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Vajont
Concordia - Pordenone
chiesa
parrocchiale
Gesù Crocefisso
Parrocchia di Gesù Crocifisso
Impianto strutturale; Elementi decorativi; Impianto strutturale; Pianta; Impianto strutturale; Pianta; Elementi decorativi; Pavimenti e pavimentazioni
altare - intervento strutturale (1970); ambone - intervento strutturale (1970); cattedra - intervento strutturale (1970); fonte battesimale - intervento strutturale (1979)
1963 - 1963(cenni storici intero bene); 1968 - 1968(committenza intero bene); 1968 - 1968(inizio lavori intero bene); 1974 - 1974(apertura al culto intero bene)
Chiesa di Gesù Crocefisso
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di Gesù Crocefisso <Vajont>
Ambito culturale (ruolo)
maestranze emiliane (costruzione edificio)
Notizie Storiche

1963  (cenni storici intero bene)

Nel 1963 era stata portata a termine sul torrente Vajont, al confine tra la diocesi di Concordia e quella di Belluno, una diga che per le sue proporzioni, la sua forma, i suoi strumenti collocati nel ventre del poderoso manufatto, era ritenuta a ragione una delle meraviglie della tecnica moderna. Essa aveva dato luogo a un grande lago artificiale, che saliva fino ai piedi di Passo S. Osvaldo. Alle ore 23.39 di mercoledì 9 ottobre 1963, la montagna di ponente (il Toc) entro cui s'incastrava la diga cedette d'improvviso, ma non si adagiò mollemente sulle acque del lago, la montagna precipitò come un immenso meteorite e l'onda salì fino a Casso, fino a S. Martino e ne succhiò case, uomini, animali, terra, pietre, tutto e, scavalcando la diga, precipitò su Longarone e sugli altri paesi della vallata del Piave. L'onda inghiottì oltre duemila morti; 159 abitualmente residenti nel comune di Erto-Casso, più 52 non residenti ed altri originari del luogo. Questa la tragica origine di Vajont.

1968  (committenza intero bene)

Quando nel comune di Maniago si sceglie di creare un nuovo quartiere nominato Vajont per accogliere gli sfollati di Erto, si affida all'architetto Glauco Gresleri di progettare la nuova chiesa parrocchiale con annesse le opere parrocchiali.

1968  (inizio lavori intero bene)

L'arcivescovo di Bologna, cardinale Giacomo Lercaro, benedice la prima pietra del nuovo edificio.

1974  (apertura al culto intero bene)

15 settembre 1974: apertura al culto. 7 dicembre 1974: il Vescovo Abramo Freschi consacra l'altare e la chiesa.
Descrizione

La chiesa è un edificio grande, ma non vistoso; molto spesso le persone che vengono a Vajont per la prima volta faticano a riconoscerlo come un tempio. Secondo le diciture stesse dell'architetto, "l'ambiente sacro torna ad essere nei suoi stessi elementi fisici catechesi popolare, non imposto, non dottrina, dialogante con i fedeli, disponibile ad attribuzioni e inserti catechizzanti per mezzo di segni intellegibili".
Impianto strutturale
L'architettura complessiva è concepita come un unico grande corpo, che si dirama e si sviluppa in diversi ambienti, raccordati dalla copertura piana che lega tra loro l'aula della chiesa, la casa canonica, gli ambienti pastorali.
Elementi decorativi
La chiesa è concepita secondo i criteri dell'architettura minimalista e del funzionalismo, priva di ogni tipologia decorativa.
Impianto strutturale
Secondo la descrizione stessa dell'architetto, la chiesa si presenta come un grande volume strutturale, e il suo volume risulta una depressione rispetto al livello della strada e al profilo architettonico delle strutture commerciali che ha di fronte.
Pianta
Vi si accede dalla strada lungo un sentiero tra i corpi architettonici, voluto dall'architetto come un luogo consapevole di passaggio.
Impianto strutturale
Sempre secondo le note dell'architetto, si può dire che appena entrati lo spazio smisurato dell'esterno e la luce prendono nuova forma e nuova dimensione più proporzionata.
Pianta
La grande aula è misurata nel suo perimetro dai percorsi, ed è definita dai luoghi rituali che si snodano sui diversi livelli.
Elementi decorativi
Una intensa luce zenitale concentra dinamicamente tensione sull'altare, come fosse una cupola dalle linee moderne e dalle architetture semplificate. Gli altri contesti celebrativi prendono luce dalle vetrate disegnate e realizzate da Costantino Ruggeri.
Pavimenti e pavimentazioni
In presbiterio sono messi in evidenza gli spazi rituali, realizzati con lo stesso marmo nero delle pavimentazioni.
Adeguamento liturgico

altare - intervento strutturale (1970)
I luoghi liturgici sono stati progettati da Glauco Glesleri e Silvano Varnier, iscritti nel progetto totale dell'aula liturgica. L'altare è un monolite in marmo, a forma di parallelepipedo massiccio e imponente, che emerge nel recinto del presbiterio, posto sotto l'ampia fascia di luce naturale che entra dalla feritoia posta nel soffitto.
ambone - intervento strutturale (1970)
I luoghi liturgici sono stati progettati da Glauco Glesleri e Silvano Varnier, iscritti nel progetto totale dell'aula liturgica. L'ambone è un parallelepido massiccio, scavato nel marmo, che in cuspide è profilato come un libro aperto, atto ad accogliere la forma del Lezionario.
cattedra - intervento strutturale (1970)
I luoghi liturgici sono stati progettati da Glauco Glesleri e Silvano Varnier, iscritti nel progetto totale dell'aula liturgica. La sede è composta da un ordine di sedute in legno, collocate su elementi di cemento armato, differenziati per tipologia di servizio, dando evidenza alla presidenza del celebrante.
fonte battesimale - intervento strutturale (1979)
I luoghi liturgici sono stati progettati da Glauco Glesleri e Silvano Varnier, iscritti nel progetto totale dell'aula liturgica. Nell'angolo del presbiterio, sottolineato da un gioco di vetrate istoriate con simbologia opportuna, è inserito il complesso e articolato fonte battesimale, concepito come una vasca in cui l'acqua poteva scorrere.
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