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restauro
adeguamento liturgico
Castello d'Argile
Bologna
chiesa
parrocchiale
S. Maria di Venezzano
Parrocchia di Santa Maria di Venezzano
contesto; impianto planivolumetrico; esterno; pianta; interni; elementi di pregio; impianto strutturale; apparati liturgici
altare - intervento strutturale (1969-1970)
XIV - XIV(preesistenze intero bene); 1596 - 1596(variazione d'uso intero bene); 1641 - 1641(rifacimento intero bene); 1716 - 1746(ristrutturazione intero bene); 1863 - 1873(costruzione campanile); 1894 - 1933(rifacimento intero bene); 1943 - 1960(restauro intero bene); 1962 - 1989(restauro intero bene); 1989 - 1989(restauro intero bene); 2001 - 2001(restauro interni); 2008 - 2008(restauro facciata)
Chiesa di Santa Maria di Venezzano
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di Santa Maria di Venezzano <Castello d'Argile>
Altre denominazioni S. Maria di Venezzano
Autore (ruolo)
Gualandi, Francesco (progetto)
Gualandi, Giuseppe (progetto)
Ambito culturale (ruolo)
architettura neogotica (costruzione)
Notizie Storiche

XIV  (preesistenze intero bene)

Le prime notizie riguardanti la chiesa di Santa Maria di Venezzano risalgono al 1366, quando fu compresa nell'elenco delle chiese della città di Bologna, e al 1378 quando era sottoposta al plebanato di San Giorgio.

1596  (variazione d'uso intero bene)

Il 13 maggio 1596 monsignor Alfonso Paleotti la elevò al grado di parrocchia, vista la dote fatta dal conte bolognese Marco Antonio Angelelli per mantenervi il parroco: quella degli Angelelli era una famiglia molto influente, titolare di proprietà terriere nel contado e della sontuosa Villa Beatrice di Argelato.

1641  (rifacimento intero bene)

Nel 1641 il complesso fu ricostruito a spese della comunità, per mille scudi, utilizzando i materiali della vecchia chiesa e della canonica.

1716 - 1746 (ristrutturazione intero bene)

Nel 1716 la chiesa fu nuovamente riedificata, a causa del terreno instabile. Fu provvista di cinque altari e pregiata dell'utilizzo del fonte battesimale.

1863 - 1873 (costruzione campanile)

ll campanile fu costruito fra il 1863 ed il 1873 da Giuseppe Brighenti col figlio Vincenzo, per interessamento del parroco don Carlo Bonaiuti, in quanto la vecchia torre era pericolante: il lavoro fu pagato dalle famiglie della parrocchia con le offerte per le anime del Purgatorio. Nel frattempo a nord ovest del campanile fu costruito un cimitero, a cura del Comune di Castello d'Argile, su terreno del beneficio parrocchiale concesso in cambio dell'area del camposanto vecchio attiguo alla chiesa. E con i soldi ricavati il parroco fece edificare un piccolo oratorio sul fianco del campanile, dedicato all'Immacolata, ad uso della Compagnia del SS.mo Sacramento.

1894 - 1933 (rifacimento intero bene)

Fra il 1894 e il 1933 il sacro edificio fu rifatto per la terza volta per volere di Monsignor Giuseppe Branchini. Scartato il progetto classico di Vincenzo Brighenti, deceduto nel 1893, si attuò il disegno degli ingegneri Francesco e Giuseppe Gualandi, padre e figlio di Bologna, che crearono un'opera in stile neo-gotico fiorito non comune nel contesto territoriale. Innovativo fu anche l'uso del cemento armato in un immobile ad uso religioso. Un unico muratore si incaricò dell'impresa in quasi quarant'anni, fu Vito Mazzoli di Gherghenzano, solo sul finale affiancato dal capomastro Luigi Bosi Pieve. L'opera si realizzò con tassazione delle famiglie e con sussidio di L 1000 concesso dal Comune di Castello d'Argile. Contestualmente, nel 1914, fu atterrato l'oratorio dell'Immacolata, ritenuto troppo umido.

1943 - 1960 (restauro intero bene)

Nel 1943 si procedette alla riparazione di cupola e altari, danneggiati dai bombardamenti di guerra. Poco più tardi si costruirono gli annessi parrocchiali: nel 1947 fu costruito il primo asilo fra chiesa e canonica, dal 1955 al 1957 fu costruito il nuovo asilo e il cinema teatro. Nel 1959-1960 nuovi interventi portarono alla sistemazione di campanile e canonica.

1962 - 1989 (restauro intero bene)

Durante il suo apostolato a Venezzano don Dino Ferrari realizzò le vetrate laterali della chiesa, sistemò l'altare maggiore secondo i nuovi orientamenti liturgici ed eseguì interventi volti a proteggere la cupola.

1989  (restauro intero bene)

Nel 1989 don Luigi Gavagna fece ricoprire la cupola di rame, sistemare il tetto della chiesa e rinforzare i pinnacoli.

2001  (restauro interni)

Nel 2001 gli interni furono tinteggiati di rosso e bianco.

