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Firenze
Firenze
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parrocchiale
S. Maria a Coverciano
Parrocchia di Santa Maria a Coverciano
Pianta; Facciata; Campanile; Interno; Elementi decorativi; Pavimenti e pavimentazioni; Coperture
presbiterio - intervento strutturale (1969)
X - XIII(origini carattere generale); 1551 - 1833(origini carattere generale); 1847 - XIX(cenni storici carattere generale); 1926 - 1928(cenni storici carattere generale); 1928 - 1929(cenni storici carattere generale); 1929 - 1929(cenni storici carattere generale); 1930 - 1931(cenni storici carattere generale); 1931 - 1933(cenni storici carattere generale); 1932 - 1932(cenni storici carattere generale); 1934 - 1934(cenni storici carattere generale); 1935 - 1968(cenni storici carattere generale); 1960 - 1968(cenni storici carattere generale); 1968 - 1985(cenni storici carattere generale); 1995 - 2000(cenni storici carattere generale); 2000 - 2009(cenni storici carattere generale)
Chiesa di Santa Maria a Coverciano
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di Santa Maria a Coverciano <Firenze>
Altre denominazioni Chiesa di Santa Maria Assunta
S. Maria a Coverciano
Ambito culturale (ruolo)
maestranze toscane (costruzione)
Notizie Storiche

X - XIII (origini carattere generale)

Dell'originaria chiesa di Santa Maria a Coverciano (Sanctae Mariae de Coverciano) si hanno menzioni in documenti di poco posteriori all’anno Mille e figura dal 1260 tra quelle che costituivano il plebato di San Giovanni di Firenze. Ai piedi della collina di Poggio Gherardo, lungo l’antica via Settignanese (oggi via D’Annunzio), la chiesa venne dedicata a Maria poiché in origine i fedeli erano soliti radunarsi in un edificio sacro dedicato a Santa Maria Assunta. La chiesa che aveva il titolo di Prioria, e probabilmente godeva del privilegio del Fonte Battesimale, aveva caratteristiche rurali ed era costruita in filaretto romanico con navata unica culminante in abside semicircolare.

1551 - 1833 (origini carattere generale)

Dal censimento ordinato dal duca Cosimo de’ Medici nell’anno 1551 risulta che la parrocchia di Santa Maria a Coverciano contasse 201 persone raggruppate in 37 nuclei familiari. Nel corso del XVII secolo, e nuovamente nei due secoli successivi, l'antica chiesa subì numerosi interventi di trasformazione. Nel 1833 la parrocchia aveva circa 299 abitanti.

1847 - XIX (cenni storici carattere generale)

Al 1847 la parrocchia contava 337 abitanti e confinava con le parrocchie di San Gervasio, San Pietro a Varlungo, San Salvi e con altre chiese appartenenti alla Diocesi di Fiesole. Nel territorio erano gli Oratori di San Carlo, di San Filippo Neri e San Zanobi, della Santissima Annunziata, della Santissima Concezione, del Santissimo Rosario, di San Bartolommeo, di San Filippo Neri, di San Baldassarre e due oratori dedicati a Sant’Antonio.

1926 - 1928 (cenni storici carattere generale)

Nel 1926 fu nominato parroco Don Tito Mancini, la parrocchia contava allora 900 abitanti che in breve aumentarono fino a 2.100. La chiesa originaria era ormai divenuta troppo piccola per accogliere il crescente numero di fedeli ed in seguito allo sviluppo urbano si trovava ormai ai margini del territorio parrocchiale. Il sacerdote propose così di costruire una chiesa nuova e più ampia.

