un'ampia cupola dotata di tamburo finestrato. L'area presbiteriale, rialzata di quattro gradoni rispetto al resto dell'aula, termina con catino semisferico. Tutte le pareti interne della chiesa risultano intonacate e decorate da pitture murali lungo la parete absidale e nella cupola del transetto.
Struttura
Muratura portante a sacco, costituita da conci in pietra e da materiale sciolto lapideo e laterizio.
Pianta
Schema planimetrico a tre navate, scompartite da due file di colonne, e terminante con abside semicircolare. Il transetto accoglie quattro cappelle: due adiacenti all'area presbiteriale e due collocate in testata. Il presbiterio, semicircolare, risulta rialzato di quattro gradini rispetto al resto dell'aula. Il campanile è accessibile dalla stanza collocata tra le cappelle del transetto destro. Alla sacrestia si accede tramite una porta che si apre tra le due cappelle del transetto sinistro.
Coperture
La copertura della navata centrale è costituita dalla successione di quattro volte a botte lunettate, intervallate da cinque archi a tutto sesto. Le navate laterali sono coperte da una serie di quattro volte a crociera. All’incrocio tra navata principale e transetto troviamo una volta a cupola con relativo tamburo retto da pennacchi. La copertura del transetto è costituita da quattro volte a botte lunettate, mentre le cappelle presentano volte a cupola. L’abside è concluso da un catino semisferico. Le volte descritte risultano completamente intonacate. Manto di copertura in cotto su tutte le falde di copertura dell’edificio.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimentazione a quadroni di marmo bianco e bardiglio posati a losanga su tutte le superfici calpestabili della chiesa.
Elementi decorativi
La facciata a salienti è delineata da lesene lisce che disegnano i profili dei corpi di fabbrica dell'edificio. Nella parte inferiore si trovano tre portali d'ingresso, profilati da cornice in marmo modanato e conclusi al vertice da un timpano triangolare. Le entrate laterali sono sormontate da due finestre quadrangolari, mentre l'accesso principale è coronato da un'apertura circolare. Lungo la facciata, trovano posto quattro sedute marmoree seicentesche, inserite tra i portoni d'ingresso alla chiesa. Internamente l'edificio è suddiviso in tre navate da due file di colonne in marmo di ceragiola, sormontate da una serie di archi a tutto sesto. Presso l'entrata trovano posto due acquasantiere realizzate in breccia violetta e riconducibili al Seicento. Lungo le pareti delle navate laterali si susseguono quattro altari per lato, costruiti in marmi mischi tra il XVII e il XVIII secolo. Sei confessionali in marmo si alternano agli altari laterali, costituiti da un vano centrale affiancato da due inginocchiatoi e cimato dallo stemma di Antonio Campana, Cavaliere di Santo Stefano. Quest'ultimo fu anche finanziatore del pulpito in marmo, realizzato nel 1674 in sostituzione del precedente in legno. La tazza di forma pentagonale ospita cartelle rettangolari in marmo broccatello con cornici scolpite in marmo bianco, mentre il fusto scanalato accoglie lo stemma della famiglia benefattrice. Nel braccio destro del transetto sono collocate due cappelle: quella del Rosario, costruita al posto del vano che precedentemente ospitava il campanile, accoglie sotto la mensa il corpo di San Discolio, di cui si conserva anche la lastra sepolcrale, e quella delle Anime del Purgatorio, costruita nel 1846, al centro della quale è posizionato un ciborio ottagonale con fusto e calotta in breccia violetta, sormontato da una piccola statua di Gesù Cristo, attribuita a Donato Benti. In origine, il tempietto era collocato sopra l'Altare maggiore, ma nel 2005 fu trasferito nella posizione attuale per ragioni di maggiore fruibilità. Nel braccio sinistro, invece, si affacciano le cappelle della Madonna del Carmine e del Soccorso. La prima, eretta nel 1846 per volontà del Parroco Alberto Guglielmi, è caratterizzata da un altare seicentesco che ospita nel dossale un bassorilievo in marmo bianco raffigurante la Madonna del Carmine e i Santi Luca e Barbara. Al centro è collocato un fonte battesimale in marmo bianco scolpito, anch'esso attribuito a Donato Benti. La seconda cappella sorge al posto della piccola stanza della Confraternita del SS. Sacramento. La ristrutturazione si svolse nel corso del XVIII secolo e portò alla sostituzione del vecchio altare (oggi conservato in sacrestia) con il nuovo, opera di Bartolomeo Moisè di Carrara del 1725. Fu costruita la cupola, decorata dall'architetto Giovanni Svanascino, posizionati i capitelli da Giuseppe Pardini e completate le pareti con rivestimenti in marmo rosso di Verona e stucchi dei fratelli Spinetta di Milano. Sulle pareti laterali della cappella furono collocati due bassorilievi in marmo statuario, realizzati da Antonio Bacci e raffiguranti il Riposo in Egitto e la Visitazione di Maria ad Elisabetta, dono della famiglia Henreaux. L'area presbiteriale, ampliata nel 1846, ospita al centro l'Altare maggiore, costruito nel 1570 su commissione della famiglia Campana e successivamente modificato da Jacopo Benti nel 1683: il paliotto intarsiato è decorato con le immagini del Martirio di San Lorenzo e della torre di Santa Barbara. Sulle pareti laterali del presbiterio sono visibili due pitture murali, eseguite dal pittore Domenico Griselli di Viareggio nel 1926. La parete absidale semicircolare ospita il coro in legno ottocentesco e, al centro, l'organo a canne eseguito nel 1950 dalla Ditta Ruffatti di Padova.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1980)
Lo spazio liturgico è stato modificato con l’inserimento, davanti ai gradini che conducono all'area presbiteriale, di una pedana in legno, al centro della quale è posta una mensa in legno intagliato per la celebrazione "versus populum". A destra, è collocato un ambone, pure in legno, ornato dal simbolo del martirio di San Lorenzo, la graticola. Alle spalle della mensa, è inserita una seconda pedana, alta quanto i quattro gradini che separano il presbiterio dal resto dell'aula e decorata da un bassorilievo raffigurante la cena di Emmaus. L'opera fu realizzata su progetto di Ruggiero Salvatori e Alfieri Tessa intorno agli anni '80.
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