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beni culturali della Chiesa cattolica
edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Ragoli
Tre Ville
Trento
chiesa
cimiteriale
Ss. Faustino e Giovita
Parrocchia di San Faustino
Preesistenze; Pianta; Facciata; Prospetti; Struttura; Coperture; Interni; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
presbiterio - aggiunta arredo (1996 circa)
1249 - 1249(menzione carattere generale); XV - XV(ricostruzione intero bene); 1506 - 1510(decorazione interno); 1590 - 1603(costruzione sacrestia); 1603 - XVII(manutenzione intero bene); 1604 - 1610(erezione a curazia carattere generale); 1610 - 1650(ampliamento intero bene); 1708 - 1708(ampliamento intero bene); 1738 - 1738(modifica cappelle); 1768 - 1768(demolizione parziale intero bene); 1911 - 1911(manutenzione intero bene); 1922 - 1922(restauro affreschi); 1935 - 1935(restauro intero bene); 1974 - 1975(restauro intero bene); 1979 - 1979(manutenzione intero bene); 1995 - 1996(restauro intero bene)
Chiesa dei Santi Faustino e Giovita
Tipologia e qualificazione chiesa cimiteriale
Denominazione Chiesa dei Santi Faustino e Giovita <Ragoli, Tre Ville>
Altre denominazioni Ss. Faustino e Giovita
Ambito culturale (ruolo)
maestranze trentine (costruzione)
Notizie Storiche

1249  (menzione carattere generale)

La chiesa di San Faustino, con il suo cimitero, è menzionata per la prima volta in un documento del 1249 conservato presso l'Archivio di Stato di Trento; tuttavia la sua costruzione dovrebbe essere di molto anteriore.

XV  (ricostruzione intero bene)

Il primo edificio sacro venne presumibilmente abbattuto e ricostruito nel corso del XV secolo; la nuova chiesa aveva un'unica navata quadrata o rettangolare e un presbitero di forma pressoché quadrata. Il campanile isolato si trovava a fianco della facciata, sul lato destro.

1506 - 1510 (decorazione interno)

In data posteriore al 1492 la famiglia Bertelli di Preore commissionò la decorazione del presbiterio e dell'arco santo. Gli affreschi sono stati ricondotti stilisticamente a Cristoforo di Simone Baschenis, forse coadiuvato dal figlio Simone, e datati di conseguenza verso la fine del primo decennio del Cinquecento.

1590 - 1603 (costruzione sacrestia)

La sacrestia, documentata dalla visita pastorale del 1603, fu aggiunta alla costruzione presumibilmente alla fine del secolo precedente.

1603 - XVII (manutenzione intero bene)

Nel 1579 i visitatori pastorali ordinarono di chiudere un foro nella volta della chiesa, causato dalla caduta di un sasso dal campanile, e di imbiancare le pareti della navata; tali disposizioni, evidentemente disattese, furono ripetute nel 1603.

1604 - 1610 (erezione a curazia carattere generale)

Nel 1604 fu concesso alla chiesa il fonte battesimale; entro la fine del decennio ottenne dal principe vescovo Carlo Gaudenzio Madruzzo anche il titolo di curazia.

1610 - 1650 (ampliamento intero bene)

Nel corso del Seicento, probabilmente anteriormente al 1644, venne realizzata una nuova abside poligonale; il presbitero antico divenne così l'ultima campata della navata. Le pareti laterali vennero inoltre sfondate per ricavare due cappelle simmetriche, ornate di stucchi nelle arcate d'accesso.

1708  (ampliamento intero bene)

Nel 1708 vennero ricavate due nuove cappelle laterali, presumibilmente lungo il corpo della navata.

1738  (modifica cappelle)

Intorno al 1738, data incisa sul portale della fiancata sinistra, probabilmente in seguito al riscontro di danni strutturali conseguenti all'apertura delle cappelle, si provvide a riedificare le murature abbattute e a costituire gli ambienti di servizio (sacrestia e cappella mortuaria) del lato sinistro.

1768  (demolizione parziale intero bene)

In concomitanza con la costruzione della nuova chiesa di San Faustino, la navata quattrocentesca e le due cappelle emergenti da poco edificate furono demolite e le arcate tamponate. Anche il campanile venne distrutto.

1911  (manutenzione intero bene)

Nel 1911 venne sostituita la copertura del tetto in lamiera zincata e vennero rimbiancate le pareti esterne e interne.

1922  (restauro affreschi)

Gli affreschi furono restaurati una prima volta nel 1922.

1935  (restauro intero bene)

Nel 1935 venne realizzata una copertura provvisoria per ovviare allo scoperchiamento della chiesa, a seguito di un nubifragio; in quell'anno furono inoltre nuovamente restaurati gli affreschi.

1974 - 1975 (restauro intero bene)

Nel 1974-1975 l'edificio fu sottoposto a lavori di restauro; in quell'occasione vennero sigillate le fessurazioni presenti, venne eseguito un canale drenante-aerante perimetrale lungo i lati nord-ovest e nord-est, furono riportati in luce gli arconi settecenteschi. Emersero inoltre gli affreschi della facciata, restaurati da Assiro Coffani di Mantova e protetti da una tettoia lignea; furono poi condotti degli scavi di sondaggio, che portarono alla scoperta dei basamenti perimetrali della navata della chiesa quattrocentesca.

1979  (manutenzione intero bene)

Nel luglio del 1979 furono eseguiti degli interventi di straordinaria amministrazione.

