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Stazzema
Pisa
chiesa
parrocchiale
S. Maria Assunta
Parrocchia di Santa Maria Assunta
Struttura; Pianta; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
presbiterio - aggiunta arredo (1970-1999)
876 - 876(citazione intero bene); XII - XII(citazione intero bene); 1225 - 1225(citazione intero bene); XV - XV(citazione intero bene); XV - XVI(ristrutturazione intero bene); XV - XVIII(costruzione campanile); 1484 - 1513(citazione intero bene); XVI - XVI(costruzione soffitto); 1651 - 1652(citazione intero bene); 1789 - 1789(citazione intero bene)
Chiesa di Santa Maria Assunta
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di Santa Maria Assunta <Stazzema>
Altre denominazioni S. Maria Assunta
Ambito culturale (ruolo)
maestranze toscane (costruzione)
Notizie Storiche

876  (citazione intero bene)

La prima attestazione della chiesa di Santa Maria "del luogo di Statime" risale all'876. In quell'anno, il vescovo di Lucca Gherardo mette a livello due chiese appartenenti alla Pieve di Santa Felicita di Valdicastello: quella di Santa Maria di Stazzema e quella di San Gimignano a Montepreti.

XII  (citazione intero bene)

L'edificio risale al XII secolo ed è attribuito a maestranze di ascendenza lombarda.

1225  (citazione intero bene)

Nel 1225, imperversando le guerre tra pisani e lucchesi, i Signori della Versilia unirono le forze sotto il nome della Lega di Stezzema, che sancì l'alleanza tra Pisa e la Garfagnana contro la città di Lucca.

XV  (citazione intero bene)

Nella seconda metà del XV secolo, Stazzema passò sotto il dominio dei genovesi, che scacciarono i lucchesi e demolirono il campanile del paese dove i nemici si erano rifugiati.

XV - XVI (ristrutturazione intero bene)

Tra la fine del XV e l'inizio del XVI secolo, iniziarono i lavori di ingrandimento alla chiesa di Santa Maria Assunta. Originariamente a navata unica, l'edificio fu dotato di tre navate ed ampliato di circa dieci metri nel senso della lunghezza. L'abside fu demolito e, al suo posto, fu costruito il coro rettangolare. Infine, nel XVI secolo, furono aperti al centro della facciata il ricco rosone in marmo e il portale d'ingresso principale, costruito da maestranze comacine.

XV - XVIII (costruzione campanile)

Il campanile della chiesa di Santa Maria fu distrutto dai genovesi nella seconda metà del XV secolo. Ricostruito, nel 1739 venne nuovamente danneggiato da un fulmine. L'attuale torre campanaria risale quindi alla metà del XVIII secolo.

1484 - 1513 (citazione intero bene)

Stazzema nel 1484 fu conquistata dai fiorentini, nel 1513 passò al Capitanato di Pietrasanta e infine fu riconfermata alla famiglia de Medici attraverso un lodo papale.

XVI  (costruzione soffitto)

Agli inizi del XVI secolo, le capriate lignee della copertura furono nascoste dal ricco soffitto a cassettoni, in legno intagliato dipinto e dorato.

1651 - 1652 (citazione intero bene)

Intorno al 1651 la chiesa di Santa Maria fu dotata di fonte battesimale: il 16 marzo 1652, il vescovo di Lucca Pietro Rota la elevò a Pieve e le assegnò le chiese dipendenti di Farnocchia e di Pomezzana.

1789  (citazione intero bene)

La chiesa di Stazzema passò alla Diocesi di Pisa per delibera di Papa Pio VI del 18 Luglio 1789.
Descrizione

