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Pisa
Pisa
chiesa
parrocchiale
S. Marta
Parrocchia di Santa Marta
Struttura; Pianta; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni; Facciata; Elementi decorativi
presbiterio - aggiunta arredo (2010)
XIV - XIV(costruzione intero bene); 1334 - 1334(citazione intero bene); 1476 - 1476(citazione intero bene); 1760 - 1760(demolizione
costruzione intero bene); 1795 - 1795(citazione intero bene); 1810 - 1810(variarione d'uso intero bene); 1937 - 1937(restauro pareti interne); 1947 - 1947(restauro arredi lignei); 1950 - 1950(restauro copertura
pareti interne); 1998 - 1998(restauro copertura
pareti esterne); 2008 - 2008(restauro prospetto principale); 2008 - 2009(restauro pareti interne)
Chiesa di Santa Marta
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di Santa Marta <Pisa>
Altre denominazioni Chiesa di Santa Marta e Santa Viviana
S. Marta
Ambito culturale (ruolo)
maestranze toscane (costruzione)
Notizie Storiche

XIV  (costruzione intero bene)

Nella prima metà del XIV secolo, furono costruiti la chiesa di Santa Marta e l'annesso monastero, per iniziativa del domenicano Domenico Cavalca, al fine di ospitare le Monache della Misericordia e della Spina.

1334  (citazione intero bene)

L'8 maggio 1334, l'Arcivescovo di Pisa Simone Saltarelli autorizzò la costruzione della chiesa e del convento di Santa Marta, che pose sotto la giurisdizione della chiesa di Santa Viviana.

1476  (citazione intero bene)

Il 22 maggio 1476, Papa Sisto IV decretò il passaggio della cura d'anime dalla chiesa di Santa Viviana a quella di Santa Marta, che riunì sotto di sé la doppia dedicazione.

1760  (demolizione, costruzione intero bene)

Intorno al 1760, l'antica chiesa fu interamente demolita e, al suo posto, fu costruito un nuovo edificio di culto ad opera di Antonio Quarantotto, su progetto dell'architetto Mattia Tarocchi. I lavori furono completati il 22 aprile 1766.

1795  (citazione intero bene)

Il 3 marzo 1795, l'Arcivescovo di Pisa Angelo Franceschi concesse alla nuova chiesa il titolo di Prioria.

1810  (variarione d'uso intero bene)

Il convento fu soppresso il 25 ottobre 1810 a seguito dei decreti napoleonici e la struttura passò ad uso privato.

1937  (restauro pareti interne)

Nel 1937 fu realizzato un intervento di restauro alla volte e alle pareti interne della chiesa, da parte della ditta Napoleone Chini. I lavori riguardarono la pulitura dei marmi, l'integrazione degli stucchi, il restauro del pavimento marmoreo del presbiterio, l'intonacatura della volta della sacrestia, la coloritura degli ornati a tempera e la venatura a tempera, ad imitazione a finto marmo, delle pareste e delle colonne esistenti.

1947  (restauro arredi lignei)

Nel 1947 furono restaurati i confessionali e le panche lignee dalla ditta Guido Barabotti di Pisa.

1950  (restauro copertura, pareti interne)

Nel Secondo dopoguerra la chiesa, gravemente danneggiata dai bombardamenti, subì una serie di interventi di restauro indirizzati sia alle strutture portanti (soprattutto alla copertura), sia alle decorazioni plastiche delle pareti interne.

1998  (restauro copertura, pareti esterne)

Nel 1998 sono stati eseguiti alcuni interventi su progetto dell'architetto Casarosa: le murature del prospetto Nord e del campanile sono state restaurate e il manto della copertura è stato sottoposto a spazzolatura e impermeabilizzazione.

2008  (restauro prospetto principale)

Nel 2008 è stato eseguito il restauro della facciata, su progetto degli architetti Franceschi e Germani. Il lavoro ha compreso fasi di pulitura, disinfestazione, consolidamento, stuccatura ed integrazione, tinteggiatura.

