chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Calci Pisa chiesa parrocchiale Ss. Giovanni ap. e Ermolao m. Parrocchia dei Santi Giovanni Apostolo ed Ermolao Martire Struttura; Pianta; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi presbiterio - aggiunta arredo (1960-1970) 1088 - 1098(citazione intero bene); 1088 - 1174(citazione intero bene); 1111 - 1111(citazione intero bene); 1120 - 1199(ampliamento lato nord); XIV - XIV(distruzione lato sud); 1646 - 1646(citazione altare laterale); 1737 - 1737(costruzione cupola); 1763 - 1763(rifacimento altare maggiore); 1828 - 1828(completamento abside); 1947 - 1985(restauro organo); 1954 - 1954(rifacimento pavimento); 1957 - 1958(costruzione canonica); 1975 - 1975(ristrutturazione coperture)
Chiesa dei Santi Giovanni Apostolo ed Ermolao Martire
Tipologia e qualificazione
chiesa parrocchiale
Denominazione
Chiesa dei Santi Giovanni Apostolo ed Ermolao Martire <Calci>
Altre denominazioni
Ss. Giovanni ap. e Ermolao m.
Ambito culturale (ruolo)
maestranze toscane (costruzione)
Notizie Storiche
1088 - 1098 (citazione intero bene)
Tra il 1088 e il 1098, il Vescovo di Pisa Daiberto fondò la Pieve di Calci sul luogo dove sorgeva l'antica cappella di Santa Maria ad Curtem, di proprietà arcivescovile. La nuova chiesa fu dotata di canonica, chiostro, campanile ospedale e cimitero, e circondata da orti e vigne.
1088 - 1174 (citazione intero bene)
In un documento pergamenaceo redatto nel gennaio 1174 nella chiesa di San Piero a Grado si riporta la notizia che il vescovo di Pisa Daiberto offrì un terreno di proprietà vescovile per erigere una cappella intitolata a Santa Maria ad Curtem.
1111 (citazione intero bene)
La prima fase costruttiva della chiesa terminò intorno al 1111, quando l'Arcivescovo Pietro Moriconi, successore di Daiberto, vi depose le reliquie di Sant'Ermolao, decretandolo così protettore del popolo calcesano.
1120 - 1199 (ampliamento lato nord)
Nella seconda metà del XII secolo furono avviati i lavori di ampliamento alla chiesa sul fianco nord per alloggiare il grande fonte battesimale.
XIV (distruzione lato sud)
Nella seconda metà del XIV secolo, il paese di Calci fu coinvolto nella lunga guerra fra pisani e fiorentini. La pieve subì devastazioni e incendi da parte delle truppe della compagnia di Giovanni Acuto nel 1375. La parte più colpita fu quella sul lato sud che ospitava gli edifici della casa canonica e dell'ospedale.
1646 (citazione altare laterale)
Nel 1646 l'urna con le reliquie di Sant'Ermolao furono traslate dall'Altare maggiore al vicino altare laterale.
1737 (costruzione cupola)
Nel 1737 è stata costruita la cupola all'incrocio dei bracci del transetto e decorata da un dipinto murale ottocentesco raffigurante la Trinità con la Madonna in gloria e santi.
1763 (rifacimento altare maggiore)
Nel 1763, l'antico Altare maggiore, realizzato alla romana in macigno, fu sostituito da un nuovo altare in marmo bianco con intarsi in marmi policromi. L'urna con le reliquie di Sant'Ermolao, temporaneamente traslata presso l'altare laterale, tornò ad essere esposta sotto la mensa maggiore.
1828 (completamento abside)
Nel 1828 i cascinesi Giuseppe e Luigi Bacchini decorarono con pitture murali la parete absidale.
1947 - 1985 (restauro organo)
L'organo fu restaurato nel 1947, grazie alla donazione del benefattore Eugenio Manetti, e nel 1985 dai fratelli Marin di Bolzaneto (Genova).
1954 (rifacimento pavimento)
Una lapide all'interno della chiesa riporta la notizia del rifacimento del pavimento, inaugurato nell'agosto del 1954.
1957 - 1958 (costruzione canonica)
La cosiddetta Casa dei preti fu demolita definitivamente nel 1957-1958. L'attuale casa canonica, separata dell'edificio chiesa, fu realizzata nella seconda metà del XVII secolo dal pievano Domenico della Chiostra.
1975 (ristrutturazione coperture)
Nel 1975, ad opera del genio Civile di Pisa, le coperture della chiesa furono ristrutturate ed impermeabilizzate.
