chiese italiane
censimento chiese
edifici di culto
edifici sacri
beni immobili
patrimonio ecclesiastico
beni culturali ecclesiastici
beni culturali della Chiesa cattolica
edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Sasso Marconi
Bologna
chiesa
parrocchiale
S. Lorenzo di Sasso Marconi
Parrocchia di San Lorenzo di Sasso Marconi
Contesto; Impianto planivolumetrico; Esterno; Pianta; Interni; Impianto strutturale; apparati liturgici
presbiterio - intervento strutturale (1965)
I - I(preesistenze carattere generale); XIII - XIII(preesistenze carattere generale); 1300 - 1456(preesistenze carattere generale); 1506 - 1788(preesistenze carattere generale); 1607 - 1607(preesistenze carattere generale); XVIII - XVIII(rifacimenti intero bene); 1796 - 1796(preesistenze carattere generale); XIX - XIX(preesistenze carattere generale); 1846 - 1847(preesistenze intero bene); 1880 - XIX(costruzione cimitero); 1900 - 1940(preesistenze carattere generale); 1950 - 1971(costruzione elementi di pregio); 1963 - 1994(preesistenze carattere generale); 1987 - 1995(costruzione edificio polivalente)
Chiesa di San Lorenzo di Sasso Marconi
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Lorenzo di Sasso Marconi <Sasso Marconi>
Altre denominazioni S. Lorenzo di Sasso Marconi
Ambito culturale (ruolo)
maestranze emiliane (costruzione)
Notizie Storiche

 (preesistenze carattere generale)

La storia della parrocchia di San Lorenzo è stata da sempre fortemente legata a quella di San Pietro di Castel del Vescovo. Come testimoniano i numerosi reperti di età imperiale (tra cui figurano strutture abitative, tombe e corredi funebri) rinvenuti nei pressi della chiesa, il territorio occupato dalle due parrocchie formava una sola comunità che, al tempo degli Etruschi, veniva chiamata Carena.

XIII  (preesistenze carattere generale)

Dal Medioevo, il Vescovo di Bologna, che scelse come luogo per la sua villeggiatura proprio Castel del Vescovo (da cui deriva il toponimo), ebbe proprietà e giurisdizione sui territori occupato dalle due parrocchie, situati tra il Reno, il rio Gemese, il rio Verde e le prime colline a ponente.

1300 - 1456 (preesistenze carattere generale)

Di una chiesa dedicata a San Lorenzo Martire in località Castel del Vescovo si parla per la prima volta nelle Decime del 1300. Nulla si sa dell’edificio di allora se non che nel 1378 risultava soggetta al plebanato di S. Stefano di Pontecchio. Altri documenti, databili al 1436, mostrano che il giuspatronato della chiesa apparteneva a Giovanni Pirondelli, Antonio Norati, Domenico Pignaroli e Bino Aldrovandi. A questi, dieci anni più tardi, si aggiunse Melchiorre Vizzani e nel 1456 Bartolomeo Cavrara con i figlie e gli eredi di Pietro Tassi.

1506 - 1788 (preesistenze carattere generale)

Tra il 1506 e il 1788, nei tempi del governo misto quando il potere signorile si accompagnava a quello religioso, ad ogni amministrazione, o cura parrocchiale corrispondeva solitamente un amministratore civile che riferiva direttamente al Senato Bolognese. A Castel del Vescovo non fu così: i cittadini eleggevano un solo massaro (sindaco) scegliendolo una volta fra gli uomini di S. Lorenzo e l’altra fra quelli di S. Pietro. Quindi per le due parrocchie esisteva una sola amministrazione civile.

1607  (preesistenze carattere generale)

Il 19 febbraio 1607 il giuspatronato della chiesa passò, con atto notarile, ad Alessandro di Gaspare Vasselli, il quale ne fece libera donazione al Conte Romeo Pepoli. Da quel momento e per molti anni a venire, la nomina del parroco di S. Lorenzo spettò ai Pepoli. Per questa ragione uno stemma in pietra della famiglia è posto nel timpano del frontone, mentre un altro si trova nella banderuola di metallo in cima al campanile.

