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Farnocchia
Stazzema
Pisa
chiesa
parrocchiale
S. Michele Arcangelo
Parrocchia di San Michele Arcangelo
Struttura; Pianta; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
presbiterio - aggiunta arredo (1990)
789 - 789(citazione intero bene); 970 - 970(citazione intero bene); 1260 - 1260(citazione intero bene); 1636 - 1636(ristrutturazione coro); 1673 - 1673(ristrutturazione ala sinistra); 1721 - 1721(costruzione volta); 1721 - 1789(ricostruzione intero bene); 1828 - 1828(costruzione campanile); 1839 - 1850(citazione intero bene)
Chiesa di San Michele Arcangelo
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Michele Arcangelo <Farnocchia, Stazzema>
Altre denominazioni S. Michele Arcangelo
Ambito culturale (ruolo)
maestranze toscane (costruzione)
Notizie Storiche

789  (citazione intero bene)

La prima attestazione del paese di Farnocchia risale al 789.

970  (citazione intero bene)

Un documento del 970 testimonia l'avvenuto contratto di permuta tra Adolfo o Arnolfo prete e Adalongo, Vescovo di Lucca. In quell'anno il paese doveva già essere dotato di una chiesa.

1260  (citazione intero bene)

La chiesa di Farnocchia viene menzionata con certezza e per la prima volta nelle Rationes Decimarum del 1260, dove compare dipendente dalla Pieve di Santa Felicita in Valdicastello, sotto la giurisdizione della Diocesi di Lucca.

1636  (ristrutturazione coro)

Il coro della chiesa fu restaurato nel 1636.

1673  (ristrutturazione ala sinistra)

Nel 1673 vennero eseguiti dei lavori di ristrutturazione che riguardarono soprattutto la cappella laterale sinistra.

1721  (costruzione volta)

Nel 1721 venne costruita la volta della chiesa ed aperto il rosone al centro della facciata.

1721 - 1789 (ricostruzione intero bene)

La chiesa di San Michele Arcangelo passò dalla diocesi di Lucca a quella di Pisa il 18 settembre del 1789.

1828  (costruzione campanile)

Il campanile, risalente al 1828, accoglie nel paramento murario un'epigrafe, solo parzialmente leggibile, che riporta la notizie che la torre fu distrutta e ricostruita più volte nel corso del XVII e XVIII secolo.

1839 - 1850 (citazione intero bene)

Negli anni Trenta del XIX secolo, fu proggettato l'ingrandimento della chiesa e, nel 1839, fu iniziata la costruzione delle due navate laterali dell'edificio. I lavori durarono sette anni e furono conclusi intorno alla metà del XIX secolo: la chiesa fu riaperta al culto nel 1850.
Descrizione