Descrizione
La Pieve, intitolata ai santi Giovanni ed Ermolao, sorge nel cuore del centro abitato di Calci. La chiesa si affaccia su via della Propositura, che prosegue fianchieggiando il lato sinistro dell'edificio. Il fianco destro, invece, risulta circondato da abitazioni private, mentre la zona absidale si estende su Piazza Cairoli. All’originario corpo di fabbrica romanico si sono aggiunti e sovrapposti nel tempo elementi architettonici di diverse epoche: la facciata a salienti, seppur rimaneggiata, è la parte architettonica che preserva in maniera più integra la configurazione originale della pieve. Realizzato con un impianto asimmetrico a doppio spiovente, il prospetto risulta suddiviso in due ordini, separati da due cornici marcapiano in pietra nera di Asciano, e ricalca la doppia articolazione dei volumi interni, quello della navata centrale e quello delle navate laterali. L'ordine inferiore è caratterizzato da undici arcatelle pensili di dimensioni variabili, sorrette da sette lesene e decorate da elementi a losanga. Al centro e presso i lati si aprono il portale principale, sormontato da un'ampia lunetta e i due portoni secondari. L'ordine superiore è scandito da tre archi a tutto sesto ed ospita al centro una bifora tamponata. Conclude la facciata il frontone triangolare, che risulta scandito da quattro colonnine in marmo e presenta un oculo centrale tamponato. La parte tergale dell'edificio è caratterizzato da un abside semicircolare, frutto di una ricostruzione della metà del XIX secolo. Numerosi frammenti lapidei, scolpiti o incisi, sono stati reimpiegati ed inseriti nel paramento murario della chiesa. Sul fianco sinistro si erge il massiccio campanile a pianta quadrangolare. Rimasta incompiuta, la torre risulta suddivisa in due ordini, quello inferiore costituito da blocchi di pietra squadrata provenienti dalle vicine cave, e quello superiore da laterizi. Il primo ordine è dotato di grandi pilastri angolari e tre lesene per lato a sostegno della decorazione ad archetti pensili. Il secondo accoglie la cella campanaria priva di copertura, caratterizzata da quattro aperture a bifora. Sul lato orientale della torre, inserito in parete, è inserito un elemento scultoreo di spoglio che è stato ricondotto dalla critica alla raffigurazione della testa di Giove Ammone. Internamente la pieve è caratterizzata da un impianto basilicale, costituito da tre navate, dotato di transetto e concluso da abside semicircolare. Le navate sono scandite da due file di cinque colonne in granito ciascuna, sormontate da capitelli di recupero a sostegno delle arcate a tutto sesto, ed accolgono tre cappelle laterali, due a destra ed una a sinistra. L'area presbiteriale termina con un abside semicircolare, al centro del quale si apre un'ampia finestra rettangolare. All'estremità del braccio sinistro del transetto, una porta immette in una stanza utilizzata come deposito, mentre dal braccio destro, a sinistra dell'ingresso laterale, si accede alla sacrestia.
Struttura
Muratura portante a sacco, costituita da conci in pietra di verrucano e da materiale sciolto lapideo. Le mutature esterne si presentano tutte a faccia vista, mentre quelle interne sono intonacate, in buono stato di conservazione.
Pianta
Impianto basilicale a croce latina, caratterizzata da tre navate, transetto e cappelle laterali. Il presbiterio è rialzato di tre gradini rispetto al resto dell'aula e si conclude con un abside di forma semicircolare. Nella navata laterali si aprono tre cappelle, due a sinistra e una a destra. In controfacciata è inserita la cantoria che ospita al centro l'organo.
Coperture
La copertura della navata centrale è costituita da una volta a botte lunettata. Quelle delle navate laterali sono caratterizzate da sei volte a crociera, intervallate da altrettanti archi. All’incrocio tra navata principale e transetto si innesta la cupola semisferica affrescata, dotata di tamburo cilindrico poggiante su pennacchi. I bracci del transetto presentano volte a crociera, mentre l’abside è caratterizzato da un catino semisferico affrescato. Le due cappelle di sinistra sono coperte da volte a crociera e quella di destra da una volta a vela affrescata. Tulle le volte descritte risultano completamente intonacate e in parte affrescate. La sacrestia presenta una copertura in struttura lignea. Manto di copertura in cotto su tutte le falde di copertura dell’edificio.
Pavimenti e pavimentazioni
L'aula e la prima cappella di sinistra sono caratterizzate da una pavimentazione di quadroni in cotto. L'area presbiteriale e la cappella della Madonna, sul lato destro, sono dotate di un pavimento a quadroni in marmo bianco e bardiglio posati a losanga. Il coro e la cappella di Sant'Ermolao, sul lato sinistro, presentano una pavimentazione di mattonelle in cotto di forma rettangolare. Nella sacrestia la pavimentazione è in mezzane di cotto.