XVIII  (rifacimenti intero bene)

Il complesso di S. Lorenzo così come appare oggi, formato dalla chiesa con campanile retrostante e canonica contigua, fu edificato del 1700. Stando a quanto riportato dal Calindri ne “Dizionario Corografico d’Italia”, nella seconda metà del XVIII secolo la parrocchia di S. Lorenzo era composta da 55 famiglie, per un totale di 321 abitanti, distribuiti in insediamenti sparsi, composti da quattro o cinque famiglie ciascuno.

1796  (preesistenze carattere generale)

Nel 1796, con l’arrivo dei Francesi in Italia, l’ordinamento delle amministrazioni civili mutò radicalmente: le antiche massarie (o Comuni) vennero raggruppate e sorsero via via nuovi istituti a seconda dei poteri temporanei che si susseguirono. Questi cambiamenti non interessarono però il territorio di Castel del Vescovo e le parrocchie di S. Lorenzo e San Pietro, per le quali esisteva una sola amministrazione civile, continuarono a restare unite.

XIX  (preesistenze carattere generale)

A metà del XIX secolo la parrocchia di S. Lorenzo, sottoposta al governo di Bologna, era composta da 450 abitanti, distribuiti in due principali insediamenti: il primo, sito in località Cà del Pozzo, era formato da tre o quattro famiglie, il secondo, in località la Maranina, da sette famiglie, per un totale di 40 abitanti. Nel territorio parrocchiale, confinante con le parrocchie di Pontecchio, S. Pietro di Castel del Vescovo, Montechiaro, Battedizzo e Vizzano, erano presenti anche sei oratori.

1846 - 1847 (preesistenze intero bene)

Nel 1847, G. F. Rambelli ne “Le chiese parrocchiali della diocesi di Bologna, ritratte e descritte” propone un breve profilo della chiesa di allora, descrivendola come ben tenuta, dotata di tra altari laterali ma priva di particolari architettonici di rilevante pregio. Il solo elemento degno di nota era un frammento di mosaico a fiori, in pietra dura, ritrovato dal parroco antecedente Don Luigi Zanelli scavando nei pressi della chiesa. Il mosaico, che per ragioni di conservazione, era stato incastonato nel lastricato della predella del primo altare a destra. Sull’altare maggiore era custodito un quadro, che il Calindri attribuisce a F. Albani, raffigurante il martirio di S. Lorenzo, con S. Lucia e la Beata Vergine. Tale opera era stata da poco restaurata, per volontà del parroco Costa, con il contributo del m.se Virgilio Davia. Il complesso religioso comprendeva la canonica, semplice ed elegante, l’esile campanile e il cimitero, ricostruito nel 1846 a poca distanza dal precedente.

1880 - XIX (costruzione cimitero)

Nel 1880 venne costruito un nuovo cimitero, comune alle due parrocchie di S. Lorenzo e S. Pietro di Castel del Vescovo. Fu scelto un terreno nel podere “I Campi” che apparteneva alla prebenda parrocchiale di S. Pietro ma era situato nelle vicinanze della chiesa di S. Lorenzo.

1900 - 1940 (preesistenze carattere generale)

Fino alla fine degli anni ’50, il territorio della parrocchia di S. Lorenzo non conobbe lo sviluppo urbano ed industriale di altri centri di pianura e visse secondo il sistema tipico istaurato dalla colonia bolognese, che si basava sullo stretto rapporto fra la villa (la città) e la campagna circostante. Fatta eccezione per la piccola fornace della Torretta sul rio Tonfano, il territorio di S. Lorenzo era infatti del tutto privo di industria o di artigianato che non fossero attinenti all’agricoltura. Del resto la vicina frazione di Sasso, che andava ingrandendosi, era in grado di offrire ogni genere di servizio di cui poteva necessitare la piccola comunità di S. Lorenzo. In un contesto del genere, la parrocchia arrivò al tempo dell’ultima guerra con un assetto abitativo non molto diverso da quello del secolo precedente. In questo sistema di abitazioni sparse, la chiesa ebbe sempre una funzione di luogo di aggregazione.

