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beni culturali della Chiesa cattolica
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adeguamento liturgico
Pontedera
Pisa
chiesa
parrocchiale
SS. Iacopo e Filippo
Parrocchia dei Santi Iacopo e Filippo
Struttura; Pianta; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
presbiterio - intervento strutturale (1974-1977)
1193 - 1193(citazione intero bene); XIII - XIII(citazione intero bene); 1271 - 1273(costruzione intero bene); XIV - XV(citazione intero bene); 1842 - 1842(costruzione intero bene); 1864 - 1874(consacrazione intero bene); 1930 - 1937(costruzione campanile
portico); 1939 - 1939(citazione intero bene); 1944 - 1944(demolizione parziale intero bene); 1949 - 1949(consacrazione altare); 1958 - 1978-1980(costruzione campanile); 1974 - 1974(consacrazione area presbiteriale); 2003 - 2003(restauro cappella laterale)
Chiesa dei Santi Iacopo e Filippo
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa dei Santi Iacopo e Filippo <Pontedera>
Altre denominazioni Chiesa dei Santi Giacomo e Filippo
SS. Iacopo e Filippo
Autore (ruolo)
Michelacci, Giuseppe (progettista)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze toscane (costruzione)
Notizie Storiche

1193  (citazione intero bene)

La prima attestazione dell'esistenza di una chiesa nel paese di Pontedera risale al 1193 e si riferisce alla chiesa di San Martino. Il documento è una Bolla di Papa Celestino III del 13 novembre 1193, in cui la chiesa era nominata dipendente dalla pieve di Calcinaia.

XIII  (citazione intero bene)

La chiesa di San Martino andò distrutta nel corso del XIII secolo, durante le lotte tra Pisa e Firenze.

1271 - 1273 (costruzione intero bene)

Scomparsa la chiesa di San Martino, gli abitanti di Pontedera chiesero l'erezione di un nuovo edificio di culto che fu innalzato tra il 1271-1273. La nuova chiesa, sotto il patronato di San Martino in Kinzica, fu consacrata dall'arcivescovo Federico Visconti e subito elevata a prepositura l'11 luglio 1273.

XIV - XV (citazione intero bene)

Quando i canonici agostiniani abbandonarono il convento di San Martino, il proposto di Pontedera diventò un sacerdote secolare, la cui elezione dipese, in un primo tempo, dalle monache di San Martino e, in seguito, dagli stessi Arcivescovi.

1842  (costruzione intero bene)

Nel 1842, per rispondere all'aumento della popolazione, il Granduca Leopoldo II approvò il progetto per la costruzione del nuovo edificio ideato dall'ingegnere fiorentino Giuseppe Michelacci.

1864 - 1874 (consacrazione intero bene)

La nuova chiesa fu benedetta e aperta al culto nel 1864 e, il 21 settembre 1874, fu consacrata dall'arcivescovo di Pisa Paolo Micallef.

1930 - 1937 (costruzione campanile, portico)

La nuova chiesa fu dotata di porticato esterno, costruito nel 1930, e di due campanili, innalzati nel 1937 ai lati dell'abside centrale.

1939  (citazione intero bene)

Nel 1939, alla nuova chiesa di Pontedera fu trasferito il titolo e la dedicazione dall'antica chiesa del Santissimo Crocifisso.

1944  (demolizione parziale intero bene)

Durante la Seconda guerra mondiale, la chiesa subì gravi danni: nel 1944, le truppe tedesche in ritirata minarono le due torri campanarie, che franarono sull'abside distruggendolo. L'area presbiteriale fu ricostruita poco tempo dopo dall'architetto Renzo Bellucci, lo stesso che mise mano anche alla vicina chiesa duecentesca, fortemente gravata dal passaggio della guerra.

1949  (consacrazione altare)

Il nuovo altare della chiesa, eretto su progetto dell'architetto Renzo Bellucci, fu consacrato dall'Arcivescovo di Pisa Ugo Camozzo nel 1949.

1958 - 1978-1980 (costruzione campanile)

Verso la metà del Novecento, fu eretto il nuovo campanile, progettato dall'architetto Bellucci e inaugurato nel 1958. La torre presentò fin da subito importanti problemi di statica, che portarono all'intervento di ristrutturazione tra il 1978-1980, sotto la guida dell'ingegnere Raffaello Bartelletti.

1974  (consacrazione area presbiteriale)

L'architetto Renzo Bellucci fu l'artefice dell'adeguamento liturgico dell'area presbiteriale della chiesa: la mensa liturgica "versus populum" fu consacrata dall'Arcivescovo Benvenuto Matteucci nel 1974.

