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Creto
Pieve di Bono-Prezzo
Trento
chiesa
parrocchiale
S. Giustina
Parrocchia di Santa Giustina
Preesistenze; Pianta; Facciata; Prospetti; Campanile; Struttura; Coperture; Interni; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
presbiterio - intervento strutturale (2000 circa); fonte battesimale - intervento strutturale (2000 circa); cappella feriale - intervento strutturale (2000 circa); cappella feriale - aggiunta arredo (2000 circa)
VI - VII(fondazione intero bene); 1221/09/05 - 1221/09/05(menzione carattere generale); XIV - XV(ampliamento o ricostruzione intero bene); 1425 - 1450(decorazione presbiterio); 1586 - 1586(demolizioni intorno); 1586/12/06 - 1592(ricostruzione intero bene); 1603 - 1633(consacrazione carattere generale); 1711/06/06 - 1711/06/06(danneggiamento intero bene); 1750 - 1799(decorazione cappella della Madonna del Rosario); 1761 - 1761(menzione cappella Lodron); 1764 - 1764(rifacimento facciata); 1816 - 1816(cambiamento di patronato carattere generale); 1841 - 1841(restauro facciata); 1855 - 1855/08/16(ricostruzione cimitero); 1893 - 1894/05/12(ristrutturazione intero bene); 1901 - 1901(restauro facciata); 1915 - 1918(variazione d'uso intero bene); 1919 - 1942(restauro intero bene); 1928/05/17 - 1928/05/17(erezione ad arcipretura carattere generale); 1955 - 1958(installazione impianto elettrico intero bene); 1965 - 1965(restauro intero bene); 1979 - 1980(restauro intero bene); 2000 - 2000(restauro intero bene)
Chiesa di Santa Giustina
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di Santa Giustina <Creto, Pieve di Bono-Prezzo>
Altre denominazioni S. GIUSTINA vergine e martire
S. Giustina
Autore (ruolo)
Salvagni, Giacomo (ricostruzione chiesa)
Rosa, Antonio (ricostruzione volte della navata e del presbiterio)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze lombarde (ricostruzione chiesa)
maestranze trentine (ricostruzione volte della navata e del presbiterio)
architettura gotica (costruzione chiesa )
architettura rinascimentale (ricostruzione chiesa)
architettura tardobarocca (rifacimento facciata)
Notizie Storiche

VI - VII (fondazione intero bene)

In base a una contestata interpretazione del dato toponomastico, secondo cui il nome di "Bono" deriverebbe dal termine "Vaunia", a sua volta riconducibile al longobardo "wahan" (posto di guardia), e riconducendo la diffusione del culto di Santa Giustina all'epoca dello scisma tricapitolino e della conversione dei longobardi al cattolicesimo, Agostini (1992) fa risalire la fondazione della pieve di Bono al VI-VII secolo. Tale ipotesi è ritenuta fortemente incerta da Curzel (1999).

1221/09/05  (menzione carattere generale)

La prima menzione della chiesa di Santa Giustina, pieve ab immemorabili, si riscontra in un documento del 5 settembre 1221.

XIV - XV (ampliamento o ricostruzione intero bene)

La struttura originaria fu sostanzialmente ampliata o ricostruita tra il XIV e il XV secolo, secondo stilemi gotici. Il tempio medievale, del quale sopravvive il presbiterio rettangolare affrescato ora utilizzato come cappella feriale, si sviluppava secondo il consueto asse est/ovest.

1425 - 1450 (decorazione presbiterio)

Nel corso del secondo quarto del XV secolo il presbiterio della pieve fu affrescato da un anonimo maestro d'ambito lombardo.

1586  (demolizioni intorno)

Fino al 1586 esisteva presso la canonica una cappella gentilizia della famiglia Lodron, che la tradizione vuole fosse dedicata a San Carlo. Il sacello fu demolito in occasione della ricostruzione della pieve.