2008 - 2009 (restauro pareti interne)

Tra il 2008 e il 2009 sono stati completati gli ultimi interventi relativi al restauro conservativo delle pareti interne della chiesa: sono stati eseguiti il consolidamento dei distacchi dell'intonaco, la rimozione delle stuccature incongrue, la pulitura e la reintegrazione pittorica dello stesso. Le decorazioni plastiche delle pareti, così come gli arredi marmorei, sono state pulite ed integrate delle parti mancanti. Infine, sono state restaurate le pitture murali che ricoprono le pareti della cappella di Maria Santissima delle Grazie, che è stata provvista inoltre di nuova pavimentazione in cotto.
Descrizione

La chiesa di Santa Marta si affaccia sull’omonima via del quartiere di San Francesco. Dotata di annesso convento, fu fondata nel XIV secolo, per iniziativa di fra Domenico Cavalca, allo scopo di ospitare le monache della Misericordia e della Spina. L'edificio di culto, originariamente parallelo alla strada, fu ricostruito con orientamento diverso tra il 1760 e il 1767 da Antonio Quarantotto, su progetto dell’architetto Mattia Tarocchi. Attualmente il prospetto principale, intonacato e tinteggiato color ocra, si innalza a poco più di un metro dalla sede stradale. Delimitato da due robuste paraste angolari a sostegno del possente timpano, accoglie al centro il portale principale, incorniciato in marmo e cimato da un frontone curvilineo, e un finestrone rettangolare aperto in asse con l'ingresso. I fianchi della chiesa, costruiti in aderenza con i fabbricati adiacenti, sono solo parzialmente visibili: quello di sinistra presenta tre finestre rettangolari, mentre quello di destra due più una tamponata. Il prospetto tergale risulta privo di aperture. Il campanile sorge sul lato destro della chiesa, caratterizzato da una cella campanaria con tre aperture a monofora e concluso al vertice da una copertura a spioventi. Internamente, la navata unica termina con un presbiterio rettangolare, rialzato di un gradino rispetto al resto dell'aula, a sua volta delimitato da un'abside semicircolare. In controfacciata, si inserisce il coro delle monache sorretto da tre archeggiature. Sulla parete sinistra si aprono due cappelle laterali: la prima, vicina all'ingresso, è di piccole dimensioni ed ospita una mensa marmorea, mentre la seconda, a metà dell'aula, è dedicata a Maria Santissima delle Grazie e introduce agli ambienti del convento. Sulla parete opposta, all'altezza dell'area presbiteriale, una porta conduce in sacrestia. Una cantoria pensile in marmo si sviluppa lungo la curva della parete absidale.
Struttura
Muratura portante mista, costituita da conci in pietra e da materiale sciolto lapideo e laterizio.
Pianta
Schema planimetrico a navata unica, conclusa da un'abside semicircolare. Il presbiterio, di forma rettangolare, risulta rialzato di un gradino rispetto al resto dell’aula. In controfacciata si inserisce il matroneo, sorretto da quattro colonne dipinte a finto marmo. Al di sotto della balconata, sulla parete destra, si apre una piccola cappella, dotata di mensa marmorea, mentre poco più avanti, sullo stesso lato, una porta consente l'accesso alla cappella di Santa Maria delle Grazie. La sacrestia, composta da tre stanze, di cui due destinate ad uso ripostiglio, è accessibile da una porta aperta sulla parete sinistra del presbiterio. Lungo la parete absidale si inserisce una cantoria pensile in marmo, che ospita al centro l'organo a canne.
Coperture
L’aula della chiesa è coperta da una serie di quattro volte a botte lunettate intervallate da tre archi a tutto sesto, mentre l’abiside è concluso da un catino semisferico. La cappella di Santa Maria delle Grazie presenta una volta a botte e quella a destra dell’ingresso una volta a crociera. Il matroneo è coperto da una successione di tre volte a crociera. La sacrestia presenta una volta a vela completamente intonacata. Manto di copertura in cotto su tutte le falde di copertura dell’edificio.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione della navata è costituita da lastre in marmo bianco e bardiglio, mentre l'area presbiteriale è dotata di un pavimento in marmi policromi. La cappella di Santa Maria delle Grazie e la sacrestia hanno una pavimentazione in cotto con elementi di forma rettangolare.
Facciata
