Notizie Storiche |
1102 - 1103 (costruzione chiesa)
Nel 1102, in seguito alla bonifica dei terreni paludosi di Rigosa, la contessa Matilde di Canossa vi fece costruire una cappella dedicata alla Santa Maria Vergine. Ne troviamo menzione in un documento ufficiale di quell’anno; era sotto la giurisdizione dell’Abbazia di Nonantola. Nel 1103 aveva già il titolo di parrocchia (A. Magnavacca, 2015, p.11)
1366 - 1480 (carattere generale chiesa)
Negli elenchi del 1366 la chiesa di Rigosa risulta unita a quella di S. Isaia a Bologna. Negli anni successivi passò sotto diverse giurisdizioni: la lunga serie di cambiamenti non giovò allo stato di manutenzione della chiesa che a metà del XV secolo risultava disadorna e cadente. Nel 1480 la chiesa da parrocchia fu ridotta a cappellania, sotto la giurisdizione della chiesa arcipretale di Gesso (A. Magnavacca, 2015, p.18,20)
1485 (ricostruzione chiesa)
Nicolò I Rigosi, possidente e benefattore, si adoperò per un intervento di rifacimento della chiesa, con facciata ad ovest, completandola con la costruzione della canonica addossata a sud, di una cantina ed un pozzo (A. Magnavacca, 2015, p.21)
1573 (carattere generale chiesa)
In seguito alla visita di monsignor Ascanio Marchesini, la chiesa venne definita in buone condizioni, interne ed esterne (A. Magnavacca, 2015, p.29)
1633 - 1659 (carattere generale chiesa)
La dedicazione originale di Santa Maria Vergine della chiesa venne modificata in Santa Maria del Carmine. Nel 1659 la chiesa di Rigosa, già cappellania o commenda dal 1480, viene ridotta ancora a castellania o rettoria come sussidiale della chiesa di Gesso (A. Magnavacca, 2015, p.41,45)
1692 (restauro chiesa)
Sotto il X rettore don Ercole albergati, venne rinnovato l’interno della chiesa con un pavimento in graniglia alla veneziana, fu ristrutturata ed ingrandita la canonica e probabilmente venne costruito il campanile, ma di questo non ci sono notizie certe (A. Magnavacca, 2015, p.45)
1700 (completamento chiesa)
Don Pompeo Aldrovandi provvide all’abbellimento della chiesa con statue, quadri ed un nuovo crocifisso in legno con fregi dorati (A. Magnavacca, 2015, p.46)
1820 (completamento campanile)
Nel 1820 furono fuse tre campane dalla ditta Serafino Golfieri e collocate nella cella campanaria, che furono benedette dal cardinale Carlo Oppizzoni (A. Magnavacca, 2015, p.51)
1846 - 1847 (restauro intero bene)
Nel 1846 venne rifatta tutta la tinteggiatura della chiesa a spese del compadrone Legnani. L’anno successivo furono eseguiti lavori di consolidamento delle travi di legno del campanile ad opera di Luigi Accorsi e Gaetano Franceschi. A quell’anno risale anche il trono per l’esposizione del Santissimo, in legno, con fregi e baldacchino (A. Magnavacca, 2015, p.56)
1863 (restauro chiesa)
Si operò un restauro degli intonaci interni e degli arredi, quali i tre altari che vennero rimarmorizzati, a causa dell’umidità (A. Magnavacca, 2015, p.58)
1868 - 1880 (restauro campanile)
Vennero rifatte le scale in legno a gradini del campanile. Nel 1880 venne restaurato completamente l’esterno (A. Magnavacca, 2015, p.59)
1885 - 1887 (ricostruzione chiesa)
L’antica chiesa di Rigosa era di forma rettangolare con una volta bassa e due cappelle laterali dedicate al crocifisso, a Sant’Antonio ed una statua di San Pietro martire. Il rettore don Pietro Fridiani promosse un ampio intervento sull’edificio che fu di fatto girato ad est, con la facciata rivolta verso via Rigosa, la nuova strada realizzata nel 1815. Si rifece la parte ovest dalle fondamenta con la realizzazione della cappella maggiore e nel complesso il nuovo edificio risultava più ampio e alto. Fu costruito l’altare maggiore sotto il catino absidale e realizzata una nicchia in stile neo rinascimentale a contenere la statua della Madonna del Carmine. I lavori, che interessarono anche la canonica, eseguiti sotto la direzione dell’architetto Vincenzo Brighenti, vennero completati nel 1887 (A. Magnavacca, 2015, p.63,64)