1928 - 1929 (cenni storici carattere generale)

Su indicazione della Curia fiorentina Don Manicini incaricò l’architetto Ezio Cerpi di elaborare il progetto per la nuova chiesa da costruire in un terreno agricolo adiacente al vecchio oratorio di proprietà della parrocchia. Un primo Comitato Parrocchiale fu istituito per supportare il parroco. Nel 1929 il progetto venne presentato ed approvato dalla Commissione d’Arte Sacra della Diocesi, seppur con piccole modifiche. Sciolto il Primo Comitato, se ne formò un secondo “pro erigenda chiesa” presieduto dall’Arcivescovo Cardinale A. M. Mistrangelo, forte sostenitore dell’impresa, che pubblicò una circolare per la raccolta fondi. Quando il progetto venne presentato all’Ufficio Tecnico del Comune si scoprì che l’edificazione su quel terreno della parrocchia non era realizzabile, in quanto già destinato dal piano regolatore ad altre opere

1929  (cenni storici carattere generale)

Il progetto per la costruzione della nuova chiesa subì così una battuta d’arresto finché nel dicembre una nobildonna inglese, Florence Morgan Giannuzzi – Savelli, donò un terreno di circa 1.300 mq situato lungo via Manni, nel centro della zona più popolosa della parrocchia. Una lapide affissa sopra la porta laterale destra della chiea ricorda questo evento: “UT HUIUS COVERCIANENSIS PAROECIAE POPULUS NOVAM SUAM ECCLESIAM AEDIFICANDAM CURARET ND. FLORENCE GIANNUZZI SAVELLI MORGEN ANNO MDCCCCXXIX DECEMBRI MENSE FLORENTINAE CURIAE ARCHIEPISCOPALI AERAM LIBERALITER LARGITA EST. TANTAE MUNIFICENTIAE PERPETUO MEMORES PAROECIANI P P ANNO MDCCCCXXXVI APRILI MENSE”.

1930 - 1931 (cenni storici carattere generale)

Nel 1930 la popolazione della parrocchia contava 3.300 fedeli. In quell’anno Don Mancini benedisse il terreno donato e pose la prima pietra. In un primo momento i lavori furono eseguiti dai membri del Comitato a cui subentrò l’Impresa edile di Ugo Gori, fratello di un Monsignore della Diocesi Fiesolana, che portò a termine la costruzione in cambio di pagamenti dilazionati. L’opera era finanziata nella maggior parte dalla raccolta fondi. L’architetto Cerpi, trovatosi in disaccordo con il parroco, trascurò il cantiere e nel 1931 venne sollevato dall’incarico e sostituito dall’architetto padre Raffaello Franci.

1931 - 1933 (cenni storici carattere generale)

La nuova chiesa fu aperta al culto il 29 novembre 1931 con una cerimonia presenziata dal vescovo Monsignor Giovacchino Bonardi, dal Viceprefetto ed altre Autorità; due anni più tardi ebbe luogo l’inaugurazione anche se non tutte le opere erano ancora ultimate. La nuova chiesa con impianto a tre navate culminante in abside semicircolare era stata realizzata con caratteri ispirati al romanico toscano. L’intonaco a calce dai toni chiari scandito da archi, pilastri e nervature in pietra è rischiarato dalle dieci monofore sulla navata centrale, da quella in facciata e dalle cinque che si aprono nell’abside. Il progetto in origine prevedeva altre cinque monofore su ciascuna navata laterale; vennero aperte solo quelle sul lato est, successivamente richiuse.

1932  (cenni storici carattere generale)

Dal 1932 l’impresa edile avviò la costruzione della sagrestia e della casa canonica. Il campanile a torre eretto sul lato destro tra chiesa e canonica venne concluso con copertura a quattro falde inclinate che sostituì quella cuspidata prevista da progetto. Era coronato da un fregio in maiolica con oro ceramico realizzato dalle Manifatture Fornaci di Borgo San Lorenzo e sui lati erano i tradizionali detti latini: FIDELES VOCO -IGNEM ESTINGUO – GAUDENTIBUS GAUDEO – MORTUOS PLANGO. Le quattro campane furono fuse dall’antica fonderia dell’Ingegnere Francesco Di Poli di Vittorio Veneto ed erano pronte ad ottobre. Vennero dedicate a “Santa Maria Assunta” “San Giuseppe” “San Giovanni” “San Tito”.

