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Ripoli
Cascina
Pisa
chiesa
parrocchiale
S. Andrea e S. Lucia
Parrocchia dei Santi Andrea e Lucia
Struttura; Pianta; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
presbiterio - aggiunta arredo (1970-1990)
1276 - 1277(citazione intero bene); XVI - XVII(citazione intero bene); 1720 - 1720(ricostruzione intero bene); 1724 - 1725(consacrazione intero bene); XIX - XIX(restauro cantoria)
Chiesa dei Santi Andrea e Lucia
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa dei Santi Andrea e Lucia <Ripoli, Cascina>
Altre denominazioni S. Andrea e S. Lucia
Ambito culturale (ruolo)
maestranze toscane (costruzione)
Notizie Storiche

1276 - 1277 (citazione intero bene)

La chiesa di Sant'Andrea a Ripoli è citata nell'elenco delle Decime del 1276-1277 relative al piviere di San lorenzo alle Corti. Nel documento viene nominata anche la chiesa di Santa Lucia, che sorgeva all'estremità opposta del paese.

XVI - XVII (citazione intero bene)

Nel XVI secolo, la chiesa di Santa Lucia fu abbandonata e, in quello successivo, distrutta. Il titolo quindi passò alla sopravvissuta chiesa di Sant'Andrea, dove nel 1624 fu istituita la compagnia di Santa Lucia.

1720  (ricostruzione intero bene)

L'attuale edificio fu costruito intorno al 1720 per volontà e a spese del curato Valerio Perelli.

1724 - 1725 (consacrazione intero bene)

La nuova chiesa fu benedetta il 30 novembre 1724 e consacrata il 2 giugno 1725 dall'Arcivescovo di Pisa Francesco Frosini.

XIX  (restauro cantoria)

Nel corso del XIX secolo, la chiesa subì diversi interventi di restauro tra cui la modifica della cantoria per consentire la collocazione dell'organo Agati nel 1835.
Descrizione

