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adeguamento liturgico
Bologna
Bologna
chiesa
cattedrale
S. Pietro nella Metropolitana
Parrocchia di San Pietro nella Metropolitana
contesto; impianto planivolumetrico; esterno; pianta; interni; elementi di pregio; apparati liturgici
presbiterio - aggiunta arredo (1997)
IX - XI(edificazione intero bene); 1141 - 1184(riedificazione intero bene); XIII - 1261(completamento intero bene); XIII - XIV(ampliamento intero bene); 1400 - 1430(restauro volte e coperto); 1454 - 1454(completamento ala); 1575 - XVII(rifacimento presbiterio); XVII - 1618(rifacimento carattere generale); 1743 - 1757(completamento facciata); 1776 - 1776(rifacimento facciata); 1900 - XX(rifacimento pavimentazioni); 1905 - 1955(apertura cripta carattere generale); 1996 - XX(restauro carattere generale); 2012 - 2012(restauro facciata e coperto)
Chiesa di San Pietro nella Metropolitana
Tipologia e qualificazione chiesa cattedrale
Denominazione Chiesa di San Pietro nella Metropolitana <Bologna>
Altre denominazioni S. Pietro nella Metropolitana
Autore (ruolo)
Torreggiani, Alfonso (rifacimento facciata e interni )
Tadolini, Francesco (rifacimento timpano)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze emiliane (edificazione)
romanico lombardo (riedificazione)
rinascimento emiliano (ampliamento e restauro)
tardorinascimento bolognese (restauro presbiterio e abside)
barocco bolognese (ampliamento corpo delle tre navate )
eclettismo storicista (pavimentazione in marmo)
Notizie Storiche

IX - XI (edificazione intero bene)

Non esiste documentazione in grado di attestare con esattezza l'origine della cattedrale. Tuttavia fin dal 1054 è presente nei documenti un battistero che nella sua struttura architettonica è stato ipotizzato risalire al V secolo, epoca in cui potrebbe essere nata una prima sede episcopale nel centro di Bologna. Dal XI secolo la chiesa è già dedicata a San Pietro nei documenti. Dell'influenza bizantina di questo periodo è testimone il campanile circolare dell'antica cattedrale, ancora presente e inscritto nella geometria di quello romanico tuttora esistente.

1141 - 1184 (riedificazione intero bene)

In seguito ad un incendio che nel 1141 devastò la chiesa il vescovo Giovanni promosse lavori di ampliamento che dovevano riflettere il valore simbolico dell'edificio per la città. La chiesa fu allungata, e il campanile fu alzato da trenta a quaranta metri. Riedificata in stile romanico con influenze lombardo emiliane, era a tre navate con tre absidi e copertura a capriate. Fu consacrata dal pontefice Lucio III l'8 luglio 1184.

XIII - 1261 (completamento intero bene)

Venne innalzato il nuovo campanile romanico a pianta quadrangolare che inglobò il precedente ellittico. Nel 1220 inizia la costruzione della "porta dei leoni" e nel 1252 la facciata fu abbellita con un rosone con colonnine marmoree. Nel 1261 il nuovo altare maggiore fu consacrato.

XIII - XIV (ampliamento intero bene)

L’aula fu interessata da lavori di ampliamento che comportarono la costruzione di cappelle addossate ai due lati, cinque piccole sul fianco sud e quattro molto più grandi sul lato nord.

1400 - 1430 (restauro volte e coperto)

Il vescovo Bartolomeo Ramondi nel 1400 face costruire le volte delle tre navate, una nuova sagrestia e un portico davanti alla facciata. Nel 1417 venne realizzata la pavimentazione a spina di pesce sotto il portico. Nel 1426 il vescovo Niccolò Albergati face sostituire la copertura lignea del campanile con una cuspide in cotto coperto di piombo.

1454  (completamento ala)

Inaugurazione del nuovo battistero nella cappella di san Bartolomeo.

1575 - XVII (rifacimento presbiterio)

Quando Bologna si affermò come seconda capitale dello Stato Pontificio, il card. Ferruccio Farnese decise di rinnovare il presbiterio; i lavori iniziarono nel 1575 e si conclusero nel 1577. Per dar maggior lustro alla nuova struttura absidale l'architetto Pietro Fiorini propose incautamente di ampliare la navata centrale eliminando un pilastro ogni due e rinforzando quelli rimasti. Ciò comportò il crollo del soffitto nel 1599. Da questi dissesti statici nacque l'idea di rinnovare completamente l'antica cattedrale, sotto la direzione dell'architetto Floriano Ambrosini, sacrificando la celeberrima Porta dei Leoni e la cappella Garganelli. Dure critiche da parte del nuovo arcivescovo, Scipione Borghese (1610-1612), bloccarono i lavori.