2008  (restauro facciata)

Dal 2008 sono stati avviati lavori per la rivalorizzazione della struttura tra cui il rifacimento del piazzale, la sostituzione del portale e della bussola in vetro, la collocazione dei mosaici che adornano la facciata esterna e il ripristino dell'orologio del campanile. Il terremoto del 2012 fortunatamente non ha colpito la struttura.
Descrizione

La chiesa di Santa Maria sorge nel centro di Venezzano Mascarino, località nella campagna agricola del Comune di Castello d'Argile con doppio toponimo, il primo di lunga tradizione, il secondo aggiuntosi nel sec. XIV ma poi più diffuso. L'edificio della chiesa è una originale architettura neogotica, con volumi contigui agli annessi di pertinenza parrocchiale, presenta tre navate voltate a crociera e due cappelle con altrettante cappelline nei bracci del transetto.
contesto
La chiesa di Santa Maria sorge a Venezzano Mascarino, una località del Comune di Castello d'Argile posta tra Bologna e Ferrara: il doppio toponimo dipende dall'uso indistinto dell'antico Venezzano e del basso medievale ma popolare Mascarino. A nord della chiesa, orientata anch'essa a nord, sorge il cimitero comunale. A sud dell'abitato, in luogo denominato Ronchi, esistono le vestigia di un ex convivio con chiesa conventuale, un tempo dipendente dalla chiesa di Santa Maria.
impianto planivolumetrico
Aggregazione orizzontale di più elementi, composta da chiesa con abside a nord, sale parrocchiali, canonica, pertinenze, teatro e asilo a ovest.
esterno
Il sagrato si apre al fondo di un breve vialetto tra aiuole che apre la facciata su via Primaria. E' pavimentato in cubetti di porfido, e delimitato ad est da fittoni. La facciata della chiesa, a vento, è spartita verticalmente da quattro poderosi pilastri poggianti su un alto basamento con specchiature ogivali decorate a mosaico, interrotti al centro da uno spiovente e terminanti in pinnacoli con croci. Le tre porzioni che si generano sono ornate con ghimberghe decorate a mosaico, intersecate da balaustra orizzontale con forature trilobate. L'accesso si ha mediante tre gradini e un portale cuspidato a ghimberga recante al centro la statua della vergine e pinnacoli laterali. In asse col portale si trovano un rosone, con all'interno un motivo polilobato, e una croce quadrilobata mosaicata in sommità. Dietro la facciata spicca la cupola in cemento rivestito di rame, con lanterna, guglia e croce, sotto la quale si innalza un tiburio ottagonale con decorazioni a piatti di ceramica che formano croci e rosoni. I lati della chiesa hanno sotto il coperto un fregio ad arcate cieche e sono illuminati da tre finestre con arco a sesto acuto e da un rosone per parte. L'insieme ha struttura in muratura a vista e una cromia generale varia dal grigio del cemento, al rosso e ocra dei mattoni, all'oro dei mosaici. In direzione ovest rispetto alla chiesa si trova il campanile isolato. Un braccio del transetto è collegato alle pertinenze parrocchiali: sale del catechismo, canonica, sale ACLI, teatro e asilo. Dietro all'asilo un corsello consente l'accesso al cimitero.
pianta
Pianta a croce latina, con tre navate e abside poligonale.
interni
Si accede alla chiesa mediante una bussola vetrata, decorata con ottagoni e losanghe definiti da una partitura in piombo, sovrastata in controfacciata da un rosone vetrato. L'aula a tre navate di uguale altezza è chiusa da volte a crociera costolonate su alte colonne a fascio su alto basamento e pesante capitello. Le due navate laterali sono più strette, illuminate da tre finestre per parte sormontate da arco ogivale e con vetrate policrome istoriate. Lungo le navate laterali si svolge una pregevole via Crucis in terracotta. Prima del transetto una porta a ovest conduce all'esterno, mentre di fronte una porta a ogiva immette nel battistero. Il transetto si allarga in un ampio spazio ottagonale a reggere una cupola con tamburo dodecagonale con ballatoio ed oculi, culminante con una lanterna a dodici monofore. Nel braccio del transetto due cappelle con altari in cemento marmorizzato bianco e rosoni vetrati, comunicano con due cappelline. Il presbiterio è introdotto da un arco ogivale. L'abside poligonale è munito di quattro vetrate ed è completato da un altare con dossale gotico di cemento marmorizzato, debitore delle suggestioni che Giuseppe Gualandi dovette avere davanti al dossale marmoreo della Basilica di San Francesco di Bologna. Ovunque le nervature tinteggiate in color mattone sottolineano la struttura, mentre alla base i pavimenti sono in cemento. Le ampie vetrate istoriate delle navate e dell'abside e i rosoni rappresentanti scene bibliche sono in parte opera dell'architetto Giorgio Gallingani e risalgono al 1964.
elementi di pregio
Quattordici scene della Via Crucis in terracotta, modellate con realismo da don Giuseppe Branchini nel 1927.
impianto strutturale
Muratura in laterizio con struttura di copertura celata dalle volte.
apparati liturgici
Nell'aula l'assemblea è ordinata in panche a battaglione. Nella cappella della navata laterale destra è presente un fonte battesimale per aspersione in marmo. Il presbiterio comprende un altare pre conciliare in marmo con tabernacolo incastonato al centro e croce, un altare post conciliare fisso in marmo, due amboni lignei a leggio e la sede composta da uno scranno ligneo cuspidato, comprendente il sedile per il celebrante e quelli per i concelebranti. Due confessionali in stile gotico, su disegno dell'ing. Giuseppe Gualandi, si trovano lungo le navate laterali.
Adeguamento liturgico

altare - intervento strutturale (1969-1970)
Per interessamento del parroco don Dino Ferrari, l'altare in marmo fu staccato dal dossale e collocato al centro del presbiterio.
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