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Descrizione |
La chiesa dei Santi Ippolito e Cassiano sorge nel comune di Cascina in località San Casciano (a Settimo), situata sulla riva sinistra del fiume, lungo la Strada comunale di Filicaia. L'edificio è fronteggiato da un ampio spazio aperto, in parte tenuto a verde e in parte inghiaiato, ed è circondato da una porzione pavimentata con palladiana grezza, che si sviluppa lungo tutto il perimetro del fabbricato. La facciata principale, realizzata come gli altri prospetti in blocchi ben squadrati di breccia di Caprona di grandi dimensioni, si presenta suddivisa in due ordini sovrapposti da una sottile cornice modanata: quello inferiore è caratterizzato da cinque arcate cieche spartite da lesene, ognuna includente nella propria luce un oculo traforato e una tarsia marmorea. Sotto gli archi esterni e sotto quello centrale si aprono i tre portali d'ingresso, architravati e archivoltati. L'ordine superiore, certamente incompleto rispetto al progetto originario, appare di dimensioni ridotte, caratterizzato da un profilo a doppio spiovente: al centro è inserita una bifora con colonnina in marmo bianco, mentre ai lati due porzioni di timpano intonacate chiudono le navatelle. La scansione in arcate cieche, questa volta impostate su un alto zoccolo, prosegue anche sulla parete absidale e lungo fianchi della chiesa, quest'ultimi dotati di un portale laterale per parte e cinque monofore archiacute fortemente strombate. Nella parte tergale dell'edificio, sul lato sinistro, sorge il moderno campanile, staccato dalla chiesa. Nel 1986, la torre fu riedificata dalle fondamenta ad opera del Provveditorato alle Opere Pubbliche per la Toscana, sul luogo di quella abbattuta dai tedeschi in ritirata il 17 luglio 1944. L'attuale struttura, un parallelepipedo a base quadrata, è realizzata in cemento armato intonacato e tinteggiato, con quattro pilastri angolari leggermente in rilievo. La cella campanaria presenta quattro aperture rettangolari ed è conclusa da una copertura piana. Internamente, lo schema della chiesa è a pianta basilicale, scandita in tre navate da otto arcate per parte, sorrette da sedici colonne e due pilastri. La navata centrale termina con un'abside semicircolare. In controfacciata, in corrispondenza della navata centrale, è presente una cantoria in pietra.
Struttura |
Muratura perimetrale in conci di Verrucano lasciati a vista sia internamente che esternamente. |
Pianta |
Pianta basilicale a tre navate conclusa da un'abside semicircolare. Le navate sono scandite da otto arcate per parte, sorrette da sedici colonne e due pilastri. In controfacciata, in corrispondenza della navata centrale, è presente una cantoria in pietra che, al livello inferiore, funge da bussola d'ingresso. Qui si trovano la scaletta per l'accesso all'organo e un piccolo vano ad uso ripostiglio. Oltre ai tre portali aperti in facciata, sono presenti due accessi secondari sui prospetti nord e sud. Un'armadiatura posta nella navata sinistra vicino all'ingresso è utilizzata come sacrestia. |
Coperture |
La navata centrale presenta una copertura a doppio spiovente costituita da capriate, terzere e travicelli in legno e mezzane in cotto. Le navate laterali sono coperte ad unica falda con semplici travi inclinate in legno. Soprastante manto di copertura in coppi ed embrici alla toscana. Calotta absidale in pietra a vista. |
Pavimenti e pavimentazioni |
La pavimentazione della chiesa è costituita da mattonelle di cotto disposte a spina di pesce. Nello specifico le tre navate ed il presbiterio presentano una spina diagonale con mattonelle delle dimensioni di 15x30 cm. Il coro presenta una pavimentazione con mattonelle di 14,5x29 cm disposte a spina regolare. Le pavimentazioni delle navate, ascrivibili ad epoche diverse, sono tra loro separate da un doppio filare di piastrelle che corre longitudinalmente affianco alle basi delle colonne. |
Facciata |
La facciata della chiesa, realizzata in bozze di pietra calcarea di grandi dimensioni, è suddivisa in due ordini sovrapposti da una sottile cornice modanata. La parte inferiore è scandita da cinque arcate cieche impostate su due pilastri angolari e su quattro alte lesene, dotate di capitello scolpito. Gli archi più esterni includono i due portali minori archivoltati, ciascuno sormontato da due oculi quadrilobati, mentre i due intermedi sono decorati da due tarsie romboidali con rosetta centrale. L'arcata principale ospita il portale d'ingresso maggiore architravato e archivoltato, ornato al vertice da una tarsia circolare policroma a tre cerchi concentrici. Al centro della lunetta campeggia una testa virile aggettante raffigurante Giove, mentre presso la base si inseriscono una protome bovina ed un leone con preda. L'ordine superiore, ridotto nelle dimensioni e difforme dal progetto originario, è costituito da una parte centrale in pietra, conclusa a capanna e ornata da bifora, e da due spioventi laterali intonacati che chiudono le navate minori. Il progetto della chiesa e l'apparato scultoreo che la caratterizza sono opera di Biduino, maestro attivo tra Pisa e Lucca nell'ultimo quarto del XII secolo. Sulla fascia