1950 - 1971 (costruzione elementi di pregio)

Fra gli anni ’50 e ’60 il parrocchiano Tarozzi Giovanni, mettendo insieme veri materiali di recupero, realizzò un presepe meccanico ubicato in via permanente presso la chiesa di S. Lorenzo e tuttora meta di fedeli, scolaresche e appassionati, piacevolmente attratti dall'amenità del paesaggio, dalla serenità dei personaggi e dall'ingegnosità dell'opera nel suo complesso. L'opera, arricchita negli anni successivi con nuovi personaggi, è valsa al sig. Tarozzi numerosi premi e riconoscimenti, tra i quali quello ricevuto dal giornale ”L'Avvenire d'Italia” nel 1971 e, per molti anni consecutivi, il premio "Presepe in Famiglia" istituito dal Cardinale Lercaro.

1963 - 1994 (preesistenze carattere generale)

Dal 1963 ebbe inizio dalla piana di S. Lorenzo la grande edificazione residenziale che giunse prima al rio Baciadonne per poi superarlo ed arrivare fino al rio Verde. Al 1994 i residenti del territorio parrocchiale erano 2782, numero in continuo aumento per via delle nuove edificazioni. Dal 1977 la parrocchia di S. Lorenzo è guidata da Don Pietro Musolesi, il quale ha inoltre la cura della piccola parrocchia di S. Giorgio di Vizzano come Economo Spirituale. La festa principale, dedicata alla Beata Vergine Addolorata, si tiene la terza domenica di settembre. La partecipazione dei parrocchiani alla messa festiva ed agli altri riti ordinari è scarsa, mentre è notevole quella alle feste ed ai riti straordinari. L’antica chiesa è bella e decorosa, ma l’aumento dei fedeli l’ha resa piccola.

1987 - 1995 (costruzione edificio polivalente)

All'inizio del 1987 la comunità parrocchiale di San Lorenzo decise di mettere in atto il progetto per la realizzazione di uno spazio paraliturgico a complemento della struttura religiosa della Parrocchia. La chiesa esistente risultava insufficiente, per capienza, alle esigenze partecipative della comunità. E così, su proposta del Parroco Don Pietro Musolesi e con i contributi dei sig. Ernesto Borsari e Angelo Lipparini prima e di tutta la comunità parrocchiale dopo, partì la costruzione del nuovo spazio polivalente. Il progetto dell’opera fu affidato all’arch. Glauco Gresleri; i calcoli delle strutture all’ing. Claudio Comastri e la direzione dei lavori all’arch. Moreno Cassani. L’opera, conclusa a metà degli anni ’90, è oggi molto utilizzata dalla comunità sia per manifestazioni pubbliche che religiose.
Descrizione

