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edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Rigoli
San Giuliano Terme
Pisa
chiesa
parrocchiale
S. Marco Evangelista
Parrocchia di San Marco Evangelista
Struttura; Pianta; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
nessuno
VIII - VIII(citazione intero bene); XI - XII(citazione intero bene); XI - XIII(fasi costruttive intero bene); XI - XVI(citazione intero bene); 1137 - 1137(proprietà intero bene); XIV - XIV(citazione intero bene); 1404 - 1764(distruzione/ricostruzione campanile); XVII - XVII(rifacimento intero bene); XVIII - XIX(sacrestia fianco Sud); XIX - XIX(restauro intero bene); 1821 - 1821(completamento intero bene); 1900 - 1915(restauro intero bene); 1921 - 1921(restauro campanile); 1965 - 1965(problemi strutturali intero bene); 1970 - 1975(restauro intero bene); 2002 - 2002(rifacimento impianti)
Chiesa di San Marco Evangelista
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Marco Evangelista <Rigoli, San Giuliano Terme>
Altre denominazioni S. Marco Evangelista
Ambito culturale (ruolo)
romanico pisano (costruzione)
Notizie Storiche

VIII  (citazione intero bene)

Probabilmente già esistente nell'VIII secolo, la pieve di Rigoli è una delle chiese più antiche della Diocesi di Pisa. Non esistono documenti che ne attestino la fondazione, ma il Repetti sostiene che Santa Maria di Pappiana, succursale di Rigoli, fu consacrata tra l'VIII e il IX secolo.

XI - XII (citazione intero bene)

Presso Rigoli, la corona imperiale vantava diversi possedimenti: il diploma di Ottone III, del 22 settembre 1001, investiva il marchese Ugo di una proprietà fondiaria di pertinenza regia nella "Villa detta Riguli". Nel 1089, l'imperatore Enrico IV dona dei terreni in località Rigoli alla Primaziale di Pisa e nel 1103 la contessa Matilde di Canossa dona altre terre nella stessa zona.

XI - XIII (fasi costruttive intero bene)

L'edificio mostra almeno tre fasi costruttive: la prima, anteriore al XII secolo, è costituita da un'orditura di piccoli conci irregolari di calcare di San Giuliano, visibile nella parte inferiore del fianco sinistro e dell'absidiola Sud. La seconda fase arriva fino a metà del XII secolo e previde un primo ampliamento dell'edificio, mentre la terza (riferibile alla fine/inizio del XII-XIII secolo) comportò il rialzamento della chiesa di alcuni metri. Entrambe le fasi sono caratterizzate dall'uso di conci ben squadrati di calcare cavernoso provenienti da due diversi periodi di cava.

XI - XVI (citazione intero bene)

Originariamente la chiesa di Rigoli era dedicata a San Pietro. Nel XIV secolo comparve con il titolo di San Giovanni Battista e solo nel 1561 assunse l'intitolazione di San Marco Evangelista.

1137  (proprietà intero bene)

Con la bolla di Papa Innocenzo II del maggio 1137, la pieve di Rigoli passò alla chiesa pisana.

XIV  (citazione intero bene)

Nel XIV secolo, la chiesa di Rigoli comprendeva i due pievanati di Filettole e di Vecchiano e un totale di 16 parrocchie.

1404 - 1764 (distruzione/ricostruzione campanile)

Nel 1404 le truppe fiorentine distrussero la torre campanaria, poi ricostruita in laterizio nel 1764.

XVII  (rifacimento intero bene)

Nel corso del XVII secolo, la chiesa subì importanti modifiche: le pareti interne ed esterne furono intonacate, le navate laterali furono dotate di altari secondo la moda dell'epoca e un ampio finestrone fu aperto in facciata.

XVIII - XIX (sacrestia fianco Sud)

Verso la metà del XVIII secolo, oltre all'erezione del nuovo campanile, fu avviata la costruzione di un edificio ad uso sacrestia in aderenza al fianco Sud della chiesa. Nei primi anni del XIX secolo, la struttura fu ampliata ed estesa a tutto il fianco destro della chiesa.

XIX  (restauro intero bene)

Durante il XIX secolo, la chiesa subì alcuni necessari interventi di manutenzione e restauro. Tuttavia, dalla Visita pastorale del 1893 eseguita dall'Arcivescovo Capponi, risulta che l'edificio di culto necessitava di lavori urgenti.

1821  (completamento intero bene)

Nel 1821, il pievano Sebastiano Del Punta rinnovò gli arredi della chiesa: eliminò l'altare maggiore in legno e lo fece erigere in pietra alla romana, fece costruire un altare nella navata sinistra dedicato a San Giuseppe e uno nella navata opposta intitolato al Salvatore. Al centro dell'absidiola sinistra fu collocato l'altare della Croce, mentre al centro di quella sinistra rimase inalterato l'altare della Madonna, di patronato della famiglia Alliata, su cui era esposta la tavola di Turino Vanni.

