chiese italiane
censimento chiese
edifici di culto
edifici sacri
beni immobili
patrimonio ecclesiastico
beni culturali ecclesiastici
beni culturali della Chiesa cattolica
edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Pisa
Pisa
chiesa
parrocchiale
S. Martino
Parrocchia di San Martino
Struttura; Pianta; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
presbiterio - intervento strutturale (1970-1999)
1066 - 1076(citazione intero bene); 1103 - 1135(citazione intero bene); 1332 - 1340(costruzione intero bene); 1361 - 1361(costruzione avancorpo); 1477 - 1477(citazione intero bene); XVI - XVII(restauro intero bene); 1785 - 1786(citazione intero bene); 2003 - 2003(restauro facciata); 2005 - 2006(restauro interno); 2013 - 2013(restauro murature esterne)
Chiesa di San Martino
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Martino <Pisa>
Altre denominazioni Chiesa di San Martino in Chinzica
Chiesa di San Martino in kinzica
S. Martino
Ambito culturale (ruolo)
maestranze toscane (costruzione)
Notizie Storiche

1066 - 1076 (citazione intero bene)

La Chiesa di San Martino in "Guatolongo" nel quartiere di Kinzica è menzionata per la prima volta in un documento del 1066. Il piccolo edificio, originariamente di proprietà privata, fu donato ai Canonici del Capitolo del Duomo tra il 1072 e il 1076.

1103 - 1135 (citazione intero bene)

Nella prima metà del XII secolo, il Capito affidò il culto della chiesa ad una collegialità di chierici, di cui Papa Innocenzo II riconobbe ufficialmente l'esistenza e l'organizzazione basata sull'osservanza delle regola di Sant'Agostino, nel 1135.

1332 - 1340 (costruzione intero bene)

Nei primi anni del Trecento la vecchia chiesa, divenuta troppo piccola per soddisfare le necessità di culto di una parrocchia tra le più popolose della città, venne demolita. Tra il 1332 e il 1340, per volontà di Bonifacio Novello della Gherardesca, Conte di Donoratico, vennero costruiti la chiesa nuova e l'annesso monastero, destinato ad accogliere le Monache Clarisse.

1361  (costruzione avancorpo)

Il devoto laico Ser Piero di Ser Simone da San Casciano donò una consistente somma di denaro da impiegare nella costruzione di un ambiente che servisse da "cappella" per le monache, in cui potessero riunirsi a pregare e ad ascoltare le funzioni religiose separate dal resto dei fedeli. Il ballatoio era raggiungibile attraverso un passaggio ancora esistente tra il monastero e la chiesa.

1477  (citazione intero bene)

La nuova chiesa, sostanzialmente già edificata nel 1340, fu probabilmente sottoposta a ulteriori interventi edilizi negli anni successivi, visto che fu riconsacrata il 12 Maggio 1477 dal Vescovo di Calcedonia, Zaccaria Palmieri.

XVI - XVII (restauro intero bene)

Nel corso del XVI secolo, chiesa e convento subirono diversi interventi di restauro. Ma fu a partire dai primi anni del Seicento che l'edificio fu completamente rimodernato: vennero demoliti gli altari di fondazione trecentesca, sostituiti da nuovi più consoni al gusto del tempo. Inoltre, nel 1606 fu completata la facciata in marmo e nel 1609 fu riedificato il coro.

1785 - 1786 (citazione intero bene)

Il Monastero delle Clarisse fu soppresso nel 1786 dal Granduca Pietro Leopoldo che attribuì i beni del Convento al Conservatorio di Sant'Anna. Contestualmente, la chiesa di San Martino fu eretta a Prioria.

2003  (restauro facciata)

Su progetto dell'Architetto Roberto Pasqualetti sono stati eseguiti i lavori di restauro della facciata e di recupero dell'adiacente loggiato. L'intervento ha comportato la pulitura, il consolidamento, la stuccatura e la ricostruzione delle parti mancanti del rivestimento in marmo. Nell'occasione è stato effettuato anche il restauro del portone ligneo e delle finestrature alte della chiesa. Il loggiato è stato liberato dalle superfetazioni e la muratura è stata sottoposta a consolidamento. Infine, è stata realizzata una cancellata di protezione intorno al loggiato, in cui è stata collocata la scultura in marmo raffigurante Santa Bona, opera di Antonio Fascetti.

2005 - 2006 (restauro interno)

Tra il 2005 e il 2006 vengono portati a termine numerosi lavori di restauro all'interno della chiesa, realizzati dagli architetti Franceschi e Germani: vengono eseguiti interventi di restauro conservativo nella Cappella di Santa Bona, sia per quanto riguarda gli affreschi che gli arredi lapidei; inoltre vengono realizzati la campagna diagnostica sulle pareti della navata unica e il restauro dei sei altari laterali e dei due confessionali.

2013  (restauro murature esterne)

Vengono eseguiti i lavori di restauro sui fronti esterni della chiesa su progetto degli architetti Franceschi e Germani.
Descrizione

