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Bologna
Bologna
chiesa
rettoria
S. Michele degli Ucraini
Parrocchia dei Santi Bartolomeo e Gaetano
contesto; impianto planivolumetrico; esterno; pianta; interni; impianto strutturale; apparati liturgici
presbiterio - aggiunta arredo (2009)
XI - XII(preesistenze intero bene); XI - XIII(fondazione intero bene); 1361 - 1392(ricostruzione intero bene); 1630 - 1630(decorazione cappella maggiore ); 1761 - 1765(rifacimento intero bene); 1779 - 1779(costruzione sagrestia); 1829 - 1829(restauro coperto); 1837 - 1837(restauro facciata); 1887 - 1887(rifacimento pavimentazione)
Chiesa di San Michele degli Ucraini
Tipologia e qualificazione chiesa rettoria
Denominazione Chiesa di San Michele degli Ucraini <Bologna>
Altre denominazioni Chiesa di San Michele dei Leprosetti
S. Michele degli Ucraini
Autore (ruolo)
Chiesa, Andrea (ricostruzione)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze emiliane (costruzione)
Notizie Storiche

XI - XII (preesistenze intero bene)

San Michele dei Leprosetti prende il nome da un ospizio per lebbrosi che era stato costruito già intorno all’XI secolo lungo Strada Maggiore, ovvero uno dei tratti della via Emilia inglobati poi dall’ampliamento della città di Bologna. Quando l’espansione della città verso sud est comprese anche la zona del lebbrosario, nell’ultimo quarto del XII secolo, questo fu spostato in aperta campagna, nella zona di San Lazzaro di Savena; a queste date la chiesa esisteva già, forse nata come oratorio o cappella del lebbrosario e già dedicata a San Michele.

XI - XIII (fondazione intero bene)

Nel 1210 un enorme incendio distrusse una vasta area a ridosso delle torri e molti e edifici ad esse circostanti, compresa la chiesa di San Michele. La chiesa risulta però presente come cappella attiva nella vita religiosa per tutto il corso del XIII secolo, segno che nonostante la tragedia le sue funzioni continuavano ad essere svolte.

1361 - 1392 (ricostruzione intero bene)

Don Antonio Griffoni, appartenente ad una delle più illustri famiglie bolognesi dell’epoca, fu il primo decano della comunità dei sacerdoti e della Collegiata di San Michele dei Leprosetti. Egli, constatando le cattive condizioni nelle quali versava la chiesa, provvide alla ricostruzione dalle fondamenta nel 1361, finanziando i lavori. Intorno al 1366 venne costruito un nuovo campanile. Accanto all’altare maggiore venne realizzato un affresco che aveva per soggetto la Madonna del Latte, che venne attribuito al pittore Lippo di Dalmasio. Quando intorno al 1392 furono abbattute alcune case nei dintorni della chiesa, si ricavò una nuova piazza e si aprì una nuova porta laterale di accesso alla chiesa.

1630  (decorazione cappella maggiore )

Nel 1630 fu pianificata e realizzata la decorazione ad affresco della volta della Cappella Maggiore ad opera del pittore Girolamo Curti, detto il Dentone, aiutato dal pittore Tamburini e da Colonna. I lavori servirono per coprire le condizioni fatiscenti nelle quali versava la chiesa e non venne realizzato il progetto di decorazione di tutto il corpo dell’edificio.

1761 - 1765 (rifacimento intero bene)

Intorno agli anni ’60 del XVIII secolo si decise di ricostruire la chiesa di San Michele dei Leprosetti. Vennero svolti alcuni sondaggi e furono presentati diversi progetti preventivi fra i quali vi era quello di Andrea Maria Pedivilla, appartenente ad una famiglia di costruttori, che non venne però realizzato. La chiesa venne rifatta nel negli anni fra il 1761 ed il 1764 su progetto dell’architetto bolognese Andrea Chiesa e sotto la direzione del capomastro Andrea Orecchioni. I fregi architettonici della chiesa vennero realizzati da maestri stuccatori veneziani, fra i quali spiccava il celebre Giovan Battista Cànepa. La chiesa fu riaperta ai fedeli il 26 Giugno del 1764. Intorno al 1765 la chiesa risulta già dotata di un organo.

1779  (costruzione sagrestia)

Nel 1779 la chiesa venne dotata di una sagrestia che venne costruita in un piccolo spazio.

1829  (restauro coperto)

Nel 1829 una abbondante nevicata causò problemi alla copertura della chiesa che venne restaurata in breve tempo.

