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Riglione
Pisa
Pisa
chiesa
parrocchiale
SS. Ippolito e Cassiano
Parrocchia dei Santi Ippolito e Cassiano
Struttura; Pianta; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
presbiterio - aggiunta arredo (1965)
780 - 780(citazione intero bene); 1119 - 1119(citazione intero bene); XVI - XVI(ricostruzione copertura); XVI - XIX(citazione intero bene); XVII - XVII(restauro canonica
sacrestia); 1792 - 1792(restauro intero bene); 1797 - 1797(sopraelevazione campanile); 1860 - 1860(citazione intero bene); 1941 - 1946(ricostruzione chiesa e campanile); 1946 - 1946(ricostruzione presbiterio); 1948 - 1948(citazione intero bene); 2000 - 2004(restauro intero bene)
Chiesa dei Santi Ippolito e Cassiano
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa dei Santi Ippolito e Cassiano <Riglione, Pisa>
Altre denominazioni SS. Ippolito e Cassiano
Ambito culturale (ruolo)
maestranze toscane (costruzione)
Notizie Storiche

780  (citazione intero bene)

La chiesa dei Santi Ippolito e Cassiano di Riglione è ricordata in un documento di non comprovata autenticità del 780, riguardante la fondazione dell'Abazia di San Savino.

1119  (citazione intero bene)

Il primo documento certo che attesta l'esistenza della chiesa di Riglione risale al 15 gennaio 1119.

XVI  (ricostruzione copertura)

Nei primi decenni del XVI secolo, la chiesa versava in cattive condizioni di conservazione: il tetto infatti era distrutto e fu necessario l'intervento della comunità per ripristinarlo.

XVI - XIX (citazione intero bene)

La chiesa, appartenente ai possedimenti dell'Abazia di San Savino, ne seguì le sorti e nel XVI secolo passò in commenda all'ordine dei Cavalieri di Santo Stefano, fino alla soppressione dell'ordine stesso.

XVII  (restauro canonica, sacrestia)

Nel corso del XVII secolo, per volontà del curato Francesco Sarbra, fu rifatto il tetto della sacrestia pericolante e ingrandita la casa canonica. inoltre furono apportate alcune migliorie alla chiesa.

1792  (restauro intero bene)

Nel corso del XVIII secolo l'edificio di culto fu restaurato ed ampliato. La chiesa fu nuovamente consacrata il 9 settembre 1792 dall'Arcivescovo Angelo Franceschi.

1797  (sopraelevazione campanile)

Nel 1797, pochi anni dopo l'ampliamento della chiesa, il campanile fu rialzato e le antiche campane vennero fuse.

1860  (citazione intero bene)

Con la soppressione dell'Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano, a partire dal 1860, la chiesa iniziò a dipendere dall'Ordinario.

1941 - 1946 (ricostruzione chiesa e campanile)

Il 15 giugno 1944 il campanile e la chiesa di Riglione furono distrutti dalle mine tedesche e ricostruiti nel 1946.

1946  (ricostruzione presbiterio)

Il presbiterio e l'Altare maggiore furono distrutti durante la Seconda guerra mondiale: il nuovo altare maggiore fu consacrato nel 1946 dall'Arcivescovo Gabriele Vettori.

1948  (citazione intero bene)

Il 1° agosto1948, con decreto arcivescovile di Mons. Ugo Camozzo, la chiesa di Riglione fu elevata a Prioria.

2000 - 2004 (restauro intero bene)

Nei primi anni del 2000, sono stati realizzati lavori di restauro conservativo dei paramenti esterni della chiesa.
Descrizione

