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beni culturali della Chiesa cattolica
edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Trento
Trento
chiesa
rettoria
S. Francesco Saverio
Parrocchia di Santa Maria Maggiore
Preesistenze; Pianta; Facciata; Campanile; Struttura; Coperture; Interni; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
presbiterio - aggiunta arredo (1965-1975)
1625/09/25 - 1649(acquisto proprietà carattere generale); 1652 - 1653(nuove acquisizioni carattere generale); 1708/10/08 - 1711(edificazione intero bene); 1710 - 1711(decorazione intero bene); 1711/04/19 - 1711/04/19(consacrazione intero bene); 1826 - 1826(scialbo volte); 1889 - 1894(restauro intero bene); 1954 - 1968(restauro intero bene); 1987 - 1987(creazione ente autonomo intero bene); 2000 - 2000(restauro intero bene)
Chiesa di San Francesco Saverio
Tipologia e qualificazione chiesa rettoria
Denominazione Chiesa di San Francesco Saverio <Trento>
Altre denominazioni S. Francesco Saverio
Autore (ruolo)
Pozzo, Andrea (progetto)
Pescon, Giovanni (costruzione chiesa)
Giovinetto, Bartolomeo (costruzione chiesa)
Brusinelli, Antonio (costruzione chiesa)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze trentine (costruzione chiesa)
architettura barocca (costruzione chiesa)
Notizie Storiche

1625/09/25 - 1649 (acquisto proprietà carattere generale)

I gesuiti, presenti a Trento dal 25 settembre 1625, acquistarono solo nel 1648 la proprietà della famiglia da Povo esistente in città, comprendente un fabbricato con affaccio sulla via, gli annessi sul retro, un orto e la torre quadrata, per trasformarla nel loro collegio. Già nel 1649 erano stati portati a termine i lavori di adattamento del complesso edilizio al nuovo scopo ed era stata realizzata una prima chiesa provvista di tre altari.

1652 - 1653 (nuove acquisizioni carattere generale)

Nel 1652, dopo lunghe trattative con la vedova del generale Galasso, fu acquistata una nuova area per permettere l'ampliamento della vecchia chiesa erigendo il coro, un campanile ed una sacrestia (entro il 1653).

1708/10/08 - 1711 (edificazione intero bene)

Una nuova chiesa fu eretta tra il 1708 e il 1711 da un'impresa locale composta da Giovanni Pescon, Bartolomeo Giovinetto e Antonio Brusinelli. Essi si configurano come architetti-costruttori che eseguirono i lavori sulla base di un progetto, approvato con le opportune varianti dalla Curia Generale dei Gesuiti di Roma, realizzato probabilmente da Andrea Pozzo. Il nuovo edificio sorse inglobando alcuni tratti murari della precedente chiesa. La prima pietra fu posata l'otto ottobre del 1708, alla presenza del principe vescovo di Trento Giovanni Michele Spaur. All'interno le paraste giganti lastricate in marmo mischio furono realizzate dal lapicida castionese Antonio Sebellini.

1710 - 1711 (decorazione intero bene)

Tra il 1710 e il 1711 Carlo Gaudenzio Mignocchi realizzò la perduta decorazione pittorica ad affresco delle volte.

1711/04/19  (consacrazione intero bene)

L'edificio fu consacrato il 19 aprile del 1711 dal vescovo Giovanni Michele Spaur.

1826  (scialbo volte)

Nel 1826 gli affreschi del Mignocchi furono scialbati, ad eccezione di quelli del catino absidale, perché ritenuti non corretti dal punto di vista prospettico (fin dal loro iniziale scoprimento i dipinti furono aspramente criticati, tanto che il pittore caduto in depressione mise fine alla sua vita).

1889 - 1894 (restauro intero bene)

La chiesa fu restaurata tra il 1889 e il 1894; in questa occasione furono rifatte le volte con la conseguente perdita dei dipinti del Mignocchi. Le volte furono decorate dalle tempere del pittore altoatesino Hans Rabensteiner.

1954 - 1968 (restauro intero bene)

Un nuovo restauro interessò la chiesa tra il 1954 e il 1968; in occasione di questi lavori riemersero alcuni affreschi di Mignocchi, in controfacciata e all'ingresso; furono invece velati i dipinti murali ottocenteschi.

1987  (creazione ente autonomo intero bene)

La chiesa fu dichiarata ente autonomo nel 1987.

