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edilizia di culto
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adeguamento liturgico
Mantigno
Palazzuolo sul Senio
Firenze
chiesa
sussidiaria
S. Andrea Mantigno
Parrocchia di Santo Stefano a Palazzuolo
Pianta; Facciata; Campanile; Interno; Elementi decorativi; Pavimenti e pavimentazioni; Coperture
nessuno
XI - XIII(origini carattere generale); 1362 - 1367(cenni storici carattere generale); 1456 - 1551(cenni storici carattere generale); 1684 - XVII(cenni storici carattere generale); XVIII - XVIII(cenni storici carattere generale); 1801 - 1847(cenni storici carattere generale); 1831 - 1832(cenni storici carattere generale); 1875 - 1890(cenni storici carattere generale); 1886 - 1898(cenni storici carattere generale); 1970 - 1970(cenni storici carattere generale); 1986 - 1986(cenni storici carattere generale)
Chiesa di Sant'Andrea a Mantigno
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa di Sant'Andrea a Mantigno <Mantigno, Palazzuolo sul Senio>
Altre denominazioni S. Andrea Mantigno
Ambito culturale (ruolo)
maestranze toscane (costruzione)
Notizie Storiche

XI - XIII (origini carattere generale)

ll toponimo di Mantigno (Mont'Igno), che deriverebbe, secondo la tradizione, da “Mons ignis”, “Monte di fuoco” (perché qui ardevano 'misteriose' fiammelle, come a Pietramala e al "vulcano" di Monte Busca in Romagna, dovute in realtà a emissioni di gas metano naturale provenienti da piccoli giacimenti intrappolati tra gli strati d'arenaria dell’Appennino), deriva invece dal personale latino Amantinius. In questa valle, abitata già dagli etruschi nel VI secolo a.C., sorge una chiesa dedicata a S. Andrea, ipoteticamente di origine longobarda. Nell'XI secolo vi esiste un castello dei Pagani, facente parte del territorio noto come Podere dei Pagani e nel Duecento come Podere di Maghinardo. La chiesa, citata nel 1276, paga in quell'anno di decima vaticana 2 libbre e 3 soldi. Rientra nel piviere di S. Giovanni Decollato a Misileo e risiede non distante dal torrente Ortali o Ortale (zona ricca d'orti: cfr. 'casali', aggettivo sostantivato con il significato di 'pertinenti alla casa').

1362 - 1367 (cenni storici carattere generale)

Nel 1362 il castello di Mantigno, facente allora parte del Podere ridenominato degli Ubaldini, è tra quelli che Gioacchino Ubaldini da Susinana, figlio di Ottaviano di Azzo degli Ubaldini da Senni e di Andrea di Maghinardo di Pietro di Pagano II de' Pagani (circa 1250-1302), lascia per testamento alla Repubblica fiorentina. Il territorio prenderà il nome di Podere de' Fiorentini. Nel 1367 i Fiorentini eleggono castellano di Mantigno Michele di Lando, che il Repetti identifica (ma senza prove documentarie) con l'omonimo protagonista del tumulto dei Ciompi.

1456 - 1551 (cenni storici carattere generale)

La chiesa è ancora citata nel 1456. Nel 1507 il patronato viene confermato al 'popolo'. La chiesa è ricordata come piccola, povera e con le coperture sconnesse. Nel 1551 il 'popolo' di S. Andrea conta 209 anime.

1684 - XVII (cenni storici carattere generale)

Dalla visita pastorale dell'arcivescovo Morigia nel 1684 sappiamo che il tabernacolo per gli oli santi è in condizioni "indecenti", contenendo ragnatele e sterco. Vi esistono due altari laterali, dedicati a S. Antonio Abate e al SS. Crocifisso. Nel Seicento avanzato è realizzata la pala d’altare raffigurante la "Crocifissione di Sant’Andrea", poi traslata nella chiesa parrocchiale di S. Stefano a Palazzuolo e nel novembre del 2018 tolta perché rovinata in seguito ad un’infiltrazione d’acqua.

XVIII  (cenni storici carattere generale)

Nel Settecento vari edifici non lontano dalla chiesa sono ristrutturati: Ca’ Le Scale, sede della piccola Comunità, Ca' Budrio nel 1726 e Sala di Sopra nel 1743. Nel 1745 il 'popolo' di S. Andrea conta 118 anime.

1801 - 1847 (cenni storici carattere generale)

Dal 1801 fin'oltre il 1847 è parroco di Mantigno don Domenico Vivoli. Il patronato spetta al granduca "per le ragioni del popolo". Nel 1833 il 'popolo' di S. Andrea conta 157 anime, nel 1847 150. Solo nel 1836 (e non nel 1386, né alla fine del Settecento, come talune fonti asseriscono), a causa delle condizioni fatiscenti della chiesa, si decide, su iniziativa di don Vivoli, di edificare un nuovo edificio sacro a Mantigno, spostandolo di circa 300 braccia (circa 175 metri) dalle vicinanze del torrentello omonimo dove era originariamente. Una casa colonica, ancor oggi presente, porta il nome di “Chiesa Vecchia”. La nuova chiesa è realizzata con conci di pietra che pare siano almeno parzialmente di recupero da precedenti vecchi edifici.

1831 - 1832 (cenni storici carattere generale)

Negli Anni Trenta, al tempo del parroco don Augusto Conti, le manifatture Chini di Borgo San Lorenzo eseguono vari lavori all'interno della chiesa: le otto vetrate (ne sopravvivono tre integre) e il rosone dedicato a Sant’Andrea, le colonne di ceramica invetriata dei tre altari e alcune pitture murali neomedievali nel presbiterio. Una fra queste ultime riporta lo stemma dell’Arcivescovo di Firenze Elia Dalla Costa e la data dell’8 settembre 1932, riferita alla fine dei lavori e alla visita effettuata da quest'ultimo alla chiesa "ammodernata"; il secondo tondo si riferisce al parroco don Conti.