1900 - 1915 (restauro intero bene)

All'inizio del Novecento, la chiesa fu sottoposta a nuovi interventi di restauro: fu rimosso l'intonaco che ricopriva le pareti esterne ed interne della chiesa, furono rimossi gli altari seicenteschi e tutte le superfetazioni, al fine di riscoprire l'aspetto romanico dell'edificio. Fu risanata la copertura e consolidata la facciata principale della chiesa. La struttura costruita in aderenza al fianco Sud che ospitava la sacrestia, già ridimensionata nei primi anni del Novecento, fu totalmente rimossa. Il paramento murario riscoperto fu fatto oggetto di urgenti restauri. I lavori terminarono nel 1915 e la chiesa fu ufficialmente riaperta ai fedeli.

1921  (restauro campanile)

Nel 1921, un fulmine danneggiò il campanile che fu in seguito aggiustato.

1965  (problemi strutturali intero bene)

Intorno al 1965, la chiesa fu nuovamente chiusa al culto per problemi strutturali: per consentire comunque le attività pastorali, fu aperta una cappellina nelle vicinanza della pieve. I lavori di consolidamento dell'edificio si conclusero nel 1969 e previdero la creazione di una fossa perimetrale per la canalizzazione delle acqua meteoriche e il ripristino delle murature esterne e del manto di copertura.

1970 - 1975 (restauro intero bene)

Tra il 1970 e il 1975, furono eseguiti altri restauri da parte della Soprintendenza di Pisa al fine di consolidare la struttura e sanare l'edificio dalle infiltrazioni d'acqua.

2002  (rifacimento impianti)

Nei primi anni del Duemila è stato eseguito l'adeguamento dell'impianto elettrico e di illuminazione della chiesa.
Descrizione