2000  (restauro intero bene)

La chiesa fu restaurata nel 2000.
Descrizione

La chiesa si erge come ideale quinta scenica di via Belenzani a Trento, serrata tra imponenti edifici, con orientamento a settentrione. È considerata la maggior espressione dell'architettura religiosa barocca in Trentino. Fu eretta tra il 1708 e il 1711 per servire il collegio dei padri Gesuiti, costruito tra il 1702 e il 1707; il disegno dell'edificio sacro fu forse realizzato dal celebre architetto gesuita trentino Andrea Pozzo, mentre la costruzione fu affidata a maestri muratori locali, impegnati a seguire il progetto strettamente sorvegliato dalla curia generale dei Gesuiti a Roma. La facciata è articolata su due ordini sovrapposti scanditi da paraste composite, sormontati da un basso attico delimitato da lesene con frontone triangolare. Il campanile è posto sulla fiancata occidentale, concluso da una copertura piramidale. L'interno si articola in una navata unica sulla quale si aprono quattro cappelle speculari. Le pareti sono scandite da paraste marmoree, che si infittiscono in corrispondenza del presbiterio, conducendo la visione verso il fulcro dell'edificio rappresentato dall'altare maggiore, posto al centro di un'abside semicircolare.
Preesistenze
Tra la facciata della chiesa ed il palazzo dell'ex collegio emerge parte del paramento murario solcato da arcatelle cieche; fusto della torre campanaria.
Pianta
Pianta rettangolare ad asse maggiore longitudinale con quattro cappelle speculari rettangolari, terminante in un presbiterio rettangolare concluso da abside semicircolare.
Facciata
Facciata articolata su due ordini sovrapposti, scanditi da paraste ribattute composite digradanti (cromaticamente alternanti la pietra rossa e quella bianca) che scompartiscono il prospetto in tre settori (quello centrale di ampiezza maggiore) e inquadrano nei dipartimenti minori quattro edicole entro le quali poggiano statue di santi. Una grande finestra centinata sovrapposta al portale architravato con frontone interrotto, ospitante una statua di santo, interrompe nel settore centrale la trabeazione inferiore ed incurva quella superiore. Alla sommità della facciata un basso attico delimitato da lesene, sovrastato da un frontone triangolare e serrato ai lati da volute; al centro simbolo della Compagnia di Gesù.
Campanile
Struttura su basamento quadrangolare con fusto in pietrame intonacato; alla sommità aperture rettangolari; copertura a tozza piramide.
Struttura
Strutture portanti verticali: muratura di pietrame intonacata all'esterno e all'interno; strutture di orizzontamento: volta a crociera nelle campate della navata, separate da una volta a botte unghiata che si ritrova anche nelle quattro cappelle e nel presbiterio; volte a crociera negli ambienti posti tra le cappelle.
Coperture
Tetto a doppia falda ricoperto da coppi in laterizio.
Interni
Navata unica con ingresso sovrastato dalla cantoria, chiuso da una cancellata in ferro; due campate sulle quali si aprono quattro cappelle speculari a pianta rettangolare aventi la stessa altezza della navata; tra le cappelle due ambienti con funzioni diverse, sovrastati da logge delimitate da balaustre. L'emergere di questi volumi dalla compagine muraria crea l'effetto di vere e proprie quinte disposte in successione prospettica. Le pareti sono scandite da paraste marmoree con capitelli compositi di ordine gigante, raccordate da un cornicione corrente lungo l'intero perimetro; al di sopra di questo si aprono numerose finestre centinate e in corrispondenza delle cappelle finestre lunettate. Sul presbiterio prosegue la teoria di paraste, più serrata, tra le quali sono poste quattro portali sovrastati da altrettante logge, che accentuano l'asse longitudinale concentrando lo sviluppo verso l'abside; al di sopra del cornicione quattro finestre centinate. Abside semicircolare, chiusa da balaustrata marmorea.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimento a quadrotte bicolori disposte a corsi obliqui: rosse e bianche nella navata, nere e bianche nell'abside.
Elementi decorativi
Dipinti murali all'ingresso e nella cantoria.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1965-1975)
L'adeguamento liturgico non ha carattere di stabilità. Sul presbiterio storico, sopraelevati su una pedana lignea, sono posti arredi usati come poli liturgici: al centro l'altare verso il popolo in legno a forma di tavolo, su predella propria; a destra un leggio con funzione di ambone in legno, probabilmente realizzato con materiale antico di recupero; a sinistra una sedia a braccioli lignea che costituisce la sede, sopraelevata su una pedana, affiancata da sedie. La custodia eucaristica si trova nel tabernacolo dell'altare maggiore storico. La balaustra marmorea mantiene la sua posizione originale.
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