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beni culturali della Chiesa cattolica
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restauro
adeguamento liturgico
San Benedetto Val di Sambro
Bologna
chiesa
parrocchiale
Madonna dei Fornelli
Parrocchia della Madonna dei Fornelli
contesto; impianto planivolumetrico; esterno; pianta; interni; impianto strutturale; apparati liturgici
altare - intervento strutturale (1967)
XVI ante - XVI(preesistenze intero bene); 1630 - 1638(costruzione intero bene); 1855 - XIX(restauro intero bene); 1908 - 1908(costruzione abside); 1952 - 1952(restauro intero bene); 1985 - 1994(ristrutturazione intero bene); 2003 - 2009(restauri intero bene)
Santuario della Madonna dei Fornelli
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Santuario della Madonna dei Fornelli <San Benedetto Val di Sambro>
Altre denominazioni Chiesa della Madonna della Neve
Ambito culturale (ruolo)
maestranze emiliane (costruzione)
Notizie Storiche

XVI ante - XVI (preesistenze intero bene)

Nel luogo dove ora sorge il santuario era già presente un oratorio dedicato alla Beata Vergine detta popolarmente "dei Fornelli" o Santuario di Santa Maria della Neve, come testimonia l'iscrizione sull'architrave soprastante la porta maggiore; l'oratorio fu edificato in un tempo imprecisato. Il sito divenne meta di pellegrinaggi testimoniati almeno dalla fine del Cinquecento e forse in questo stesso periodo l'oratorio fu elevato a santuario.

1630 - 1638 (costruzione intero bene)

Dopo il 1630, cessata l'epidemia di peste che colpì l'intera Italia settentrionale, la popolazione scampata al flagello decise di ampliare, o riedificare, l'antico oratorio già divenuto santuario come ringraziamento e richiesta di protezione per le future epidemie, mantenendo la dedicazione a Maria Vergine. Questo intervento rispondeva anche alle disposizioni dell’autorità ecclesiastica che volevano in ogni plebanato un luogo di culto dedicato alla Madonna.

1855 - XIX (restauro intero bene)

Agli inizi dell’Ottocento l’edificio versava in condizioni estremamente precarie. Venne restaurato dopo il 1855 per voto fatto in quell’anno dalla popolazione che chiedeva protezione dall’epidemia di colera che imperversava nel bolognese; non si ha tuttavia notizia della portata dei lavori.

1908  (costruzione abside)

Nel 1908 fu costruita la parte absidale della chiesa, rialzata e conclusa nelle forme attuali, con le scale laterali che consentono l'accesso all'area che ospita l'immagine della Madonna.

1952  (restauro intero bene)

Nel 1952 furono attuati lavori di riparazione dei danni provocati dalla seconda guerra mondiale; la bibliografia locale tuttavia non ne riporta le specifiche.

1985 - 1994 (ristrutturazione intero bene)

Negli anni Ottanta del Novecento furono attuati interventi all’interno e all’esterno della chiesa, della cui portata non si hanno notizie certe, e fu edificato il campanile. I lavori furono conclusi nel 1994.

2003 - 2009 (restauri intero bene)

Ulteriori interventi si sono resi necessari dopo il terremoto che ha interessato la fascia appenninica a cavallo fra le province di Bologna e Firenze nel 2003: sono state consolidate le arcate e rivista la coibentazione del tetto. Al 2009 risale l’ultimo restauro della chiesa che tuttavia non ha coinvolto elementi strutturali.
Descrizione