XVII - 1618 (rifacimento carattere generale)

Illuminate fu l'intervento del capomastro Niccolò Donati che suggerì di allungare il corpo delle tre navate a scapito delle cappelle Paleotti e Boncompagni. La navata centrale potè così essere illuminata anche da tre lunotti nel tiburio. Il sole che batteva dal lunotto posto ad est infastidiva però i fedeli; fu allora tamponato e Ludovico Carracci ebbe l'incarico di decorarlo, realizzando l'Annunciazione (1618). L'interno della chiesa raggiunge il suo assetto quasi definitivo.

1743 - 1757 (completamento facciata)

Il completamento della chiesa fu possibile grazie al papa bolognese Benedetto XIV. L'architetto Alfonso Torreggiani iniziò i lavori il 3 ottobre 1743 eliminando il vecchio portico quattrocentesco che era rimasto addossato alla facciata di ponente (dove un tempo si trovava la facciata romanica) e parte della piazzetta antistante. Realizzò la controfacciata e i quattro coretti rococò all'interno. La cattedrale fu solennemente consacrata il 15 agosto 1757.

1776  (rifacimento facciata)

L'architetto Francesco Tadolini sostituì l'estremità della facciata di Torreggiani, costituita da un timpano curvilineo che aveva problemi di staticità, con una classica struttura triangolare.

1900 - XX (rifacimento pavimentazioni)

All'inizio del Novecento la vecchia pavimentazione in cotto fu sostituita dall'attuale pavimento in commesso di marmi disegnato da Silvio Gordini.

1905 - 1955 (apertura cripta carattere generale)

Nel 1905 si aprì un'accesso alla cripta al centro della gradinata del presbiterio. Nel 1956 la Soprintendenza di Bologna approvò il progetto, redatto dall’ing. F. Gualandi su commissione del cardinal G. Lercaro (1952-1968), che prevedeva la chiusura dell’accesso centrale alla cripta, il risarcimento della continuità dello scalone del presbiterio, l’eliminazione delle due cancellate in ferro e la conservazione di pochi lacerti della balaustra marmorea. Il restauro e l'adeguamento della cripta a cappella si realizzarono su progetto dell'Arch. Glauco Gresleri (1930-2016).

1996 - XX (restauro carattere generale)

Gli ultimi restauri sono avvenuti nel 1996 e nel 1997 il nuovo presbiterio è stato inaugurato, senza modifiche per il pavimento antico, su una lastra di piombo, ad opera degli scultori L. Scorzelli e E. Giannetti, su progetto dell'architetto Roberto Terra.

2012  (restauro facciata e coperto)

Nel 2012 furono restaurati la facciata e il coperto; gli ultimi interventi al tetto furono effettuati nel 2014.
Descrizione

