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Bibione
San Michele al Tagliamento
Concordia - Pordenone
chiesa
sussidiaria
Santo Stefano
Parrocchia di Santa Maria Assunta
Impianto strutturale; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni; Navata
presbiterio - aggiunta arredo (2003)
1999 - 1999(notizie storiche intero bene); 1999 - 1999(fase progettuale intero bene); 2000 - 2000(fase progettuale intero bene); 2000 - 2000(notizie storiche intero bene)
Chiesa di Santo Stefano
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa di Santo Stefano <Bibione, San Michele al Tagliamento>
Ambito culturale (ruolo)
maestranze venete (costruzione edificio)
Notizie Storiche

1999  (notizie storiche intero bene)

Nel progetto di costruzione di un centro di accoglienza pastorale, con lo scopo della pastorale del turismo, sorto al posto delle precedenti colonie di proprietà dell'Opera Diocesana Assistenza, si ritiene opportuno valutare la costruzione di una chiesa succursale alla chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta.

1999  (fase progettuale intero bene)

Si prevede di realizzare una parte più intima riservata al culto liturgico, ed una parte polifunzionale - separata da parete mobile - da usarsi come possibile ampliamento dell'aula liturgica quando necessario, e come accoglienza di eventi culturali o musicali.

2000  (fase progettuale intero bene)

L'area su cui è stata edificata la chiesa è stata donata dall'Ente di Culto Opera Diocesana di Assistenza alla Parrocchia di Santa Maria Assunta in Bibione, che ne è a tutt'oggi proprietaria (27 ottobre 2000).

2000  (notizie storiche intero bene)

Gli architetti Chiarot e Fantuzzi si ispirano in modo dichiarato ed evidente alla forma architettonica della chiesa parrocchiale del Padre Misericordioso, opera dell'architetto Richard Meier, edificata a partire dal 1998 nel quartiere romano Alessandrino.
Descrizione

E' doveroso puntualizzare un richiamo. Questa costruzione si riferisce con evidenze formali e strutturali ad un modello noto: La chiesa romana del Padre Misericordioso, nota anche come Dives in Misericordia (dall’omonima enciclica di Giovanni Paolo II, 1980), viene realizzata in occasione del Giubileo del 2000 a seguito di un concorso internazionale a inviti (1995), per sei architetti noti, di nazionalità e culti diversi: Tadao Ando, Gunter Behnisch, Santiago Calatrava, Peter Eisenman, Frank Gehry e Richard Meier. Il concorso bandito dal Vicariato di Roma per l’area di Tor Tre Teste, compresa tra il Raccordo Anulare, la via Prenestina Vecchia e il quartiere Alessandrino, vinto da Meier, richiedeva l’elaborazione di un progetto di chiesa parrocchiale capace sia di esprimere la spiritualità del nuovo millennio, sia di immettere valore architettonico e urbano nell’edificato convenzionale del quartiere romano. Lo spazio sacro è concepito come l'interno di un guscio protettivo, aperto al cielo (infinito) e all'intensità della luce che entra zenitalmente dalle vetrate di collegamento delle vele e da quelle alle spalle del presbiterio sopra l’altare e dal basso infondendogli una qualità dinamica.
Impianto strutturale
Lo schema compositivo della chiesa accosta due parti fortemente diverse. A sinistra l’aula ecclesiale individuata dalla figura avvolgente dei due gusci; queste potenti pareti curve è come se si infrangessero con le loro ondate energiche contro il volume (relativamente rigido anche se puntigliosamente profilato e scavato) delle murature che fanno da limite nell'angolatura tra il presbiterio e gli ambienti di servizio.
Coperture
Il montaggio dei conci, diversi per misura e curvatura, tanto che ne sono state prodotte 38 tipologie, ha richiesto per il posizionamento e l’impilaggio il progetto e la realizzazione di un traliccio speciale scorrevole, chiamato appunto la Macchina dei conci. Infatti ogni pannello doveva essere accostato ad altri, con la precisione richiesta dal rispetto della geometria della vela e, con precisione assoluta, esser movimentato per permettere l’interconnessione delle barre, tornare alla posizione ideale e rimanere immobile durante le prime fasi di realizzazione del giunto, in una porzione di spazio predeterminato. Tutto ciò senza che sulla verticale del suo baricentro potesse essere agganciato un qualsiasi mezzo di sollevamento o di sostegno.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione non è mai stata completata. E' in cemento levigato.
Navata
Lo spazio compreso tra i gusci è chiuso da una copertura vetrata, che permette quindi l’ingresso della luce dall’alto.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (2003)
L'arredo proviene dalla Cappella delle Suore della Divina Volontà, oggigiorno non più esistente. L'altare è costituito da tre elementi in marmo chiaro lavorati con un fregio che richiama la simbologia dell'arte paleocristiana. Medesime caratteristiche le si possono riscontrare nell'ambone e nel supporto del tabernacolo. Lo stesso, nella parte alta, si presenta come una scatola di marmo chiusa: da una parte l'apertura per l'Eucarestia e dall'altra la raffigurazione del volto di Cristo. Tra il supporto e il tabernacolo stesso ci sono quattro colonne che sostengono il tabernacolo vero e proprio nel quale, originariamente, era possibile inserire la Parola di Dio.
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