La chiesa di San Lorenzo sorge all’estremità settentrionale di Sasso Marconi, a est della via Porrettana e degli insediamenti residenziali ed industriali sorti a partire dagli anni ’60. Il complesso religioso, edificato nel XVIII secolo, si sviluppa attorno ad un ampio sagrato definito spazialmente dagli edifici che vi si affacciano, fra cui la recente sala parrocchiale realizzata negli anni '90 su progetto di Glauco Gresleri, e preceduto da un breve viale alberato inutilizzato, ma di pregevole disegno. Suggestivo l'ormai perduto nesso di viabilità con l'omonimo cimitero, poche decine di metri più a sud.
Contesto
La chiesa di San Lorenzo sorge su un tratto pianeggiante all’estremità settentrionale di Sasso Marconi, a metà fra la via Porrettana ad est, e l'asse autostradale Bologna-Firenze ad ovest, tra insediamenti industriali costruiti a partire dagli anni ’60. La viabilità limitrofa lascia leggere ancora l'antico impianto: una stretta via di campagna, disarticolata all'altezza di un capannone industriale, collegava la chiesa il cimitero, secondo una configurazione storicamente ricorrente. L'asse di accesso alla chiesa era invece chiaramente definito da due filari di pini monumentali, che recavano da via San Lorenzo al portale della chiesa.
Impianto planivolumetrico
Il complesso religioso è un’aggregazione articolata che comprende chiesa, campanile, sagrestia, canonica e sala polivalente.
Esterno
Il complesso religioso si sviluppa ad L attorno ad un ampio sagrato definito dalla facciata della chiesa inclusa negli edifici parrocchiali ad est, dalla massa arborea verso via S. Lorenzo verso ovest, dalla sala polivalente a nord e da un edificio abitativo di tre piani a sud oltre la stretta strada che porta dalla via principale alla chiesa stessa. Il sagrato è diviso in quattro campi di sampietrini divisi da due assi perpendicolari in blocchi di granito, con un cancello in ferro battuto verso i pini monumentali. La facciata a capanna della chiesa presenta una bicromia con fondo rosso mattone e modanature in ocra giallo. Le modanature disegnano un ricco portale con coppia di lesene inquadranti l’accesso e l’ampia trifora sovrastante. Conclude il fronte un timpano classico, sormontato da un cippo con croce in ferro, al centro del quale si trova lo stemma in pietra dei conti Pepoli, che detennero per molti secoli il giuspatronato della parrocchia. Il fianco sinistro della chiesa è interamente celato dalla canonica contigua, così come quello destro, nascosto dagli ambienti parrocchiali. In prossimità del prospetto posteriore si eleva il campanile, a quattro fornici, decorato con un motivo bicromo simile a quello di facciata. La copertura del complesso religioso è a capanna con manto in coppi. Il complesso parrocchiale entro cui è inclusa la facciata è intonacato in giallo, con due piani fuori terra. Lungo tutta la linea del complesso corre un basamento intonacato di grigio.
Pianta
Chiesa ad una sola navata, orientata, con cappelle laterali.
Interni
Si accede all'aula attraverso un portale ligneo, rialzato di due gradini rispetto al piano del sagrato. L’interno presenta due campate con volta a crociera soprastanti l'assemblea, con cappelle laterali inquadrate da arconi a tutto sesto sui fianchi. Il presbiterio presenta una volta a botte costolonata a scandire lo spazio dell'altare e quello dell'abside. Tutta l'aula presenta una semplice ma librata bicromia in bianco e grigio, con i campi intonacati e le membrature in pietra serena. Nelle prima cappella di destra si trovano due confessionali lignei mentre in quella di sinistra è ubicato il fonte battesimale; le restanti, inquadrate da lesene e archi a tutto sesto, custodiscono pregevoli opere pittoriche e scultoree di scuola bolognese. Il presbiterio, a terminazione rettilinea con coro ligneo, è rialzato e separato dalla zona assembleare mediante una balaustra un ferro. Dal fianco sinistro si accede alla sagrestia mentre a destra si apre una cappella, dotata di organo seicentesco e di una doppia fila di panche lignee disposte a battaglione. La navata è illuminata unicamente dalla trifora in controfacciata e dalla finestra ad arco della cappella del presbiterio. La pavimentazione dell’aula è costituita da quadri di cementine con motivi floreali; nel presbiterio è invece pavimentato con graniglia di marmo.
Impianto strutturale
Struttura in muratura portante in laterizio.
apparati liturgici
L’assemblea è ordinata frontalmente al presbiterio in conformità con il volume architettonico si organizza su due file di panche lignee disposte a battaglione. Un’ulteriore doppia fila di panche, che seguono la medesima disposizione, si trova nella cappella laterale a destra del presbiterio. Quest’ultimo, rialzato di un gradino rispetto alla zona assembleare e separato da essa mediante una balaustra un ferro è adeguato alla riforma liturgica postconciliare. Al centro, rialzato di un ulteriore gradino, si trova l’altare, fisso e realizzato in legno riproducente il marmo. Il tabernacolo, in legno dorato fiancheggiato da due putti alati, è posizionato sopra l’altare. L'ambone a leggio, in pietra, si trova a destra dell'altare. Lungo il fianco sinistro è invece collocata la sede per il celebrante, costituita da una semplice sedia in legno con seduta e schienale rivestiti in velluto rosso. L’affiancano altre sedute, di simile fattura, per i concelebranti. Nella prima cappella di sinistra è custodito il fonte battesimale mentre in quella di destra si trovano due confessionali lignei.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1965)
L'altare, in origine addossato alla parete di fondo, è stato adeguato negli anni '60 ai dettami della riforma postconciliare, posizionandolo al centro del presbiterio. La struttura, rialzata di un gradino rispetto al piano di calpestio, è in legno riproducente il marmo. Su di esso è posizionato il tabernacolo, in legno dorato, fiancheggiato da due putti alati di ispirazione barocca.
Contatta la diocesi