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Isera
Trento
chiesa
parrocchiale
S. Vincenzo
Parrocchia di San Vincenzo
Preesistenze; Pianta; Facciata; Prospetti; Campanile; Struttura; Coperture; Interni; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
presbiterio - aggiunta arredo (1970 circa)
I - IX(preesistenze intorno); XII - XII(costruzione intero bene); XIII - XIII(costruzione campanile); 1309 - 1309(menzione carattere generale); 1579 - 1581(erezione a curazia carattere generale); 1601 - 1605(elevazione campanile); 1619 - 1620(lavori intero bene); 1651/12/17 - 1651/12/17(ordine di ricostruzione intero bene); 1655 - 1683/06/05(ricostruzione intero bene); 1746 - 1759(lavori intero bene); 1767 - 1767(realizzazione apparato decorativo presbiterio); 1787 - 1787(realizzazione apparato decorativo interno); 1792 - 1792(erezione a parrocchia carattere generale); 1802 - 1802(edificazione cantoria); 1888 - 1888(restauro campanile); 1896 - 1896(restauro interno); 1909 - 1909(lavori presbiterio); 1982 - 1982(restauro copertura); 2003 - 2011(restauro intero bene)
Chiesa di San Vincenzo
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Vincenzo <Isera>
Altre denominazioni S. VINCENZO martire
S. Vincenzo
Autore (ruolo)
Visetti, Gian Domenico (progetto ricostruzione)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze trentine (costruzione)
architettura barocca (costruzione)
Notizie Storiche

I - IX (preesistenze intorno)

Numerosi rinvenimenti archeologici hanno rivelato che nell'area in cui sorse la chiesa era precedentemente ubicata una villa rustica di età augustea, circondata da un abitato di epoca romana; la villa venne abbandonata presumibilmente nella seconda metà del I secolo, rioccupata tra IV e VII secolo e affiancata da una necropoli tra il VII ed il IX secolo.

XII  (costruzione intero bene)

Sulla scorta di recenti contributi scientifici si ipotizza che l'edificio di culto primitivo, probabilmente una cappella fornita di campanile a vela, sia stata eretta nelle forme originarie nel corso XII secolo; la bibliografia colloca tradizionalmente al 1183 la prima attestazione documentaria dell'esistenza dell'edificio, ma il dato è frutto di una serie di equivoci, come dimostrato da Postinger (di prossima pubblicazione). Lo studioso, sulla base dell'attestata importanza del borgo di Isera già nel XII secolo, ipotizza che un edificio di culto dedicato a San Vincenzo, identificato nella prima fabbrica dell'attuale chiesa parrocchiale, sia stato costruito in questo periodo.

XIII  (costruzione campanile)

Alcuni studiosi hanno interpretato la torre campanaria come sviluppo di una struttura difensiva di epoca romana, identificandola con una certa "torre di San Vincenzo", definizione frutto dell'interpretazione errata di alcuni documenti del XIII secolo; grazie all'apporto di Postinger (di prossima pubblicazione) è stata identificata l'area a cui si riferivano i documenti, le "tezze di San Vincenzo", terreni prativi ubicati presso Castel Corno. La struttura originaria del campanile sarebbe comunque presumibilmente coeva ai documenti citati, risalenti al XIII secolo.

1309  (menzione carattere generale)

Ad un documento stilato in questo anno relativo alle contribuzioni che le chiese della diocesi tridentina dovevano versare all'episcopio risale la più antica menzione attestante l'esistenza del luogo di culto.

1579 - 1581 (erezione a curazia carattere generale)

In concomitanza con la visita pastorale svoltasi in questo periodo (anche se la delegazione vescovile non visitò il tempio), la chiesa viene elevata alla dignità di curazia; l'evento rappresenta il primo conseguimento di una parziale autonomia amministrativa dalla pieve di Villa Lagarina.

1601 - 1605 (elevazione campanile)

In questo periodo sono testimoniati interventi di elevazione presso la torre campanaria, al termine dei quali assume l'aspetto odierno; durante i lavori, grazie all'offerta di un pezzo di artiglieria da parte di Costantino Lichtenstein, si provvede a fondere una campana per il nuovo castello campanario.

1619 - 1620 (lavori intero bene)

Al 1619 risalgono una serie di direttive imposte dal vescovo suffraganeo di Trento Pietro Belli in occasione di una visita pastorale; solo alcune delle misure, tra le quali la tinteggiatura interna ed esterna delle pareti, vengono eseguite; a questa occasione risale la menzione di alcuni dipinti murali di autore e soggetto ignoti.

