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Pisa
Pisa
chiesa
parrocchiale
S. Frediano
Parrocchia di San Frediano
Struttura; Pianta; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni; Facciata; Elementi decorativi
presbiterio - intervento strutturale (1986-1987); presbiterio - aggiunta arredo (2006-2008)
1061 - 1061(citazione intero bene); 1076 - 1210(costruzione intero bene); 1076 - 1561(citazione intero bene); 1562 - 1590(citazione intero bene); 1594 - 1783(citazione intero bene); 1600 - 1610(completamento soffitto); 1675 - 1675(citazione coperture); 1784 - 1784(citazione intero bene); 1855 - 1855(citazione intero bene); 1921 - 1921(restauro cappelle latarali); 1964 - 1964(restauro intero bene); 1986 - 1987(rifacimento presbiterio); 2001 - 2003(restauro intero bene); 2006 - 2008(restauro presbiterio)
Chiesa di San Frediano
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Frediano <Pisa>
Altre denominazioni S. Frediano
Ambito culturale (ruolo)
maestranze toscane (costruzione)
Notizie Storiche

1061  (citazione intero bene)

La chiesa di San Frediano, con annesso ospedale destinato ad accogliere poveri e pellegrini, è menzionata per la prima volta nel 1061 con la doppia intitolazione ai Santi Martino e Frediano.

1076 - 1210 (costruzione intero bene)

La datazione dell'edificio è incerta ed oscilla tra la fine dell'XI e i primi anni del XII secolo.

1076 - 1561 (citazione intero bene)

Dalla fine del XII secolo, chiesa e ospedale furono affidati ai Camaldolesi che ressero il complesso fino al 1561.

1562 - 1590 (citazione intero bene)

Dal 1562 al 1594, il complesso passò all’Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano, che, intorno al 1589, operarono una generale ristrutturazione interna della chiesa. Anche la facciata fu modificata: secondo il programma voluto dal Granduca Ferdinando I, fu decorata da un imponente stemma dell'Ordine, poi rimosso nel corso dei restauri occorsi durante il XX secolo.

1594 - 1783 (citazione intero bene)

Nel 1594, il Granduca Ferdinando in accordo con l'arcivescovo Carlo Antonio Dal Pozzo assegnò l'intero complesso ai Chierici Regolari della Congregazione di San Paolo, detti Barnabiti, che si dedicarono tra le altre cose all'educazione scolastica dei giovani pisani tra il 1632 e il 1783. Chiesa e convento, in questi anni, vennero sottoposti a radicali interventi di ristrutturazione interna.

1600 - 1610 (completamento soffitto)

Nel primo decennio del XVII secolo, vennero costruite le nuove cappelle laterali, mentre nel 1603, grazie al finanziamento dell'Arcivescovo Dal Pozzo, si mise mano alla costruzione del soffitto ligneo, ornato da pitture di Michelangelo Cinganelli e decorato al centro da un grande stemma con le insegne vescovili.

1675  (citazione coperture)

Nel 1675, un incendio distrusse l'originario soffitto ligneo a cassettoni, i dipinti che decoravano la zona presbiteriale, l'organo e i confessionali. A seguito del grave incidente, fu edificata la nuova volta della navata centrale e il coro, entrambi arricchiti da stucchi dorati e pitture murali.

1784  (citazione intero bene)

Nel 1784, a seguito della soppressione dell'Ordine dei Barnabiti, la chiesa assunse il titolo parrocchiale e incorporò la cura delle anime di alcune chiese soppresse, tra cui quella di Santa margherita e dei Santi Felice e Regolo.

1855  (citazione intero bene)

A seguito della chiusura temporanea della chiesa dei Cavalieri, dovuta ai lavori di restauro del 1855, l'Ordine di Santo Stefano, che qui aveva la sua sede, ottenne di poter celebrare nella vicina chiesa di San Frediano.

1921  (restauro cappelle latarali)

Nuovi lavori di restauro furono condotti nel 1921 e riguardarono il riordino delle cappelle laterali.

1964  (restauro intero bene)

Nel 1964, a conclusione degli interventi di restauro che riportarono l'edificio alle sue originarie forme architettoniche romaniche, l'Arcivescovo Ugo Camozzo consacrò la chiesa.

1986 - 1987 (rifacimento presbiterio)

Intorno agli anni Ottanta del XX secolo, furono demoliti i gradoni e rimossa la balaustra che delimitava la zona presbiteriale. Attualmente quest'ultima è collocata nel cortile interno della struttura.

2001 - 2003 (restauro intero bene)

Negli anni 2001-2003, fu realizzato un intervento di restauro dell'intero complesso, su progetto dell'Architetto Alessandro Baldassarri. L'intervento ha previsto anche la pulitura dei materiali lapidei della facciata con l'innovativa tecnica del laser Nd: Yag.

