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adeguamento liturgico
Firenzuola
Firenze
chiesa
parrocchiale
S. Matteo a Covigliaio
Parrocchia di San Matteo a Covigliaio e San Bartolomeo alle Valli
Pianta; Facciata; Campanile; Interno; Elementi decorativi; Pavimenti e pavimentazioni; Coperture
presbiterio - aggiunta arredo (1980 (?))
XIV - 1323(origini carattere generale); 1520 - XVII(cenni storici carattere generale); 1786 - 1786(cenni storici carattere generale); 1833 - 1847(cenni storici carattere generale); 1857 - 1860(nuova costruzione intero bene); 1908 - 1908(donazione arredi); 1909 - 1909(cenni storici carattere generale); 1910 - 1910(donazione carattere generale); 1911 - 1911(cenni storici carattere generale); 1912 - 1912(cenni storici carattere generale); 1934 - 1942(cenni storici carattere generale); 1944 - 1944(cenni storici carattere generale); 1948 - 1948(vicende conservative intero bene); 1951 - 1951(donazione carattere generale); 1954 - 1954(restauri intero bene); 1961 - 1961(cenni storici carattere generale); 1986 - 1986(cenni storici carattere generale); XXI - 2012(vicende conservative intero bene)
Chiesa di San Matteo a Covigliaio
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Matteo a Covigliaio <Firenzuola>
Altre denominazioni Chiesa di San Matteo e Cecilia
S. Matteo a Covigliaio
Ambito culturale (ruolo)
neogotico (ricostruzione)
Notizie Storiche

XIV - 1323 (origini carattere generale)

La chiesa di San Matteo a Covigliaio (SS. Matthei de Covigliaio et Bartholomaei de Vallibus) sorge lungo l’antica mulattiera del Santerno, oggi strada statale, sull’Appennino di Firenzuola e poco distante dalla Pieve di Pietramala. La parrocchia di San Matteo a Covigliaio, ebbe cura del vasto territorio di Castro insieme a quelle di San Jacopo al Montale e San Martino a Castro; a margine del Sasso di Castro vi era inoltre il Romitorio di San Donnino, con i monaci eremiti appartenenti al Monastero di Settimo. Di questo luogo rimangono solo due campane, portate una a Covigliaio e l’altra a Montale. La campana conservata a San Matteo a Covigliaio reca una raffigurazione in basso rilievo di San Lorenzo e un’iscrizione che riporta: “METE SCAM SPONTANEA HONORE DEO ET PATRIE LIBERATIONE NOPNUS THOMAS ET FR. MICHAEL OBLATUS DE SEPTIO ME FECERUNT A.D. MCCCXXIII XPS REGNAT XPS IMPERAT AVE M. G. P. D. T.B.T.

1520 - XVII (cenni storici carattere generale)

Dal 1520 si hanno notizie della chiesa originaria che è menzionata anche nelle lettere di Machiavelli nel 1526. Si presume che la chiesa fosse collocata all’inizio della salita, circa cento metri al di sotto dell’attuale, nella località oggi denominata “Chiesa Vecchia”. Nelle antiche visite pastorali la chiesa era descritta come piccola, con scarse rendite e parzialmente officiata, tanto che i rettori non vi avevano dimora. Tale situazione si protrasse anche nel XVII secolo e fu confermata dal rettore Silvestro Guidotti.

1786  (cenni storici carattere generale)

Con decreto arcivescovile del 23 novembre 1786 la parrocchia che originariamente apparteneva al piviere di Cornacchiaia venne da questo staccata ed unita a quello di Pietramala. La chiesa di San Lorenzo a Pietramala fu insignita del titolo di “pieve”, San Matteo al Covigliaio le fu assegnata come suffraganea, insieme alle parrocchie di San Bartolomeo a Le Valli, San Martino a Bruscoli, San Michele a Montalbano e San Lorenzo al Peglio.

1833 - 1847 (cenni storici carattere generale)

Al 1833 la parrocchia di S. Matteo a Covigliaio era costituita da 186 abitanti. Al 1847 il popolo contava 223 anime, il parroco era il sacerdote Giovanni Battista Bellini che fu nominato il 20 giugno 1834 e la chiesa era di libera collazione.