1586/12/06 - 1592 (ricostruzione intero bene)

In occasione della visita pastorale del 1579-1580 la chiesa e la canonica furono trovate in condizioni indecenti, probabilmente a causa delle condizioni di ristrettezza economica in cui versavano i conti della pieve. Per far fronte a tale situazione, il principe vescovo Ludovico Madruzzo decretò che la chiesa venisse interamente ricostruita. I lavori, che prevedevano l'atterramento dell'antica navata e la costruzione di una chiesa nuova a destra dell'antico presbiterio risparmiato dalle demolizioni, furono appaltati al maestro muratore e tagliapietre Giacomo Salvagni di Cologna il 6 dicembre 1586. Il cantiere, nel quale furono attivi alcuni lapicidi Bresciani originari di Anfo sul lago d'Idro, portato a compimento entro il 1591, ma ancora nel maggio del 1592 il Salvagni accettò l'incarico di intonacare le murature esterne della pieve e di realizzare il muro di cinta del sagrato. Il capomastro fu definitivamente saldato solo nel 1602.

1603 - 1633 (consacrazione carattere generale)

Al tempo della visita pastorale del 1603 la chiesa e i relativi altari risultavano ancora sconsacrati e i visitatori vescovili ordinavano che la consacrazione fosse fatta il più presto possibile. Gli ordines et decreta della visita furono attesi in epoca imprecisata, ma certamente entro il 1633, quando in occasione della visita pastorale non furono riscontrate irregolarità in merito alla consacrazione.

1711/06/06  (danneggiamento intero bene)

L'edificio subì danni imprecisati in occasione dell'incendio dell'altare maggiore del 6 giugno 1711.

1750 - 1799 (decorazione cappella della Madonna del Rosario)

Nel corso della seconda metà del XVIII secolo un anonimo maestro locale affrescò i misteri del rosario sull'intradosso dell'arcata dell'omonima cappella (quarta a destra).

1761  (menzione cappella Lodron)

In un'epoca imprecisata successiva alla ricostruzione della pieve, a destra del presbiterio venne realizzato un piccolo sacello. Si trattava probabilmente della cappella di San Carlo dei conti Lodron, costruita in sostituzione di quella già anticamente posta accanto alla canonica. La cappella è menzionata dagli atti visitali del 1671, nei quali se ne ordina la sospensione dal culto perché trovata indecente e rovinata nell'avvolto dalle infiltrazioni d'acqua.

1764  (rifacimento facciata)

La riqualificazione della facciata nelle forme odierne risale al 1764.

1816  (cambiamento di patronato carattere generale)

Il diritto di patronato della pieve di Santa Giustina, cioè la facoltà di nominare il locale pievano, rimase appannaggio dei vescovi di Trento fino al 1816, quando passò all'autorità imperiale austriaca.

1841  (restauro facciata)

La facciata fu sottoposta a restauro nel 1841. I fondi, derivanti dall'indennizzo ottenuto per l'esproprio di alcuni fondi del beneficio pievano finalizzato alla costruzione della nuova strada commerciale, furono sufficienti a coprire le spese dei lavori compiuti sulla chiesa, ma anche di quelli eseguiti sulla canonica e la vicina casa rustica.

1855 - 1855/08/16 (ricostruzione cimitero)

Nel 1855 i comuni di Creto, Cologna e Strada giunsero a un accordo per la costruzione di un nuovo cimitero, da realizzarsi dietro il presbiterio della parrocchiale. Anticamente, infatti, il camposanto della pieve di Bono si trovava davanti alla facciata. Il nuovo cimitero fu benedetto il 16 agosto dello stesso anno.

1893 - 1894/05/12 (ristrutturazione intero bene)

Nei mesi di agosto e settembre del 1893 venne demolita e innalzata la volta della navata che minacciava di crollare. Una volta terminata la ricostruzione si decise di demolire e rifare anche la volta del presbiterio che, in seguito alla ristrutturazione di quella della navata, risultava troppo bassa. A questi lavori si aggiunsero anche il restauro della facciata, che risultava piuttosto deperita e la costruzione di una nuova sacrestia posta a destra del presbiterio, nel luogo in cui sorgeva l'ex cappella Lodron, avviata 15 novembre dello stesso anno. I lavori proseguirono fino alla primavera del 1894, quando la nuova sacrestia poté essere inaugurata (12 maggio). Tutti gli interventi furono eseguiti dall'impresario Antonio Rosa di Condino.