La chiesa cattedrale e metropolitana di San Pietro, sede vescovile cittadina fin dai primi tempi della presenza cristiana a Bologna, affaccia su via Indipendenza, a pochi passi da Piazza Maggiore. Di origini paleocristiane, dopo numerose trasformazioni raggiunse il suo aspetto attuale nel XVIII secolo. A testimoniare il suo passato medievale rimane la singolare torre campanaria, inalterata dal Duecento. L'alta facciata, opera dell'architetto Alfonso Torreggiani, appartiene alla ristrutturazione settecentesca e per la sua sproporzione in altezza rispetto alla strada in cui si inserisce rivela la passata esistenza di una piazza (ex Piazza San Pietro) che la introduceva, smantellata nell’Ottocento. Si cita infine la cripta, dalla quale è possibile accedere all’area degli scavi archeologici che hanno messo in luce i pilastri dell’antica chiesa romanica.
contesto
La chiesa si trova nel centro storico, vicinissima al centro geometrico dell’impianto viario dell’antica città romana, l’incrocio fra il cardo e il decumano principali, equidistante sia da Porta S. Felice e da Porta Maggiore, che da porta Galliera e porta S. Mamolo. Secondo la tradizione, il fittone che indicava il punto centrale della città si trovava nell'attuale vicolo Ariosti (dal nome della famiglia da cui discende il noto poeta). La realizzazione di Via Indipendenza, nel XIX secolo, ha profondamente modificato la situazione preesistente, quando l'antico tratto di Canton de’ Fiori si allargava improvvisamente per aprire piazza S. Pietro, davanti alla cattedrale, per poi restringersi e diventare via Malcontenti. La nuova strada ha allineato tutti gli edifici consentendo solo alla cattedrale di sporgere, modernizzando l'area e arricchendola di teatri, caffè, ristoranti e negozi. Tra gli edifici storici attorno, che si elevano di tre o massimo cinque piani, la cattedrale si impone per la sua altezza, insieme al campanile. La chiesa è orientata.
impianto planivolumetrico
L’aula è aggregata orizzontalmente all’edificio dell’arcivescovado che sorge ad est e chiude, su tre lati, il cortile interno il quale include l’abside della cattedrale che ne costituisce il quarto lato. La torre campanaria sorge nell’angolo posteriore destro, innestata fra il presbiterio e il braccio sud del palazzo dell’Arcivescovado. Un secondo edificio è solo in parte aggregato al lato nord della navata sinistra: anche in questo caso una porzione dell’edificio ecclesiastico costituisce il lato sud di un cortile interno stretto fra l’Arcivescovado e questo secondo edificio in parte di servizio. Sotto parte dell’aula si apre la cripta.
esterno
L’aula è preceduta da un marciapiede ad una sola alzata e delimitato fronte strada da fittoni lapidei. La fronte si affaccia a strapiombo sulla strada e mostra caratteristiche comuni nelle costruzioni bolognesi, con l’unione fra il rosso mattone, la velatura dell'intonaco e i particolari ornamentali in marmo d'Istria bianco. Risulta tripartita verticalmente, in corrispondenza delle navate interne e scandita orizzontalmente attraverso lesene con capitello corinzio che sostengono due ordini di cornici fortemente aggettanti. Due ali laterali, su cui poggiano due statue marmoree dei santi Pietro e Paolo, nascondono il ridotto volume delle navate minori. Tre portali d'ingresso si aprono sulle tre navate; in asse con il portone centrale è fissato uno stemma scolpito pontificale in marmo bianco che porta lo sguardo verso una grande finestra rettangolare sovrastante. Culmina un grande frontone triangolare sormontato da una croce in ferro battuto. Caratterizzano il fianco sinistro l'alto basamento delimitato dalla cornice e tre grandi finestre alternate a due coppie di bucature minori, disposte in parallelo, che illuminano la navata laterale. All’altezza del cleristorio emergono quattro imponenti contrafforti fra i quali si aprono tre finestre. Il presbiterio, a pianta quadrangolare, è illuminato da due finestre a lunetta che si aprono nei fianchi. L'abside poligonale occupa parte del cortile della Curia ed è stato ridipinto nella muratura nei colori del Palazzo Arcivescovile per creare un nucleo omogeneo. Il volume del campanile è innestato fra il lato sud del presbiterio e il muro terminale della navata sud. Si nota la differenza cromatica fra la muratura settecentesca e quella più antica e scura del campanile duecentesco. La torre campanaria attuale, a pianta quadrata, è in stile romanico e racchiude al proprio interno l'originaria struttura del campanile circolare in stile ravennate; tra le mura dei due campanili, la scala a chiocciola conduce alla parte terminale divisa in tre piani, con aperture a monofora, trifora e quadrifora; l'ultimo ospita la cella campanaria. La copertura dell’aula è a capanna, il presbiterio è coperto a tre falde e l’abside a più falde.
pianta
Aula a tre navate, presbiterio quadrangolare e abside poligonale.
interni