La chiesa di San Martino sorge in prossimità della strada che un tempo era conosciuta con il nome di “Carraia Maiore”, asse primario della viabilità per tutto il territorio a sud dell'Arno. Il toponimo "Chinzica", nato per indicare l'area vicina alla chiesa di Santa Cristina, si estese progressivamente verso est fino a raggiungere e a sovrapporsi all'indicazione di "Guazzolongo", esistente nell'area intorno alla chiesa di San Martino. La facciata a capanna, rivestita in marmo bianco e conclusa da un frontone triangolare, è scompartita in due ordini, separati da una cornice marcapiano aggettante. La parte inferiore, a fasce bicrome bianche e nere, è riferibile ai primi decenni del Trecento ed ospita cinque arcate cieche, mentre quella superiore, seicentesca, è interrotta al centro da una serliana. I prospetti laterali dell'edificio, invece, sono costituiti da mattoni a faccia vista: il fianco destro, parzialmente coperto dalle strutture appartenenti all'adiacente convento, ospita l'antico campanile, inglobato nel breve portico intonacato che sorge a destra della facciata, edificato intorno al 1572. Il lato sinistro, scandito da alte lesene, ospita alcuni finestroni rettangolari seicenteschi, sormontati da tracce di archi ad ogiva, segni evidenti delle precedenti aperture trecentesche. Anche sul prospetto absidale, un grande finestrone rettangolare seicentesco prende il posto dell'originaria apertura archiacuta tardo gotica, di cui rimane testimonianza nel profilo ogivale al vertice. Lungo il sottotetto dei due prospetti laterali e di quello tergale, si trova una sequenza di archetti pensili ospitanti bacini ceramici del XIII secolo, oggi conservati al Museo Nazionale di San Matteo. Internamente l'aula, coperta da un tetto a capriate lignee, è costituita da una navata unica che si conclude con un arco trionfale che immette nel presbiterio quadrangolare. Lungo la parete destra si aprono due cappelle laterali, la prima dedicata al Santissimo Sacramento e la seconda eretta per il culto di Santa Bona. In controfacciata è inserita un'ampia cantoria riconducibile al primo decennio del XII secolo, riservata alle monache clarisse.
Struttura
Muratura portante a sacco, costituita da conci in pietra e da materiale sciolto lapideo e laterizio all’interno. Tutte le murature interne si presentano intonacate e in buono stato di conservazione.
Pianta
L'edificio a croce latina è a navata unica con copertura a capriate, dotata di un transetto poco pronunciato e due cappelle laterali che si aprono nella parete destra. L'arco trionfale immette nell'abside a pianta quadrangolare, coperto da una volta a crociera nervata. In controfacciata, cantoria in muratura sorretta da tre archi.
Coperture
Copertura a capanna costituita da orditura primaria e secondaria in struttura lignea, sorretta da dodici capriate. Abside rettangolare con volta a crociera nervata, completamente intonacata. Atrio della chiesa con copertura a volte a crociera intonacate. Manto di copertura in cotto su tutte le falde di copertura dell’edificio.
Pavimenti e pavimentazioni
Nell'aula è presente una pavimentazione in cotto in cui sono inserite alcune lapidi terragne in marmo, distribuite prevalentemente lungo il corridoio centrale della navata. Il presbiterio presenta una pavimentazione in marmo bianco e bardiglio a quadroni disposti a losanga.
Elementi decorativi
L'ordine inferiore della facciata, decorato a fasce bicrome, è caratterizzato da cinque arcate cieche: quella centrale, più ampia, ospita il portale d'ingresso principale, sormontato da una lunetta contenente il bassorilievo con San Martino e il povero, copia dell'originale custodito all'interno della chiesa ed attribuito all'opera di Andrea e Nino Pisano. L'ordine superiore accoglie al centro una serliana ed è coronato da un timpano con spessa cornice aggettante, cimato da una croce in ferro su monte di pietà. Internamente, la controfacciata è parzialmente coperta da un ampio ballatoio datato 1610, riservato alle clarisse, sulle cui pareti sono ancora visibili un dossale d'altare, opera di Ridolfo Frullani del 1729, e tracce di affreschi trecenteschi. Di fronte all'entrata principale sono collocate due acquasantiere a colonna in marmo bianco scolpito, datate 1504 e 1529, provenienti dalla chiesa di San Francesco. Lungo la parete d'ingresso, a destra e a sinistra della bussola, sono collocati quattro affreschi staccati attribuiti a Giovanni di Nicola, della metà del XIV secolo, raffiguranti l'Annunciazione e la Visitazione, la Nascita di San Giovanni Battista, la Natività di Cristo e l'Adorazione dei Magi e infine la Presentazione al Tempio. Altri due affreschi e relative sinopie si trovano nella prima cappella a destra, detta del Santissimo Sacramento: si tratta di opere realizzate da Antonio Veneziano della fine del Trecento, raffiguranti l'Apparizione dell'Angelo a Zaccaria e la Visitazione. La volta, opera di Cecco di Pietro del 1388, è dipinta con elementi quadrilobati e stelle dorate ed ospita al centro la figura del Cristo in mandorla, circondato dagli Evangelisti e dagli Apostoli. Lungo le pareti della navata sono inseriti sei altari laterali, realizzati nel corso del Seicento in pietra serena ed ornati di pitture coeve: durante i recenti lavori di restauro dei dipinti, a seguito del distacco delle tele dai rispettivi dossali, sono emersi alcuni importanti frammenti di affreschi medievali. Sulla parete destra si apre una seconda cappella, dedicata a Santa Bona ed eretta dalla famiglia Del Turco nel 1606. A destra e a sinistra del suo ingresso trovano posto il monumento funebre di Francesco Del Testa, opera del carrarese Giovanni Cybei del 1780 e il pulpito in marmi bianchi e mischi, opera di Andrea e Giovan Battista Vaccà del 1720, autori anche dei due confessionali marmorei inseriti in parete poco più avanti. L'Altare Maggiore, realizzato in marmi policromi alla fine del XVII secolo, conservava sotto la mensa le reliquie di Santa Bona, oggi esposte sull'ultimo altare della parete sinistra, inserite in una nicchia ottocentesca in legno dorato.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1970-1999)
Lo spazio liturgico dell'area presbiteriale è stato parzialmente modificato con l'aggiunta di una mensa e di un ambone mobili in ligneo. Inoltre sono state eliminate le balaustre.
Contatta la diocesi