1651/12/17  (ordine di ricostruzione intero bene)

In questa data i due funzionari vescovili Gerolamo Balduini ed Andrea Malfatti, inviati ad Isera per verificare le condizioni della chiesa in seguito al lamentato stato di degrado del tempio al quale si doveva porre rimedio già dal primo quarto del XVII secolo, intimarono ai parrocchiani di ricostruire la chiesa pena la sospensione dal culto della stessa, date le effettive condizioni di degrado in cui versava.

1655 - 1683/06/05 (ricostruzione intero bene)

La chiesa viene completamente ricostruita, ad eccezione del campanile, sul sito della fabbrica medievale a partire dal 1655 sotto la direzione dell'architetto lombardo Gian Domenico Visetti, incaricato di provvedere anche alla realizzazione della decorazione plastica in stucco, della quale coordina i lavori il fratello Rinaldo, mentre gli apparati lapidei vengono affidati alla figura di Domenico Sartori senior. La promozione degli interventi, che si protraggono sino alla realizzazione della pavimentazione a cura di Carlo Visetti, fratello del progettista della nuova fabbrica, si deve all'allora curato di Isera don Ludovico Frisinghelli. La consacrazione della chiesa risale alla visita pastorale effettuata dal vescovo suffraganeo di Bressanone Guglielmo Vintler.

1746 - 1759 (lavori intero bene)

Nel 1746 fu investito della rettoria d'Isera il sacerdote Gian Pietro Muratori, il quale nello stesso anno riportò in una nota manoscritta nel quaderno delle entrate e delle uscite dell'altare di Santa Barbara le condizioni poco decorose in cui versava l'edificio, mancante di coppi presso la copertura e le cui vetrate erano danneggiate, lamentando inoltre la presenza di numerosi debiti insoluti. Dal 1749 al 1759 vengono promossi da Gian Pietro Muratori i lavori di restauro atti a riparare le condizioni di degrado lamentate. Al 1749 risalgono gli interventi di restauro della copertura e la tinteggiatura delle pareti; tra il 1755 e l'anno successivo si provvede alla realizzazione e alla posa della nuova pavimentazione presbiteriale e delle balaustre ad opera del lapicida Domenico Sartori. All'anno 1759 risale la realizzazione del monumentale pulpito marmoreo attribuito alla bottega di Teodoro Benedetti.

1767  (realizzazione apparato decorativo presbiterio)

Successivamente ad una serie di interventi che avevano comportato la sostituzione della pavimentazione e la posa delle balaustre, su promozione del rettore Gian Pietro Muratori si procede alla realizzazione di un apparato stucchivo presso le pareti del presbiterio, attribuito allo stuccatore luganese Giuseppe Canonica. La data di realizzazione dell'impianto è data da un'iscrizione entro una cartella presso la parete settentrionale del presbiterio.

1787  (realizzazione apparato decorativo interno)

Un'iscrizione situata nella cartella posta alla sommità dell'arco santo riporta il millesimo 1787, riferito all'anno di completamento dell'apparato stucchivo, esteso alla volta del presbiterio e al cornicione della navata.

1792  (erezione a parrocchia carattere generale)

Una secolare disputa tra la curazia di Isera e la pieve di Villa Lagarina in merito alla pretesa autonomia della chiesa figliale si risolve in questo anno con il riconoscimento alla prima del titolo di parrocchiale.

1802  (edificazione cantoria)

In occasione dell'acquisto dell'organo viene realizzata la cantoria in controfacciata ed il relativo accesso mediante scalinata ricavata da una precedente nicchia ospitante una scultura.

1888  (restauro campanile)

La torre campanaria è oggetto in questo anno di alcuni interventi conservativi.

1896  (restauro interno)

Grazie a offerte generose, in particolare da parte di Albino Ravagni, viene realizzato un imponente intervento di ornamentazione pittorica della navata della chiesa e della volta della sacrestia ad opera dell'artista Ulisse Billi, al quale si affianca un restauro conservativo della struttura.

1909  (lavori presbiterio)

Su ordine del parroco Benedetto Furlani si procede in questo anno al rifacimento della pavimentazione presbiteriale ad opera del tagliapietre Giuseppe Zilio, ricalcando il modello della pavimentazione settecentesca messa in posa da Domenico Sartori.

1982  (restauro copertura)

Ad opera della ditta Gianni Cont di Rovereto si procede ad un restauro della copertura.