1934  (cenni storici carattere generale)

Con la realizzazione della nuova chiesa parrocchiale, l’antico edificio venne restaurato e concesso alle Suore Ancelle di Maria che lo utilizzano come Cappella. Le Suore, insediatesi nella casa canonica nel 1934, chiusero le due cappelle laterali e riportarono l’edificio ad un’unica navata.

1935 - 1968 (cenni storici carattere generale)

Nel 1935 divenne parroco Don Carlo Viganò che amministrò la parrocchia fino al 1968. Al suo arrivo scrisse una lettera per tutte le famiglie. Era scritto: “… Ora però lo slancio è raffreddato ed, a poco a poco, si è abbandonata l’impresa incominciata lasciandola incompleta… i lavori non sono ultimati: gli altari, con la pavimentazione dei rispettivi presbiteri, i gradini all’entrata della chiesa, le porte, i confessionali, la sistemazione definitiva della cantoria, l’imbiancatura… sono lavori che ancora si devono fare. È necessario riprendere i lavori ed ultimarli al più presto. I disegni degli altari sono già pronti… Io mi rivolgo al popolo per chiedere aiuto.” Grazie al contributo del popolo, la chiesa venne completata e il complesso della canonica ristrutturato e ampliato.

1960 - 1968 (cenni storici carattere generale)

Con la notevole crescita del numero di fedeli che afferivano alla sola parrocchia di Santa Maria si rese necessario suddividere il suo territorio e assegnarlo in parte a nuove parrocchie. L’area ad occidente, verso l’Africo, fu assegnata alla parrocchia di San Zanobi e dei Santi Fiorentini istituita nel 1960; la parte a mezzogiorno e a oriente fu assegnata alla parrocchia di Santa Caterina da Siena istituita nel 1969. La parrocchia di Santa Maria contava ancora circa 12.000 abitanti.

1968 - 1985 (cenni storici carattere generale)

Dal 1° novembre 1968 prese servizio Don Mario Pesci che modificò il presbiterio e l’altare maggiore in base alle esigenze liturgiche della riforma conciliare. Le colonnine della balaustra furono rimosse e fu spostato il fonte battesimale che era in fondo alla navata sinistra con la statua di San Giovanni. Il pittore Alfredo Cifariello realizzò per la chiesa un disegno a seppia raffigurante “l’Ultima Cena”, le stazioni della “Via Crucis” e due dipinti ad olio su tela con scene della “Natività” e della “Crocifissione”. Le acquasantiere erano piccole ed incassate nel muro, ne rimane solo una nell’entrata della navata sinistra. I confessionali incassati in tre nicchie sul muro delle navate minori, uno a destra e due a sinistra, furono sostituiti con altrettanti di maggiori dimensioni. Quello di destra venne poi donato ad una chiesa dell’Irpinia e nella nicchia, rimasta vuota, fu collocato l’altare dedicato a Santa Rita. Alla metà degli anni ’80 la sagrestia fu collocata in vano.

1995 - 2000 (cenni storici carattere generale)

Nel 1995 e per i cinque anni successivi la chiesa fu affidata a Don Giovanni Paccosi. Due anni più tardi fu realizzata sul lato destro della controfacciata la Cappella del Commiato, già progettata da Don Pesci, e posta in opera la bussola in vetro in corrispondenza dell’ingresso principale. In esterno fu inserita la rampa di raccordo con il sagrato e la croce che sostituì il colonnino con sfera e croce. Inoltre, furono rifatte le tinteggiature interne e realizzate le panche in legno poste nell’abside.