1857 - 1860 (nuova costruzione intero bene)

La chiesa nuova, dedicata a San Matteo apostolo ed a Santa Cecilia, venne costruita nei pressi dell’originaria nel 1857. I lavori di costruzione iniziarono nel mese di maggio su progetto e direzione dell’architetto fiorentino Angelo Mannini; le spese furono sostenute dai fedeli con il contributo del parroco Ferdinando Benelli. Contribuì con un sussidio anche il papa Pio IX che nel suo viaggio da Bologna a Firenze si fermò a Covigliaio per benedire la nuova costruzione e auspicarne la conclusione che avvenne nel 1860 come riporta la targa in controfacciata. L’umile cappella originaria era stata trasformata in un’ampia chiesa gotica con bozze in pietra in esterno ed un pregevole altare in marmi policromi e pietre dure a mosaico in interno. L’altare del XVII secolo, dono del Granduca Leopoldo II, proveniva dalla chiesa dei Santi Stefano e Cecilia di Firenze ormai dismessa.

1908  (donazione arredi)

Nel 1908 venticinque panche in legno di castagno, opera del falegname Gaetano Ferri, furono donate alla chiesa dal Signor Cesare Corsi che con la sua famiglia sostenne una spesa totale di 410.70 lire.

1909  (cenni storici carattere generale)

Dal maggio 1909 venne insediata nella parrocchia una casa di religiose. Le prime ad arrivare furono suor Alberta Menichelli e suor Giustina Conti, le monache arredarono la casa con mobili inviati dalla Congregazione delle Domenicane.

1910  (donazione carattere generale)

Alla vigilia della festa di Santa Cecilia del 1910 Papa Pio X donò una pisside alla parrocchia.

1911  (cenni storici carattere generale)

Il 22 gennaio 1911 fu benedetta la nuova statua di Sant’Antonio da Padova, acquistata con il contributo di benefattori e del parroco.

1912  (cenni storici carattere generale)

Nel 1912 fu rubato il pregevole gruppo in terracotta invetriata attribuito a Luca della Robbia con la raffigurazione della Madonna col Bambino e due angeli. Il furto fu eseguito su commissione e dell’opera non si sono mai più avute notizie se non che fosse stata forse portata in Gran Bretagna.

1934 - 1942 (cenni storici carattere generale)

Dopo la morte del parroco Fortunato Menichetti, che per 48 anni aveva guidato la parrocchia, la sede rimase vacante per tre anni. Il servizio religioso venne affidato a Don Ernesto Ulivi, parroco a Le Valli, fino a quando il 19 settembre 1937 prese servizio il nuovo parroco Don Francesco Galeotti, fu Leopoldo, proveniente dalla parrocchia di san Michele a Cavrenno. Nello stesso anno il Cardinale Elia Dalla Costa effettuò una visita pastorale alla quale ne seguì un’altra nel 1942.

1944  (cenni storici carattere generale)

Durante la Seconda guerra, nel 1944 il parroco e i parrocchiani dovettero abbandonare le case a Covigliaio e rifugiarsi in capanne realizzate nel bosco della Valle del Savena. In una lettera all’Arcivescovo, Don Galeotti scrisse: “la chiesa e la canonica hanno bisogno di riparazioni ai tetti, alle finestre, alle docce ed alle pareti, ma in complesso posso accontentarmi che tutto ho trovato in piedi. Anche gli arredi sacri ho potuto salvare, avendoli per tempo nascosti in posti assai sicuri. La chiesa è stata occupata nei primi giorni dai tedeschi e dopo dagli americani, ma ora l’ho ribenedetta e già riaperta al culto”.

1948  (vicende conservative intero bene)

Stanti i danni riportati durante la guerra, nell’estate del 1948 chiesa e canonica vennero restaurate ad opera della Ditta Ulivi di Firenze. Per la chiesa furono riparati il tetto ed i pluviali, furono integrate in esterno alcune bozze rovinate da schegge, restaurate otto finestre, rifatta la porta laterale, riparato e imbiancato l’interno, con una spesa totale di 250.000 lire. Nella canonica il tetto ed i pluviali furono in parte riparati ed in parte rifatti, inoltre furono restaurate le finestre ed imbiancate sei stanze, con una spesa totale di 150.000 lire.

1951  (donazione carattere generale)

Come riconoscimento verso il parroco don Francesco Galeotti che si era prestato gratuitamente ad amministrare i loro beni, nel 1951 le sorelle Clemente donarono alla chiesa il piazzale prospiciente e la costa alberata a monte.

