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Camugnano
Bologna
chiesa
parrocchiale
S. Giacomo di Bargi
Parrocchia di San Giacomo di Bargi
Contesto; Impianto planivolumetrico; Esterno; Pianta; Interni; Impianto strutturale; apparati liturgici
presbiterio - aggiunta arredo (1975)
1177 - 1315(preesistenze carattere generale); 1379 - 1392(preesistenze carattere generale); 1439 - 1529(preesistenze carattere generale); 1549 - 1573(restauro intero bene); 1692 - XVII(preesistenze intero bene); 1692 - XVII(elementi di pregio intero bene); 1692 - XVII(preesistenze intero bene); 1692 - XVII(preesistenze carattere generale); XVIII - XVIII(elementi di pregio intero bene); 1717 - 1772(elementi di pregio intero bene); 1772 - XVIII(preesistenze intorno); 1780 - 1792(rifacimento intero bene); 1811 - XIX(restauro intero bene); 1980 - XXI(restauro intero bene)
Chiesa di San Giacomo di Bargi
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Giacomo di Bargi <Camugnano>
Altre denominazioni S. Giacomo di Bargi
Ambito culturale (ruolo)
maestranze emiliane (costruzione)
barocco (alzati interni)
Notizie Storiche

1177 - 1315 (preesistenze carattere generale)

Il primo documento in grado di fornirci notizie sulla chiesa di Bargi risale al 1177, nel quale si attesta la donazione alla canonica pistoiese di San Zeno di un pezzo di terra delle dimensioni di 40 piedi di lunghezza e di 24 di larghezza e di un casamento, posto tra la casa di un certo Teuzio e la chiesa del castello. Alla fine del Duecento, per la precisione nel 1293, la chiesa fu dotata di campane, elemento importante per quei tempi ma molto dispendioso. Da un documento datato 1315, si possono ricavare informazioni relative ad un certo Gualando definito sacerdos et rector ma anche destructor della chiesa stessa, forse perché nell’estimo, gli edifici vengono descritti come molto danneggiati a causa della guerra condotta dal comune di Bologna contro i Conti di Panico e gli Stagnesi; le cronache narrano che durante questa guerra morirono 18 abitanti di Bargi.

1379 - 1392 (preesistenze carattere generale)

Nel 1379, su richiesta dei parrocchiani e del parroco, la chiesa fu dotata di Battistero, accrescendo così di importanza. L’estimo ecclesiastico del 1392 attesta che i il patrimonio della chiesa di Bargi, comprendente terre aratorie, vigne e castagneti era di 15 lire, una cifra molto importante se paragonata a quella delle chiese limitrofe, per cui, divenne il centro più importante della vita religiosa della zona.

1439 - 1529 (preesistenze carattere generale)

documento del 1436 attesta che i parrocchiani avevano eletto direttamente il parroco, secondo un metodo di elezione diretta da parte dei capifamiglia della parrocchia. Verso il 1438, avvenne l’unione delle chiese limitrofe: Costozza, Baigno e Piderla, a quella di Bargi per la scarsezza dei loro redditi. Da un inventario del Quattrocento risulta che la chiesa di Bargi possedesse un calice, una patena e una croce d’argento e quattro tovaglie da altare. Un estimo del 1481 attesta 42 appezzamenti di terreno appartenenti alla chiesa di Bargi. Nel 1529, l’ultimo parroco eletto dal popolo rinunciò alla parrocchia: il successore ottenne la parrocchia per mezzo di una bolla papale e da allora il diritto di nomina passò al vescovo.

1549 - 1573 (restauro intero bene)

Nel corso del XVI secolo la chiesa più ricca ed importante della zona risulta essere Bargi; il parroco ne riscuoteva i beni ma non risiedeva presso la chiesa, per cui incaricava un cappellano che si prendesse cura delle anime. Negli anni 1549 e 1573 la chiesa venne ampliata e pavimentata. Dalla relazione di Mons. Marchesini, nel 1573 si apprende che il parroco ora risiedeva a Bargi e la chiesa a tre navate, risultava ben tenuta.

