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San Giovanni in Persiceto
Bologna
chiesa
parrocchiale
Madonna del Poggio
Parrocchia della Madonna del Poggio
contesto; impianto planivolumetrico; esterno; pianta; interni; elementi di pregio; impianto strutturale; apparati liturgici
presbiterio - intervento strutturale (1964)
X - X(preesistenze intero bene); 1433 - 1492(costruzione intero bene); 1498 - 1498(ampliamento intero bene); XVI - XVI(completamento intero bene); 1630 - 1630(restauro cappella della Madonna); 1796 - 1828(passaggio di proprietà intero bene); XIX - XIX(sopraelevazione intero bene); 1843 - 1843(restauro intero bene); 1866 - 1866(costruzione campanile); 1956 - 1956(passaggio di proprietà intero bene); 1961 - 1970(restauri intero bene); 1989 - 1990(restauri intero bene); 1999 - 2005(restauri intero bene)
Chiesa della Madonna del Poggio
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa della Madonna del Poggio <San Giovanni in Persiceto>
Altre denominazioni Santuario della Madonna del Poggio
Ambito culturale (ruolo)
rinascimento emiliano (costruzione)
Notizie Storiche

 (preesistenze intero bene)

Per tradizione fin dal X secolo sarebbe sorta al Poggio una chiesa dedicata al Bambin Gesù, appartenuta ai templari, successivamente ai Militi di Santa Maria Gloriosa e poi agli Eremitani di Sant'Agostino. Accanto alla chiesa situata su un’altura si trovava un pilastrino recante l’immagine dipinta di una Madonna con Bambino: da qui deriva la denominazione popolare del santuario di Madonna del Poggio. Poco lontano dall’immagine sacra sgorgava una fonte di acqua ferruginosa, considerata miracolosa per le sue proprietà curative.

1433 - 1492 (costruzione intero bene)

Nel 1433 venne costruita una nuova chiesa inglobando le preesistenze. E' presumibile che il costruttore sia stato mastro Giovanni Ferrari, lo stesso che aveva edificato la chiesa di Sant'Apollinare di San Giovanni in Persiceto. Lo si intuisce confrontando l'abside elegante e austero del santuario con la chiesa cittadina. Nel 1492 il Canonico Antonio Busi, reggente del santuario, fece costruire un portico per il ricovero dei pellegrini. Il portico sorgeva dal lato ponente della cappella della Madonna e fu abbattuto nel 1828. Oggi si può riconoscere, con arcate più ampie, nella casa della Carità, nata all'ombra del santuario.

1498  (ampliamento intero bene)

Nel 1494 la chiesa fu affidata ai monaci di San Girolamo dell'Osservanza di Bologna che la ampliarono, per contenere le folle di pellegrini che giungevano continuamente ad implorare grazie e guarigioni alla venerata Madonna, e la abbellirono. I monaci fecero inoltre costruire un convento.

XVI  (completamento intero bene)

Nel 1505 un terremoto provocò gravi danni alla struttura e il santuario venne completato solo verso la metà del XVI secolo. L'unico disegno che ci offre un'immagine tardo cinquecentesca della chiesa si trova nel manoscritto 171 della Biblioteca Comunale dell'Archiginnasio di Bologna. L'osservazione suggerisce come la strada che da San Giovanni conduceva a Bologna doveva passare sotto le arcate del santuario stesso. La grande volta, visibile sopra il tetto dell'attuale sacrestia, sembra concordare con questa interpretazione.

1630  (restauro cappella della Madonna)

La località del Poggio rimase immune alla peste del 1630, tanto che Padre Gelasio poté raccogliere offerte di ringraziamento alla Madonna così copiose, da potere procedere al restauro della cappella a lei dedicata. Nel 1752 i monaci Gerolamini trasportarono qui, dalla chiesa madre di San Barbaziano a Bologna, un imponente altare ligneo cinquecentesco, dorato e marmorizzato dai fratelli Abbati.

1796 - 1828 (passaggio di proprietà intero bene)

Col dominio napoleonico e la soppressione degli ordini religiosi, l'ordine Gerolamino fu sciolto e la chiesa di Santa Maria del Poggio fu confiscata e venduta. L'immobile fu acquistato dal marchese Belloni e rivenduto a Giovanni Astolfi che nel 1828 fece abbattere il portico.