Il paese di Farnocchia si erge sul versante settentrionale dell'omonimo monte ed è dominato dall'antica chiesa di San Michele Arcangelo, costruita su un ampio piazzale con terrazza panoramica sul lato nord. La parte tergale della chiesa, risentendo della morfologia del terreno, risulta edificata ad una quota di circa tre/quattro metri inferiore rispetto al piazzale antistante ed ospita quindi locali sottostanti l'edificio. Il sagrato, in parte tenuto a verde ed in parte pavimentato con grandi lastre di pietra squadrata, ospita il campanile, che svetta isolato di fronte alla navata destra della chiesa. La torre, a base quadrata e realizzata in pietra, è scandita da cinque ordini a sezione decrescente, caratterizzati da piccole monofore ad ogni livello. La cella campanaria, che ospita le monofore più grandi per alloggiare le campane, termina con una cupoletta semisferica poggiante su un basamento ottagonale. La facciata principale a salienti, realizzata in blocchi di pietra squadrata, presenta alcune bozze scolpite con motivi decorativi alto medioevali. La parte inferiore del prospetto principale accoglie tre portali d'ingresso lunettati, di cui quello centrale dotato di archivolto falcato, mentre nella parte superiore si apre il settecenteso rosone con cornice in marmo bianco. Al vertice, il timpano è caratterizzato da un'apertura ottagonale tamponata, sormontata da margherita carolingia lavorata a traforo. Le campate laterali presentano invece delle semplici gronde intonacate, appena aggettanti, che riprendono l’andamento della copertura. L’interno, a pianta basilicale, è scandito in tre navate da quattro archeggiature per parte e termina con un abside pentagonale. In testa alla navata sinistra, una porta conduce ad un locale adiacente all'area presbiteriale, destinato a sacrestia.
Struttura
Esternamente la muratura perimetrale si presenta in pietra lasciata a vista, mentre all'interno risulta intonacata. Il bozzato presente in facciata, sul fianco sinistro e nella zona tergale dell'edificio è costituito da lastre squadrate e regolari, di diversi formati. Le restanti parti sono invece costituite da pietrame di recupero di pezzatura ridotta misto a laterizio, di natura apparentemente molto inconsistente.
Pianta
Pianta basilicale a tre navate con abside pentagonale introdotto da un ampio arco trionfale. La navata centrale è divisa dalle laterali da quattro arcate a tutto sesto sostenute da pilastri quadrati intonacati. In testa alle navate laterali due grandi cappelle affiancano l’abside. L'area presbiteriale, ralzata di due gradoni rispetto al resto dell'aula, ospita il coro lungo la parete absidale. Si accede alla sacrestia dalla cappella laterale sinistra, traminte una piccola apertura.
Coperture
La navata centrale è coperta da una volta a botte lunettata, intonacata e dipinta, dotata di finestre rettangolari. Nella campata che accoglie il presbiterio, le lunette sono cieche e le finestre dipinte. Le navate laterali sono coperte da una serie di volte a crociera, anche'esse intoncate e dipinte. L’abside pentagonale presenta una copertura a cupola a cinque spicchi. Le cappelle laterali poste in testa alle navate sono dotate di una volta a vela intonacata e dipinta.
Pavimenti e pavimentazioni
Il corridoio della navata centrale, il presbiterio e le due cappelle laterali sono pavimentati con piastrelle di marmo bianco e bardiglio, delle dimensioni di 28x28 cm, disposte a scacchiera in diagonale rispetto alle pareti. Il resto della chiesa è pavimentato con lastre squadrate di pietra grigia, di varie dimensioni poste a correre, ad eccezione dell’ultima campata delle navate laterali, dove le lastre sono di 30x57 cm, poste a spina di pesce parallela.
Elementi decorativi
La facciata della chiesa, a salienti, è costituita da un paramento murario in blocchi di pietra ben squadrati. Nella parte inferiore si aprono tre portali d'ingresso lunettati, di cui quello centrale dotato di portone in legno scolpito, opera di Roberto Cipriani. Ai lati dell'ingresso centrale, sono inserite in parete alcune bozze incise raffiguranti margherite carolingie, tema tipico del periodo altomedievale. Nella parte superiore del prospetto principale si trova il rosone, profilato da una cornice aggettante in marmo bianco e accompagnata da una cartella a specchio, contenente la data di realizzazione, 1721. Il timpano triangolare ospita al vertice un oculo ottagonale tamponato, sormontato da un decoro traforato a forma di margherita. Internamente la chiesa, dipinta ad imitazione del bozzato in pietra, è divisa in tre navate da due serie di pilastri, che sostengono quattro archi a tutto sesto per parte. Al di sopra, corre lungo tutto il perimetro della chiesa una trabeazione con cornice aggettante, su cui si impostano la volta lunettata della navata principale e il catino absidale. Al centro della controfacciata si erge la cantoria, realizzata in muratura dipinta, su cui è installato il monumentale organo a 21 canne del 1748, acquistato nel 1833 dal Duomo di Pietrasanta. Sulla parete della navata destra si apre una nicchia, in cui è collocato il tabernacolo a tempietto del XVI secolo, attribuito a Lorenzo Stagi (in seguito riutilizzato come fonte battesimale), mentre, sulla navata opposta, un'analoga nicchia ospita un secondo fonte battesimale in breccia, di forma ottagonale, dotato di coperchio in legno. A metà delle navate laterali si fronteggiano due altari seicenteschi, anch'essi realizzati in breccia: a destra, l'altare dedicato a San Michele ospita al centro del dossale il dipinto del Madonna con Gesù Bambino tra i santi Girolamo, Michele Arcangelo, Giuseppe, Luigi Gonzaga e Apollonia; a sinistra, l'altare del Corpus Domini, caratterizzato dalla tavola dipinta raffigurante l’Ultima Cena, opera di Roberto Cipriani del 1871. Addossato al terzo pilastro destro, si trova il pulpito in marmo bianco, con tazza ottagonale decorata da cinque pannelli scolpiti, del XVIII secolo. In testa alle due navate laterali sono collocati due cappelle: a destra, quella dedicata alla Madonna del Rosario ospita un altare con cornice centrale centinata in marmo rosso e bianco, contenente 15 formelle raffiguranti i Misteri del Rosario. La cappella sinistra accoglie l'altare della Cintura, caratterizzato da un bassorilievo in marmo bianco scolpito, opera di Girolamo Moisè padre e dei figli Girolamo e Iacopo, scultori di Riomagno di Seravezza. L'area presbiteriale, rialzata di due gradoni rispetto al resto dell'aula e delimitata da due balaustre in marmo, ospita al centro l'Altare maggiore, realizzato in marmi policromi. Sui gradini sopra la mensa sono posizionate due sculture in marmo raffiguranti San Michele Arcangelo e San Girolamo. Alle spalle di quest'ultimo, l'abside accoglie il coro ottocentesco in legno intagliato e dipinto.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1990)
L'adeguamento liturgico è consistito nell'introduzione di una nuova mensa per la celebrazione liturgica "versus populum", composta da una lastra in marmo di Carrara poggiante su quattro massicce colonne, anch'esse realizzate in marmo. Il nuovo altare, collocato di fronte a quello preconciliare, fu consacrato il 14 luglio 1991 dall'Arcivescovo di Pisa Alessandro Plotti. Con l’occasione è stata realizzata anche la sottostante pedana in marmo bianco e bardiglio, con motivo a scacchiera. Alla destra della mensa, trova posto un ambone ad essa coordinato.
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