2000 - 2009 (cenni storici carattere generale)

Nel 2009 sono stati inaugurati i nuovi locali parrocchiali, costruiti in adiacenza sinistra della chiesa.
Descrizione

La chiesa parrocchiale di Santa Maria a Coverciano, nel comune di Firenze, sorge in contesto urbano nell’isolato posto tra via D’Annunzio e via Manni. Dalla pubblica via, un piccolo sagrato conduce alla chiesa che si sviluppa in senso traversale con orientamento a sud ovest. La canonica, con pianta ad “L”, è addossata alla destra chiesa ed arretrata rispetto alla facciata. Il campanile è in angolo, parzialmente addossato ad entrambi gli edifici. Sul lato sinistro un muro di recinzione cela i nuovi locali parrocchiali che si affacciano su un piazzale rialzato. A tergo è un’area verde. La facciata a salienti con portico a tre fornici presenta rivestimento ad intonaco tinteggiato in bianco, così come i restanti fronti. L’edificio ha pianta rettangolare con impianto a tre navate culmina nell’abside con catino semisferico.
Pianta
Lungo la pubblica via si affaccia il sagrato conduce alla chiesa preceduta da un portico. Il portico ha pianta rettangolare con tre arcate ed è rialzato, una rampa sull’arco centrale e due gradini su quelli laterali consentono il raccordo tra i dislivelli. L’accesso alla chiesa avviene da tre portoni, uno in posizione centrale e due secondari sono sui setti laterali del portico. La chiesa ha pianta rettangolare ed è articolata in tre navate scandite da cinque arcate con pilastri in arenaria a pianta quadrata. Una gradinata si imposta nell’ultima campata, i primi due gradini sono larghi quanto tutta la chiesa (13.20 m) e conducono ai due altari laterali. Nella navata centrale è un terzo gradino. Il presbiterio sopraelevato e a pianta rettangolare è individuato da un arco trionfale e reca al centro l’altare maggiore. Più oltre un secondo arco introduce l’abside con calotta semisferica. Due passaggi speculari si aprono nelle pareti laterali del presbiterio conducono alla sacrestia dal lato destro e alla vecchia sagrestia da quello sinistro. Un accesso alla canonica è nella quinta campata della navata laterale destra. La navata centrale fino all’arco trionfale ha lunghezza di 24.00 m, totale di 30.80 m e larghezza di 6.90 m, le navate laterali sono lunghe 26.70 m.
Facciata
La facciata della chiesa a salienti è rivolta a nord est ed è rivestita in intonaco tinteggiato color bianco. Tre snelle monofore centinate con vetrata piombata e cornice si aprono in corrispondenza delle navate presenti in interno e ne manifestano la gerarchia. Le due laterali, più piccole, sono impostate ad una quota inferiore rispetto alla maggiore, in posizione centrale e con vetrata istoriata policroma. Un occhio con vetrata policroma e cornice è allineato sopra la monofora centrale. Nella porzione sommitale del setto centrale emergono ai lati i profili delle gronde di copertura, oltre è il cornicione modanato e sul colmo una croce. Nel registro inferiore tre archi a tutto sesto su pilastri in arenaria conducono al portico rialzato e occluso sui lati. Una rampa sull’arco centrale e due gradini su quelli laterali consentono il superamento del dislivello con il sagrato esterno. L’ingresso principale alla chiesa costituito da un ampio portale in pietra con il portone ligneo a doppia anta è in posizione centrale, ai lati sono due nicchie centinate. Due accessi secondari sono sulle pareti laterali, uno per parte, hanno portale in pietra e doppia porta, la prima in vetro, la seconda in legno. Sopra quello destro è affissa una lapide. Nel sagrato, in posizione decentrata verso sinistra è esposta una croce metallica su basamento. I restanti fronti della chiesa presentano il medesimo trattamento della facciata, la struttura muraria è intonacata e tinteggiata in bianco, così come il corpo della canonica. I prospetti laterali sono ciechi lungo le navate minori, sulla centrale si aprono cinque monofore con cornice, altrettante sono nell’abside.