1954  (restauri intero bene)

Nel 1954 furono interamente rifatte le pavimentazioni della chiesa, della sacrestia e dei locali annessi, ivi compresa la cucina. La canonica fu oggetto di numerosi interventi, con ripristino di murature, porte e pavimentazioni. Nello stesso anno gli uomini e donne di Azione Cattolica realizzarono una copertura per il Battistero. Furono inoltre acquistati il baldacchino con sei aste, per la somma di 45.000 lire, ed un tronetto dorato per il quadro della Madonna del Sacro Cuore di Gesù realizzato dalla ditta Fiorini di Firenze.

1961  (cenni storici carattere generale)

In occasione della festa dell’Ascensione, l’11 giugno 1961 celebrò la messa don Antonio Masi, nominato parroco dall’Arcivescovo Ermenegildo Florit.

1986  (cenni storici carattere generale)

Con Decreto arcivescovile del 14 luglio 1986 la parrocchia di San Bartolomeo alle Valli venne soppressa ed unita a quella di San Matteo a Covigliaio, con la titolazione modificata in San Matteo a Covigliaio e San Bartolomeo alle Valli.

XXI - 2012 (vicende conservative intero bene)

Nel corso del primo decennio del XXI secolo sono stati effettuati interventi di rifacimento parziale delle coperture.
Descrizione

