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Storo
Trento
chiesa
parrocchiale
S. Floriano
Parrocchia di San Floriano
Pianta; Facciata; Prospetti; Campanile; Struttura; Coperture; Interni; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
presbiterio - aggiunta arredo (1968)
1189/06/04 - 1189/06/04(menzione intero bene); 1409/12/18 - 1409/12/18(erezione a curazia carattere generale); 1445/11/22 - 1445/11/22(consacrazione carattere generale); 1446/07/20 - 1446/07/20(conferma erezione a curazia carattere generale); 1509 - 1514(ricostruzione intero bene); 1517 - 1517(danneggiamento coperture); 1521/10/06 - 1521/10/06(consacrazione carattere generale); 1521 - 1521(decorazione campata prima); 1531 - 1531(menzione cimitero); 1537 - 1538(completamento campanile); 1627 - 1627(rimaneggiamento intero bene); 1704 - 1746(decorazione facciata); 1766 - 1770(decorazione intero bene); 1779 - 1779(danneggiamento intero bene); 1817 - 1817(ristrutturazione intero bene); 1834 - 1834(restauro intero bene); 1836 - 1836(traslazione cimitero); 1866 - 1866(variazione d'uso intero bene); 1867/08/12 - 1867/08/12(restituzione al culto intero bene); 1900/11/05 - 1900/11/05(erezione a parrocchia carattere generale); 1900 - 1910(progetti di restauro intero bene); 1915 - 1918(danneggiamento intero bene); 1923 - 1924/09/06(restauro intero bene); 1965 - 1965(rstauro coperture); 1982 - 1982(restauro intero bene); 2005 - 2006(restauro intero bene)
Chiesa di San Floriano
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Floriano <Storo>
Altre denominazioni S. FLORIANO martire
S. Floriano
Autore (ruolo)
Comanedi, Albertino (ricostruzione chiesa)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze comacine (ricostruzione chiesa)
Notizie Storiche

1189/06/04  (menzione intero bene)

La prima menzione della chiesa di San Floriano a Storo si ritrova in un atto del 4 giugno 1189, con il quale quattordici dignitari locali, appartenenti ad alcune tra le più facoltose famiglie del vescovado, si assicuravano vicendevole protezione e aiuto per entrare in possesso del feudo di Lodrone.

1409/12/18  (erezione a curazia carattere generale)

La chiesa di San Floriano, già cappella della pieve di Condino, fu eretta a curazia il 18 dicembre 1409.

1445/11/22  (consacrazione carattere generale)

La chiesa fu riconsacrata dal suffraganeo del vescovo di Trento, Albertino di Tridino, il 22 novembre 1445, probabilmente in seguito ad un intervento di ampliamento o a una profanazione (incerta).

1446/07/20  (conferma erezione a curazia carattere generale)

L'erezione a curazia fu confermata il 20 luglio 1446.

1509 - 1514 (ricostruzione intero bene)

Il tempio fu interamente ricostruito all'inizio del XVI secolo, grazie anche alle offerte dei conti Sebastiano e Bernardino di Lodrone. Nel libro dei conti dei massari preposti alla fabbrica della chiesa, conservato presso l'archivio comunale, si registrano svariati pagamenti effettuati tra il 1509 e il 1514 a favore delle maestranze comacine attive nel cantiere, tra le quali spiccano i nomi del capomastro Albertino Comanedi (già attivo nel cantiere dlla pieve di Condino), dei tagliapietra Giannantonio e Modino, nonché dei muratori Bartolomeo di Bertolino detto "Bugnelo" di Armani, Togno Baera, Maffeo, Martino e Alberto (fratelli), Jacopo e Alessandro, quest'ultimo attivo anche nella costruzione del campanile. Dal libro dei conti si evince, inoltre, che tali maestranze specializzate furono coadiuvate da numerosi uomini del paese, impiegati nella manutenzione dell'attrezzatura e per il trasporto dei materiali (pietre, cantonali, calce, coppi).

1517  (danneggiamento coperture)

Nel 1517 un incendio appiccato dalle truppe francesi e venete in guerra contro l'imperatore danneggiò le coperture della chiesa.