1901  (restauro facciata)

Nel 1901 sono documentati imprecisati lavori di restauro della facciata.

1915 - 1918 (variazione d'uso intero bene)

Durante il primo conflitto mondiale la chiesa fu trasformata in officina meccanica e scuderia.

1919 - 1942 (restauro intero bene)

Don Francesco Boldrini, parroco di Santa Giustina dal 1919 al 1942, si occupò del restauro dei danni provocato alla chiesa dalle esplosioni del primo conflitto mondiale. Fu anche promotore della costruzione della cappella del Crocifisso nell'attiguo cimitero.

1928/05/17  (erezione ad arcipretura carattere generale)

Con atto ufficiale del 17 maggio 1928 il vescovo di Trento Celestino Endrici eresse la pieve di Bono ad arcipretura, sancendo così una tradizione secolare, risalente almeno al XVI secolo, in base alla quale i pievani di Santa Giustina venivano chiamati arcipreti.

1955 - 1958 (installazione impianto elettrico intero bene)

Nel 1955 fu installato l'impianto elettrico, successivamente sostituito già nel 1958.

1965  (restauro intero bene)

Nel 1965 circa la ditta Bruno Tomasi di Trento eseguì alcuni lavori di restauro, comprendenti la pulitura degli apparati lapidei, il risanamento dei bassorilievi della facciata e la tinteggiatura interna ed esterna dell'edificio.

1979 - 1980 (restauro intero bene)

Tra il 1979 e il 1980 circa fu restaurato il campanile.

2000  (restauro intero bene)

L'edificio è stato interamente restaurato nel 2000. Sotto la direzione dell'architetto Andrea Bonazza sono stati compiuti interventi di restauro degli intonaci interni ed esterni dell'edificio, di pulitura degli elementi lapidei, di deumidificazione delle murature. Il restauro ha previsto l'installazione di un impianto di riscaldamento a pavimento, con contestuale posa di una pavimentaizone anticondensa, e il rifacimento dell'impianto elettrico. Gli ambienti della penitenzeria e della vecchia centrale termica situati a sinistra del presbiterio sono stati riconvertiti in navata annessa all'antico presbiterio gotico, per formare la cappella feriale. Contestualmente è stato eseguito il recupero e la sistemazione dell'ambiente sottostante tale cappella, nel quale sono riemersi i resti dell'abside romanica.
Descrizione

