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beni culturali della Chiesa cattolica
edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Sclemo
Stenico
Trento
chiesa
sussidiaria
Ss. Pietro e Paolo
Parrocchia di San Michele Arcangelo
Preesistenze; Pianta; Facciata; Prospetti; Campanile; Struttura; Coperture; Interni; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
presbiterio - aggiunta arredo (1966 circa)
XIII - XIII(preesistenze intorno); 1491 - 1491(costruzione intero bene); 1491 - 1499(decorazione presbiterio); 1533 - 1533(ampliamento intero bene); 1795 - 1795(sopraelevazione abside); 1837 - 1837(erezione a primissaria carattere generale); 1964 - 1964(scoperta affreschi presbiterio)
Chiesa dei Santi Pietro e Paolo
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa dei Santi Pietro e Paolo <Stenico, Sclemo>
Altre denominazioni Ss. Pietro e Paolo
Autore (ruolo)
Beltramo da Como (ampliamento)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze trentine (costruzione)
maestranze comacine (ampliamento)
Notizie Storiche

XIII  (preesistenze intorno)

In chiesa si conserva un capitello medievale, presumibilmente del XIII secolo, reimpiegato come cippo, indizio di un precedente luogo di culto dove ora sorge l'edificio quattrocentesco.

1491  (costruzione intero bene)

La data del 1491 (erroneamente letta anche come 1421) è incisa su di una lapide incassata all'esterno, sul muro del presbiterio, e indica presumibilmente l'anno di erezione della chiesa attuale.

1491 - 1499 (decorazione presbiterio)

Un ciclo di affreschi attribuito a Cristoforo Baschenis, oggi assai lacunoso, orna le pareti del presbiterio e risale alla fine del Quattrocento.

1533  (ampliamento intero bene)

Nel 1533 "maestro Bertram" (Beltramo da Como) modificò la costruzione (probabilmente ampliando la navata e sopraelevando l'intera chiesa), lasciando la sua firma sulle chiavi di volta.

1795  (sopraelevazione abside)

Nel 1795 il presbiterio venne sopraelevato; la data è visibile all'esterno, sul cornicione.

1837  (erezione a primissaria carattere generale)

La chiesa divenne primissaria della pieve del Banale nel 1837.

1964  (scoperta affreschi presbiterio)

Nel 1964 don Luciano Carnessali scoprì gli affreschi tardoquattrocenteschi, nascosti dallo scialbo.
Descrizione

Sorta presumibilmente in sostituzione di un precedente luogo di culto, la chiesa dei Santi Pietro e Paolo a Sclemo, orientata ad est, si trova quasi alla sommità del colle su cui si dispone il paese. Il massiccio campanile con bifore e tetto piramidale è addossato alla facciata a due spioventi, con bel portale rinascimentale, mentre la parte più antica della costruzione corrisponde al presbiterio, eretto nel 1491 e ornato internamente da affreschi attribuiti a Cristoforo Baschenis, oggi lacunosi. La navata unica, divisa in tre campate, è coperta da volta reticolata; su due delle chiavi di volta maestro Beltramo da Como ha lasciato la sua firma e la data del 1533. Il presbiterio a pianta rettangolare è elevato di un gradino ed è stato sopraelevato nel 1795. La chiesa, che conserva diversi arredi in bronzo realizzati da Luciano Carnessali, il sacerdote artista che resse la parrocchia dal 1960 alla morte nel 2003, è officiata, alternativamente con quella di Seo, la domenica e una volta a settimana nei giorni feriali.
Preesistenze
Capitello medievale, presumibilmente del XIII secolo, indizio di una chiesa precedente; zona presbiterale della fine del Quattrocento.
Pianta
Pianta rettangolare con asse maggiore longitudinale; presbiterio a pianta rettangolare.
Facciata
Facciata a due spioventi; portale architravato sormontato da frontone triangolare tra due finestre rettangolari; finestra centrale superiore a lunetta con cornice modanata. Finiture a intonaco tinteggiato.
Prospetti
Fiancata sinistra cieca, scandita da quattro contrafforti in pietra a vista; fiancata destra marcata da un solo contrafforte nei pressi dell'ingresso laterale e dalla sacrestia emergente, illuminata da una monofora centinata in corrispondenza della terza campata e da una rettangolare sul presbiterio. Finiture a intonaco tinteggiato.
Campanile
Torre a pianta quadrangolare addossata alla facciata sulla destra, con scarpa, corpo intonacato e cantonali in pietra a vista. Cella campanaria delimitata da cornici aggettanti, illuminata da quattro bifore a luci centinate, separate da colonnine. Tetto piramidale svasato, globo e croce apicale.
Struttura
Strutture portanti verticali: muratura in pietrame. Strutture di orizzontamento: volta reticolata nella navata, con la presenza di tiranti in ferro; volta a crociera in muratura nel presbiterio.
Coperture
Tetto a due spioventi sulla navata e sul presbiterio, con struttura portante in legno e manto di copertura in tegole di laterizio, a spiovente unico sopra la sacrestia, con manto di copertura in coppi. Campanile coperto da scandole lignee.
Interni
Navata unica divisa in tre campate, scandite dalle unghie della volta; nella seconda campata si apre l'ingresso laterale. Presbiterio rettangolare elevato di un gradino, preceduto da un'arcata, profilato da cornicione modanato. Finiture a intonaco tinteggiato, ove non siano presenti affreschi.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimento della navata a mattonelle quadrate in cemento, bianche e rosse, disposte a scacchiera; pavimento del presbiterio a quadrotte in pietra calcarea, sempre bianche e rosse, in corsi diagonali.
Elementi decorativi
Ciclo di affreschi frammentari sulle pareti del presbiterio e sulla parete destra della terza campata.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1966 circa)
L'adeguamento liturgico è stato attuato mediante arredi mobili in bronzo realizzati da don Luciano Carnessali, artista e parroco di Sclemo dal 1960 al 2003. Al centro del presbiterio si trova l'altare verso il popolo, a tavolo, a raso pavimento, con fronte figurata traforata, completata dal bassorilievo centrale dopo il 1973. Un leggio con fusto figurato, posto oltre l'arco santo a sinistra, avanzato verso la navata, funge da ambone. La sede è il primo stallo del coro ligneo settecentesco, addossato alla parete sinistra del presbiterio. E' presente l'altare storico, con il suo tabernacolo, che contiene la custodia eucaristica, ma le balaustre sono state rimosse e sono andate presumibilmente distrutte.
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