1521/10/06  (consacrazione carattere generale)

Il nuovo tempio fu solennemente consacrato il 6 ottobre 1521 da Cipriano de Charis, suffraganeo del principe vescovo di Trento Bernardo Cles. L'atto di consacrazione riferisce la presenza di sei altari. A ricordo di questo evento il millesimo 1521 fu vergato sul contrafforte presente sul lato destro del presbiterio.

1521  (decorazione campata prima)

La parete destra della prima campata conserva un brano d'affresco eseguito da un anonimo maestro lombardo verso il 1521, data della consacrazione del nuovo tempio.

1531  (menzione cimitero)

Nell'atto testamentario di Francesco del fu Domenico di Paulis rogato il 3 febbraio 1531 si ricorda la presenza di un cimitero sul sagrato della chiesa.

1537 - 1538 (completamento campanile)

La ricostruzione del campanile, intrapresa contestualmente a quella della chiesa, fu portata a termine solo tra il 1537, anno della visita pastorale clesiana nei cui atti la torre è definita quasi ultimata, e il 1538, data che compariva sulla campana più antica del paese, purtroppo rifusa nel 1959.

1627  (rimaneggiamento intero bene)

Attorno al 1627 sono documentati svariati lavori di rimaneggiamento, comprendenti la sostituzione o riparazione delle vetrate, la riparazione del campanile, di una campana e dell'orologio. La data 1627 si trova incisa, inoltre, all'esterno del corpo di fabbrica emergente a sinistra del presbiterio, che fu costruito appositamente per contenere il mantice dell'organo (lo strumento fu acquistato o riparato nello stesso periodo). Paoli (2002) data a questo periodo la sopraelevazione del campanile.

1704 - 1746 (decorazione facciata)

La lunetta sovrastante il portale fu dipinta a fresco con l'immagine del santo titolare della chiesa tra il 1704 e il 1746, essendo curato don Giovanni Vedovelli.

1766 - 1770 (decorazione intero bene)

La decorazione a stucco dell'interno fu eseguita tra il 1766 e il 1770 da Vettor Paolo Bolla.

1779  (danneggiamento intero bene)

Nel 1779 un secondo incendio causò notevoli danni all'edificio; in tale occasione andò distrutto l'organo.

1817  (ristrutturazione intero bene)

La data 1817 incisa sull'intonaco sopra la chiave di fissaggio nord si riferisce all'intervento di ripristino del funzionamento della catena metallica dell'arcata presente tra la prima e la seconda campata.

1834  (restauro intero bene)

Il tempio fu restaurato nel 1834; nella stessa occasione furono applicate gran parte delle dorature della decorazione stucchiva.

1836  (traslazione cimitero)

L'antico cimitero del paese che occupava l'intero sagrato di San Floriano e l'area circostante la base del campanile, rimase in uso fino all'anno del colera 1836, quando fu decisa la tumulazione dei morti presso la chiesa di Sant'Andrea, dove esisteva un piccolo cimitero fin dal 1774.

1866  (variazione d'uso intero bene)

In seguito all'arrivo dei garibaldini (1866) la chiesa fu adibita prima a magazzino e poi a ospedale per il ricovero di malati e feriti. Per tutta la durata degli scontri tra le camice rosse e gli austriaci le celebrazioni liturgiche domenicali si tennero presso palazzo Scarpati, sede dell'odierno oratorio.

1867/08/12  (restituzione al culto intero bene)

La chiesa fu restituita al culto in occasione o entro l'epoca della visita pastorale del 12 agosto 1867, dai cui atti si evince che l'edificio fu trovato in ordine.

1900/11/05  (erezione a parrocchia carattere generale)

L'erezione a parrocchia risale al 5 novembre 1900.