XIX  (sopraelevazione intero bene)

Nel corso dell'Ottocento si scalarono nell'edificio diversi lavori strutturali, anche deturpanti, come le sopraelevazioni costruite sulle cappelle del lato destro della chiesa per ricavare spazi abitativi e la chiusura degli archi delle cappelle laterali al suo interno.

1843  (restauro intero bene)

Il primo a recuperare realmente la dignità storica della chiesa del Poggio fu il canonico persicetano don Giuseppe Sassoli, che l'acquistò nel 1843 e spesò il restauro del corpo centrale e dei tetti.

1866  (costruzione campanile)

Nel 1866 fu costruito ex novo il campanile, in uno stile simile a quello della chiesa, e furono eseguiti gli ornati in cotto delle porte principale e sinistra in stile rinascimentale.

1956  (passaggio di proprietà intero bene)

Nel 1956 i marchesi Andrea e Vittorio Boschi donarono la chiesa del Poggio alla parrocchia di San Giacomo del Martignone, un complesso che era stato distrutto da un bombardamento nell'autunno del 1944. Nel 1961 la chiesa fu elevata a dignità di santuario, l'anno seguente divenne parrocchiale.

1961 - 1970 (restauri intero bene)

Nel 1961 iniziò la ristrutturazione della quattrocentesca cappella della Beata Vergine: il vecchio altare di mattoni, calce e gesso venne demolito e sostituito con uno moderno in marmo, il pavimento fu asportato e sostituito con una pavimentazione inadeguata in piastrelle di gres. Stessa sorte per l'altare maggiore, per quello della terza cappella a destra e per i pavimenti del presbiterio e della navata centrale. Nel 1965 si risistemò la cappella a sinistra dell'ingresso e quella col confessionale. Nel 1970 fu ricavata una nuova sacrestia, nel corpo di fabbrica adiacente alla facciata della chiesa sul lato destro, e si aprì la cappella che serve come entrata laterale alla chiesa nel lato destro.

1989 - 1990 (restauri intero bene)

Nel 1990, in concomitanza con i restauri pittorici e in accordo con la Soprintendenza, fu abbattuta la fatiscente sopraelevazione ottocentesca posta sulle cappelle del lato destro. Nelle cappelle, nell'abside e in facciata furono collocate delle vetrate policrome.

1999 - 2005 (restauri intero bene)

Nel 1999-2000 fu restaurata la cappella della Madonna, nel 2004-2005 fu rifatta la copertura dell'intero complesso e nel 2008 fu recuperato l'antico monastero annesso al santuario.
Descrizione