2003  (restauro cappella laterale)

Nel 2003, fu eseguito il restauro alla cappella del Santissimo Sacramento e alla copertura del pronao.
Descrizione

La chiesa dei santi Jacopo e Filippo, chiamata anche "chiesa nuova", venne eretta in stile neoclassico fra il 1840 e il 1864, su progetto dell'ingegnere Giuseppe Michelacci. Intorno agli anni Trenta del Novecento furono aggiunti il porticato, i due campanili e la fontana in mezzo alla piazza su cui l'edificio si affaccia. Isolata su tutti i lati, la chiesa è introdotta da un ampio sagrato asfaltato delimitato da barriere vegetali e sedute in marmo. Il prospetto principale, completamente intonacato, è caratterizzato da un portico colonnato che si estende per l'intera larghezza della facciata, costituito da otto colonne con capitelli ionici a sostegno di un'alta trabeazione. Al di sotto della loggia, si trovano tre grandi portali d'ingresso, di cui quello centrale maggiore, intervallati da due coppie di nicchie che accolgono le statue in marmo dei quattro Evangelisti. La parte superiore della facciata, trattata a finto bozzato, ospita una grande finestra a lunetta tripartita, in asse col portone centrale. Al vertice, il prospetto si conclude con un frontone dentellato in corrispondenza della navata centrale, accompagnato da due ali laterali ad andamento orizzontale. Sul fianco sinistro della chiesa, leggermente discosto da essa, si erge l'alto campanile in cemento armato, realizzato su progetto dell'architetto Renzo Bellucci nel 1958, originariamente alto 53.60 metri e, venti anni più tardi, ridotto a 44.30 metri a causa di problemi statici. La torre, a base quadrangolare, è costituita da pilastri laterali in c.a. e tamponamento in laterizio intonacato e tinteggiato, ad eccezione della base che presenta un rivestimento in travertino. La cella campanaria, dotata di quattro aperture rettangolari, termina con una copertura piana. All'interno, la chiesa a pianta basilicale è scandita in tre navate da una serie di colonne binate e caratterizzata da un transetto e da un'abside semicircolare con deambulatorio.
Struttura
Muratura perimetrale in pietra mista a laterizio, lasciata a vista sui prospetti esterni dell'edificio, ad eccezione della facciata principale intonacata. Internamente l'edificio risulta completamente intonacato e tinteggiato.
Pianta
Lo schema planimetrico è a pianta basilicale a tre navate, concluso da abside semicircolare con deambulatorio. Le navate sono divise da colonne binate (in pietra con finitura a marmorino) poste a sostegno di archi a tutto sesto. Il transetto ospita presso le estremità due grandi cappelle a pianta semicircolare. Adiacenti al presbiterio, si aprono altre due cappelle laterali: quella di destra funge da collegamento con la retrostante sacrestia. Dal deambulatorio, sul lato sinistro, si accede ad un vano utilizzato come magazzino da cui, per mezzo di una scala, si raggiungono dei locali soprastanti utilizzati come deposito. Allo stesso modo dalla sacrestia si accede, mediante una scala, al piano superiore in cui si trova un ripostiglio ed un servizio igienico. Da questi spazi si accede anche alla terrazza ricavata sopra il portico colonnato.
Coperture
La navata centrale è dotata di copertura a doppia falda costituita da capriate, terzere e travicelli in legno e mezzane in cotto. Le navate laterali sono coperte con volte a vela intonacate e tinteggiate. La crociera del transetto presenta una copertura a cupola intonacata e tinteggiata con motivi a lacunari e ampio occhio zenitale. L'area presbiteriale si conclude con un catino absidale intonacato, suddiviso in sette spicchi con raffigurazioni di Cristo e santi. Le cappelle presso le estremità del transetto sono dotate di parete e catino absidale, con occhio centrale a mezzaluna, intonacate e tinteggiate a lacunari. Stessa finitura per i raccordi tra le calotte del transetto e la cupola centrale, con copertura a botte. La cappella del Santissimo Sacramento ha copertura a cupola intonacata e dipinta, mentre quella sul lato opposto ha copertura piana.
Pavimenti e pavimentazioni
La navata centrale e quelle laterali hanno una pavimentazione costituita da piastrelle di marmo bianco e bardiglio disposto a losanga, delle dimensioni di cm 50x50. Tra le navate, la pavimentazione è intervallata da lastre rettangolari con riquadri e cornici. L'area presbiteriale è pavimentata con lastre rettangolari in marmo bianco, con grandi cornici in porfido lucidato. Le cappelle adiacenti all'abside e l'abside stesso presenta una pavimentazione a piastrelle in marmo bianco venato delle dimensioni di cm 40x40, posate parallelamente alle pareti.
