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Bologna
Bologna
chiesa
parrocchiale
SS. Trinità
Parrocchia della Santissima Trinità
contesto; impianto planivolumetrico; esterno; pianta; interni; impianto strutturale; apparati liturgici
altare - aggiunta arredo (1971); confessionale - intervento strutturale (1971)
1443 - 1575(preesistenze intero bene); 1648 - 1709(costruzione intero bene); 1798 - 1831(ampliamento intero bene); 1841 - 1901(restauri intero bene); 1851 - 1981(costruzione cappella); 1961 - 2001(restauri intero bene)
Chiesa della Santissima Trinità
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa della Santissima Trinità <Bologna>
Altre denominazioni SS. Trinità
Ambito culturale (ruolo)
neoclassicismo (costruzione)
Notizie Storiche

1443 - 1575 (preesistenze intero bene)

In origine nell'area si insedia, nel 1443, un convento di monache appartenenti all'Ordine delle Gesuate. Esse costruiscono il convento, ma per le funzioni si recano a S. Lucia. Ciò avviene fino a che non raccolgono abbastanza denaro per erigere un edificio che intitolano alla SS. Trinità. E' il 1480: la chiesetta basta appena alle attività del convento e ben presto comincia una febbrile opera di ampliamento dell'intero complesso. Una nuova chiesa entra in funzione nel 1521, mentre i lavori alle strutture di servizio procedono fino al 1559 con la presenza, fra gli esecutori, di Bartolomeo Triachini. Le suore continuano nella volontà di rendere più confortevoli i loro spazi e progettano la costruzione di due chiese, una per la fruizione interna al convento e una aperta ai fedeli. Gli adattamenti a questo fine sono attestati fra il 1567 e il 1575. Nei documenti si parla anche un campanile eretto probabilmente intorno al 1560.

1648 - 1709 (costruzione intero bene)

L'ordine prospera e le monache decidono di ingrandirsi ulteriormente costruendo una nuova chiesa, questa volta con accesso da via S. Stefano. Il terreno, all'angolo fra detta via e via de' Buttieri, viene acquistato nel 1648. I lavori di demolizione iniziano nel luglio 1662, mentre il 20 agosto dello stesso anno è posta la prima pietra della chiesa. Si principia a costruire la chiesa 'interna', quella cioè destinata alla clausura delle monache ma i lavori sono interrotti nel 1669 per mancanza di fondi. Nel 1697 riprendono le attività: la chiesa interna è già voltata, mentre quella per la comunità raggiunge l'imposta della volta della navata principale e sono già coperte le cappelle laterali. Diverse interruzioni ancora rimandano la conclusione dei lavori che data al 1709. L'altare maggiore viene collocato contro il muro di fondo della chiesa esterna a confine con la chiesa interna. Al di sopra dell'altare è aperta una grata e lateralmente due finestrelle per distribuire la comunione.

1798 - 1831 (ampliamento intero bene)

Con i contraccolpi delle invasioni napoleoniche i frati della vicina S. Biagio sono costretti a trasferire la loro parrocchia presso la SS. Trinità, mentre le suore si spostano nei locali del loro primitivo convento, più a sud nel lotto. La chiesa, dunque, nel 1805 diventa parrocchia col titolo della SS. Trinità. La necessità di spazi maggiori motiva la decisione allungare lo spazio dell'aula occupando la chiesa interna delle suore. I lavori, eseguiti in occasione degli Addobbi del 1831, sono effettuati da Giuseppe Tubertini e Antonio Serra.

1841 - 1901 (restauri intero bene)

In occasione della Decennale del 1841 la chiesa si arricchisce internamente di nuove cantorie. L'ing. Enrico Brunetti Rodati nell'occasione amplia ulteriormente l'abside e si incarica di progettare e realizzare un porticato addossandolo alla facciata. La Decennale successiva vede un'ulteriore modificazione dell'abside che da rettangolare diventa semicircolare, su progetto dell'ingegnere architetto Francesco Gualandi. Nell'occasione, nel presbiterio, viene montato un altare in marmo con ciborio rialzato di quattro gradini. Dal 1861 la chiesa si è poi arricchita di affreschi e decorazioni ad opera soprattutto di Luigi Samoggia, Alessandro Guardassoni e, fra il 1891-1901, di Giambattista Baldi.

1851 - 1981 (costruzione cappella)

Nello spazio di risulta, a cuneo triangolare, fra il corpo dell'aula e la stretta via de' Buttieri, nel 1851, Francesco Gualandi realizza una cappella destinata alla venerazione mariana. Nel 1901 la cappella viene decorata con affreschi di Samoggia, Guardassoni e, nel 1981, restaurata dall'ultraottantenne figlio di Giambattista Baldi, Carlo. Nel 1981 è stato anche effettuato un impianto autonomo di riscaldamento a gas.