2006 - 2008 (restauro presbiterio)

Nel 2006, furono eseguiti i lavori di ristrutturazione dell'area presbiteriale, ad opera dell'Architetto Alessandro Baldassarri. L'intervento ha portato alla sovrapposizione sul piano del presbiterio di un impianto ligneo, in cui è inserita un’iscrizione con caratteri in ottone: il versetto, “Verrò/all’altare di Dio/mia gioia/mia giovinezza”, allude ai giovani della comunità universitaria cui la chiesa è destinata. L’altare, di forma quasi cubica, unisce in sé la figura dell’ara e quella della mensa e custodisce la reliquia di San Frediano. L’ambone è caratterizzato da un leggio trasparente che permette ai fedeli di vedere il Libro Sacro e porta in rilievo sulla cinta forme che alludono ai caratteri dell’alfabeto greco ed ebraico, lingue della Sacra Scrittura.
Descrizione

Affacciata sulla Piazza San Frediano, punto di passaggio sull'importante asse viario che collegava l’Arno all’odierna piazza dei Cavalieri, centro politico della città in epoca medievale, l'omonima chiesa si presenta con una facciata insolitamente rivolta ad est ed impostata su tre ordini. Quello inferiore è caratterizzato da un motivo ad arcate cieche con losanghe a gradini, tipiche del romanico pisano. Le semicolonne centrali e i pilastri laterali costituiscono gli appoggi delle arcate ed inquadrano i tre ingressi principali. La porta centrale è dotata di un architrave di spoglio in marmo bianco scolpito. Il secondo ordine è costituito da tre arcate cieche, di cui quella centrale ospita una bifora, con colonna ed archi in marmo bianco, mentre quelle laterali sono decorate da losanghe. Lateralmente, un piccolo timpano risolve le navatelle. Al centro dell'ultimo ordine campeggiano due oculi, mentre al vertice il frontone chiude il prospetto. Il campanile, a pianta quadrangolare con struttura di base in materiale lapideo e la parte sommitale in laterizio, appare incastrato tra il lato sinistro della chiesa e le architetture adiacenti. Internamente, l'edificio si presenta a struttura basilicale con tre navate scompartite da otto archi a tutto sesto sorretti da sette colonne per parte. Un presbiterio quadrangolare termina la navata centrale, mentre le due cappelle adiacenti al presbiterio concludono quelle laterali. Sei cappelle, tre per lato, si affacciano sulle navate laterali per il tramite di altrettanti archi. La navata principale è coperta da una volta a botte lunettata, su cui si affacciano in totale 8 finestre, mentre le navatelle sono risolte con volte a vela per ogni campata. Le cappelle laterali, infine, hanno copertura a cupola. Attraverso un grigliato posto alla base di una delle colonne della navata è visibile l'originario piano di imposta della costruzione romanica.
Struttura
Muratura in blocchi di pietra lasciati a vista esternamente e intonacati all'interno, ad eccezione della parte alta della navata centrale, lasciata a vista.
Pianta
Pianta a struttura basilicale a tre navate, priva di transetto, con presbiterio quadrangolare centrale e cappelle affiancate. Sulle navate laterali si aprono tre cappelle per parte. Tribuna per l'organo collocata nell'abside, sopra la sede del coro. Sulla parete sinistra, una porta conduce ad un ampio vano quadrangolare utilizzato come sacrestia.
Coperture
La navata centrale è coperta da una volta a botte lunettata (con catene metalliche alle reni) intonacata e dipinta. Nelle navate laterali, le campate sono risolte da volte a vela. Nelle cappelle laterali, coperture a cupola (le prime due, a destra e a sinistra, risultano di forma spiccatamente ovaleggiante). La cupola absidale, semisferica, è impostata su archi e pennacchi di raccordo con la muratura quadrangolare sottostante. Questa stessa soluzione si presenta in misura ridotta nelle due cappelle adiacenti al presbiterio.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimentazione delle tre navate in cotto levigato (16,5x33,5 cm) posato a spina di pesce, di recente fattura. Cappelle laterali pavimentate con mattonelle in marmo bicolore (bianco e nero) disposte a scacchiera o con lastre in marmo chiaro. Presbiterio in marmo bianco con mattonelle disposte a spina di pesce e interposti listelli in marmo rosso verona. Dietro l'altar maggiore, il pavimento risulta rialzato di un gradino e rivestito in cotto (15 x 30). Cappelle adiacenti al presbiterio pavimentate in mattonelle di marmi bicolori.
Facciata
La facciata, in pietra panchina squadrata e levigata, è impostata su tre ordini, il primo dei quali caratterizzato da sette archetti ciechi ornati da losanghe. Due semicolonne in marmo bianco incorniciano i tre portali d'ingresso, profilati da cornici lisce in marmo bianco. L'architrave del portale centrale, materiale di spoglio di epoca romana riferibile al IV secolo, è stato rilavorato e reimpiegato intorno alla fine dell'XI. Adiacente allo stipite sinistro del portone principale, è inserita un'iscrizione in lettere esoteriche databile intorno all'VIII secolo e riconducibile ad analoghe incisioni come quella proveniente dalla distrutta chiesa dei Santi Cosimo e Damiano in Pisa e altre rinvenute sia in lucchesia che nel barghigiano.