La chiesa di Santa Maria Assunta, situata su uno sperone roccioso che domina la valle delle Mulina, si erge su una piccola spianata al limite sud-ovest del paese di Stazzema. Giungendo da via Guglielmo Marconi, la chiesa mostra il suo prospetto absidale insieme all'annesso campanile, entrambi affacciati su un ampio spazio verde. Il complesso è costituito da tre corpi di fabbrica: la chiesa vera e propria, l’antistante canonica e il loggiato di collegamento tra i due edifici, realizzato con breccia dorata proveniente dalle vicine cave del Rondone. Nello spazio racchiuso da questi elementi si apre il sagrato, pavimentato con lastre di macigno e marmo vario, che nel passato probabilmente ospitò il sepolcreto. Tutto il complesso sorge su un nucleo edilizio fortificato esistente fin dall'epoca romana, come testimoniano la presenza degli archetti pensili sul lato ovest della chiesa e la muratura di base, larga e massiccia, della canonica. La facciata principale è il risultato degli interventi di ampliamento e di trasformazione che la pieve subì a cavallo tra il XV e XVI secolo. Rivestita in bozze squadrate di marmi vari (venato, bianco, bardiglio, breccia dorata ed altri), risulta caratterizzata da un profilo a salienti. La parte sinistra del prospetto principale, corrispondente alla navata laterale, è parzialmente coperta dal loggiato seicentesco, caratterizzato da tre archeggiature. Tre portali in marmo introducono all'interno della chiesa, di cui quello centrale dotato di una lunetta affrescata, a sua volta sormontato da una pensilina con struttura lignea e manto in cotto. Al centro della facciata si apre il ricco rosone seicentesco, scolpito in marmo bianco da Lorenzo Riccomanni e seguito da una serie di archetti pensili che poggiano su sedici mensole quadrangolari, scolpite a bassorilievo con figure antropomorfe e zoomorfe, opera delle famose maestranze comacine. Un semplice frontone con apertura a croce greca conclude il prospetto. Attaccato al prospetto absidale della chiesa, si erge il massiccio campanile, già esistente dal XIV secolo e ricostruito su progetto dell’ing. Marco Veraci a seguito del crollo avvenuto nel marzo del 1739. Realizzato in blocchi di pietra, si presenta impostato su tre ordini sovrapposti, di cui l’ultimo destinato a torre campanaria, caratterizzata da un’elegante cupola rivestita in rame. L’interno a tre navate, scompartito da quattro arcate per parte, diparte dalla ricca cantoria lignea in controfacciata e termina con un'ampia scarsella absidale. La navata centrale, di maggiori dimensioni rispetto alle laterali, è ornata da un fastoso soffitto a cassettoni in legno dipinto e dorato, mentre le navate minori sono coperte da volte a crociera. Lungo le pareti della chiesa trovano posto due altari laterali per parte a cui si aggiungono quelli delle due cappelle in testa alle navate, adiacenti al presbiterio. Ai lati di quest'ultimo, due porte conducono a due diversi locali: a destra, si accede alla sacrestia e, a sinistra, alla base del campanile. A metà della navata sinistra si apre infine una cappella laterale, oggi dedicata al Sacro Cuore di Gesù.
Struttura
Esternamente, la muratura perimetrale faccia a vista è realizzata in conci squadrati di marmo di varia tipologia (venato, bianco, bardiglio, breccia dorata, ecc.). Internamente, le pareti delle navate laterali risultano intonacate, mentre le arcate della navata centrale e la parte centrale della controfacciata sono lasciate a pietra a vista.
Pianta
Schema planimetrico a tre navate concluso da abside quadrangolare. Cinque colonne in cipollino sostengono i quattro archi che separano le navate laterali, coperte da volte a crociera, da quella centrale, caratterizzata da un ricco soffitto in legno a lacunari. Tre gradoni in marmo separano il presbiterio dall’aula e proseguono anche nelle navate laterali, rialzando le due cappelle adiacenti all'area presbiteriale. Sulle pareti laterali di quest'ultima, due aperture conducono a due vani distinti: a destra, si accede alla sacrestia e, a sinistra, al campanile. A metà della navata sinistra si apre una cappella del Sacro Cuore, attualmente coperta con travi, travicelli e tavolato in legno, ma originariamente dotata di copertura a volta.
Coperture
La navata centrale è caratterizzata da un ricco soffitto a lacunari seicentesco, che copre l’originaria struttura a capriate lignee coerente con lo stile romanico della pieve. Le navate laterali sono coperte da volte a crociera, mentre le due cappelline in testa alle navate laterali sono dotate di volte a botte. Una copertura a falda in struttura lignea caratterizza la cappella laterale sinistra del Sacro Cuore.