Elementi decorativi
Tipico esempio di architettura romanica pisana dell'XI e XII secolo, la pieve di Calci è caratterizzata da una facciata a salienti rivestita da blocchi di verrucano, alternati a conci di pietra grigia di Asciano e marmo bianco di San Giuliano. Il prospetto risulta asimmetrico per le trasformazioni che la struttura ha subito nel corso dei secoli. L'ordine inferiore è caratterizzato da una successione di arcatelle pensili, impostate su alte lesene, ciascuna ospitante una tarsia a losanga in calcare grigio e verrucano. La continuità del paramento è interrotto da tre portali d'ingresso, di cui quello centrale sormontato da un'ampia lunetta bicroma e provvisto di un portone in legno di castagno. La parte superiore della facciata è scandita da tre archeggiature pensili: quelle laterali decorate da due tarsie in pietra grigia e marmo bianco, mentre quella centrale dotata di bifora tamponata. Il timpano triangolare, ritmato da quattro colonnine marmoree, ospita al centro un oculo murato. All'interno, la chiesa è caratterizzata da uno schema a pianta basilicale, divisa in tre navate da due file di colonne monolitiche in granito, sormontate da capitelli in pietra scolpiti, alcuni dei quali di reimpiego, risalenti ad epoca romana e medievale. In controfacciata è inserita la cantoria con balconata in legno, ospitante al centro l'organo storico, acquistato a Lucca nel 1850 e restaurato nel 1985 dai fratelli Marin di Bolzaneto (Genova). Nella navata sinistra si aprono due cappelle laterali: nella prima è conservato il fonte battesimale ad immersione, ascrivibile alla seconda metà del XII secolo, costituito da un blocco monolitico di pietra di San Giuliano e decorato nella parte frontale da un bassorilievo raffigurante il Battesimo di Gesù. La seconda è attualmente dedicata a Sant'Ermolao: fu costruita nella seconda metà del Seicento e, per tre secoli, svolse la funzione di cappella del SS.mo Sacramento, poiché l'antico altare maggiore alla romana non era provvisto di tabernacolo. Nel corso del XIX secolo divenne cappella del Rosario, ospitando l'immagine della Madonna di Pompei, fino al 1990 quando accolse l'urna marmorea con le reliquie del santo patrono. La navata destra ospita la cappella della Madonna, realizzata nel 1881 per volontà dall'arcivescovo Paolo Micallef in ricordo della demolita chiesa battesimale di Santa Maria a Willarda. La nuova cappella, costruita sfruttando gli spazi già esistenti dell'antico ospedale, è dotata di un'apertura sulla parete destra che conduce alla cappella dell'Adorazione eucaristica. Quest'ultima, pur mantenendo la sua funzione religiosa, ospita oggi un'esposizione di oggetti di culto provenienti dalle chiese dell'Unità pastorale di Calci. Vicino all'area presbiteriale si fronteggiano due altari seicenteschi in pietra serena: a sinistra, quello dedicato alle Anime del Purgatorio, eretto nel 1665 dal pievano Meucci e restaurato nel 1820, e a sinistra quello intitolato a Sant'Antonio da Padova, anch'esso restaurato nel 1883. Lungo le pareti delle navate laterali sono inseriti quattro confessionali datati 1757, sormontati dallo stemma della famiglia Nuti. I bracci del transetto ospitano, a sinistra, l'altare in pietra serena datato 1646, che reca iscritta sui plinti la testimonianza della traslazione delle reliquie di Sant'Ermolao (giunte da Nicomedia a Calci nel 1111) presso questo stesso altare; a destra, è collocato l'altare dedicato ai santi Ansano e Carlo Borromeo. L'area presbiteriale, introdotta da due balaustre marmoree, accoglie al centro l'Altare maggiore realizzato nel 1763 in marmo di Carrara con intarsi in marmi policromi. Lungo la parete absidale si dispongono gli stalli lignei del coro, sormontati dai dipinti murali raffiguranti i quattro Evangelisti, condotti a monocromo dai cascinesi Giuseppe e Luigi Bacchini nel 1828. La cupola all'incrocio dei bracci del transetto risale al 1737 ed è ornata dall'affresco della Trinità con la Madonna in gloria e santi.
Adeguamento liturgico
presbiterio - aggiunta arredo (1960-1970)
L’adeguamento liturgico consiste nell'inserimento, davanti all'area presbiteriale e all'altare maggiore preconciliare, di una mensa in legno per la celebrazione versus popolum e di un ambone in struttura lignea.