Elementi decorativi
Internamente, la chiesa è suddivisa in tre navate, scandite da due file di colonne ornate da capitelli romanici dell'XI secolo. In controfacciata, dove fino al XIX secolo era inserita la cantoria con l'organo, è murata una lapide funebre del 1608 dedicata a Giovanni Francesco Costeo (1565-1608), medico giurista e letterato. Vicino all'ingresso, sono collocate due acquasantiere a colonna realizzate in marmi mischi nel primo Seicento. Le cappelle laterali, erette nel XVII secolo, sono cinte da balaustre marmoree e ospitano altari in marmi policromi. La prima di sinistra, dedicata alla Santa Croce, fu costruita nel 1607 per volontà di Pietro Venerosi Pesciolini, secondo il progetto attribuito al padre barnabita Giovanni Ambrogio Mazenta (1565-1635). La volta ospita il Trionfo della croce, affresco realizzato da Ventura Salimbeni nel 1605. Al centro della parete di fondo campeggia la grande croce dipinta, eseguita a tempera ed oro su tavola, di ambito pisano ed ascrivibile alla seconda metà del XII secolo. La seconda cappella, dedicata ai Santi Lorenzo e Gaetano Martiri, accoglie un altare eseguito da Giovan Battista Stagi nel 1652. La terza, originariamente dedicata a San Carlo Borromeo e in seguito alla Madonna di Lourdes, fu costruita nel Seicento per volontà di Giulio de' Medici e completamente modificata nel XIX secolo, come attesta l'iscrizione sul timpano dell'altare. Le cappelle adiacenti all'area presbiteriale, sono dedicate a santa Brigida (sinistra) e a San Paolo (destra). Quest'ultima, costruita per volontà di Giovanni Maria Lorenzetti agli inizi del Seicento, fu ristrutturata dal Cappellano Gioacchino Pellegrini nel 1803. L'altare, in pietra serena, è caratterizzato da due colonne inclinate, sorrette da due figure angeliche. Cupola e tamburo sono decorati da affreschi raffiguranti il Padre Eterno in gloria tra angeli e gli Angeli musicanti di Rutilio Manetti, databili al 1612. Al centro dell'area presbiteriale è collocato l'Altare maggiore, realizzato nel 1772 in marmi policromi, sotto la direzione di G. B. Tempesti e sormontato da un crocifisso ligneo seicentesco di Giuseppe Giacobbi. Addossato alla parete di fondo del presbiterio è collocato il coro ligneo realizzato dall'intagliatore Cosimo Arrighi nel 1570 per la chiesa di Santo Stefano dei Cavalieri e qui trasferito intorno alla metà del XIX secolo. Al di sopra è collocato l'organo della ditta Agati-Tronci (1910), costituito dal reimpiego delle canne di un piccolo organo probabilmente sei-settecentesco. Gli affreschi del coro raffiguranti i Miracoli di San Frediano ed eseguiti da Antonio Domenico Gabbiani, furono andati perduti nell'incendio del 1675. Proseguendo lungo la navata destra si apre la prima cappella, dedicata a San Francesco e realizzata nel 1608 da Gino di Stoldo Lorenzi. Sotto la mensa d'altare è esposta un'urna lignea settecentesca coi resti del Beato Bartolomeo Aiutamicristo. La seguente, dedicata nel XVIII secolo alla Madonna del Cuore, accoglie un altare in marmi policromi riferibile anch'esso alla taglia di Gino di Stoldo Lorenzi e una statua lignea seicentesca raffigurante la Madonna, recentemente restaurata. L'ultima cappella, dedicata alla Natività di Cristo, ospita al centro un moderno fonte battesimale in porfido, eseguito da Mario Bertini intorno al 1953. Completano le navate laterali quattro confessionali-sepolcro seicenteschi, di cui due in pietra lavagna e due in marmi policromi. Quello inserito nella navata destra è sormontato da un ricco monumento funebre in ricordo di Giovanni Battista Ruschi, caratterizzato da un'ampia lunetta in marmo bianco inciso raffigurante la profezia delle Aride Ossa di Ezechiele (37). Recentemente restaurati, i dipinti collocati sulle pareti delle navate e nelle cappelle pittura pisana del Seicento con nomi da ventura Salimbeni a Ranieri Borghetti, da Alessandro Tiarini al Clementone, fino ad Aurelio Lomi.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1986-1987)
Intorno agli anni Ottanta del XX secolo, furono demoliti i gradoni e rimossa la balaustra che delimitava la zona presbiteriale.
presbiterio - aggiunta arredo (2006-2008)
Il progetto di adeguamento liturgico dell'area presbiteriale, ad opera dell'Architetto Alessandro Baldassarri, ha previsto la sovrapposizione sul pavimento del presbiterio di un impianto ligneo decorato con n'iscrizione in caratteri dorati tratta dal salmo 42,4 della Vulgata. L’Altare maggiore, di forma quasi cubica, è formato da una base in legno al naturale con doratura invecchiata negli alzati e da una mensa in marmo bianco. L’ambone, con leggio trasparente, porta in rilievo sulla cinta forme che alludono ai caratteri dell’alfabeto greco ed ebraico. Completano l'area presbiteriale i sedili del celebrante e dei ministranti.
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