1961 - 2001 (restauri intero bene)

I lavori di migliorie e restauri hanno scansione decennale. Nel 1951 il parroco d. Aristide Trentini si incarica di riparare i danni bellici e pertanto viene rifatta la parte del tetto sfondata, sono ricollocati i vetri e ritinteggiati gli esterni. Nel 1961 è la volta dell'impianto elettrico che viene adeguato mentre è apprestato un moderno impianto di amplificazione, il tutto a cura dell'ing. Giuseppe Coccolini. Dieci anni più tardi viene apprestato un impianto di riscaldamento e, sul piano della progettazione delle funzioni liturgiche, viene rivisto il luogo della penitenzieria, collocandolo nel lungo ambiente a destra dell'altare maggiore. Nel 1991 sono revisionate le coperture e montati nuovi finestroni, ritinteggiata facciata e portico e restaurati le pavimentazioni degli interni. Nel 2001, oltre al restauro della cappella Gualandi, si registra un ulteriore restauro della facciata e del portico e una revisione dell'impianto elettrico.
Descrizione

La chiesa della Santissima Trinità, la cui aula attuale sorse fra la fine XVII e l'inizio del XVIII secolo a servizio della realtà conventuale delle monache gesuate, si affaccia col pronao lungo via S. Stefano, asse cardine della città medievale e sede di residenze prestigiose. L'aula è riccamente decorata con affreschi a motivi floreali, nei toni caldi e dorati tipici dell'Ottocento bolognese.
contesto
La chiesa affaccia su via Santo Stefano, asse storico della città medievale, non distante dalla porta omonima, ed è inserita nell’aggregato urbano tipico di questa zona del centro storico bolognese, caratterizzato da edifici sorti su lotto gotico in seguito ampliatisi a realizzare palazzi signorili con corte.
impianto planivolumetrico
Aggregazione orizzontale lineare del volume dell'aula con la canonica, in continuità lungo un lotto gotico. La parte conventuale si sviluppa ad L lungo via S. Stefano, circoscrivendo il chiostro.
esterno
Il sagrato è parte del portico che corre lungo tutta via Santo stefano, rialzato di 4 gradini rispetto alla sede stradale e pavimentato in graniglia di marmo alla veneziana. La facciata è arretrata rispetto ad un pronao su quattro elementi verticali: due pilastri angolari e una coppia di colonne centrali, tutte su basamenti che circoscrivono le scale di accesso al portico e con capitelli ionici, intonacati in color sabbia. Il timpano ha una cornice dentellata in colori sabbia su campi in color mattone rosato. Il portale unico è inquadrato in una cornice color sabbia su campi color mattone rosato, con due nicchie con statue simmetricamente collocate ai lati dell'accesso. Il soffitto del portico è piano. Sulla destra dell'aula la struttura conventuale presenta le stesse cromie, e si affaccia sul portico con cinque campate a tutto sesto in continuità col pronao. Solo il fianco sinistro dell'aula è visibile lungo via de' Buttieri, intonacato in mattone rosato con aperture.
pianta
Chiesa ad aula mononavata.
interni
Una bussola lignea immette all'aula, riccamente decorata. Le tre cappelle per lato sono scadite da paraste sormontate da capitelli di ordine corinzio che sorreggono un cornicione aggettante decorato con mensoline che corre per l’intero perimetro della chiesa. La volta a botte unghiata in corrispondenza del cleristorio è affrescata con fogliette e tralci d'acanto dorati e con riquadri con putti su sfondo celeste, in campi scanditi dai costoloni. La prima e l'ultima porzione della botte è decorata invece a cassettoni con rosette. L'altare si trova al centro di una sorta di transetto, rialzato di due gradini, le cui ali sono cappelle laterali di profondità lievemente maggiore rispetto alle altre cappelle. Vi si trovano in parete due cantorie contrapposte, con organo. La copertura è qui a cupola affrescata. Oltre l'altare il presbiterio con balaustra marmorea e coro si conclude in una calotta a cassettoni. L’aula è pavimentata con lastre di marmo in tre colori (crema, rosso e nero) che formano motivi geometrici, mentre il presbiterio ha un pavimento in graniglia alla veneziana.
impianto strutturale
Struttura in muratura portante di mattoni.
apparati liturgici
Altare post-conciliare fisso e consacrato al centro del primo rialzo presbiteriale, altare pre-conciliare al centro dell'abside, rialzato di una altro gradino ed antistante il coro di sedie peribolari. Ambone a leggio con paliotto marmoreo a sinistra dell'altare. Tre sedute lignee fra i due altari, al centro del presbiterio, sono collocate per il celebrante, la cui seduta centrale è più ampia, ed i ministri. Il battistero si trova nella prima cappella sinistra. La cappella feriale è a sinistra dell'aula. Custodia eucaristica sull'altare pre-conciliare. Assemblea disposta frontalmente lungo due file a battaglione.
Adeguamento liturgico

altare - aggiunta arredo (1971)
Aggiunta dell'altare post-conciliare in seguito al Concilio Vaticano II e costruzione di un piano ligneo per allargare la zona rialzata del presbiterio marmoreo esistente. Il disegno dell'altare e della soluzione progettuale è dell'ing. Rodolfo Bettazzi che ha riutilizzato per la nuova soluzioni ornati lignei di un altare che era entro il monastero delle monache.
confessionale - intervento strutturale (1971)
La cappella penitenziale è stata ricavata nel 1971, su disegno dell’ing. Bettazzi, unendo alcuni piccoli ambienti. Qui si trovano due confessionali del secolo XXVIII, ornati da eleganti intagli barocchi.
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