2003 - 2011 (restauro intero bene)

A partire da questo anno vengono avviati corposi interventi di restauro coordinati dall'architetto Remo Trinco. In una prima fase si procede alla realizzazione di un drenaggio perimetrale esterno e alla rimozione degli strati inferiori degli intonaci, sostituiti con intonaco deumidificante sia all'esterno che all'interno; si assiste al ripristino del manto di copertura, alla sostituzione della lattoneria, dell'impianto elettrico e al restauro della scalinata lapidea di entrambi gli accessi. Conclusi questi interventi, nel 2005 viene effettuato un restauro completo del campanile, le cui strutture vengono consolidate e gli intonaci ripristinati, così come i solai, la copertura e i merli; contestualmente vengono risanati alcuni travi della copertura della chiesa e la pavimentazione. L'ultima fase dei restauri, cominciata nel 2008, interessa il recupero degli apparati decorativi a stucco, delle pitture murali e degli apparati lapidei e lignei, ad opera della restauratrice Lilia Gianotti.
Descrizione

La chiesa parrocchiale di Isera, l'unica della diocesi tridentina a essere intitolata a San Vincenzo, sorge presumibilmente nel corso nel XII secolo sul sito di una preesistente villa rustica romana. La caratteristica torre campanaria sarebbe invece da riferire al secolo successivo, grazie ai recenti contributi che hanno smentito una serie di equivoci che viziavano la lettura storica del monumento. Eretta a curazia verso la fine del XVI secolo, la chiesa viene completamente ricostruita nelle forme attuali su disegno di Gian Domenico Visetti nella seconda metà del XVII secolo e interamente restaurata sotto l'impulso del noto sacerdote e letterato Gian Pietro Muratori nel secolo successivo. Al 1792 risale l'erezione della chiesa a parrocchia, fatto che risolve una disputa secolare con la pieve di Villa Lagarina. La facciata, timpanata, presenta due ordini di paraste che tripartiscono il prospetto in tre settori verticali, quelli laterali desinenti in volute nell'ordine superiore. Il settore centrale inferiore è caratterizzato dalla presenza del portale lapideo d'ingresso caratterizzato da piedritti modanati e architrave sormontato da un frontone spezzato. L'ordine superiore ospita una nicchia rettangolare cieca. La trabeazione è ornata da un fregio ornamentale, il timpano ospita un oculo ellittico. Le fiancate sono caratterizzate da una fascia inferiore, dove sono situati i portali lapidei e architravati degli ingressi laterali, aggettante rispetto allo sviluppo superiore dell'alzato, dove su entrambi i lati si aprono due finestre lunettate sulla navata. Il presbiterio è parzialmente occultato dal volume del campanile sul fianco sinistro, a cui aderisce il corpo della sacrestia. Il prospetto posteriore rivela la presenza di una finestra a tutto sesto aperta sull'abside. La torre campanaria presenta un fusto a base quadrangolare caratterizzato dalla presenza del quadrante dell'orologio presso il prospetto occidentale. La cella campanaria, marcata da una cornice, è aperta sui quattro lati da bifore lapidee a tutto sesto. I prospetti sono coronati da un ordine di merli guelfi; la bassa cuspide piramidale è coperta da coppi e cimata da una croce apicale metallica. L'interno presenta un'unica navata scandita in cinque campate da paraste giganti di ordine tuscanico reggenti una trabeazione con fregio che si snoda lungo le pareti della chiesa e su cui impostano le volte a botte a tutto sesto che coprono gli ambienti della navata e del presbiterio. In controfacciata si impone il volume della cantoria, sorretta da semipilastri e da colonne a fusto liscio. Nella seconda e nella quarta campata della navata si aprono arcate a tutto sesto in cui sono alloggiati gli altari laterali, al di sopra delle quali insistono le lunette che originano le unghie della volta. La terza campata ospita gli ingressi laterali, sovrastati da nicchie centinate. L'arco santo a tutto sesto, sostenuto da pilastri addossati alle pareti, introduce all'ambiente elevato da tre gradini del presbiterio, caratterizzato da lesene angolari e da una finestra a tutto sesto aperta sulla parete di fondo. La facciata presenta una decorazione in stucco; l'interno è caratterizzato da un ricco impianto decorativo a stucchi dorati e dipinti presso le pareti laterali e le volte della navata e del presbiterio.
Preesistenze
La torre campanaria è la sola porzione della chiesa non interessata dalla ricostruzione operata nel XVII secolo.
Pianta
Navata a piata rettangolare ad asse maggiore longitudinale, presbiterio a pianta rettangolare.
Facciata