Il Santuario della Madonna dei Fornelli sorge in posizione dominante al centro del paese. Di architettura sobria, costruito con materiali locali, presenta una facciata a capanna e un interno caratterizzato dall’intersezione di volumi – la navata, le cappelle laterali pressoché a tutta altezza, il presbiterio a pianta quadrata e un’abside dal piano di calpestio molto rialzato – uniformati dalla finitura ad intonaco e tempera e dagli elementi in stucco che legano ogni parte dell’aula. L’immagine della Madonna della Neve, titolare del santuario, è normalmente conservata all’interno di una incorniciatura in stucco presente sul fondo dell’abside, in posizione rialzata rispetto al piano del santuario; il percorso devozionale di accesso all’immagine è costituito da due scalinate laterali esterne all’aula mediante le quali si ascende al cospetto dell’immagine stessa.
contesto
La chiesa sorge sul tracciato dell’antica strada romana detta “Flaminia militare” o “Via romana antica” che collegava Bologna con Arezzo, a mezza costa. Inserita nel tessuto urbano della frazione, ne costituisce il punto focale in corrispondenza dell’incrocio fra più vie locali e provinciali. La chiesa è orientata a sud.
impianto planivolumetrico
L’aula liturgica è parte di una aggregazione orizzontale di edifici a diversa destinazione. Ad ovest un basso volume addossato al fianco oltre l’innesto delle cappelle ospita il confessionale, la cappella invernale e la sagrestia ed è contiguo ad un secondo edificio a L che circonda l’abside e buona parte del lato sinistro dell’aula, destinato ad abitazione civile. Il campanile sorge isolato sul lato ovest, all’altezza dell’abside.
esterno
L’aula è preceduta da un sagrato in porfido, pianeggiante, delimitato verso la strada da una ringhiera metallica in acciaio zincato e sopraelevato rispetto al piano stradale. L’alta facciata, a capanna, è intonacata e finita a tempera giallo paglierino; è incorniciata da una base, da spalle angolari e da un timpano in pietra a vista. Il portale, preceduto da tre gradini in macigno, è a sua volta sottolineato da una cornice in pietra e da una mensola sommitale a modiglioni, di cui uno disposto curiosamente al centro dell’architrave. In asse con il portale, e non discosto da una sottile cornice marcapiano, si apre una finestra a lunetta. Chiude la facciata un timpano recante al centro un oculo vetrato e croce metallica su cippo lapideo in cuspide. Dal fianco destro emerge il volume della cappella laterale finestrata; questa porzione è coperta da un tetto a tre falde. In successione immediata il volume dell’abitazione civile maschera la porzione rimanente del fianco sinistro e, proseguendo a L, tutta la parte inferiore del presbiterio e dell’abside di cui è visibile solo la parte superiore, semicircolare, nella quale si apre un piccolo oculo. Questo volume prosegue circondando il fianco destro dell’abside ed è aggregato al più basso volume della sagrestia e della cappella invernale, con copertura a due falde. La porzione di presbiterio emergente è caratterizzata unicamente da una finestra a lunetta; una seconda finestra a lunetta si apre nel volume della cappella laterale che emerge dalla porzione rimanente del fianco destro e ripete ingombro, altezze e aperture della cappella di sinistra.
pianta
Ad aula, con due cappelle laterali e abside semicircolare.
interni
L’aula si presenta come un insieme di volumi a intersezione, con piani di calpestio differenti; il tutto è uniformato dalla finitura a intonaco e tinte bianche e grigie. Si accede all’aula mediante una bussola in legno di recente fattura. L’aula, pavimentata con mattonelle di graniglia di marmo, è ritmata in tre campate da lesene di ordine corinzio che reggono una trabeazione dentellata che corre lungo l’intero perimetro interno dell’aula. Su questa trabeazione si apre in controfacciata il lunettone principale e, lungo i lati, si appoggia l’imposta della volta a botte che, all’intersezione con le cappelle laterali, centrali rispetto alla navata principale, diviene a vela. Il presbiterio, rialzato di un paio di gradini, si apre sotto ampio arcone presbiterale, prende luce da due lunette laterali ed è sovrastato da una cupola ribassata su pennacchi. Si connette al presbiterio un’abside semicircolare notevolmente rialzata, in affaccio sul presbiterio e conclusa da una balaustra in ferro battuto, cui si accede mediante una scala dalla cappella invernale adiacente al presbiterio in un itinerario devozionale analogo a quello presente nel santuario della Madonna di San Luca in Bologna. Il piano dell'abside è pavimentato a cementine bianche e bordeaux che disegnano fiori a sei petali. Il catino absidale è caratterizzato da un piccolo oculo vetrato sottolineato, all’interno, da una raggiera sotto la quale, incorniciato da due colonne corinzie, si inquadra la cornice in stucco della venerata immagine della Vergine.
impianto strutturale
Struttura portante in muratura in sasso; orizzontamenti non indagabili. Manto in coppi e in lastre d’ardesia sull’abside.
apparati liturgici
L’assemblea è ordinata in panche disposte a battaglione con aggiunta di sedie nelle ultime file e nelle cappelle laterali. Il presbiterio è separato dall’aula da una balaustra. L’altare post conciliare fisso, al centro, è rialzato dal piano del presbiterio. Il tabernacolo in marmo, su base anch’essa marmorea, è collocato alle spalle della mensa sul fondo del presbiterio; la sede del celebrante e dei chierici è a destra del tabernacolo ed è anch’essa addossata al fondo del presbiterio. L’ambone a consolle è collocato a cornu epistolae. L’intero arredo, a parte la mensa e il tabernacolo, è in legno di abete e risale al 2009. Il fonte battesimale è collocato al fondo della cappella di destra, accanto all’altare.
Adeguamento liturgico

altare - intervento strutturale (1967)
L'altare è stato riorientato nel 1967 per adeguamento alle nuove disposizioni.
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