1900 - 1910 (progetti di restauro intero bene)

All'inizio del Novecento la fabbrica versava in precario stato conservativo, concernente soprattutto il degrado degli intonaci delle volte e degli stucchi, che minacciavano di cadere. La situazione della chiesa è documentata da una perizia eseguita dai pittori e decoratori Beretta di Salò nel 1900. Per ovviare a tale situazione nel 1907 l'ingegnere Emilio Paor fu incaricato di redigere un progetto di restauro della struttura. Tre anni dopo l'Imperial Regio Ingegnere distrettuale di Tione predisponeva un ulteriore progetto per la posa in opera di tiranti metallici a rinforzo delle capriate del tetto e per la realizzazione di opere di drenaggio all'esterno della fiancata sinistra, a contatto con il terrapieno. Entrambi i progetti non furono mai intrapresi.

1915 - 1918 (danneggiamento intero bene)

Le vibrazioni causate dall'utilizzo dell'artiglieria pesante durante il primo conflitto mondiale andarono ad acuire lo stato di degrado in cui versava la parrocchiale di San Floriano, in particolare per quanto concernete le condizioni delle coperture e delle volte, dalle quali caddero consistenti porzioni d'intonaco.

1923 - 1924/09/06 (restauro intero bene)

Dopo il primo conflitto mondiale la chiesa fu sottoposta ad un accurato restauro avviato nel 1923 su progetto dell'architetto Marco Martinuzzi di Trento. I lavori compresero la realizzazione di un'intercapedine lungo il muro a monte della chiesa per limitare il problema dell'umidità di risalita, il completo rifacimento delle coperture, il consolidamento della fiancata destra, il restauro degli zoccoli dei contrafforti, il restauro del cornicione ad archetti pensili incrociati presente alla sommità dei prospetti della chiesa, il tamponamento delle fenditure delle murature e della volta, la riparazione delle basi interne dei pilastri e il ripristino della decorazione a finto marmo degli stessi, la tinteggiatura interna ed esterna dell'edificio. Il restauro degli stucchi richiese operazioni di pulitura, consolidamento, ridoratura e parziale rifacimento degli stessi tramite calchi. I lavori furono appaltati a Ugo Martinengi di Salò, che li portò a termine entro il 6 settembre 1924.

1965  (rstauro coperture)

Nel 1965 il Comune di Storo finanziò il risanamento delle coperture. Contestualmente la ditta Giovanni Pezkoller di Brunico svolse alcuni interventi di restauro comprendenti l'impermeabilizzazione della volta, la tinteggiatura interna, la pulitura e ripassatura della doratura degli stucchi.

1982  (restauro intero bene)

Un nuovo restauro venne svolto nel 1982. In tale occasione fu riaperto il cunicolo di aerazione corrente a monte dell'edificio (chiuso pochi anni prima per ragioni di sicurezza), venne scrostato e ripristinato l'intonaco interno lungo la parete sinistra, marcito a causa delle infiltrazioni d'acqua, fu rifatta la tinteggiatura interna e vennero riparate le coperture. Anche questi lavori furono condotti dalla ditta Pezkoller di Brunico.

2005 - 2006 (restauro intero bene)

L'ultimo restauro dell'edificio, progettato dall'architetto Roberto Paoli, è stato condotto dalla ditta Effeffe di Cimego nel biennio 20005-2006. Le opere effettuate comprendono: l'ampliamento del canale di aerazione presente lungo la fiancata sinistra; l'applicazione di un sistema di elettro-osmosi attiva blanda per la limitazione del fenomeno di umidità di risalita; il restauro conservativo degli stucchi e degli intonaci interni ed esterni; la pulitura e consolidamento degli apparati lapidei. Contestualmente è stato installato un nuovo impianto di riscaldamento a pavimento sotto i banchi
Descrizione