Elementi decorativi
La facciata a salienti, completamente intonacata, è caratterizzata nella parte inferiore da un ampio portico, costituito dalla successione di otto colonne con capitelli ionici e da una spessa trabeazione ornata da una cornice a dentelli. Sotto il loggiato, si aprono i tre portali d'ingresso in marmo bianco modanato, intervallati da due coppie di nicchie in cui sono inserite le statue dei quattro Evangelisti, realizzate dallo scultore veneto Pietro Kufferle nella prima metà del Novecento. La parte superiore del prospetto, conclusa da un frontone triangolare con cornice dentellata, accoglie al centro un'ampia finestra a lunetta. Sul vicino campanile, infine, si inserisce una scultura di Mario Bertini del 1958, raffigurante la Madonna con Gesù Bambino. Internamente la chiesa si presenta a tre navate, scompartite da due file di colonne binate dipinte a finto marmo, a sostegno di una serie di archi a tutto sesto. Le pareti laterali sono scandite dalle stazioni della via crucis, opera eseguita a mosaico da Mino Rosi del 1957. In controfacciata, sopra il portale d'ingresso principale, è inserita una vetrata artistica raffigurante la Sacra Famiglia, realizzata da Giorgio Scalco nel 1945, autore anche delle figure di santi sulle finestre lungo le navate laterali. Tra le colonne della navata centrale, trovano posto due acquasantiere ottocentesche in marmo bianco scolpito, mentre nella navata destra, vicino all'ingresso, è collocato il fonte battesimale: quest'ultimo, delimitato da balaustre e cancellino, è costituito da il fonte vero e proprio, riconducibile alla bottega di Silvio Corsini del secolo XVI e proveniente dalla chiesa del Santissimo Crocifisso, e da un dossale con bassorilievo raffigurante il Battesimo di Gesù, eseguito da Pietro Kufferle nel 1939. Lungo le navate minori si dispongono quattro altari laterali pressoché identici, realizzati in marmo bianco tra il 1862 e il 1864: il primo sulla destra ospita una tela dell’Annunciazione di Jacopo Chimenti del 1599, mentre il secondo una tela seicentesca raffigurante la Madonna in trono coi Santi Teresa d’Avila, Isidoro, Gaetano, Filippo Neri, detta Madonna della Mercede, oggi attribuita a Francesco Curradi e proveniente dalla chiesa del Santissimo Crocifisso. Sulla parete opposta, il primo altare accoglie una Deposizione di Gesù dalla croce di autore ignoto, mentre il secondo una statua della Madonna addolorata e, sotto la mensa, una statua di Cristo morto. Lungo le pareti laterali, alternati agli altari, si inseriscono sei confessionali in legno, mentre, addossato ad un pilastro, si trova il pulpito in marmo bianco del 1864, sostenuto da tre mensoloni con intarsi in marmi policromi. Presso le estremità del transetto sono state ricavate due ampie cappelle che ospitano due altari gemelli in marmo di Carrara, caratterizzati da una forma leggermente ricurva per seguire l’andamento circolare della parete e dotati di un grande tabernacolo intronizzato. L'altare di destra conserva sotto la mensa le spoglie mortali di San Faustino, patrono della città, mentre al vertice si trova un trono in legno del XIX secolo contenente l'immagine della Madonna del Rosario. L'altare di fronte ospita un'opera di Silvestro Pistolesi del 1969, raffigurante il Sacro Cuore di Gesù. Dopo la Seconda guerra mondiale, fu costruita a sinistra del presbiterio un'altra cappella, dedicata al Santissimo Sacramento, con pareti e volta affrescate da Dilvo Lotti nel 1953 e nella quale è collocato un altare barocco in marmo bianco e breccia, proveniente dalla chiesa del Santissimo Crocifisso. L'area presbiteriale ospita al centro una grande mensa per la celebrazione liturgica in marmo di Carrara e, alle spalle, un dossale in porfido a cui è addossata la sede. Lo spazio absidale è sottolineato da una serie di cinque colonne marmorizzate disposte ad andamento semicircolare. Le figure del Redentore e santi dipinte sul catino centrale e quelle dei quattro Evangelisti nei pennacchi della cupola sono opera di Otello Cirri.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1974-1977)
A metà degli anni Settanta, l'architetto Renzo Bellucci progettò l'adeguamento liturgico dell'area presbiteriale del Duomo di Pontedera: al centro del presbiterio è inserita la mensa in marmo bianco per la celebrazione liturgica "versus populum", consacrata dall'Arcivescovo Benvenuto Matteucci nel 1974. Alle sue spalle, si trova un massiccio dossale in porfido, al centro del quale è addossata la sede. A sinistra dell'altare, è collocato l'ambone in bronzo fuso, opera di Mario Bertini del 1977.
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