Campanile
Il campanile si erge parzialmente inglobato tra il fianco destro della chiesa e la canonica. La struttura è a torre con pianta quadrata e rivestimento ad intonaco tinteggiato in bianco. Tre piccole monofore con cornice si aprono in asse sui due fronti esposti a nord, in livelli differenti. Oltre, una fascia marcapiano in arenaria qualifica l’imposta della cella campanaria con quattro fornici e quattro campane, una per lato. Le ampie monofore hanno cornice in pietra e parapetto in ferro che raffigura una croce stilizzata. La copertura a quattro falde inclinate è qualificata da un cornicione con modanature in pietra, la prima presenta motivi a beccatelli.
Interno
L’interno è articolato in tre navate e culmina in presbiterio ed abside rialzati. Le pareti sono rivestite in intonaco tinteggiato in bianco, alcuni elementi architettonici come i pilastri, gli archi e i portali sono in arenaria. La navata centrale con copertura a capanna su capriate si apre sulle laterali attraverso cinque arcate a tutto sesto su pilastri a pianta quadrata. Sopra le arcate cinque snelle monofore centinate con vetrate policrome piombate illuminano la chiesa. Le navate laterali sono coperte da una falda inclinata su quattro mezze capriate e lungo le pareti sono esposte le stazioni della Via Crucis realizzate a sanguigna. La cappella mortuaria con ingresso indipendente è stata ricavata nella prima porzione della navata destra ed è separata da questa da un setto ligneo. Proseguendo sullo stesso lato, entro una nicchia con mostra in muratura è la tela raffigurante Santa Rita su una mensola in arenaria. Più oltre, superata una piccola nicchia centinata con base lapidea, è un portale architravato con lunetta centinata e portone ligneo dal quale si accede alla canonica. Nella navata sinistra i due confessionali lignei sono inseriti nella parete laterale, tra loro una nicchia centinata è uguale alla speculare. Le navate laterali culminano in testata con un altare in arenaria con mensa su due colonnini. Il tabernacolo in lapideo con sportello in metallo è nell’altare sinistro, in quello destro è l’immagine della Madonna del Buon Consiglio. Le tele di A. Cifariello con le scene della “Natività” e della “Crocifissione” sono esposte nelle pareti laterali in prossimità dei due altari. A ridosso del presbiterio, per tutta la larghezza della chiesa vi sono due gradini, un terzo è solo nella porzione centrale e reca a destra il fonte battesimale in arenaria su piedistallo e a sinistra l’ambone su basamento. Il presbiterio definito da un arco trionfale in blocchi di arenaria è sopraelevato e voltato a botte. Reca al centro l’altare maggiore in arenaria con mensa poggiante su otto colonnini e basamento in muratura. Nelle pareti laterali due portali architravati con lunetta centinata conducono sulla destra alla sagrestia e sulla sinistra ad un vano che un tempo era la sacrestia vecchia ed oggi è adibito a ricovero di arredi liturgici oltre a consentire l’accesso interno ai nuovi locali parrocchiali. Un secondo arco definisce l’abside con calotta semisferica che ospita al centro la sede lignea rialzata e un Crocifisso bronzeo. Un cornicione in arenaria qualifica l’imposta del catino absidale al di sotto del quale si aprono cinque monofore centinate con lastre in alabastro trasparente e cornice in arenaria, alla base è il coro ligneo. In controfacciata sono le tre monofore centinate, quella centrale più ampia è in posizione elevata e presenta una vetrata policroma istoriata come l’occhio vetrato che si apre sopra. Nella porzione inferiore, sotto la cantoria è una bussola in metallo e cristalli con tre accessi. Le due acquasantiere in marmo sono, una per lato, davanti al pilastro della prima campata. In quello destro, su una mensola è esposta una statua raffigurante San Giovanni. L’altezza massima della navata centrale è di 15.00 m, quella minima di 14 m, nelle navate laterali l’altezza massima è di 8.80 m e quella minima di 8.10 m.