La parrocchiale di Storo, intitolata al martire San Floriano, sorge a monte del paese con orientamento a sud-est. Nulla rimane della chiesa medievale, documentata a partire dal 1189, che fu interamente ricostruita nelle forme odierne da maestranze comacine dirette da Albertino Comanedi tra il 1509 e il 1514. La facciata a due spioventi, profilati da una cornice ad archetti pensili incrociati, è compresa tra possenti pilastri in granito e reca al centro le aperture sovrapposte del portale architravato e di una finestra a luce sagomata. Le fiancate della navata e del presbiterio sono scandite da contrafforti in pietra a vista, tra i quali si inseriscono finestre a luce sagomata; un accesso secondario si colloca a destra della quarta campata. Due corpi minori, adibiti a sacrestia e ad ambiente di servizio, emergono ai lati dal presbiterio, che si conclude in un'abside poligonale. La torre campanaria sorge a sinistra della quarta campata e presenta un fusto interamente rivestito in granito, cimato da una cella campanaria a quattro bifore con oculo sommitale, inquadrate da arcate a pieno centro. L'interno si sviluppa a navata unica, scandita da coppie di pilastri intonacati e cimati da capitelli corinzi, raccordati tra loro da arcate a pieno centro, che definiscono lo spazio di quattro campate. L'arco santo a pieno centro introduce al presbiterio, rialzato su due gradini.
Pianta
Pianta rettangolare ad asse maggiore longitudinale. Presbiterio rettangolare, concluso da abside poligonale.
Facciata
Facciata a due spioventi, compresa tra pilastri angolari realizzati in blocchi di granito, al centro della quale si dispongono le aperture sovrapposte del portale architravato, sormontato da lunetta affrescata, e di una finestra a luce sagomata. Una cornice ad archetti pensili incrociati segue il profilo degli spioventi del tetto. Tre pinnacoli apicali.
Prospetti
Fiancate profilate in alto da una cornice ad archetti pensili incrociati e ritmate da contrafforti in granito, tra i quali inseriscono le aperture sagomate delle finestre (una per campata). Sul lato destro, in corrispondenza della quarta campata è presente un accesso secondario. I contrafforti proseguono lungo il presbiterio, anch'esso illuminato da finestre a luce sagomata (due sul lato destro e una sul lato sinistro) e affiancato su ambo i lati dai corpi emergenti della sacrestia e di un ambiente di servizio. Pilastri e contrafforti granitici contengono l'abside poligonale, nei cui lati obliqui si dispongono ulteriori finestre.
Campanile
Torre a pianta quadrangolare addossata alla fiancata sinistra della chiesa, in corrispondenza della quarta campata. Fusto interamente rivestito in blocchi di granito, segnato da feritoie, recante alla sommità due mostre di orologio. Cella campanaria compresa tra cornici modanate eminenti, illuminata da quattro bifore centinate, sormontate da un oculo circolare e inquadrate da arcate a tutto sesto.
Struttura
Strutture portanti verticali: murature in pietrame, finite a intonaco con stillature. Strutture di orizzontamento: volte a botte unghiata sovrastano navata e presbiterio; abside coperta da volta a spicchi.
Coperture
Chiesa: tetto a doppia falda con struttura in legno e manto di copertura in coppi. Campanile: tettuccio a quattro falde, rivestito in coppi.
Interni
Navata unica, ritmata da coppie di semipilastri coronati da capitelli corinzi, raccordati tra loro da arcate a pieno centro che definiscono lo spazio di quattro campate. Presbiterio rialzato su due gradini.
Pavimenti e pavimentazioni
La navata presenta una pavimentazione in lastre di granito; nel presbiterio è posata una pavimentazione in mattonelle di marmo e pietra calcarea policroma, componenti lo stemma del Comune di Storo.
Elementi decorativi
Stucchi modellati e dorati adornano le volte e le cornici di finestra.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1968)
L'adeguamento liturgico è stato attuato con l'introduzione di arredi mobili in legno, in parte assemblati con elementi di risulta provenienti da antichi oggetti liturgici, che fungono da poli liturgici. Le balaustre sono state rimosse; al centro del presbiterio storico, su predella propria, è stata posizionata una mensa al popolo di tipo a tavolo, per le cui gambe sono state reimpiegate le testate di due banchi. Sulla sinistra, presso l'arco santo è stato introdotto un ambone ottenuto dal reimpiego di un inginocchiatoio risalente alla seconda metà del XVIII secolo. Una sedia a braccioli, con seduta e schienale imbottiti, posta davanti all'altare maggiore storico, su una predella rialzata su due gradini, è impiegata come sede. La custodia eucaristica permane nel tabernacolo dell'altare maggiore storico.
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