Pieve ab immemorabili, la parrocchiale di Santa Giustina sorge a sud di Creto, sede comunale di Pieve di Bono, lungo la strada provinciale della Valle del Chiese, con orientamento a est. La struttura della chiesa romanica documentata a partire dal 1221, della quale sono state recentemente rinvenute le fondazioni dell'abside, fu interamente cancellata dalla costruzione, tra XIV e XV secolo, di un nuovo tempio gotico, anch'esso andato parzialmente distrutto. Su disposizione del principe vescovo di Trento Ludovico Madruzzo, infatti, la pieve fu nuovamente rifabbricata tra il 1586 e il 1592 dal maestro costruttore Giacomo Salvagni di Cologna. In seguito a questo intervento, che comportò la demolizione della chiesa precedente, fatto salvo il maestoso presbiterio affrescato oggi ospitante la cappella feriale, la chiesa assunse il suo impianto attuale. La facciata dell'edificio, riqualificata in forme barocche nel 1764, è organizzata su due ordini di quattro paraste di ribabattuta, ioniche e corinzie, che determinano una tripartizione irregolare con settore centrale di ampiezza maggiore rispetto ai laterali. Al centro dell'ordine inferiore si apre il portale maggiore, mentre nell'ordine superiore trovano posto una finestra a luce sagomata centrale e due nicchie laterali abitate da statue. L'attico centrale sommitale, affiancato da due volute cedenti, è cimato da un frontone curvilineo. Le fiancate laterali, lisce, presentano ciascuna quattro finestre a luce sagomata; in corrispondenza della terza campata si aprono due accessi laterali, di cui quello sinistro posto sotto un portico aperto da due arcate a centinatura ribassata, dal quale si accede anche alla cappella feriale. Quest'ultima è formata da un corpo longitudinale sviluppato parallelamente alla quarta campata della chiesa e dall'antico presbiterio gotico situato a sinistra del presbiterio della chiesa principale. A nord del presbiterio gotico sorge la torre campanaria, con fusto intonacato a raso sasso e cella campanaria a quattro monofore centinate, che si conclude con un coronamento merlato a coda di rondine. L'interno della pieve si sviluppa a navata unica voltata a botte unghiata, ritmata da coppie di pilastri in granito tra i quali si inseriscono otto cappelle simmetriche poco profonde, inquadrate da arcate centinate. Il presbiterio, rialzato su tre gradini e concluso dall'abside poligonale, è comunicante a sinistra con la cappella feriale. Quest'ultima reimpiega il presbiterio della chiesa gotica, che risulta rialzato di tre gradini rispetto alla stretta navata unica. Una scala situata presso il muro nord, sotto l'ambone, conduce ad un ambiente sotterraneo rettangolare, con pareti in pietra a vista, nel quale sono visibili le fondamenta dell'abside della chiesa romanica.
Preesistenze
Nel corso del restauro del 2000 nell'ambiente sottostante il presbiterio della cappella feriale sono riemerse le fondazioni dell'abside semicircolare della chiesa romanica, alla quale si sovrappose la struttura tre-quattrocentesca gotica. Di quest'ultimo edificio si conserva solo il presbiterio affrescato, risparmiato dalle demolizioni cinquecentesche.
Pianta
Pianta rettangolare ad asse maggiore longitudinale. Presbiterio rettangolare, concluso da abside poligonale, a sinistra del quale si sviluppa la cappella feriale, con navata rettangolare irregolare e presbiterio quadrangolare. Ambiente sotterraneo a pianta rettangolare.
Facciata
Facciata organizzata su due ordini di quattro paraste ribattute, ioniche in basso e corinzie in alto, che determinano una tripartizione irregolare con settore centrale di ampiezza maggiore rispetto ai laterali. Al centro dell'ordine inferiore si dispone il portale maggiore profilato in pietra. Nel settore mediano superiore si apre un'ampia finestra a luce sagomata con cornice in stucco, mentre in quelli laterali si dispongono due nicchie centinate abitate da statue. Sul tutto insiste un attico centrale delimitato da due paraste di ribattuta, affiancato da volute cedenti e sormontato da un frontone curvilineo. Vasi fiammati acroteriali si dispongono sulle volute cedenti e ai lati del frontone curvilineo.
Prospetti
Fiancate laterali lisce, ciascuna recante quattro finestre a luce sagomata, aperte in corrispondenza delle campate interne. In corrispondenza della terza campata si dispongono due accessi laterali, di cui quello sinistro protetto da un portico aperto da due arcate a centinatura ribassata, sorrette da una colonna in granito. Lo stesso portico consente l'accesso alla cappella feriale, il cui corpo longitudinale della navata, illuminato da finestre rettangolari aperte sui lati nord e ovest, si sviluppa parallelamente alla quarta campata della navata della chiesa. A questo si raccorda la struttura rialzata dell'antico presbiterio gotico, addossato al lato sinistro del presbiterio della chiesa maggiore e illuminato da due strette finestre rettangolari aperte sul lato est.
