chiese italiane
censimento chiese
edifici di culto
edifici sacri
beni immobili
patrimonio ecclesiastico
beni culturali ecclesiastici
beni culturali della Chiesa cattolica
edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Galeazza Pepoli
Crevalcore
Bologna
chiesa
parrocchiale
S. Maria di Galeazza Pepoli
Parrocchia di Santa Maria di Galeazza Pepoli
contesto; impianto planivolumetrico; esterno; pianta; interni; impianto strutturale; apparati liturgici
altare - aggiunta arredo (1990-1999)
XV - 1574(origini intero bene); 1871 - 1871(ricostruzione intero bene); 1926 - 1926(restauro e decorazione intero bene); 1990 - 1999(restauro intero bene); 2012 - 2017(ristrutturazione post sisma intero bene)
Chiesa di Santa Maria
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di Santa Maria <Galeazza Pepoli, Crevalcore>
Altre denominazioni Chiesa di Santa Maria di Galeazza Pepoli
S. Maria di Galeazza Pepoli
Ambito culturale (ruolo)
maestranze emiliane (costruzione)
Notizie Storiche

XV - 1574 (origini intero bene)

Il borgo di Galeazza fu fondato dal conte Galeazzo Pepoli a partire dal 1408 in un terreno ceduto in enfiteusi dall’abate di Nonantola. I Pepoli bonificarono le terre e vi costruirono la prima chiesa, dedicata fin dall’inizio a Santa Maria, documentata come parrocchia a partire dal 1574.

1871  (ricostruzione intero bene)

Durante il mandato parrocchiale di don Ferdinando Maria Baccilieri, parroco dal 1852 al 1893 e fondatore delle Serve di Maria di Galeazza che tuttora abitano nel convento, l’edificio sacro fu abbattuto e ricostruito dalle fondamenta. La lapide in chiesa racconta che Alessandro Falzoni Gallerani finanziò nel 1871 l’impresa del rifacimento in forme più ampie della chiesa e dell’elegante facciata dell’edificio per aver ricevuto la grazia dell’incolumità del figlio.

1926  (restauro e decorazione intero bene)

Nel 1926 la chiesa fu restaurata e interamente decorata ad opera dei figli di Massimiliano Scaramelli e Violante Lipparini, come testimonia una lapide affissa in chiesa.

1990 - 1999 (restauro intero bene)

Nel corso degli anni Novanta del Novecento la chiesa, bisognosa di approfonditi restauri, fu interamente restaurata. Il pavimento fu sollevato per permettere la posa delle tubazioni del riscaldamento e fu posato nell’aula, nelle cappelle e nel presbiterio una nuova pavimentazione di foggia ottocentesca ma di fattura contemporanea. Nel corso di questi stessi interventi fu messa in opera la bussola lignea. I lavori terminarono entro il 1999, anno di beatificazione del fondatore della Congregazione delle Serve di Maria.

2012 - 2017 (ristrutturazione post sisma intero bene)

La chiesa di Galeazza subì danni strutturali dovuti agli eventi sismici che colpirono l’intera area nel maggio 2012. I lavori di ristrutturazione hanno comportato almeno interventi di legatura delle murature, ben evidenti dall’esterno, e di consolidamento degli intonaci. La chiesa è stata riaperta al culto il 1 luglio 2017.
Descrizione