1692 - XVII (preesistenze intero bene)

Nella visita pastorale del 1692, il Cardinale Boncompagni redige una dettagliata descrizione della Chiesa; essa risultava a capanna, con tetto spiovente, vi si accedeva da due porte, una principale a occidente e una laterale a settentrione. Alte colonne in pietra la dividevano in tre navate su cui si aprivano simmetricamente gli altari. Al centro un assito fungeva da divisorio fra le zone riservate ai due sessi. L’altare maggiore era posto contro il muro e recava l’immagine della Beata Vergine Maria con il Bambino, adorata dai Santi Giacomo e Filippo Apostoli e da Sant' Antonio Abate. Al centro era collocato il Tabernacolo sormontato da una Croce d’ottone con l’immagine del Crocefisso. Sul Presbiterio, chiuso da una balaustra in legno di noce, si trovavano un organo con tre registri e due mantici, un armadio per le sacre suppellettili e la nicchia per la conservazione degli oli sacri; dal soffitto pendeva un lampadario in ottone acceso in onore del Santissimo.

1692 - XVII (elementi di pregio intero bene)

Nella navata di sinistra, partendo dalla cappella maggiore, si trovava l’altare della Beata Vergine del Carmelo raffigurata con San Carlo, Sant'Alberto, Sant'Antonio Abate e Santa Caterina in un quadro con cornice dorata dipinto da Giulio Cesare Milani. L’altare per la preghiera era composto da una croce e da una balaustra lignea. Seguiva l’altare dedicato a San Giuseppe, dipinto con la Vergine e il Bambino con cornice dorata e marmorizzata in rosso-oro, del Tiarini. Nell’ultimo altare di questo lato era collocata la statua di Sant'Antonio di Padova. Nella navata di destra, partendo dall’altare maggiore, si trovava un quadro della Beata Vergine del Rosario con i Santi Domenico e Rocco e i quindici misteri, con cornice lignea dorata e marmorizzata. L’ultimo altare era situato sotto un dipinto, sempre del Tiarini.

1692 - XVII (preesistenze intero bene)

La sacrestia si trovava a destra dell’altare maggiore, ma, per le sue piccole dimensioni, era affiancata da un locale con soffitto a volta, dove venivano conservati gli arredi Sacri. Contigua alla cappella maggiore si ergeva la torre campanaria, provvista di due campane, una del 1239 e l’altra rifatta nel 1621. A fianco dell’entrata era posto il fonte battesimale, con base sormontata da una piramide di legno di noce in cui si apriva un’anta con l’immagine di San Giovanni Battista che battezza il Cristo. Nella chiesa si trovavano quattro sepolcri: uno per i sacerdoti nel presbiterio, uno per i fanciulli nel pavimento dell’altare, uno davanti all’altare del Carmelo e l’ultimo in fondo alla navata sinistra appartenenti a due famiglie della zona.

1692 - XVII (preesistenze carattere generale)

Annesso alla Chiesa vi era un cimitero chiuso da un cancello munito di chiave, che nell’anno 1692 risultava ancora da completare. Al centro era stata eretta una croce e in un angolo un oratorio dove c’erano due sepolcri riservati agli appartenenti alle compagnie. Unita alla parrocchiale vi era la canonica, con annesso cortile e dotata di quattro stanze al piano terra e cinque al piano superiore.

XVIII  (elementi di pregio intero bene)

Nel Settecento la struttura interna della chiesa risultava ancora in buono stato. La zona del coro era stata dotata di sedili in noce, sovrastati dalle immagini dipinte a tempera su tela di San Tommaso Apostolo e Santo Stefano. Sopra i sedili un ornamento di legno, intagliato e marmorizzato in oro sovrastava tutta la parete. La sua cornice tutta dorata comprendeva una pittura ad olio rappresentante la madre dei figli di Zebedeo, e più in basso altri due quadri ad olio con la Madonna Annunciata e l’Angelo Gabriele. Il medaglione in cima a questo ornamento contornava la figura del Padre Eterno. Nel piedistallo erano rappresentate quattro scene della vita di San Giacomo. La decorazione alta di questa cappella comprendeva anche quattro lunette laterali rappresentanti quattro Apostoli, come nella navata centrale dove se ne potevano osservare altre otto. Un pulpito di noce movibile era posizionato accanto all’Altare del S. Rosario.