1995 - 1996 (restauro intero bene)

Un nuovo radicale restauro venne compiuto tra il 20 aprile 1995 e il 31 ottobre 1996 dall'impresa "Società Trentina Restauro S.n.c." di Lavis, su progetto dell'architetto Cristina Mayr. Si operò il consolidamento della struttura, indebolita dal precedente intervento, mediante tiranti e strutture metalliche, furono risanate le murature dall'umidità, venne prolungato il canale drenante-aerante perimetrale, vennero rifatti le coperture e il sottofondo pavimentale. Affreschi e stucchi vennero quindi restaurati dal laboratorio "Maria Chiara Stefanini e Maria Luisa Tomasi & C. S.n.c." di Trento.
Descrizione

Orientata regolarmente ad est, la chiesa dei Santi Faustino e Giovita, circondata dal camposanto, fungeva da curaziale per i centri di Ragoli, Preore e Montagne e per le rispettive frazioni. Benché la prima notizia documentaria risalga al 1249, l'edificio attuale è frutto della ricostruzione del XV secolo (la navata) e dell'ampliamento della prima metà del XVII (l'abside poligonale); dopo un ulteriore ampliamento settecentesco, la chiesa perse improvvisamente importanza in seguito all'erezione della nuova curaziale di San Faustino e venne parzialmente demolita, insieme al campanile. La fronte principale a due spioventi asimmetrici presenta il portale architravato, due finestre rettangolari sdraiate e una a lunetta, più una finestra rettangolare che illumina la cappella mortuaria. Un tettuccio ligneo a due falde protegge l'affresco frammentario un tempo appartenente all'antico arco santo ogivale, che collegava il presbiterio ad una navata quadrata o rettangolare, oggi non più esistente. Sulla fiancata sinistra emerge il volume corrispondente alla sacrestia e alla cappella mortuaria, aggiunte nel corso dei secoli XVII e XVIII; l'abside poligonale è cieca. All'interno la navata attuale pressoché quadrata, coperta da una volta a crociera costolonata e ornata da un ciclo di affreschi di Cristoforo di Simone e Simone Baschenis, costituiva il presbiterio della chiesa quattrocentesca; lungo le pareti laterali, due grandi arcate tamponate a sesto ribassato, ornate di stucchi nell'intradosso, conducevano ad altrettante cappelle, anch'esse demolite. Il breve presbiterio e l'abside poligonale, coperta da volta a semiombrello sostenuta da peducci squadrati, si trovano alla stessa quota pavimentale della navata.
Preesistenze
La navata quadrata, corrispondente al presbiterio quattrocentesco, costituisce la parte più antica della struttura.
Pianta
Navata a pianta pressoché quadrata, affiancata da ambienti di servizio sul lato sinistro; presbiterio a pianta rettangolare, concluso da abside poligonale.
Facciata
Fronte principale a due spioventi asimmetrici, formata dalla facciata vera e propria e dagli ambienti di servizio ad essa addossati sulla sinistra. La facciata è caratterizzata dal portale architravato tra due finestre rettangolari sdraiate, chiuse da grate in ferro battuto, sormontato da una finestra a lunetta. Al di sopra si trova l'affresco frammentario appartenente all'antico arco santo ogivale, protetti da un tettuccio ligneo. Contrafforte angolare in pietra sul lato destro; finiture a intonaco tinteggiato.
Prospetti
Sul fianco sinistro emerge il volume degli ambienti di servizio, marcato da conci angolari sfalsati intonacati, con portale architravato in granito a frontone interrotto; un accesso al sottotetto si trova sulla parete sinistra del presbiterio, chiuso da una porta lignea. Due oculi ovali si aprono lungo il lato destro, in alto, insieme ad una finestra rettangolare nel presbiterio e una a lunetta in navata. Abside poligonale cieca; finiture a intonaco tinteggiato.
Struttura
Strutture portanti verticali: muratura in pietrame. Strutture di orizzontamento: volta a crociera costolonata nella navata; volta a semiombrello sostenuta da peducci squadrati nel presbiterio e nell'abside.
Coperture
Tetto a due falde sulla navata e sul presbiterio, che si prolunga a sinistra a coprire gli ambienti di servizio, a più falde sopra l'abside; struttura portante in legno di larice, manto di copertura in tegole in laterizio marsigliesi antichizzate.
Interni
Interno ad unica navata e unica campata, caratterizzato dalla presenza di ampie arcate tamponate a sesto ribassato, ornate da stucchi nell'intradosso, sulle pareti laterali. Sulla parete sinistra si trova l'accesso alla sacrestia e all'ambiente di servizio. L'arco santo a sesto ribassato, sostenuto da una coppia di pilastri, introduce al breve presbiterio rettangolare, alla stessa quota pavimentale della navata, concluso dall'abside poligonale. Finiture a intonaco tinteggiato.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimento in mattonelle quadrate e mattoni pieni in cotto.
Elementi decorativi
Affreschi attribuiti a Cristoforo di Simone e Simone Baschenis sulla volta della navata e in facciata; intradosso dell'arcata della parete sinistra in stucco modellato.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1996 circa)
L'adeguamento liturgico è stato attuato mediante l'accostamento di arredi lignei, con carattere provvisorio. Al centro del presbiterio storico si trova l'altare verso il popolo, a tavolo, a raso pavimento. Alla sua destra un leggio funge da ambone. La sede del celebrante è stata ricavata al centro di uno stallo corale, dotato di braccioli e pedana, addossato alla parete sinistra del presbiterio. E' presente l'altare maggiore storico, benché manomesso e orfano delle statue.
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