Rigoli sorge sulla riva sinistra dell'Arno, lungo la cosiddetta via vecchia lucchese, oggi Strada Statale 12 (dell'Abetone e del Brennero). Fin dalle origini, il paese risultò strategicamente collegato sia a Pisa che a Lucca ed occupò un ruolo importante presso la corte regia in epoca carolingia e ottoniana. La chiesa di San Marco Evangelista, una delle pievi più antiche del territorio diocesano, è separata dalla strada principale da un ampio sagrato tenuto a prato, attraversato da una passerella lastricata in pietra che conduce al portale principale. La facciata, caratterizzata da un profilo a salienti che ricalca l’articolazione interna dei volumi, presenta un paramento murario costituito principalmente da conci di calcare cavernoso con inserti di verrucano, ben squadrati e disposti in filari regolari. Nella parte inferiore del prospetto e sul lato destro, è evidente la presenza di blocchi più chiari di marmo del Monte Pisano. Sul fianco sinistro dell'edificio, oltre ai tipi di pietra già menzionata, si distingue nella zona basale un'orditura di piccoli conci irregolari di calcare di San Giuliano (visibile anche nell'absidiola Sud), corrispondente con tutta probabilità alla parte più antica dell'intera struttura. Su questo lato si aprono un portone laterale, quattro finetre rettangolari appena sotto la linea di gronda e una monofora ad arco, certamente più antica, più bassa rispetto alle precedenti. Lungo il fianco destro si inseriscono un ulteriore portale d'ingresso, oggi tamponato, tre finestre rettangolari in alto e tre monofore ad arco appena sotto. Lungo il cleristorio di entrambi i fianchi della navata centrale sono presenti tre finestre rettangolari per parte. Il prospetto tergale è costituito da tre absidi semisferiche: quella centrale, di dimensioni maggiori, presenta tre monofore su davanzale con cornice dentellata ed è ornata al vertice da una sequenza di archetti pensili poggianti su peducci in pietra scolpita. Le minori sono dotate di una monofora ciascuna: in particolare, l'abside Sud appare costituita da conci più piccoli e irregolari ed ospita una monofora eccentrica probabilmente appartenente alla prima fase costruttiva dell'edificio. Tornando al prospetto principale, nella parte inferiore si inseriscono tre portali d'accesso, di cui il maggiore archivoltato in pietra, mentre nella parte superiore si riconosce la traccia tamponata del finestrone seicentesco. Al vertice, la facciata è conclusa da un breve timpano triangolare, che ospita al centro una piccola bifora, affiancata da due aperture ad oculo. Sul lato destro, innestato in corrispondenza della navata laterale, si erge il campanile settecentesco, completamente eseguito in laterizi. La torre, a pianta quadrata, è suddivisa in due ordini sovrapposti, dotati di quattro aperture ciascuno, ed è conclusa al vertice da una copertura cuspidata. All'interno, la chiesa appare suddivisa in tre navate da una doppia fila di pilastri quadrangolari a sostegno di una serie di archeggiature a tutto sesto. Ogni navata è conclusa da un'abside semicircolare dotata di altare in pietra. All'inizio della navata destra, nel vano ricavato sotto il campanile, è collocata la sacrestia accessibile anche dall'esterno. Da qui, è possibile salire al campanile.
Struttura
Muratura portante a sacco, costituita da conci in marmo, pietra e da materiale sciolto lapideo. Il campanile è interamente realizzato in mattoni a faccia vista.
Pianta
Schema planimetrico a tre navate spartite da una doppia fila di pilastri, ciascuna delle quali conclusa da un'abside semicircolare. L’altare maggiore risulta rialzato di due gradini rispetto al resto dell’aula. La sacrestia, collocata all'inizio della navata destra sotto il campanile, è accessibile sia dall'interno che dall'esterno. Da qui, è possibile accedere alla torre tramite una scala a pioli.
Coperture
La navata centrale presenta una copertura a capanna costituita da orditura primaria e secondaria in struttura lignea, sorretta da sette capriate. Anche le navate laterali sono dotate di orditura primaria e secondaria in struttura lignea. Le absidi sono caratterizzate da catini semisferici in parte intonacati. La sacrestia ha una volta a botte intonacata. Manto di copertura in cotto su tutte le falde di copertura dell’edificio.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimentazione in cotto con elementi di forma quadrata su tutta la chiesa, ad eccezione del pavimento delle absidi intorno agli altari costituito da conci di pietra.
Elementi decorativi
La facciata a salienti, realizzata sostanzialmente con conci di calcare cavernoso e verrucano, presenta un profilo caratterizzato da una forte differenza di altezza tra la navata centrale e quelle laterali. Nella parte inferiore si aprono tre portali d'ingresso, di cui il maggiore archivoltato. A sinistra di quest'ultimo, è inserita nel paramento murario esterno una lapide in marmo ottocentesca in memoria di Giovanni Battista Battistoni di Pellegrino. La parte superiore è conclusa da un breve frontone triangolare, profilato da una semplice cornice in verrucano. Al centro si inserisce una piccola bifora spartita da una colonnina con capitello a stampella, eseguito in marmo di carrara ed ascrivibile alla prima metà dell'XI secolo. All'interno la chiesa, coperta da un tetto a capriate lignee, si presenta suddivisa in tre navate da due filari di pilastri a sostegno di una serie di archeggiature a tutto sesto. Le pareti perimetrali, i pilatri e gli archi sono lasciati in pietra faccia-vista, mentre le pareti che individuano il vano sacrestia in controfacciata e i catini absidali risultano intonacati e tinteggiati di bianco. La semplicità dell'arredo interno concorre ad esaltare le linee essenziali dell'architettura romanica. A metà della navata sinistra, posizionata su una base rettangolare in marmo grigio, è collocata un'antica vasca battesimale, che si ipotizza prodotta da maestranze longobarde operanti a Pisa e a Lucca tra l'VIII e il IX secolo. Il fonte, ricavato da un monoblocco di marmo di Carrara, è caratterizzato da una struttura rettangolare "a cassa". La parte frontale, profilata da un motivo a nastro intrecciato, risulta decorata da un grande disco con croce patente inscritta, dal cui centro dipartono quattro gigli stilizzati. Lungo i bordi della vasca si sviluppano girali vegetali, intervallati da foglie e serpi. Di fronte, nella navata opposta, è collocato un fonte battesimale a colonna, eseguito in pietra chiara nel 1915. L'opera poggia su una base a due gradini semicircolari e si inserisce in corrispondenza di una piccola nicchia a parete. Il presbiterio, introdotto da arco trionfale, risulta rialzato di due gradini rispetto al resto dell'aula e accoglie al centro l'Altare maggiore, costruito in blocchi di pietra calcarea intorno al 1915. La parete absidale alle sue spalle, interrotta nella parte centrale dalla serie delle tre monofore, è completata da un catino absidale intonacato. Ai lati dell'abside maggiore si schiudono le due absidi minori, entrambe dotate di altare in pietra: quello di sinistra accoglie una riproduzione della tavola della Madonna delle Grazie, eseguita da Turino Vanni all'inizio del XV secolo. L'originale è attualmente conservato presso il museo nazionale di San Matteo.
Adeguamento liturgico

nessuno
Non sono stati eseguiti interventi di modifica dello spazio liturgico. L'altare maggiore, in pietra calcarea scolpita, è stato realizzato intorno al 1915 riproponendo forme di gusto romanico.
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