Pavimenti e pavimentazioni
Il corridoio centrale della navata principale e l'area presbiteriale sono pavimentate con mattonelle in marmo bianco di Carrara e bardiglio, di 28,5x28,5 cm, disposte a losanga. Nelle restanti zone sono stati utilizzati lastroni in macigno, marmi e breccia disposti in parte a tolda di nave irregolare dritta ed in parte alla romana.
Elementi decorativi
La chiesa di Santa Maria Assunta, originariamente ad aula unica e dotata di facciata a capanna, si presenta oggi a tre navate con prospetto principale a salienti. Esternamente rivestita in bozze ben squadrate di marmo, accoglie nella parte inferiore tre portali d'ingresso. Quello centrale, archivoltato, è profilato lateralmente da due colonne in marmo caratterizzate da capitelli ornati da aquile scolpite e cimati da due sfere marmoree di sostituzione. A coronamento, la lunetta, protetta da una tettoia in struttura lignea, ospita al centro un dipinto murale raffigurante il Battesimo di Gesù, opera di Marcello Tommasi del 1955. Al centro della facciata si apre il cinquecentesco rosone in marmo, sormontato da una serie di archetti pensili poggianti su mensole scolpite a raffigurare figure antropomorfe e zoomorfe, opera di abili maestranze comacine. Un frontone triangolare conclude il prospetto ed è decorato da un'apertura cruciforme al vertice. Internamente, la chiesa si presenta suddivisa in tre navate mediante cinque colonne per parte che sostengono le rispettive quattro arcate e termina con una scarsella absidale quadrangolare, ospitante il coro. La controfacciata accoglie, per tutta la larghezza della navata centrale, la ricca cantoria in legno intagliato dipinto e dorato e il monumentale organo a canne, costruito dalla ditta Tronci nel XVIII secolo. Entrambi giunsero a Stazzema solo agli inizi del XIX secolo, quando un centinaio di persone, partite dal paese, si recarono a Massa per prelevare lo strumento dalla chiesa di San Giovanni e la cantoria dalla demolita chiesa di San Pietro e trasportarli indietro fino alla chiesa di Santa Maria Assunta. Sul lato destro del portone principale, inserito in nicchia, trova posto un fonte battesimale della fine del XVI secolo, realizzato in breccia dorata e sormontato da un bassorilievo a forma di tempietto datato 1587, raffigurante il battesimo di Gesù. Sul lato opposto dell'ingresso, invece, è collocato un secondo fonte battesimale a pozzo, di forma esagonale, anch'esso realizzato in breccia dorata. Nel corso dei secoli XVI e XVII la chiesa si arricchì di numerose opere d'arte ed arredi, ma fu soprattutto fra il 1628 e il 1649 che si concentrarono le modifiche più importanti: in particolare, furono eretti i sei altari laterali e i due confessionali a parete in marmi mischi, fu realizzato il pulpito nel 1680 attribuito ad Andrea Baratta e fu costruito il nuovo soffitto a cassettoni in legno intagliato dipinto e dorato, che accoglie al centro un dipinto ottagonale raffigurante l'Assunta. Lungo la navata laterale destra trova posto un'edicola architettonica in cui è inserita la statua in marmo di Sant'Antonio Abate attribuita a Niccolò Civitali, mentre in testa alla stessa navata, al centro dell'Altare del Santissimo Sacramento, è stato trasferito nel 2009, per motivi di sicurezza e di conservazione, il venerato dipinto della Madonna del Bell'Amore, proveniente dal Santuario del Piastraio. A metà della navata sinistra, si apre invece una cappella laterale dedicata al Sacro Cuore di Gesù. L'area presbiteriale, rialzata di tre gradoni rispetto al resto dell'aula, ospita al centro l’altare maggiore seicentesco, opera dei fratelli Battista e Jacopo Benti, caratterizzato da una mensa in marmi policromi intarsiati con vano centrale dove sono conservate le reliquie di Sant'Innocenzo e un dossale in marmo fiorito, cimato da una monumentale corona in legno dorato. Sulle pareti laterali del presbiterio, oltre alla cornice di porta che conduce in sacrestia datata 1499 ed attribuita allo scalpello di Lorenzo Stagi, sono collocati due importanti dipinti: la tavola di Pietro da Talata raffigurante l'Assunzione della Vergine e il dipinto su tela di Lorenzo Cellini con Gesù Cristo risorto. Alle spalle dell'altare, lungo le pareti della scarsella absidale, sono sistemate gli stalli lignei del coro, datati 1836 e intagliati da Jacopo Antonio Viviani operaio.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1970-1999)
L'adeguamento liturgico è limitato all’inserimento di una mensa con struttura metallica e piano in formica per la celebrazione "versus popolum" e di un leggio in metallo.
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