1875 - 1890 (cenni storici carattere generale)

Sul piccolo campanile a fine Ottocento si trovavano due campane. La più grande ha incise le iniziali A. M. e la più piccola l’invocazione “AVE MARIA GRATIA PLENA”. Oggi entrambe sono state traslate nella chiesa di San Giovanni Gualberto a Pontassieve.

1886 - 1898 (cenni storici carattere generale)

Nel 1886 è parroco di S. Andrea don Francesco Cavallari, nel 1898 don Alessandro Bertozzi. Il 'suo 'popolo' è costituito da circa 195 anime.

1970  (cenni storici carattere generale)

Nel 1970 è vicario economo don Paolino Paoli.

1986  (cenni storici carattere generale)

Nel 1986 il territorio parrocchiale di S. Andrea è riunito a quello diS. Stefano a Palazzuolo sul Senio.
Descrizione

La chiesa di S. Andrea si trova a Mantigno, frazione del Comune di Palazzuolo sul Senio. Sorge entro un contesto montano "nella Valle del Senio in Romagna sopra una balza, alla cui base da ponente passa il torrente Ortale" o fosso di Mantigno (Luigi Santoni). Il complesso è costituito dalla chiesa e dai locali posti a tergo, plausibilmente un tempo adibiti a canonica ed oggi concessi in locazione ad uso abitativo. Sul lato sinistro, verso il retro, è la torre campanaria. Tutte le murature in esterno sono in conci d'arenaria lasciati a vista. Presso la via, la facciata è preceduta da un piccolo sagrato lastricato. La facciata è a capanna, la pianta ad aula.
Pianta
La chiesa ha pianta ad aula. Al centro della parete tergale della scarsella la porta dà accesso ai locali di quella che era la canonica. Le dimensioni indicative dell'interno della chiesa sono: lunghezza totale: m 23,70; lunghezza fino all'arco trionfale: m 18,50; larghezza della navata: m 6,40.
Facciata
La facciata è a capanna con la gronda alquanto aggettante, la mostra della finestra circolare è in pietra artificiale, il semplice portale architravato è in arenaria, come il gradino alla sua base; il portone è ligneo con quattro lineari e complessive specchiature nelle due ante.
Campanile
Il campanile è a pianta quadrata, in pietrame a vista, con la cella campanaria, al di sopra di un cornicione in arenaria, a quattro fornici con archi in laterizio e oggi priva di campane; la copertura è a padiglione e tegole cementizie.
Interno
L’interno è a pianta rettangolare, ad aula in lieve ascesa verso il presbiterio, che è rialzato di un gradino e reca al centro l’altar maggiore in arenaria, privo di tabernacolo e con la mensa che poggia su otto colonnini corinzi in ceramica color verde e capitelli dorati delle Manifatture Chini. Alle pareti della scarsella è addossata una panca lignea, al centro della parete tergale la cornice è dipinta, come il frontone triangolare che la sovrasta. Nelle pareti laterali del presbiterio i due tabernacoli (per gli oli santi e per le reliquie dei santi) hanno la mostra in muratura e lo sportello ligneo; sopra ad ambedue sono dipinti i due medaglioni del 1932. I due archi che sormontano il presbiterio sono in muratura tinteggiata in grigio, le crociere recano decorazioni murali neomedievali. Due altari laterali, con gradino e mensa in arenaria su colonnini in maiolica, sono addossati in posizione speculare al centro delle pareti laterali; i dossali, con frontone centinato, spezzato e risaltato e paraste laterali tuscaniche, sono in muratura tinteggiata in grigio. La bussola in controfacciata è lignea, le due acquasantiere, ricavate all’interno della muratura, hanno la mostra in pietra serena. Nei pressi, nella parete destra, è la lapide in marmo che commemora Tonio Cavini, un 'popolano' morto nel 1915 durante la Prima Guerra Mondiale. I rivestimenti interni sono ad intonaco tinteggiato in beige, più scuro nella balza nella parete destra del presbiterio e di colore grigio nel resto della parete medesima. Nel registro inferiore della parete opposta, in corrispondenza della balza, l’intonaco è mancante ed i conci sottostanti sono attualmente a vista. La chiesa prende luce dall’occhio in controfacciata, recante la vetrata dei Chini con "Sant'Andrea", e da otto monofore centinate aperte, quattro per parte, nelle pareti laterali. Tutte le vetrate (ad eccezione della terza nella parete laterale destra) sono policrome; le imbotti delle finestre sono decorate. L'altezza massima della navata è m 9,00, la minima m 8,20.
Elementi decorativi
Altari con elementi in ceramica degli Anni Trenta, pitture murali del 1932.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione dell’aula è in cementine esagonali in bicromia di rosso e nero. La pavimentazione del presbiterio è in cementine di colore rosso.
Coperture
La copertura dell’aula poggia su tre capriate, con orditura primaria e secondaria lignee e scempiato in cotto. La scarsella è coperta da una volta a crociera. Il manto è in tegole cementizie.
Adeguamento liturgico

nessuno
Altare maggiore con mensa in arenaria che poggia su otto colonnini in ceramica di color verde e capitelli dorati; dimensioni indicative cm 67 x 183 x 89 (h). Tabernacolo: l’altare maggiore nel cui gradino era in posizione centrale il tabernacolo, alla stato attuale ne è privo. Nelle pareti laterali del presbiterio i due tabernacoli, per gli oli santi e per le reliquie dei santi, hanno la mostra in muratura e lo sportello ligneo. Due confessionali lignei sono inseriti nelle pareti laterali, in posizione speculare.
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