La facciata, timpanata, presenta due ordini di paraste lisce ribattute, le inferiori dotate di basamento, che tripartiscono il prospetto in tre settori verticali, quelli laterali rinserrati lateralmente da volute salienti. Il settore centrale inferiore è caratterizzato dalla presenza del portale lapideo d'ingresso, elevato da cinque gradini e caratterizzato da piedritti modanati e architrave con fregio ornato sormontato da un frontone spezzato ospitante un busto lapideo. L'ordine superiore presenta tre specchiature a profilo mistilineo, la centrale ospitante una finestra rettangolare cieca introdotta da un davanzale poggiante su mensole e ornata da un fastigio in stucco. La trabeazione è ornata da un fregio ornamentale, il timpano ospita un oculo ellittico. Il prospetto è percorso da uno zoccolo; le finiture sono ad intonaco tinteggiato ed elementi in stucco.
Prospetti
Le fiancate sono caratterizzate da una fascia inferiore, dove sono situati i portali lapidei e architravati degli ingressi laterali, aggettante rispetto allo sviluppo superiore dell'alzato; su entrambi i lati si aprono due finestre lunettate sulla navata. Il presbiterio è parzialmente occultato dal volume del campanile sul fianco sinistro, a cui aderisce il corpo della sacrestia, che segue il profilo del presbiterio anche sul lato orientale. Il prospetto posteriore rivela la presenza di una finestra a tutto sesto aperta sull'abside. Le finiture sono ad intonaco tinteggiato.
Campanile
La torre campanaria, aderente al prospetto esterno occidentale della navata e a quello meridionale del presbiterio, presenta un fusto a base quadrangolare caratterizzato dalla presenza di chiavi metalliche di contenimento e dal quadrante dell'orologio presso il prospetto occidentale. La cella campanaria, marcata da una cornice, è aperta sui quattro lati da bifore lapidee a tutto sesto. I prospetti sono coronati da un ordine di merli guelfi; la bassa cuspide piramidale è coperta da coppi e cimata da una croce apicale metallica. Le finiture sono ad intonaco rustico, in alcuni tratti a raso sasso.
Struttura
Strutture portanti verticali: muratura in pietrame intonacata; strutture di orizzontamento: volte a botte unghiata in muratura in tufo intonacata sopra la navata ed il presbiterio.
Coperture
Copertura a due falde sopra la navata, a due spioventi sopra il presbiterio. Struttura portante lignea, manto di copertura in coppi.
Interni
L'interno presenta un'unica navata scandita in cinque campate da un sistema di paraste giganti addossate, di ordine tuscanico, poggianti su alti zoccoli e reggenti una trabeazione con fregio marcato da triglifi che si snoda lungo le pareti della chiesa, su cui impostano le volte a botte a tutto sesto che coprono gli ambienti della navata e del presbiterio. In controfacciata si impone il volume della cantoria, sorretta da semipilastri laterali e da colonne a fusto liscio e alto piedistallo. Nella seconda e nella quarta campata della navata si aprono arcate a tutto sesto in cui sono alloggiati gli altari laterali, al di sopra delle quali insistono sulla trabeazione le lunette che originano le unghie della volta, ospitanti finestre che ne seguono il profilo. La terza campata ospita gli ingressi laterali, sovrastati da nicchie centinate ospitanti sculture; sul lato sinistro, segue il pulpito marmoreo. L'arco santo a tutto sesto, sostenuto da pilastri addossati alle pareti, introduce all'ambiente elevato da tre gradini del presbiterio, caratterizzato da lesene angolari e da una finestra a tutto sesto aperta sulla parete di fondo; a destra e a sinistra, accessi dotati di portali lapidei architravati ai locali di servizio e alla sacrestia. Le finiture sono ad intonaco tinteggiato e stucchi.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione della navata consiste in quadrotte in pietra calcarea bianche e rosse alternate disposte a corsi orizzontali; il presbiterio presenta una pavimentazione lapidea in opus sectile.
Elementi decorativi
La facciata presenta una decorazione in stucco; l'interno è caratterizzato da un ricco impianto decorativo a stucchi dorati e dipinti presso le pareti laterali e le volte della navata e del presbiterio.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1970 circa)
L'adeguamento liturgico è stato attuato mediante l'aggiunta di arredi lignei non aventi carattere di stabilità. Al centro del presbiterio è situato l'altare verso il popolo, caratterizzato da una mensa rettangolare a lati convessi sostenuta da una supporto a base quadrangolare; presso la balaustra sinistra, entro il presbiterio, è presente un leggio ligneo impiegato come ambone. Una sedia addossata all'altare maggiore storico funge da sede del celebrante. Il presbiterio preserva le balaustre e l'altare maggiore storico, il cui tabernacolo viene impiegato come custodia eucaristica.
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