1717 - 1772 (elementi di pregio intero bene)

Nel 1717, sull’interno della porta della Chiesa, si trovava una grande pittura a tempera che rappresentava San Cristoforo, mentre, nel 1772, vi erano appesi cinque quadri: San Michele Arcangelo, l’angelo custode, Gesù, Giuseppe e Maria.

1772 - XVIII (preesistenze intorno)

Il sagrato, lungo 21 metri, ospitava una cisterna e un pozzo comune. Dalla sacrestia vecchia si accedeva al campanile, dipinto di bianco con angoli in rosso, con una guglia settecentesca. Aveva pianta quadrata, di 5,3 metri, era rivolto a settentrione e alto 15 metri. All’inizio del 1700 le campane erano ancora due, mentre, da un censimento del 1772, ne risultano quattro più un orologio ad uso della comunità.

1780 - 1792 (rifacimento intero bene)

Nel 1780 il parroco Don Antonio Ulivi, effettuò un radicale cambiamento: l’antica chiesa di struttura romanica e gli ampliamenti cinquecenteschi furono abbattuti. Il 12 agosto 1792 la nuova Chiesa, lunga 30 metri e larga 10 metri fu consacrata dal cardinale Gioannetti.

1811 - XIX (restauro intero bene)

Nel XIX secolo la Parrocchia di Bargi era inserita nel Vicariato di Guzzano, sotto il governatorato di Castiglione, nuovo organo amministrativo. La chiesa era a una sola navata con sette altari che avevano mantenuto i loro titoli, mentre i quadri che li adornavano erano gli stessi del settecento. Nel 1811 furono effettuate delle riparazioni alla facciata.

1980 - XXI (restauro intero bene)

Il 10 settembre 1980 il Cardinale Poma effettuò una visita pastorale nella chiesa e in quelle limitrofe. Nel XX secolo opportuni interventi di conservazione sono stati effettuati sui quadri del Tiarini, sui confessionali e sui mobili. I candelabri in ottone sono stati asportati e i quadri ricollocati fotocopiati mentre, gli originali, sono tutt'ora custoditi dalla Curia. Il 5 luglio 1992 il Cardinale Biffi effettuò la sua visita pastorale e nel 1993, per la festa di S. Giacomo suonarono le campane dopo il restauro del Campanile e del tetto. L’ antico organo, costruito da Pietro Agati nel 1789, cinque anni prima di costruire quello del vicino paese di Treppio, è stato completamente restaurato nel 2010.
Descrizione

