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edilizia di culto
restauro
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Scarperia
Firenze
chiesa
sussidiaria
Madonna dei terremoti
Parrocchia dei Santi Jacopo e Filippo a Scarperia
Pianta; Facciata; Campanile; Interno; Elementi decorativi; Pavimenti e pavimentazioni; Coperture
nessuno
1306 - 1448(origini carattere generale); 1542 - XVI(cenni storici carattere generale); 1613 - XVII(cenni storici altare); 1870 - 1915(cenni storici carattere generale); 1931 - 1939(cenni storici decorazioni interne); 1967 - 1967(vicende conservative intero bene); 1970 - 1979(vicende conservative coperture); 2001 - 2001(vicende conservative coperture); 2008 - 2008(vicende conservative intero bene); 2017 - 2017(vicende conservative altare e dossale)
Chiesa della Madonna dei terremoti
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa della Madonna dei terremoti <Scarperia>
Altre denominazioni Cappella della Madonna dei Terrremoti
Ambito culturale (ruolo)
maestranze toscane (costruzione)
neogotico (esterno - rifacimento)
Notizie Storiche

1306 - 1448 (origini carattere generale)

Nel 1306 i Fiorentini fondano Scarperia, la terra murata lungo la strada per Bologna, dandole il nome di Castel San Barnaba. Qui nel terzo decennio del Trecento nasce la Compagnia della Natività o della Madonna di Piazza, cui fa capo lo 'spedale' "di Sotto" per pellegrini di Santa Maria, posto fuori della porta Fiorentina. Nel 1448 la Compagnia commissiona un tabernacolo con un affresco raffigurante la Madonna in trono con il Bambino (opera di Filippo Lippi, 1406-1469, o del Maestro di Pratovecchio, un artista oggi senza nome, ma probabilmente fiorentino, che operò tra il 1440 ed il 1460, talvolta identificato con Giovanni di Francesco da Rovezzano) nei pressi dell'antico 'spedale' e per questo detta anche Madonna dello Spedale o "Madonna di fuora" (dalla cinta urbana).

1542 - XVI (cenni storici carattere generale)

Una pia tradizione vuole che durante il terremoto del 1542 la Madonna, da allora detta Madonna dei Terremoti, abbia appoggiato sulle ginocchia il Bambino e abbia congiunto le mani per pregare. La favolosa notizia è accennata per la prima volta in un documento conservato all'Archivio di Stato di Firenze e risalente sempre al 1542 (Nota d'un tremoto venuto nel Mugello sotto dì 12 di giugno lo anno 1542). In seguito l'immagine diviene oggetto di venerazione e meta di processioni, così che in quel medesimo secolo viene costruito un oratorio attorno al precedente tabernacolo.

1613 - XVII (cenni storici altare)

Nel 1613, dopo l'altro terremoto del 1611, un atto notarile del notaio Antonio d’Antonio di Giovan Battista Zaffini ufficializza il racconto miracoloso del secolo precedente, poi confermato nel 1633 da un'ulteriore memoria di Francesco d’Alfiere di Zaffino Zaffini, cancelliere della Compagnia della Natività ("mi disse e attestò […] che […] vedde più volte la detta immagine che guardava in viso chi passava, e teneva il bambino in collo [...] e che la mattina avanti giorno de’ tremoti posò miracolosamente il bambino a’ suoi piedi e lo adorò, come si vede che ancora sta. [...] E di più fo fede come mio padre, Antonio di Giov. Batt. Zaffini, più volte mi ha detto che Giov. Batt. suo padre e mio nonno, e replicatemelo detto Antonio mio padre, sicurissimamente, ha dettogli che tutte le cose che di sopra ho scritte, essere verissime, e di più le diceva quando esso mio nonno era giovane"). A quel secolo è ascrivibile il dossale in pietra dell'altare.

1870 - 1915 (cenni storici carattere generale)

Tra la fine del XIX secolo e gli inizi del XX viene ricostruito l'oratorio, esternamente in forme neogotiche.

1931 - 1939 (cenni storici decorazioni interne)

Negli Anni Trenta le pareti interne sono impreziosite con decorazioni murali a tempera di gusto chiniano.

1967  (vicende conservative intero bene)

Nel 1967 l'oratorio viene ritinteggiato.

1970 - 1979 (vicende conservative coperture)

Negli Anni Settanta sono restaurate le coperture.

2001  (vicende conservative coperture)

Nel 2001 sono nuovamente restaurate le coperture.

2008  (vicende conservative intero bene)

Nel 2008 l'oratorio viene ritinteggiato.

2017  (vicende conservative altare e dossale)

Nel 2017 vengono restaurati l'affresco con la Madonna e il dossale in pietra dell'altare.
Descrizione

L'oratorio sorge a Scarperia, nei pressi di quella che era un tempo la Porta Fiorentina, in angolo tra viale Kennedy e via Filippo Lippi. L’edificio attuale è il frutto della ricostruzione neogotica esterna realizzata tra la fine del XIX secolo ed in primi decenni del successivo. I prospetti sono intonacati e tinteggiati in bianco. L’edificio che vi è addossato sul lato sinistro è privato e condivide gli spazi tergali dell’oratorio.
Pianta
La pianta è rettangolare, ad aula, disposta con asse di maggior sviluppo (nordovest-sudest) perpendicolare al viale Kennedy. Sulla destra si ha l'accesso ad piccolo vano adibito a sagrestia. Le dimensioni indicative dell'interno sono: lunghezza totale: m 10,30, larghezza totale: m 4,60.
Facciata
La facciata è a capanna, inquadrata da due contrafforti laterali privi di guglie, intonacata, e prospetta su un modesto sagrato in lastre d'arenaria. Il portale reca lesene laterali, una lunetta polilobata neogotica, sovrastata da una ghimberga e fiancheggiata da due pinnacoli. Al di sopra è un rosone. Il fianco destro è ripartito in due sezioni cuspidate con altrettante finestre a sesto acuto internamente trilobate. Al centro della parete tergale si trova una terza finestra cieca di forma analoga alle altre due laterali.
Campanile
Campanile a vela, realizzato in mattoni a vista, posto sul lato sinistro sul retro dell'oratorio presso l'angolata occidentale; possiede un sistema campanario due campane azionato manualmente mediante funi.
Interno
L'interno è coperto da una volta a botte, con un cornicione che corre all'altezza della sua base d'imposta e con due lunette in corrispondenza delle altrettante finestre lungo la parete destra; le pareti dell'aula presentano rivestimenti ad intonaco tinteggiati in bianco, a coprire i motivi decorativi sottostanti che localmente ancora si scorgono. Nella parete di fondo s'innalza la mostra dell'altare in arenaria, qualificato da semicolonne composite poggianti su plinti con stemmi familiari e sorreggenti la trabeazione ed un frontone centinato spezzato a foggia di valve di conchiglia con al centro l'emblema bernardiniano; all'interno è l'affresco con la Madonna con il Bambino. La mensa poggia su due tozzi balaustri e reca al centro una croce greca di ascendenza 'templare'. In controfacciata si trova una bussola lignea. La chiesa prende luce da due monofore tricuspidate poste lungo la parete laterale destra. L'altezza massima è m 5,70, la minima m 4,00.
Elementi decorativi
Affresco.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione è in cementine quadrate di colore bianco e grigio disposte in diagonale e provenienti dalla pieve di Santa Maria a Fagna.
Coperture
Volta a botte sovrastata da un tetto con manto in coppi e tegole piane.
Adeguamento liturgico

nessuno
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