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Santa Giuliana
Levico Terme
Trento
chiesa
parrocchiale
S. Giuliana
Parrocchia di Santa Giuliana
Pianta; Facciata; Prospetti; Campanile; Struttura; Coperture; Interni; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
presbiterio - intervento strutturale (1968-1971 circa); fonte battesimale - aggiunta arredo (1968 circa)
XV - 1786(preesistenze intorno); 1929 - 1929(costruzione intero bene); 1955/11/13 - 1955/11/13(erezione a parrocchia carattere generale); 1968 - 1968(ristrutturazione interno)
Chiesa di Santa Giuliana
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di Santa Giuliana <Santa Giuliana, Levico Terme>
Altre denominazioni S. GIULIANA vergine e martire
S. Giuliana
Ambito culturale (ruolo)
maestranze trentine (costruzione)
Notizie Storiche

XV - 1786 (preesistenze intorno)

L'antica chiesa di Santa Giuliana in Palude, menzionata nel 1467, si trovava poco più a valle, lungo il corso del Brenta e la strada imperiale. Ritenuta da alcuni la matrice dell'intera pieve, fu poi affidata ad un rettore dipendente da Calceranica, quindi, nel Seicento, ad un eremita; adibita a lazzaretto durante un'epidemia di peste nel 1636, fu abbandonata nel 1640, ristrutturata l'ultima volta nel 1725 per iniziativa del comune di Levico e definitivamente sopressa nel 1786.

1929  (costruzione intero bene)

La nuova chiesa fu eretta nel 1929 e ornata da dipinti murali e graffiti firmati da Luigi Bonazza.

1955/11/13  (erezione a parrocchia carattere generale)

L'erezione a parrocchia indipendente risale al 13 novembre 1955.

1968  (ristrutturazione interno)

Nel 1968 la zona presbiteriale fu modificata per adattarla alle nuove esigenze liturgiche postconciliari.
Descrizione

Un edificio sacro molto antico, detto di Santa Giuliana in Palude, è menzionato dai documenti a partire dal 1467 e si trovava lungo il corso del Brenta e la strada imperiale che percorreva la Valsugana; custodito da un eremita nel Seicento e adibito a lazzaretto durante l'epidemia di peste del 1636, fu abbandonato poco dopo e soppresso definitivamente nel 1786. Più a monte venne edificata nel 1929, orientata verso sud, la nuova chiesa dedicata a Santa Giuliana, che raccoglie i fedeli dell'omonima frazione, una serie di abitazioni distribuite in piccoli gruppi tra Caldonazzo e Barco di Levico. La semplice facciata a capanna con portale e finestre a luce rettangolare è ingentilita da alcuni dipinti e graffiti di Luigi Bonazza, firmati e datati ed è preceduta da un breve atrio coperto dal tetto a due falde emergente e formato dal prolungamento delle fiancate. Altre tre finestre rettangolari si aprono su ciascuno dei due fianchi, caratterizzati anche dall'emergere di corpi rettangolari tra la navata e il presbiterio. L'abside semicircolare comunica con la sacrestia, che chiude l'edificio a sud. L'interno a navata unica è rivestito di perline in legno su tutte le pareti fino a circa 1,80 metri di altezza; un'ampia apertura a luce rettangolare segna il confine tra navata e presbiterio, elevato di un gradino e concluso dal catino absidale, parzialmente schermato da un rivestimento ligneo dal profilo concavo, limite dell'area destinata ai poli liturgici, dietro il quale si apre la porta di collegamento alla sacrestia.
Pianta
Navata a pianta rettangolare con asse maggiore longitudinale e due corpi simmetrici a pianta rettangolare emergenti lungo le fiancate; presbiterio a pianta rettangolare, concluso da abside semicircolare, a cui si appoggia la sacrestia, a pianta rettangolare con asse maggiore trasversale.
Facciata
Facciata a capanna con portale a luce rettangolare sormontato da lunetta ornata da composizione a graffito, tra due finestre rettangolari. Tetto a due falde, emergente a coprire il breve atrio a pianta rettangolare, formato dal prolungamento delle fiancate. Finiture a intonaco tinteggiato.
Prospetti
Fiancate caratterizzate dall'emergere dei piccoli volumi degli ambienti laterali, ciascuna forata da tre finestre rettangolari leggermente strombate, due maggiori nella navata e una minore in corrispondenza del presbiterio; abside semicircolare, in comunicazione con la sacrestia, marcata da zoccolo in porfido, che conclude la struttura. Zoccolo perimetrale a intonaco rustico, finiture a intonaco tinteggiato.
Campanile
Campanile a vela sul colmo degli spioventi, al centro del tetto, con setti murari intonacati e tinteggiati, ampie aperture rettangolari e tettuccio a quattro falde.
Struttura
Strutture portanti verticali: muratura in pietrame e cemento armato. Strutture di orizzontamento: copertura a due spioventi rivestita in legno e sorretta da una capriata centrale sulla navata, volta a botte sul presbiterio; catino absidale.
Coperture
Tetto a due falde sulla navata e sul presbiterio, a più falde sull'abside, sulla sacrestia e sopra gli ambienti laterali; struttura portante in legno e manto di copertura in tegole di cemento, anche sugli spioventi del campaniletto a vela.
Interni
Interno a navata unica, interamente rivestito con perlinatura in legno dolce fino a circa 1,80 metri di altezza e intonacato nella parte superiore delle pareti; un'ampia apertura a luce rettangolare segna il confine tra navata e presbiterio, elevato di un gradino e ampliato da due piccoli ambienti architravati speculari a pianta rettangolare lungo le fiancate. Abside semicircolare parzialmente schermata da un rivestimento ligneo dal profilo concavo, limite dell'area destinata ai poli liturgici, dietro il quale si apre la porta di collegamento alla sacrestia.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimento in lastre rettangolari di marmo grigio, disposte in corsi paralleli e sfalsate.
Elementi decorativi
Dipinti murali e graffiti di Luigi Bonazza sulla facciata e sull'arco santo.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1968-1971 circa)
L'adeguamento liturgico è stato attuato mediante l'accostamento di elementi eterogenei, in parte fissi e in parte provvisori. Al centro del presbiterio storico, sopra un'ampia pedana lignea, si trova l'altare verso il popolo, a tavolo, con base in cemento e piano della mensa in pietra; è ornato sul lato frontale da un bassorilievo figurato in legno, opera di Pompeo Peruzzi del 1971. La custodia eucaristica è incassata nel catino absidale, sulla sinistra, con sportello in metallo stampato. Completano l'adeguamento due arredi lignei: sui gradini di accesso al presbiterio, a destra, si trova l'ambone, con un pannello figurato in metallo sul lato frontale; la sede è ricavata sfruttando come dossale la parte centrale del rivestimento ligneo dal profilo concavo posto dietro l'altare al popolo, al limite della pedana. L'altare storico è stato presumibilmente demolito.
fonte battesimale - aggiunta arredo (1968 circa)
Il fonte battesimale, costituito da una piccola vasca in metallo con coperchio, si trova nel catino absidale, sulla destra.
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