Campanile
Torre a pianta quadrangolare, interamente intonacata a raso sasso e segnata a tutta altezza da una serie di feritoie. Cella campanaria illuminata da quattro monofore centinate. Coronamento a torretta merlata a coda di rondine.
Struttura
Strutture portanti verticali: murature in pietrame, finite a intonaco tinteggiato. Strutture di orizzontamento: la navata e il presbiterio della chiesa principale sono voltati a botte unghiata; nella cappella feriale la navata presenta un soffitto ligneo a due spioventi, mentre il presbiterio è voltato a crociera. L'ambiente sottostante la cappella feriale reca un soffitto semicurvo, realizzato in cemento armato.
Coperture
La chiesa e la cappella feriale recano un tetto a doppia falda, con struttura in legno e manto di copertura in coppi in laterizio.
Interni
Chiesa: navata unica, ritmata da coppie di pilastri in granito, tra i quali si aprono otto cappelle laterali simmetriche poco profonde, inquadrate da arcate centinate in granito a vista. Oltre le arcate delle cappelle corrono due cornicioni eminenti in pietra a vista. L'arco santo a centinatura ribassata introduce al presbiterio, rialzato su tre gradini e illuminato sul solo lato destro da due finestre; abside poligonale. Cappella feriale: navata con pareti lisce; presbiterio di ampiezza maggiore, rialzato su tre gradini e introdotto dall'arco santo a sesto acuto. Ambiente sotterraneo: aula rettangolare con pareti in pietra a vista, raggiungibile tramite la scala situata alla base dell'ambone della cappella feriale.
Pavimenti e pavimentazioni
Chiesa: navata e presbiterio presentano un'unica pavimentazione realizzata in quadrotte di pietra calcarea di tre colori (bianco, rosso e rosa), componenti dei motivi geometrici. Cappella feriale: navata e presbiterio recano la stessa pavimentazione in mattonelle di cotto a corsi sfalsati. Ambiente sotterraneo: pavimento ricoperto in ghiaia.
Elementi decorativi
L'abside della cappella feriale è interamente affrescata; ulteriori affreschi sono presenti sull'intradosso della quarta cappella laterale destra della chiesa principale. Elementi decorativi realizzati in stucco modellato e dipinto (cornice di finestra, cornici di nicchie e cartella rocaille) adornano la facciata principale dell'edificio.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (2000 circa)
L'adeguamento liturgico è stato eseguito secondo un progetto unitario (architetto Andrea Bonazza?) e ha carattere di stabilità. Al centro del presbiterio storico, su predella propria, è posta una mensa al popolo di tipo ad ara, in pietra, con fronte abbellita da una croce stilizzata. Il motivo decorativo è ripreso nell'ambone con parapetto lapideo a tre lati, situato sul lato sinistro, in prossimità dell'arco santo e nello schienale della sede, in legno, collocata su pedana propria a sinistra dell'altare maggiore storico, il cui tabernacolo è utilizzato come custodia eucaristica. Non sono presenti balaustre.
fonte battesimale - intervento strutturale (2000 circa)
Il fonte battesimale storico, originariamente posto in una delle cappelle laterali alla prima campata, è stato ricollocato nella campata quarta a sinistra.
cappella feriale - intervento strutturale (2000 circa)
La cappella feriale presente a sinistra del presbiterio è ricavata nell'abside della chiesa medievale, sopravvissuta alle demolizioni del secondo Cinquecento, alla quale è collegato un corpo di fabbrica longitudinale che ospita la navata. L'adeguamento liturgico, eseguito contestualmente ai lavori di restauro del 2000 circa, è stato attuato secondo un progetto unitario limitatamente ad alcuni poli liturgici e ha carattere di stabilità. Al centro del presbiterio storico, a raso pavimento, è presente una mensa al popolo di tipo ad ara, in pietra calcarea, priva di ornamentazioni. A sinistra, presso l'arco santo, si trova un ambone in pietra con parapetto a tre fronti, che tuttavia non viene utilizzato.
cappella feriale - aggiunta arredo (2000 circa)
L'intervento di adeguamento liturgico della cappella feriale è stato completato con l'introduzione di arredi mobili di tipo eterogeneo, impiegati come poli liturgici. A sinistra della mensa al popolo è stato posto un leggio in legno che funge da ambone, mentre al centro della parete di fondo del presbiterio è stata addossata un sedia lignea con braccioli, rialzata su una predella propria, che viene impiegata come sede.
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