Il paese di Ripoli sorge sulla riva sinistra dell’Arno, nel punto in cui il fiume forma una profonda ansa verso settentrione. Noto per i resti del castello eretto dalla famiglia mercantile pisana dei Compagno tra 1379-1381, il borgo ospita la chiesa dei Santi Andrea e Lucia che si erge al margine ovest dell'abitato, all'incrocio tra via Santa Lucia e via Nuova. L'attuale edificio risale al 1720 e fu ricostruito dal curato Valerio Perelli al posto della precedentestruttura. Introdotta da un breve sagrato, la chiesa risulta libera su tre lati, mentre il quarto, rivolto verso sud, è connesso con gli edifici adiacenti di proprietà parrocchiale realizzati nel tempo. La facciata a capanna, in mattoni a faccia vista (come l'intero edificio), è caratterizzata da un grande portale d'ingresso, dotato di frontone e cornici modanate in pietra serena e sormontato da un'epigrafe e dallo stemma del curato Valerio Perelli. Nella parte superiore del prospetto si inserisce un'ampia finestra quadrangolare, oggi murata, anch'essa profilata da cornice in pietra serena. Al vertice, la facciata è conclusa da un timpano triangolare fortemente aggettante, al centro del quale campeggia lo stemma della famiglia Compagni, patroni dell'antica chiesa romanica. Sull'angolo destro della chiesa, in corrispondenza della parete di fondo, si erge il campanile in cotto a base rettangolare, caratterizzato da una cella campanaria dotata di monofore e conclusa da una copertura a cuspide curvilinea. L'interno si presenta ad aula unica con abside quadrangolare introdotta da arco trionfale. Il presbiterio, sollevato di un gradone rispetto al resto dell'aula, presenta sulle pareti laterali due porte: quella destra conduce al campanile e, da qui, all'esterno, mentre quella sinistra alla sacrestia e agli adiacenti locali parrocchiali.
Struttura
Muratura perimetrale condotta interamente in mattoni a faccia vista sull'esterno, intonacata e tinteggiata internamente. Ottima la tessitura muraria e i giunti di malta.
Pianta
Schema a navata unica con abside quadrangolare, introdotta da arco trionfale. Il presbiterio, sollevato di un gradone rispetto al resto dell'aula, presenta sulla parete destra un'apertura che conduce al campanile e, da qui, all'esterno. Sulla parete opposta una porta conduce alla sacrestia e agli adiacenti locali parrocchiali. In controfacciata è inserita una cantoria pensile in legno, poggiante su mensoloni.
Coperture
La copertura dell'aula è costituita da una volta a botte lunettata, intonacata, tinteggiata e scandita da costoloni che si innalzano in corrispondenza delle paraste. Le lunette ospitano altrettante finestre. La scarsella absidale presenta una volta a crociera semplicemente intonacata e tinteggiata. Sopra la volta la struttura di copertura è a doppia falda con struttura costituita da capriate, terzere e travicelli in legno e mezzane in cotto. Negli anni '80 è stato eseguito un intervento di restauro e consolidamento al tetto che ha previsto l'affiancamento di due capriate metalliche a quella in legno per renderle collaboranti.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione della navata è costituita da piastrelle in marmo bianco delle dimensioni di 29x29 cm con angoli smussati, tra cui sono inseriti elementi più piccoli di marmo nero disposti a losanga. Stessa pavimentazione è presente nel presbiterio e nella scarsella absidale. Al centro della navata sono presenti due lapidi quadrangolari con chiusino per l'accesso alle sepolture. Nel pavimento immediatamente a ridosso del presbiterio è inserita la lapide sepolcrale di Don Valerio Perelli, che realizzò la chiesa. La sacrestia è pavimentata con cementine a scacchi bianchi e neri paralleli alle pareti.
Elementi decorativi
La facciata in cotto, realizzata con mattoni prodotti dalla vicina fornace, si presenta a capanna, delimitata da due lesene angolari a sostegno del timpano triangolare. Quest'ultimo, profilato da una cornice fortemente aggettante, accoglie al centro lo stemma in marmo bianco della famiglia Compagni. La chiesa è dotata di un portale d'ingresso principale con stipiti e architrave in pietra serena, caratterizzato da un frontone ricurvo, al centro del quale si inserisce una cartella che reca la seguente iscrizione: DOMUM DEI ECET SANCTITUDO. Al di sopra, è inserita un'epigrafe in marmo bianco che reca la data di riedificazione della chiesa nel Settecento, sormontata dallo stemma del curato Perelli. Nella parte superiore del prospetto si inserisce una finestra quadrangolare con cornice in pietra serena, oggi tamponata. All'interno, la navata unica è caratterizzata da uno stile decorativo tipico del XVIII secolo: le pareti laterali sono scandite da coppie di paraste affrescate a finto marmo (ridipinte nei primi decenni del Novecento), ornate da ricchi capitelli compositi, ed arricchite di stucchi e di arredi in marmo. Lungo il perimetro dell'aula corre una spessa cornice modanata, sulla quale è idealmente appoggiata la volta di copertura. In controfacciata è inserita una cantoria pensile in legno, al centro della quale trova posto l'organo a canne, realizzato dalla ditta Agati nel 1835. Ai lati della bussola d'ingresso, sono inserite a parete due acquasantiere in marmo bianco riconducibili al XVIII secolo, mentre sul lato sinistro è esposta l'epigrafe marmorea che reca l'iscrizione relativa alla consacrazione della chiesa nel 1726 (s.p) da parte dell'Arcivescovo di Pisa Francesco Frosini. A metà dell'aula si fronteggiano due altari laterali gemelli, realizzati in marmo, con dossale delimitato da due colonne e frontone spezzato con cartella dedicatoria centrale: quello di destra, intitolato a San Giuseppe, è caratterizzato da plinti scolpiti con lo stemma della famiglia Perelli ed ospita una tela raffigurante la "Madonna con Gesù bambino tra i santi Giuseppe, Francesco e Antonio", attribuita al pittore pistoiese Gian Domenico Piastrini. L'altare di sinistra, identico al precedente, è dedicato a Santa Lucia ed accoglie un dipinto di Giovanni Antonio Pucci raffigurante "Il Martirio di S. Lucia", datato 1727. Nelle campate precedenti e successive a quella degli altari sono collocati quattro confessionali a tre fornici, con coronamento a volute e frontone terminale, realizzati in marmo bianco con intarsi in breccia. Dal 1911, il primo confessionale inserito nella parete sinistra ospita un lavamani in marmo bianco, precedentemente collocato in sacrestia, e qui riutilizzato come fonte battesimale, cinto da un cancellino in ferro battuto. Sopra i confessionali, all'interno di ricche cornici in stucco, si trovano delle tele dipinte da Ranieri Del Pace raffiguranti "Santa Bona che riceve lo Spirito Santo", il "Miracolo di San Ranieri alle Baleari", la "Vestizione di Sant'Ubaldesca" e il "Martirio di San Torpè". L'area presbiteriale, incorniciata da uno spesso arco trionfale decorato al vertice con lo stemma della famiglia Perelli, accoglie al centro l'Altare maggiore preconciliare, realizzato nel 1725 in marmo bianco con intarsi in marmi policromi e breccia. Sulla parete di fondo della scarsella absidale è collocato un dipinto firmato Ranieri Del Pace e datato 1726, raffigurante il "Martirio di Sant'Andrea". La tela è sormontata da una finestra sagomata con cornice a stucco, in cui è inserita una moderna vetrata policroma con le figure dei santi titolari della chiesa. In sacrestia è conservato il polittico di Barnaba da Modena che, intorno al 1360, la famiglia Compagni commissionò all'artista, giunto a Pisa per assumere l'incarico relativo agli affreschi del Camposanto, poi rifiutato. L'opera, proveniente dalla precedente chiesa romanica, raffigura la Madonna con Gesù bambino tra i santi Bartolomeo, Andrea, Pietro e Agostino.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1970-1990)
L'adeguamento liturgico ha comportato l’inserimento, davanti all'Altare maggiore preconciliare, di una mensa lignea per la celebrazione "versus populum".
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