Il Santuario della Madonna del Poggio sorge lungo la via Persicetana, a due km dal centro di San Giovanni in Persiceto, in direzione di Bologna. L'edificio, con volumi contigui agli annessi di pertinenza parrocchiale, presenta un'aula orientata, voltata a botte lunettata con tre cappelle per lato.
contesto
La chiesa si trova in località Poggio, sulla strada provinciale che collega San Giovanni in Persiceto a Bologna, distante due Km dal paese e rispetto ad esso leggermente rialzata. Il nome Poggio ricorda un'altura, una costruzione difesa da rilievi artificiali, realizzata in prossimità del torrente Samoggia. Infatti sembra che un tempo il Samoggia scorresse molto più vicino al Poggio, senza disegnare quell'ampia ansa a levante che inizia verso Santa Maria in Strada e termina nei pressi di Lorenzatico.
impianto planivolumetrico
Aggregazione orizzontale di più elementi, composta da chiesa con abside orientato, campanile, sacrestia a sud, cappella della Beata Vergine e canonica a nord.
esterno
Il sagrato attuale si trova sul lato meridionale dell'immobile ed è accessibile dalla strada provinciale n. 568 mediante un ingresso delimitato da due pilastri in muratura ed è pavimentato con ghiaia. Il prospetto della chiesa affiaccia infatti immediatamente sulla strada carrabile ed è composto da tre volumi, in mattoni facciavista, di altezze diverse. Quello centrale corrisponde alla facciata della chiesa e presenta profilo a capanna delimitato da due paraste che svettano fino alla linea di gronda, marcata da una ricca modanatura con mattoni a T a sorreggere corsi a spina di pesce. Al centro è collocato un maestoso portale in cotto, entro una cornice in rilievo, sovrastata dal profilo di un triangolo isoscele a prevalente dimensione verticale con pinnacoli laterali. In asse col portale si apre un oculo in apertura strombata e definita in cotto. La parte sommitale della facciata reca un motivo a croce greca ottenuto tramite quattro piccoli oculi al centro e agli estremi dei bracci. Il volume di sinistra corrisponde alla cappella della Beata Vergine, connotata da un'apertura ad arco ribassato ad altezza della strada e da due alte monofore strombate al centro del campo murario coronato anch'esso dalla medesima modanatura della chiesa. Il volume di destra corrisponde all'ex convento oggi adibito a sacrestia. Lungo il lato settentrionale della chiesa si trova l'ingresso alla cappella mariana, un tempo riparato da un portico, decorato col medesimo motivo ornamentale in cotto presente nel portale maggiore, frutto di una integrazione ottocentesca. L'abside della chiesa è poligonale, di stile gotico, con contrafforti disposti a intervalli regolari. In mezzo ad essi in origine, entro archi ciechi, vi erano snelle finestre ogivali, ora in parte tamponate e trasformate in forme rettangolari. Nella zona absidale si eleva il campanile ottocentesco, a pianta quadrangolare, in muratura di mattoni facciavista e finestre strombate. Nel cortile meridionale si erge una casa colonica seicentesca.
pianta
Pianta longitudinale a navata unica, abside poligonale.
interni
Un portale in facciata e una porta sul lato meridionale introducono in chiesa. L'interno è ad aula unica con tre cappelle per lato, introdotte da archi a tutto sesto, più quella dedicata alla Beata Vergine, entrando a sinistra. Il coperto è voltato a botte lunettata nella navata, a crociera in controfacciata e nelle cappelle laterali, a ombrello con nervature nell'abside. Il presbiterio si apre dopo un arco a tutto sesto, è rialzato su due gradini, su ulteriori tre gradini ospita l'altare maggiore e un monumentale ciborio a forma di tempio, e si conclude con volta a botte. L'abside poligonale, che presenta una decorazione cinquecentesca non comune, a costruire uno spazio di notevole pregio artistico, è illuminato da finestre rettangolari. In tutto il Santuario i pavimenti sono in piastrelle di gres rosso.
elementi di pregio
Grande tabernacolo architettonico collocato nel presbiterio. Ligneo, seicentesco, proveniente dalla chiesa di San Barbaziano di Bologna e qui trasportato nel 1752, non si conosce il nome del progettista ma i decoratori furono i fratelli Carlo e Cesare Abbati e Giovanni Badiali. Tempietto in muratura collocato nella cappella della Beata Vergine, innalzato nel 1630 per volontà degli abitanti del Poggio in ringraziamento alla Vergine dallo scampato pericolo della peste. Cenotaffio in terracotta del Canonico Antonio Busi, murato sulla parete settentrionale della Cappella della Beata Vergine, fu realizzato nel 1506 dallo scultore Vincenzo Onofri, seguace di Niccolò dell'Arca.
impianto strutturale
Muratura a vista, struttura di copertura celata dalle volte.
apparati liturgici
Nell'aula l’assemblea è ordinata in panche a battaglione. Il fonte battesimale per aspersione, in pietra e mattoni, ha curiosamente forma di pozzo ed è incastonato nel gradino di accesso alla seconda cappella a sinistra rispetto all'ingresso principale della chiesa. Il presbiterio comprende un altare post-conciliare in marmo, con paliotto seicentesco proveniente dallo smantellato altare pre conciliare, un monumentale tabernacolo ligneo settecentesco con croce, un ambone a leggio e la sede in foggia di faldistorio.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1964)
Nel 1964 l'antico altare, in mattoni, gesso e terra, fu abbattuto e si conservò solo il seicentesco paliotto di gesso e scagliola. Fu abbattuta la balaustra in ferro che divideva il presbiterio dalla navata centrale. Il grande tabernacolo ligneo fu spostato indietro di 80 cm circa per consentire la collocazione del nuovo altare maggiore in marmo al centro del presbiterio. Anche il pavimento venne rifatto in piastrelle di gres rosso.
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