La chiesa di Galeazza sorge di fronte al castello dei Pepoli, fondatori del borgo, e adiacente al convento delle Serve di Maria. E' preceduta da un ampio spiazzo prativo e da un sagrato selciato, affiancata dalla strada che conduce al cimitero oltre la quale si alza il campanile. La chiesa si presenta ad aula voltata a botte con unghie, cappelle laterali passanti, presbiterio quadrangolare coperto da falsa cupola ribassata e coro quadrangolare voltato a botte.
contesto
La chiesa di Galeazza sorge accanto all’imponente convento coevo ai margini di un borgo modesto, dominato dalla presenza del castello di Galeazza che sorge sul lato opposto della via Provanone, lungo una direttrice est-ovest che conduce all’altro castello di Palata Pepoli. Il campanile è contiguo alla chiesa e sorge isolato sull’altro lato del vialetto sterrato che costeggia il fianco sinistro del complesso sacro e giunge al cimitero. La chiesa è orientata a sud-ovest.
impianto planivolumetrico
L’edificio di culto è aggregato orizzontalmente al convento che sorge a nord ovest, addossato al fianco destro della chiesa. Il fianco sinistro e il presbiterio sono in buona parte interessati dal volume aggregato della cappella feriale e di alcuni locali di servizio.
esterno
L’aula liturgica è preceduta da un sagrato lastricato di forma quadrangolare delimitato da fittoni e vasi con piante; intorno al sagrato si apre un ampio spiazzo prativo che fronteggia sia la chiesa che l’adiacente convento. La facciata a salienti è caratterizzata da coppie di lesene binate di ordine gigante impostate su un alto basamento, sulle quali si imposta un architrave con fregio muto e un timpano con cornice modanata a dentelli; nella specchiatura definita dalle lesene si apre il portale sormontato da una cartella con iscrizione dedicatoria e una finestra a lunetta. Le ali sono a loro volta definite da lesene che inquadrano specchiature ribattute ad inquadrare campi murari in giallo ocra, a contrasto con le restanti superfici rosacee dietro le membrature in paglierino. Le estremità delle falde del tetto delle ali e dell’aula sono caratterizzate dalla presenza rispettivamente di pinnacoli e di cippi con sfere; al colmo del tetto è collocato un cippo con croce sommitale in fil di ferro. Il fianco sinistro è caratterizzato dall’evidenza del volume che contiene le cappelle laterali in buona parte celato dal volume della cappella feriale che presenta ingressi laterali e finestrature rettangolari. All’altezza del cleristorio si aprono due finestre a lunetta che danno luce all’aula. L’abside ha pianta quadrangolare ed è parimenti celata in buona parte dal volume della cappella feriale che prosegue, disegnando una U e ospitando altri locali di servizio. Il fianco destro, al quale è addossato il volume del convento, presenta all’altezza del cleristorio le medesime aperture osservate nel fianco sinistro.
pianta
Ad aula, con cappelle laterali e presbiterio quadrangolare.
interni
Si accede all’aula mediante una bussola lignea. L’ingresso è sovrastato da una finestra a lunetta e affiancato da due colonne libere, rudentate, che reggono un arco che inquadra portale e lunetta superiore. L’aula è pavimentata a mattonelle di ceramica bianche e nere disposte a scacchiera in diagonale. Il volume dell’aula è scandito in cinque campate di cui l’ultima, verso il presbiterio, è di passo minore; lesene con capitello ionico ne ritmano la successione. Su entrambi i lati si aprono cappelle laterali passanti; nella prima e terza campata le cappelle di altezza minore, soffittate, sono sovrastate da nicchie per statue; nella seconda e quarta campata archi a tutto sesto introducono ai volumi delle cappelle maggiori voltate a botte. Sulle lesene che scandiscono l’aula si imposta un cornicione in aggetto sopra il quale si imposta la volta a botte costolonata con unghie nelle quali sono inscritte le finestre a lunetta, queste si aprono in corrispondenza delle cappelle maggiori sottostanti. Nella quinta campata si aprono due porticine laterali che conducono al corridoio di passaggio fra l’ultima cappella e i volumi laterali al presbiterio. Quest’ultimo è rialzato di due gradini, pavimentato in mattonelle tricrome che disegnano figure geometriche e inquadrato da quattro colonne libere sulle quali si imposta la falsa cupola ribassata. Ai lati si aprono due porte che conducono alla cappella feriale, a sinistra, e alla sagrestia a destra; entrambe sono sormontate da cantorie. Alle spalle del presbiterio si apre il coro quadrangolare voltato a botte.
impianto strutturale
Struttura portante in laterizio, orizzontamenti in travi lignee, manto in coppi.
apparati liturgici
L’assemblea è ordinata in due file di panche disposte a battaglione conformemente al volume dell’aula. Il presbiterio ospita un altare centrale marmorizzato, la custodia eucaristica collocata all’ingresso del coro, poggiata sopra una base in legno marmorizzato e sovrastata da un ciborio, la sede in legno con alto schienale e un ambone a leggio a cornu epistolae. Il battistero è collocato nella prima cappella a sinistra.
Adeguamento liturgico

altare - aggiunta arredo (1990-1999)
L’adeguamento liturgico era stato effettuato con una mensa in latta provvisoria, poi rimossa nel corso dei lavori effettuati negli anni Novanta del Novecento quando è stato ripristinato l'altare preconciliare, conservato in un deposito, collocandolo al popolo e privandolo di dossale.
Contatta la diocesi