Elementi decorativi
Le dieci monofore lungo la navata centrale sono realizzate dalla Manifattura Artistica Masini e presentano vetrate piombate policrome su telaio in ferro. Su ciascuna è dipinto lo stemma gentilizio e il nome della famiglia che le ha donate. In facciata, la monofora maggiore e l’occhio al di sopra hanno vetrate istoriate, sono dipinti le immagini della Madonna e del Sacro Cuore nella prima, il nomogramma bernardiniano nel secondo, entrambe furono donate dal proprietario della fonderia Masini. Dall’antica chiesa di Santa Maria a Coverciano è pervenuto il Crocifisso in bronzo con la figura del Cristo modellata secondo le forme classiche dei secoli XVI-XVII. In prossimità dell’altare destro è esposto il dipinto olio su tela raffigurante la Madonna del Buon Consiglio, questo proviene dalla villa del Monsignor Eugenio Cecconi, Arcivescovo di Firenze dal 1874 al 1888 che lo volle trasferire in chiesa per consentirne la venerazione. La chiesa è arricchita da numerose opere realizzate dal pittore Alfredo Cifariello esposte lungo le navate minori. I disegni a sanguigna su tavola raffigurano le stazioni della Via Crucis e l’Ultima cena. Un dipinto olio su tela con l’immagine di Santa Rita è nella prima nicchia destra, sotto l’Ultima Cena. Le due grandi tele ad olio, poste in prossimità degli altari laterali, con scene della “Natività” a destra e della “Crocifissione” a sinistra differiscono dalle altre opere del pittore che la ha ambientate in un contesto quotidiano contemporaneo.
Pavimenti e pavimentazioni
La chiesa è preceduta da un piccolo sagrato che come il portico è pavimentato in mattoni in cotto disposti a spina con ghirlanda perimetrale, i gradini e i ricorsi laterali che definiscono la rampa di accesso al portico sono in arenaria. L’interno della chiesa ha pavimentazione in mattoni quadrati in cotto arrotato in opera e disposti in diagonale con ghirlanda perimetrale. Oltre la prima gradinata, nel presbiterio e nell’abside i mattoni in cotto sono accoppiati e disposti in modo alternato. I gradini sono in arenaria, come il basamento dei due altari laterali. Due pedane lignee precedono l’abside sui lati, la sede è rialzata su un basamento ligneo.
Coperture
La chiesa a salienti, lungo le navate presenta copertura a falde inclinate. Nella navata centrale la struttura lignea è articolata in quattro capriate, travi, travetti e campigiane. Le navate laterali ripropongono la medesima tipologia su quattro mezze capriate. Il presbiterio è coperto da una volta a botte e l’abside ha catino semisferico, entrambi con rivestimento ad intonaco tinteggiato in bianco. Il manto di copertura è in coppi e tegole.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1969)
Adeguamento alle esigenze liturgiche della riforma conciliare realizzato nel 1969. Furono rimossi la balaustra in arenaria che precedeva il presbiterio e l’originario altare maggiore in marmi policromi e muratura. Allo stato attuale l'altare maggiore è posto al centro del presbiterio, è in arenaria con mensa poggiante su otto colonnine e basamento in muratura con pavimentazione in cotto e gradino perimetrale in arenaria; dimensioni indicative cm 83 x 260 x 102 (h). Tabernacolo lapideo posto al centro dell’altare in arenaria alla testata della navata laterale sinistra. Sede lignea, mobile, attualmente collocata al centro del presbiterio, a tergo dell’altare maggiore. Leggio, con fusto a colonna e basamento in arenaria, posto sul lato sinistro del presbiterio; sul lato opposto è il fonte battesimale in pietra serena. Due confessionali lignei inseriti in parete laterale sinistra.
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