1894 - 1896 (ristrutturazione chiesa)
Nel mezzo della chiesa era presente un gradino nel pavimento, su cui si innalzava l’altare maggiore prima della ristrutturazione. Venne livellato, spostandolo vicino al portale d’ingresso ad est. Nel 1896 venne ricoperto il tetto della parte di chiesa vecchia e modificato l’attacco con l’abside (A. Magnavacca, 2015, p.66)
1912 (ricostruzione facciata)
Nel 1912 venne ricostruita la facciata della chiesa in stile neoclassico; gli interventi riguardarono anche il rifacimento della facciata della canonica (A. Magnavacca, 2015, p.75)
1924 (restauro intero bene)
Nel 1924 la chiesa di Rigosa venne proclamata parrocchia indipendente da Gesso ed in seguito a questo si decise di rinnovare l’edificio. Venne alzato il coperto costruendo un soffitto a volta in sostituzione dell’arellato, furono ornati capitelli e basamenti delle colonne, fu posato un nuovo pavimento in mattonelle sul precedente del 1692 e venne tinteggiata tutta la chiesa. I lavori furono seguiti dal capo mastro Giuseppe Baroni e dal prof. Angelo Baule come direttore lavori. A quell’anno risale la costruzione del battistero e del fonte battesimale in graniglia rosata (A. Magnavacca, 2015, p.79)
1925 - 1930 (completamento chiesa)
Nel 1925 venne aperta una finestrella ovale dietro il battistero munita di inferriata. Nel 1930 furono rifatti i gradini in marmo ai piedi dell’altare maggiore (A. Magnavacca, 2015, p.93)
1934 (restauro campanile)
Nel 1934 la ditta Brighenti di Bologna venne incaricata della fusione di cinque nuove campane per il campanile di Rigosa; per l’occasione venne restaurata la cella campanaria (A. Magnavacca, 2015, p.99)
1938 (ristrutturazione chiesa)
Si procedette alla ricostruzione del locale che dall’abside conduceva alla cantoria con l’organo, scala in pietra inclusa (A. Magnavacca, 2015, p.108)
1945 - 1946 (restauro intero bene)
Le cannonate nell’aprile del 1945 non risparmiarono alcuno degli edifici del complesso sacro di Rigosa, che furono riparati solo al termine del conflitto mondiale e terminati, per la chiesa, nel 1946 grazie anche alla collaborazione del genio civile (A. Magnavacca, 2015, p.114)
1960 - 1969 (ristrutturazione intero bene)
Nel 1960 venne rifatto il manto di copertura della chiesa, della canonica e della casa del campanaro, nel 1969 vennero ritinteggiati esternamente tutta la chiesa ed il campanile (A. Magnavacca, 2015, p.143,157)
1981 - 1987 (completamento facciata)
Nel 1981 fu posata la nuova porta d’ingresso alla chiesa in legno massiccio e fu sostituita la soglia con una nuova in graniglia rosa. Nel 1987 fu costruita la vetrata della finestra in facciata, composta da due pezzi e completa di vetro istoriato raffigurante la Beata Vergine del Carmine con Gesù, Santa Teresa e San Pietro martire. Lo stesso anno vennero rifatte le vetrate dei due finestroni sopra le cantorie (A. Magnavacca, 2015, p.164)
2000 (restauro intero bene)
Si intervenne sulla copertura del campanile, il quale venne tinteggiato esternamente come la facciata della chiesa. Venne posto in opera l’orologio sul campanile (A. Magnavacca, 2015, p.176,178)
2007 - 2010 (ristrutturazione chiesa)
Viene rifatto parte del pavimento in mattonelle della chiesa e fu inserita una botola in vetro a lasciare intravedere il pavimento sottostante in graniglia veneziana del 1692. Nel 2010 vengono tinteggiate di colore più chiaro le pareti sotto le due cantorie (A. Magnavacca, 2015, p.187,191)
2013 - 2015 (ristrutturazione intero bene)
Nel 2013 il complesso è stato oggetto di un intervento di ristrutturazione, a cura dell’architetto Stefano Simoncini e dell’ingegnere Alessandro Rossi, che ha interessato il rifacimento del coperto della chiesa, la sua tinteggiatura, la verniciatura degli infissi. I lavori sono stati completati con la canonica nel 2015 (A. Magnavacca, 2015, p.202,208) |
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