La chiesa di San Matteo a Covigliaio sorge in contesto montano a margine dell’omonima via che attraversa il Borgo fino a Pietramala. Lo sviluppo della chiesa è parallelo alla pubblica via dalla quale due percorsi conducono l'uno verso l’ingresso principale e l'altro verso quello laterale. La chiesa è parte dell’agglomerato di Covigliaio ed alla sinistra vi è addossata la canonica che affaccia sulla strada. A tergo della chiesa e della canonica si erge la torre campanaria, in posizione angolare e parzialmente addossata ai corpi di fabbrica. La chiesa, dal carattere neogotico e facciata a capanna, presenta una muratura in pietra alberese a vista, ha pianta a croce latina con navata unica voltata a crociera e culminante in presbiterio rialzato, abside a pianta rettangolare e due cappelle ai lati nel transetto.
Pianta
Dalla strada due percorsi in pietra ad opus incertum conducono alla chiesa, il più breve e lineare, superata una piccola scalinata, conduce all’accesso laterale, uno più lungo all’ingresso principale. Da qui, superati due gradini in arenaria si entra nella chiesa che ha pianta a croce latina con navata unica voltata a crociera e transetto con due cappelle, una per lato. La chiesa è scandita in campate da arcate ogivali, le prime tre costituiscono la navata, nella quarta è impostato il transetto con il presbiterio rialzato di due gradini. Più oltre è l’abside a pianta rettangolare che è definita da un’arcata ogivale, è rialzata e reca l’altare maggiore. L’aula ha lunghezza fino all’arco trionfale di m 18.80 e totale di m 22.40, la larghezza della navata è di m 7.60, quella del transetto di m 15.00. Un ingresso laterale è aperto nella prima campata a sinistra, dalla cappella laterale sinistra si accede alla sacrestia.
Facciata
La facciata della chiesa è rivolta a nord est, a sinistra ed arretrata vi è addossata la canonica. Sullo stesso lato, nel retro, vi è la torre campanaria. La chiesa presenta struttura muraria in conci di pietra alberese lasciati a vista e disposti a filaretto. La facciata a capanna è definita sui cantonali da due paraste in aggetto su basamento modanato, lungo l’imposta della copertura sono un cornicione lapideo ed una fascia in arenaria con archetti pensili, sul colmo una croce metallica finemente lavorata. In asse un rosone in arenaria fortemente strombato con spartitura radiale e vetrata. Al di sotto è il portale in arenaria, emergono dal filo della muratura le due lesene modanate su basamento e con capitello corinzio cuspidato da cui si imposta la ghiera a sesto acuto. Oltre la forte strombatura è il portone ligneo a doppia anta, l’architrave che ripropone il motivo a beccatelli e la lunetta ogivale al cui interno è una terracotta invetriata policroma a semiluna raffigurante la Madonna con quattro angeli e cornice floreale. Il fronte sinistro è parzialmente libero, sulla muratura si apre l’accesso laterale alla chiesa. Il portale architravato è in arenaria, la lunetta ogivale emerge dalla struttura muraria, il portone è ligneo a doppia anta. Al di sopra è una monofora ogivale strombata, con cornice in arenaria e infisso con motivi decorativi geometrici e vetrata policroma. Una seconda monofora, del medesimo tipo, è posta a ridosso della canonica. Alla sinistra del portale laterale è una croce lignea su basamento lapideo. La canonica, con sviluppo ortogonale rispetto alla chiesa e altezza ridotta, è intonacata e tinteggiata in bianco con fascia basamentale in grigio.
Campanile
Il campanile si trova sul retro della chiesa, a sinistra ed in posizione angolare, parzialmente addossato a chiesa e canonica; risulta immediatamente raggiungibile e visibile dal primo accesso lungo la pubblica via. La torre ha pianta quadrata e struttura muraria in conci di pietra alberese a filaretto a vista. Due cornici orizzontali individuano il basamento e il corpo della torre. Sul fronte verso strada (sud-est) in posizione centrale vi è un occhio tamponato e intonacato con cornice lapidea, al di sopra è una cornice mediana in blocchi di alberese. Oltre la seconda cornice lapidea, è la cella campanaria, intonacata e tinteggiata color ocra. La cella presenta quattro fornici, uno per lato, dalla geometria ogivale con ghiera e fascia lapidea all’imposta, all’interno altrettante campane. Un cornicione modanato lapideo qualifica l’imposta della copertura cuspidata e rivestita ad intonaco. Sul colmo è una croce metallica.
Interno
L’interno a croce latina è costituito da un’unica navata culminante in presbiterio ed abside, ai lati del presbiterio due cappelle laterali costituiscono il transetto. La chiesa è intonacata e tinteggiata in bianco con fascia basamentale di circa un metro delimitata da una modanatura color pietra serena. La chiesa è articolata in asse longitudinale su cinque campate, tutte coperte da volte a crociera costolonate e definite da arcate ogivali su paraste e basamento. Una cornice orizzontale modanata e lapidea all’imposta degli archi longitudinali e trasversali corre lungo tutto il perimetro. Gli elementi architettonici che definiscono gli spazi, come le arcate, le paraste, i costoloni delle volte e le cornici sono in muratura tinteggiata in grigio. In posizione centrale ed elevata, nelle pareti laterali delle prime tre campate è una monofora ogivale. La cornice orizzontale si interrompe, in corrispondenza delle monofore, all’imposta dell’arco acuto e ne segue l’andamento, lo sguancio e la cornice inferiore sono tinteggiati color pietra serena. La vetrata è policroma, caratterizzata da specchiature geometriche. Nella parete sinistra della prima campata è l’accesso laterale alla chiesa con portale ed arco a sesto ribassato, forte sguancio e portone ligneo a doppia anta, nella seconda campata due confessionali lignei in posizione speculare sono in parte inseriti all’interno di una nicchia centinata con arco a sesto ribassato. Nella parete sinistra della terza campata la monofora è cieca, il