La chiesa di San Giacomo sorge sulla sommità di un colle che sovrasta la vallata e il piccolo borgo di Bargi collocato alle sue pendici. E’ raggiungibile attraverso una piccola e ripida strada con tornanti successivi che termina davanti alla chiesa stessa. L’imponente chiesa è isolata e circondata da un’ampia area inerbita di pertinenza. La facciata è in pietra faccia a vista e l’accesso alla chiesa è posto sulla sommità di una breve gradinata. Gli interni sono scanditi da lesene doriche impostate su un alto basamento e da archi a tutto sesto che racchiudono tre cappelle per lato. Tutta la chiesa è finemente dipinta con elementi floreali e decorativi. All’interno della chiesa sono custodite copie di importanti tele tra le quali: la pala dell’altare maggiore attribuita al Balzani e databile 1701 e la pala d’altare del Tiarini che ritrae la Madonna del Rosario, circondata da quindici misteri, con il Bambino che reca in mano una rosa, risalente al 1630; tale pala reca ancora i segni del furto e dello smembramento avvenuti nel 1968. Nella chiesa si conserva un importante organo settecentesco recentemente restaurato e funzionante.
Contesto
La chiesa sorge in posizione dominante rispetto alla valle circostante e al piccolo paese di Bargi che sorge alle pendici del colle su cui è collocata la chiesa stessa. Dal piazzale antistante la chiesa è possibile ammirare il magnifico panorama sul lago di Suviana.
Impianto planivolumetrico
Il complesso religioso è un’aggregazione orizzontale che comprende aula, sagrestia, casa del parroco, stanze accessorie e campanile.
Esterno
L’ingresso della chiesa è preceduto da un’ampia zona inerbita che la circonda completamente. La facciata della chiesa, in pietra a vista, è preceduta da una scalinata e da un portico chiuso da una cancellata in ferro battuto che ospita un imponente arco a tutto sesto in pietra arenaria; sul concio di chiave è possibile leggere la data di costruzione dello stesso: 1791. Il registro superiore della facciata è delimitato da cantonali in pietra e termina con un timpano sempre in pietra a vista. Una cornice lapidea conclude la facciata seguendo l’andamento della copertura a capanna. Un ampio portale in legno architravato permette l’accesso all’aula. I fianchi del complesso sono caratterizzati da un’aggregazione di volumi che comprendono a destra la casa del parroco e la sagrestia mentre a sinistra dei volumi accessori e il campanile; si presentano tutti in pietra a vista. La copertura del complesso religioso è realizzata in coppi.
Pianta
Chiesa ad aula non orientata con cappelle laterali.
Interni
Si accede all’aula attraverso un portale ligneo architravato. L’aula è scandita in cinque campate da lesene doriche. Le tre campate di dimensioni maggiori ospitano altrettante cappelle evidenziate da archi a tutto sesto, mentre le due minori ospitano a destra l’organo e un pulpito ed a sinistra un’entrata laterale e un altro pulpito simmetrico rispetto al lato destro. Le lesene sono impostate sopra ad un alto basamento grigio scuro che circonda l’intera aula. Sopra ad esse una trabeazione decorata circonda la chiesa, coperta mediante una volta a botte lunettata. Ognuna della sei cappelle ospita un altare sormontato da antiche pale, delle quali oggi, nella chiesa sono custodite esclusivamente delle copie. L’aula termina con la zona presbiteriale, rialzata rispetto a quella assembleare di un gradino ed evidenziata da un imponente arco a tutto sesto. La copertura della zona presbiteriale è realizzata mediante una volta a vela. Dalla zona presbiteriale si accede a due ambienti simmetrici: a destra la sagrestia mentre a sinistra una stanza utilizzata come deposito dalla quale è possibile accedere al campanile. Il pavimento dell’aula e delle cappelle è realizzato mediante graniglia di marmo bianco e nero, mentre quello del presbiterio in graniglia di marmo rosso e bianco. Nella seconda campata sul lato destro è collocata una cantoria che ospita l’antico organo settecentesco ancora funzionante. La chiesa è illuminata mediante due finestre rettangolari simmetriche collocate al di sopra della trabeazione nelle campate più esterne, da una finestra rettangolare in controfacciata e da una apertura posta sopra la pala dell’altare maggiore. Tutta la chiesa si presenta ricca di decorazioni di ispirazione barocca.
Impianto strutturale
Struttura portante in pietra.
apparati liturgici
L’assemblea è ordinata frontalmente al presbiterio in conformità con il volume architettonico e si organizza su due file di panche lignee disposte a battaglione. Il presbiterio è diviso dalla zona assembleare da una balaustra in ferro e risulta rialzato di un gradino rispetto all’aula. Ospita l’altare preconciliare in marmo, rialzato di ulteriori tre gradini, sulla cui superficie è collocato il tabernacolo. L'altare post-conciliare, in legno, fronteggia quello antico e non risulta consacrato. Sulla sinistra dell’altare trova posto l' ambone in legno, di tipo a leggio. La sede per il celebrante non è riconoscibile ma sono presenti alcune sedute in legno alla destra e alla sinistra dell’altare. La sacrestia, accessibile dalla parte sinistra del presbiterio è coperta mediante una volta a padiglione, il mobilio originale non è più presente ma custodito presso la Parrocchia di Riola. Nelle campate più piccole in corrispondenza dei due pulpiti simmetrici sono collocati antichi confessionali lignei non più usati. Il fonte battesimale per aspersione, in marmo bianco, è collocato alla sinistra dell’entrata in una piccola nicchia tinteggiata di color azzurro ed evidenziata da un arco a tutto sesto.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1975)
Sul presbiterio, in recepimento delle norme liturgiche del concilio Vaticano II, è stato posto un nuovo altare, frontale rispetto all'altare esistente e rivolto verso l'assemblea. È un semplice altare in legno non rialzato rispetto al presbiterio stesso.
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