che borda la parte superiore dell'architrave maggiore corre l'iscrizione contenente la firma dell'architetto-scultore e la data di realizzazione 1180. Al di sotto, il marmo lavorato ospita tre scene evangeliche disposte in sequenza da sinistra verso destra: la Guarigione dei due ciechi a Gerico da parte di Cristo, la Resurrezione di Lazzaro e l'Entrata di Gesù a Gerusalemme. All'inizio e alla fine della lastra, sono ricavati due riquadri, contenenti le figure di San Cassiano e di un gruppo di fanciulli nell'atto di tagliare i rami d'olivo. L'architrave di sinistra raffigura quattro gruppi di animali in lotta tra loro, simbolo della lotta tra il bene e il male, cadenzati dalla presenza di due cacciatori. Nei riquadri presso le estremità, sono scolpiti due alberi dalle foglie lobate: il primo accoglie tra i rami un piccolo uccello, mentre il secondo è assalito da una capra rampante intenta a brucarne le foglie. Il marmo di destra ospita le figure di due grifi affrontati (allegoria della doppia natura umana e divina di Cristo), intenti ad artigliare un orso. Anche i due gruppi di leone con preda, posti al vertice dei due pilastri angolari della facciata, sono opera di Biduino o della sua taglia. |
Elementi decorativi |
Internamente l'impianto basilicale a tre navate è spartito da due file di otto archeggiature per parte, ciascuna impostata su sei colonne monolitiche e su due pilastri centrali, tutti dotati di capitelli scolpiti, ora figurati con protomi animali o antropomorfe, ora caratterizzati da motivi vegetali. In controfacciata si inserisce la cantoria in pietra, ampia quanto la navata centrale, che funge anche da bussola d'ingresso: al centro è posizionato l'organo Agati datato 1838. Addossata alla prima colonna di destra, è collocata un'acquasantiera in marmo bianco, che reca sulla base l'iscrizione "Carolus Chiccoli de Lanfranchis AD MDCXXXII devotionis causa". Sotto la seconda arcata che divide la navata centrale da quella sinistra, è collocato il fonte battesimale a immersione del XII secolo, costituito da un monolite in verrucano a pianta ottasgonale e caratterizzato da due gradini interni. Vicino alla controfacciata, sulla parete sinistra, è esposto un grande crocifisso di cartapesta datato tra il XVI e il XVII secolo e proveniente dalla Certosa di Calci, mentre sulla parete opposta sono ancora visibili i resti degli affreschi cinquescenteschi raffiguranti Cristo morto tra le sante Caterina e Lucia, che facevano parte dell'altare di Santa Caternia d'Alessandria, oggi non più esistente. Lungo le pareti delle navate minori, si alternano quattro altari laterali sei-settecenteschi in pietra serena e cinque confessionali del XVIII secolo, sempre in pietra, coronati dallo stemma della famiglia Lanfranchi. Il primo altare di destra, dedicato a Sant'Antonio da Padova, accoglie al centro del dossale la tela seicentesca coi santi Antonio e Biagio, attribuita al pittore Domenico Salvi. Il secondo altare sullo stesso lato, intitolato a Sant'Ansano e datato 1760, fu in passato di patronato della famiglia Santerini, come riporta l'epigrafe che si conserva sotto la mensa. Al centro campeggia il dipinto di Sant'Anna tra i santi Bartolomeo e Giovanni Battista, databile tra il XVI e il XVII secolo e proveniente dall'omonimo oratoio. Sulla parete opposta, il primo altare è dedicato alla Madonna e a San Carlo Borromeo: eretto nel 1725, reca stemmi della famiglia Lanfranchi ed è caratterizzato da una mensa in pietra serena e da un dossale con nicchia centrale, in cui è solitamente esposta la statua della Madonna Addolorata. Il secondo altare sullo stesso lato, dedicato a San Francesco, risale al 1718 ed è decorato con gli stemmi delle famiglie Spinola e Serlupi. Il dipinto qui conservato raffigura San Francesco e Frate Leone nel passaggio a La Verna, attribuito a Francesco Gaddi (1441-1504). La navata centrale è conclusa da un'unica abside semicircolare, caratterizzata da un paramento murario in pietra e priva di aperture. Al centro è posizionato l'Altare maggiore ottocentesco, eseguito in marmo bianco con intarsi in marmo giallo, rosa, verde e portoro, e caratterizzato da una mensa sostenuta da volute a ricciolo e da un alto gradino con tabernacolo intronizzato, sormontato da un crocifisso bronzeo benedetto dall'Arcivescovo di Pisa Mons. Gabriele Vettori il 1° marzo 1936. In testa alle navate minori, adiacenti all'area presbiteriale, si trovano due altari gemelli settecenteschi: quello di destra accoglie sotto la mensa le reliquie di San Vitale, i cui resti pervennero alla chiesa nel 1675 e furono inizialmente posizionate sull'altare di Sant'Antonio da Padova. Al centro del dossale, un'ampia nicchia ospita un crocifisso ligneo del XVII secolo, proveniente dalla Certosa di Calci e qui trasferito nel 1811. L'altare di sinistra, dedicato alla Madonna del Rosario, fu fatto edificare dalla compagnia della Santissima Annunziata e del Santissimo Rosario. Conserva una Annunciazione proveniente dal Palazzo arcivescovile e qui collocato nel 2010, attribuita a Jacopo Benettini detto il sordo, tra la fine del XVI e l'inizio del XVII secolo. |
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