La chiesa si presenta per essere vista di scorcio, data la vicinanza della strada e degli edifici che la fronteggiano. Di gusto tardosettecentesco, la facciata, realizzata su progetto dell'architetto Maria Tarocchi, appare delimitata lateralmente da due paraste di ordine gigante ornate da ricchi capitelli e conclusa al vertice da un frontone triangolare con profilo modanato e aggettante. Al centro si apre il portale principale, riquadrato con cornice a piani scalati e sormontato da un timpano semicircolare. In asse con l'ingresso, è inserita una finestra rettangolare, anche'essa inquadrata in marmo, con timpano triangolare interrotto al vertice per ospitare un motivo a conchiglia e un mascherone.
Elementi decorativi
Internamente, la chiesa si presenta ad aula unica con copertura a capanna, controsoffittata da una volta a botte lunettata. Le pareti, intonacate, sono spartite da lesene, dipinte a finto marmo da Cassio Natili nel 1762 e decorate da stucchi riproducenti teste di cherubini e festoni vegetali, eseguiti da Angelo Somazzi nello stesso periodo. Del medesimo autore sono anche le quattro cartelle in gesso raffiguranti storie del Nuovo Testamento, che sormontano le cornici marmoree che individuano le due porte interne della chiesa e i due confessionali. La controfacciata è quasi totalmente oscurata dal coro delle monache, una balconata in muratura sostenuta da tre archeggiature poggianti su quattro colonne e caratterizzata da un alto parapetto, comunicante con l'aula mediante una serie di tre grate rettangolari. Al di sotto del coro, sulla parete sinistra, una piccola nicchia a muro accoglie il fonte battesimale in marmo bianco e rosa, datato 1940. Sulla parete opposta, si apre la piccola cappella dedicata al Santissimo Salvatore, in cui è collocata una mensa in pietra sorretta da due pilastrini in marmo e ornata dal seicentesco dipinto della Madonna con Gesù bambino tra cherubini. Addossate alle due colonne centrali che sostengono la balconata, si trovano due acquasantiere in marmo bianco riconducibili al XIX secolo, firmate da Raffaello Luciani. Proseguendo sulla parete destra dell'aula, si apre la cappella intitolata a Maria Santissima delle Grazie, interamente decorata con pitture murali ottocentesche, recentemente restaurate. Sulla parete di fondo è collocata una mensa in pietra serena, sormontata da un dossale dipinto contenente l'immagine della Madonna con Gesù Bambino. A metà della navata si fronteggiano due altari gemelli in marmi policromi, eseguiti da Giuseppe Vaccà negli anni Sessanta del XVIII secolo. La mensa in marmo, sostenuta da volute arricciolate, è incorniciata da due colonne a sostegno del timpano ricurvo. Quest'ultimo è decorato al vertice da una coppia di cherubini, scolpiti nell'atto di sorreggere la croce apicale. L'altare destro ospita al centro del dossale il dipinto di Giovan Battista Tempesti raffigurante Santa marta che chiede la resurrezione di Lazzaro, mentre quello sinistro ospita l'Adorazione dei pastori, opera di Pécheux Lorenzo, datato 1779. Lo spazio presbiteriale, introdotto da un ricco arco trionfale, è impreziosito da un pavimento marmoreo decorato con motivi geometrici, eseguito tra il 1764 e il 1765 da Domenico Casoni su disegno del Giuseppe Vaccà. Al centro del presbiterio è collocato l'Altare maggiore in marmi policromi, con tabernacolo intronizzato, realizzato dal Vaccà intorno al 1763 su commissione della priora Eleonora Pinacci, in sostituzione del precedente, datato 1705. Sospesa al centro del presbiterio è collocata la croce dipinta medievale, attribuita al Maestro di Santa Marta, ascrivibile alla II metà del XIII secolo. Nel XIX secolo, il Grassi ricorda che l'opera era collocata nella piccola cappella di destra, vicino all'ingresso. La croce è stata nei secoli rimaneggiata e recententemente restaurata, con la ricostruzione della cimasa e la ricollocazione del frammento pittorico del Cristo pantocratore sopra il nimbo. Sulla parete sinistra del presbiterio si inserisce un tabernacolo per olii santi, in marmo scolpito, opera di Giuseppe Vaccà. Della stessa mano è la cantoria che si sviluppa lungo la parete ricurva dell'abside e che accoglie al centro l'organo ottocentesco, realizzato da Antonio Tronci.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (2010)
L'adeguamento liturgico ha comportato l'inserimento di una mensa in legno per la celebrazione versus populum davanti all'Altare maggiore preconciliare. A sinistra della mensa è collocato un leggio, anch'esso in legno.
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