La chiesa dei Santi Ippolito e Cassiano sorge nella parte settentrionale dell'abitato di Riglione, paese alle porte di Pisa situato sulla riva sinistra dell'Arno, lungo la via Tosco Romagnola. La facciata a capanna, completamente intonacata, è delimitata lateralmente da due paraste angolari in pietra faccia vista e coronata al vertice da un timpano triangolare, profilato da una spessa cornice modanata. Al centro del prospetto si apre il portale d'ingresso con frontone ricurvo, sormontato da una finestra rettangolare tamponata. Il fianco destro presenta due finestre e un portale d'accesso secondario, mentre quello sinistro risulta in aderenza con le aule parrocchiali, la sacrestia e il campanile. Quest'ultimo, costituito da una torre a pianta quadrata realizzata in laterizi, termina con una cella campanaria dotata di un’apertura a monofora su ciascun lato e conclusa da una copertura piana, profilata da balconata. All'interno, l'aula a navata unica con tetto a capriate lignee diparte dalla controfacciata che ospita la cantoria e si conclude con un presbiterio quadrangolare affiancato da due nicchie laterali. Sulla parete sinistra del presbiterio una porta conduce in sacrestia.
Struttura
Muratura portante a sacco, costituita da conci in pietra e da materiale sciolto lapideo e laterizio.
Pianta
Schema planimetrico a navata unica con abside centrale e due nicchie laterali di forma rettangolare. L'area presbiteriale risulta rialzata di un gradone rispetto al resto dell’aula. Sulla parete sinistra del presbiterio una porta conduce in sacrestia. In controfacciata è inserita la cantoria con balconata in legno, sorretta da mensole lignee.
Coperture
Copertura a capanna costituita da orditura primaria e secondaria in struttura lignea, sorretta da sei capriate. L’abside è coperto da una volta a vela, mentre la sacrestia è dotata di una copertura piana in laterocemento. Manto di copertura in cotto su tutte le falde di copertura dell’edificio.
Pavimenti e pavimentazioni
Pavimentazione a quadroni di marmo bianco e bardiglio, disposti a losanga su tutta la superficie dell'aula. Il presbiterio presenta una pavimentazione in marmo disposta ad "opus incertum". La sacrestia è dotata di un pavimento in gres.
Elementi decorativi
La facciata a capanna, interamente intonacata, risulta delimitata da due paraste angolari costituite da blocchi di pietra, a sostegno del timpano triangolare, al centro del quale è dipinta la croce dei Cavalieri di Santo Stefano. Il portale d'ingresso, profilato da una cornice in pietra dipinta e concluso da un frontone ricurvo, è sormontato da una finestra rettangolare tamponata, anch'essa dotata di cornice in pietra. Internamente, l'aula diparte dalla controfacciata dove è inserita la cantoria con balconata in legno, sorretta da mensoloni lignei, che ospita al centro l'organo a canne della seconda metà del XIX secolo. A sinistra dell'ingresso principale è collocato un monumento con lapide commemorativa in ricordo dei caduti della Seconda guerra mondiale, mentre sul lato destro si trova un'acquasantiera a colonna in marmo bianco riconducibile al XVIII secolo. Lungo le pareti laterali si fronteggiano due confessionali a tre fornici ricostruiti nel XX secolo: quello di sinistra ha mantenuto la sua funzione, mentre quello di destra è utilizzato come vetrina per l'esposizione dei reliquiari. Sulla parete sinistra, una nicchia quadrangolare accoglie il novecentesco fonte battesimale in marmo, rialzato su gradino. Di seguito, trovano posto due altari laterali a edicola, realizzati in pietra dipinta nel XVIII secolo e rimaneggiati nel corso dei secoli successivi con l'aggiunta di marmi policromi. L'altare destro, intitolato alla Divina Pastora come riporta la cartella al vertice, accoglie al centro del dossale l'immagine seicentesca della Madonna col Bambino e San Giovannino, opera di Bartolomeo Schedoni, che la famiglia Antoni Catanti donò alla chiesa nel 1827. L'altare sinistro, dedicato al Santissimo Crocifisso, accoglie al centro la croce dipinta del XIII secolo attribuita a Michele di Baldovino, ridipinta da un allievo del Tempesti nel 1792 e sottoposta a nuovo restauro nel 1982. L'area presbiteriale, rialzata di un gradone rispetto al resto dell'aula e delimitata da balaustre in marmo, è costituita da una scarsella absidale centrale di forma quadrangolare. Quest'ultima è sormontata da un arco trionfale e affiancata da due nicchie laterali, incorniciate a loro volta da due archetti a tutto sesto. La parete al di sopra degli archi e quella di fondo sono decorate con dipinti murali di Luigi Antonio Gaioni, raffiguranti rispettivamente Gesù Cristo in trono e di Dio Padre in gloria, opere del XX secolo.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1965)
Alla fine della Seconda guerra mondiale, fu costruito il nuovo altare maggiore consacrato nel 1946 dall'Arcivescovo Gabriele Vettori. L'adeguamento liturgico ha comportato l'inserimento di un ambone e di una mensa mobile per la celebrazione versus populum davanti all'altare maggiore preconciliare.
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