1837  (restauro facciata)

Nel 1837 in occasione di una processione generale la chiesa fu rimessa a nuovo: la facciata maggiore venne intonacata e tinteggiata e l’interno venne imbiancato.

1887  (rifacimento pavimentazione)

Nel 1887 venne rifatta la pavimentazione e venne inserito il pulpito tra il secondo ed il terzo altare sulla sinistra, di fronte all’accesso sulla piazzetta San Michele. Non ci sono notizie di interventi di rilievo più recenti.
Descrizione

La Chiesa di San Michele dei Leprosetti, conosciuta anche come chiesa di San Michelino per le sue ridotte dimensioni, è una delle più antiche parrocchie della città. E’ situata nella piazzetta di San Michele all’incrocio con vicolo Broglio e prospiciente Strada Maggiore. Di origine duecentesca, si presenta oggi nelle vesti, recentemente restaurate, conferitele da Andrea Chiesa nel 1761-64. L'edificio sorge nel settore orientale del centro storico, entro la cerchia dei Torresotti. Attualmente è in uso alla comunità locale di rito greco-cattolico.
contesto
La chiesa sorge nel settore orientale del centro storico, in un'area satura di costruzioni di rilevante interesse artistico. Il fianco meridionale affaccia su piazza San Michele, piccolo slargo, adibito a parcheggio, di Strada Maggiore.
impianto planivolumetrico
Il volume liturgico sorge orientato, piano e contermine al volume della sagrestia, con quest'ultimo che si presenta organico ai volumi storici limitrofi.
esterno
L'edificio si pone come testata di una serie di costruzioni su lotto gotico, col fianco meridionale, visibile da Strada Maggiore, che chiude la piccola piazza di San Michele. L'involucro, visibile per intero salvo che sul fianco settentrionale, è intonacato a campi in color pesca, conformemente agli edifici limitrofi, con le membrature grigio perla. La facciata lascia intuire la presenza, all'interno, di cappelle laterali, per la presenza di brevissime ali laterali raccordate da brevi salienti arcuati. La porzione centrale è suddivisa in due registri da un cornicione che prosegue in facciata il piano di posa dei salienti menzionati. Tale cornicione seca le paraste che arginano la facciata e che sorreggono un timpano terminale modanato con cippo sommitale e croce in fil di ferro. Le membrature sono in colore panna, i campi murari intonacati in color pesca. La facciata ospita il portale e, in asse nel registro superiore, un’ampia finestra. Sul fianco meridionale è ancora evidente il volume delle cappelle laterali, che divide la superficie in due registri, di cui quello superiore ospita quattro aperture. Qui è presente anche un accesso laterale, che risulta importante per via della collocazione prossima a Strada Maggiore.
pianta
Pianta ad aula orientata con cappelle laterali.
interni
Si accede alla chiesa mediante una bussola lignea sovrastata da una griglia per l’impiando di riscaldamento ancorata sotto la cantoria dell’organo. L'interno dell'edificio si presenta luminoso, nelle tinte, a campi color ghiaccio e membrature candide, e nelle decorazioni tipiche del barocco bolognese. I fianchi sono ritmati da una trabeazione spezzata con mesole, dentelli e fregio muto sorretta da lesene binate d’ordine corinzio che presentano nell’intercolunnio una nicchia ad ospitare confessionali lignei sovrastata da matroneo con gelosia. Il disegno a colonne binate si diparte dalla controfacciata, con le lesene su piani perpendicolari. La trabeazione è imposta per un’arco a botte, interrotto da due ampie cappelle laterali per lato, aperte con archi a tutto sesto sovrastati da ampie finestre centinate sormontati da volte a vela. Introduce al presbiterio un motivo analogo a quello presente in controfacciata, con le lesene binate spezzate dall’angolo, a sorreggere un arco a tutto sesto con cartiglio centrale. La zona presbiterale, con cantorie, è sovrastata da una cupola ribassata e conclusa in un abside rettangolare, con ricca ancona in stucco intonacato. La pavimentazione, in battuto veneziano originale del sec. XVIII, è ricoperta per motivi di consunzione da un tappetto continuo.
impianto strutturale
Edificio a muratura portante in mattoni.
apparati liturgici
L'edificio, in uso alla comunità locale di rito greco-cattolico, consta di assemblea conforme al volume architettonico, del doppio altare tipico del rito in parola e di un iconostasi che suddivide il presbiterio. Nel coro è ancora presente anche l'altare pre-conciliare a muro, sottostante la grande pala. Nelle nicchie laterali sono presenti i confessionali.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (2009)
L'intera zona presbiteriale è stata conformata al rito greco-cattolico, con l'aggiunta dell'iconostasi e di due altari.
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