disegno della vetrata è qui dipinto a parete. Alla base della monofora è il pulpito ligneo a pianta quadrata sorretto da un mensolone in arenaria. Sotto il pulpito è una teca lignea dal carattere gotico con statua raffigurante Sant’Antonio da Padova con Bambino. Oltre la terza campata è il presbiterio rialzato di due gradini e definito da un arco trionfale e da una balaustra con varco centrale. Un secondo arcone qualifica l’abside rialzata. Al centro è l’altare maggiore in marmi policromi e pietre dure con ampio basamento. La parete terminale dell’abside ospita la cantoria lignea sorretta da mensoloni in arenaria. In posizione centrale è un rosone cieco uguale a quello in facciata. Sulla parete sinistra dell’abside è una monofora tamponata. Le cappelle laterali, voltate a crociera su peducci angolari, presentano zoccolatura grigia. Recano al centro un altare in arenaria con mensa sorretta da volute ruotate, al di sopra ed all’interno di una cornice lignea tricuspidata vi sono a destra una statua della Madonna con Bambino ed a sinistra il Cristo in croce. In continuità con la scansione della navata, in parete si apre una monofora per ciascuna cappella, quella di sinistra è in parte cieca e dipinta. Dalla cappella laterale sinistra si accede alla sacrestia. In controfacciata, in posizione centrale, è il rosone con cornice in arenaria e vetrata con specchiature radiali, al di sotto il portale architravato con lunetta ogivale tamponata e portone ligneo a doppia anta. All’interno della lunetta una lapide marmorea. Addossato alla muratura, alla destra del portale è il fonte battesimale in arenaria, rialzato di un gradino, delimitato da inferriata e coperto da un elemento ligneo. Sopra, in parete, vi sono una terracotta invetriata policroma e lateralmente uno sportello ligneo. L’altezza massima dell’aula è di m 10.90, quella minima di m 5.80.
Elementi decorativi
Le monofore ogivali presentano una decorazione geometrica, nella porzione inferiore due figure esagonali sovrapposte, in quella superiore un disegno curvilineo. I colori usati nelle vetrate sono il blu e il rosso. Medesimo disegno e cromie sono riproposti a parete ove la monofora è dipinta. Il disegno di una croce a braccia uguali e con profilo curvilineo si ritrova al centro del rosone in facciata, in quello in parete tergale, in rilievo nel pulpito e nella cantoria lignea. L’altare maggiore, rialzato su un ampio basamento in arenaria che si estende verso la navata, è realizzato in marmi policromi e pietre dure. La struttura in marmo bianco presenta specchiature in marmo policromo, nella porzione inferiore è una targa centrale in marmo nero, decorata con fiori alcuni dei quali in madreperla, che riporta: “I. C. S. DIVAE. CAECILIAE. V. M. DICATUM.” Il ciborio, anch’esso in marmi policromi e pietre dure, presenta due lesene laterali su cui è impostato un frontone triangolare con timpano. Sullo sportello centrale è in rilievo la figura del Redentore, intorno corre una fascia di lapislazzuli incastonati e al di sopra è un cristallo color ambra. Sopra è una raffigurazione della Madonna con Bambino in trono con colonne tortili e timpano triangolare. Gli altari laterali in arenaria hanno una mensa sorretta da volute ruotate che nello spessore presentano una decorazione floreale con una testa d’uomo. Sopra la mensa, al centro, un ciborio in marmi policromi. In controfacciata, nella lunetta del portale di accesso è una lapide in marmo ogivale che riporta: “Questa chiesa dedicata all’apostolo Matteo e s. Cecilia V. M. fu incominciata dai fondamenti il 10 maggio 1857 colle oblazioni dei fedeli nazionali ed esteri coadiuvante il paroco dott. Ferdinando Benelli sul disegno e con la direzione gratuita di Angelo Mannini archit. Fiorentino. Pio IX pontefice O. M. nel suo passaggio da Bologna a Firenze il 17 agosto 1857 la benediceva e con sussidio ne eccitava il compimento avvenuto l’anno 1860.” Alla destra è il fonte battesimale, in arenaria e rialzato su un gradino. La vasca dalla geometria troncopiramidale è sorretta da un piedistallo e coperta da un elemento ligneo di forma piramidale culminante con croce. Più in alto ed incorniciata vi è una terracotta invetriata policroma con raffigurazione del Battesimo. Alla parete è affisso un baldacchino ligneo.
Pavimenti e pavimentazioni
I sentieri che conducono alla chiesa sono in pietra posata ad opus incertum, i due gradini che precedono l’ingresso principale sono in arenaria. All’interno della chiesa la pavimentazione è in riquadri di graniglia. Il percorso al centro della navata è differenziato dall’uso di una graniglia con fondo scuro. Verso il presbiterio la pavimentazione è interrotta da una lapide rettangolare in marmo. I gradini di accesso al presbiterio e all’abside sono in arenaria così come sul fonte battesimale ed il basamento dell’altare maggiore.
Coperture
La chiesa è coperta da volte a crociera intonacate e tinteggiate in bianco, con costoloni tinteggiati in griglio. La copertura è a capanna, con manto in coppi e tegole, e la porzione che insiste sull’abside risulta leggermente rialzata. Il campanile ha copertura cuspidata e intonacata.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1980 (?))
Adeguamento alle esigenze liturgiche della riforma conciliare realizzato negli anni '80 senza il ricorso ad opere di carattere strutturale. Al centro del presbiterio e su apposita pedana è stata collocata una mensa eucaristica lignea che consente la celebrazione rivolta verso i fedeli; dimensioni indicative cm 80 x 165 x 95 (h). Il tabernacolo in marmi policromi è posto al centro dell'originario altare maggiore. Sede lignea, mobile, attualmente collocata sul lato sinistro del presbiterio ove presso la balaustra è in uso un leggio in metallo. Fonte battesimale in arenaria collocato presso la controfacciata, sul lato sinistro. Due confessionali lignei addossati alle pareti laterali.
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