Si accede all’aula mediante tre portali dei quali il centrale è inquadrato da una struttura a colonne libere che reggono un architrave con cimasa, le due porte laterali corrispondono alle navi minori e sono mediate da una bussola. La pavimentazione è un mosaico di marmi e graniti. L’aula è ripartita in tre navate delle quali la centrale ha proporzioni molto superiori rispetto alle laterali. La navata centrale è ritmata in cinque campate di passo irregolare con sequenza A-B-A-B-A, scandite da pilastri ornati da lesene binate rudentate finite da capitelli corinzi. Su di essi si imposta una trabeazione continua con alto fregio, arricchito da festoni in stucco e modanatura con giro di dentelli e mensoline. Sulla trabeazione si imposta una volta a botte scandita da costoloni a larga battuta arricchiti da specchiature; in corrispondenza delle campate di passo maggiore (A) la volta è caratterizzata da unghie nelle quali si inscrivono sei finestre. Le navate laterali sono separate dalla centrale da una successione di fornici che rispecchia la sequenza delle campate: in corrispondenza della prima, terza e quinta campata si aprono archi a tutto sesto a tutta altezza, in corrispondenza delle restanti campate minori le arcate sono sormontate da cantorie. Le navi laterali si configurano come una successione di cappelle con archi passanti di ampio respiro. Presentano una scansione coerente con la successione delle campate che caratterizza la nave centrale: le cappelle corrispondenti alle campate maggiori sono voltate a botte a tutta altezza, le cappelle corrispondenti alle navi minori sono introdotte da un andito di passaggio voltato a cupola ribassata, collocata sotto le cantorie che affacciano sulla nave centrale, e chiuse da una breve volta a botte che sormonta l’altare addossato al fondo della cappella. Il presbiterio è rialzato rispetto al piano dell’aula da una scalinata dal profilo mosso ed è inquadrato da colonne libere, binate all’ingresso e singole al fondo, rudentate e sormontate da capitelli corinzi sui quali si imposta la trabeazione che prosegue dall’aula. Ai lati del presbiterio si aprono due cappelle laterali a pianta semicircolare, chiuse da catini. Sopra la trabeazione si impostano due finestre a lunetta; il presbiterio è voltato a crociera. Alle sue spalle si apre un coro a pianta semicircolare a sua volta chiuso da un catino.
elementi di pregio
La chiesa è arricchita dai opere d’arte pittoriche di numerosi artisti, tra i quali si citano Prospero Fontana, Ludovico Carracci, Marcantonio Franceschini e Donato Creti. Di notevole respiro e rilievo due gruppi plastici: un Crocifisso con le figure dolenti della Madonna e San Giovanni Evangelista, databile al XII secolo, in legno, posto sull'altare maggiore e punto focale per l'intera assemblea, ed un Compianto sul Cristo morto, opera in terracotta di Alfonso Lombardi (Cappella Albergati). Degno di nota la Vasca battesimale opera di Ferdinando Saint Urbain, incisore lorenese, che la fa sorreggere da un angelo in bronzo. La volta a crociera del presbiterio è affrescata con "l'Eterno Padre in Gloria tra gli angeli" di P. Fontana; nel catino absidale spicca "L'annunciazione" di L. Carracci. L All'interno della cattedrale rimangono inoltre custodite alcune sculture che costituivano la Porta dei Leoni: due leoni stilofori, ora acquasantiere ai lati dell'ingresso principale e una colonna tortile in marmo rosso sostenuta da una cariatide, ora nella Cappella del Battistero.
apparati liturgici
L’assemblea è ordinata in sei file di panche disposte a battaglione nella navata centrale, conformemente al volume della nave stessa. In corrispondenza della cappella della custodia eucaristica, la terza di sinistra, sono presenti altre file di panche sempre disposte a battaglione con andamento trasversale rispetto all’aula. Nove gradini conducono al presbiterio, in parte cinto da due brevi ali di balaustra marmorea; altre sei alzate centrali conducono all’altare preconciliare. L’altare post conciliare è collocato al centro del presbiterio, fra le colonne binate, ed è posato sopra una lastra di piombo: si configura pertanto come arredo come la cattedra e l’ambone. La cattedra, in marmo, è posta a sinistra dell'altare ed è sopraelevata di due alzate rispetto al piano del presbiterio. L’ambone a consolle è posto a cornu epistolae. Il fonte battesimale si trova nella prima cappella a sinistra; i confessionali sono disposti lungo le navate minori. sono lignei. La consolle dell’organo, collocata nella quarta campata a sinistra, comanda 3.500 canne disposte in cinque punti diversi della chiesa per creare un effetto stereofonico.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1997)
La ristrutturazione del presbiterio è stata fatta nel 1997 e si configura come arredo e non come intervento strutturale poiché, per volere della Soprintendenza, gli arredi sono stati poggiati su una lastra di piombo senza modificare il pavimento sottostante. Sono opere degli scultori L. Scorzelli e E. Giannetti, su progetto dell'architetto Roberto Terra. L'altare maggiore è costituito da una lastra bianca in marmo di Carrara; è decorato con tre statue bronzee e posto centralmente, in linea con le prime due grandi colonne delle quattro che delimitano l'area presbiterio. L'ambone in marmo, a consolle, è posto a destra dell'altare ed è decorato da sculture in bronzo dorato dei quattro Evangelisti; si regola in altezza. La nuova cattedra, del 1997, è ruotata di quarantacinque gradi verso l'assemblea; ha al centro dello schienale un clipeo con una croce dorata su sfondo di lapislazzulo.
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