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Condino
Borgo Chiese
Trento
chiesa
parrocchiale
S. Maria Assunta
Parrocchia di Santa Maria Assunta
Preesistenze; Pianta; Facciata; Prospetti; Campanile; Struttura; Coperture; Interni; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi
presbiterio - aggiunta arredo (1980-1990 circa)
XII - XV(preesistenze intero bene); 1495/01/05 - 1505(ricostruzione intero bene); 1506 - 1507(riparazione intero bene); 1510 - 1510(consacrazione carattere generale); 1511 - 1514(completamento intero bene); 1517 - 1517(consacrazione carattere generale); 1534 - 1536(costruzione portale maggiore); 1542 - 1542(manutenzione vetrate); 1558 - 1558(ristrutturazione intero bene); 1579 - 1579(ristrutturazione intero bene); 1603/07/28 - 1603(rintonacatura interno); 1613/10/04 - 1613/10/04(erezione ad arcipretura carattere generale); 1620 - 1621(ristrutturazione intero bene); 1633 - 1633(ristrutturazione interno); 1652 - 1654(ristrutturazione intero bene); 1668/08/05 - 1668(rifacimento tetto); 1671 - 1671(ristrutturazione sacrestia); 1673 - 1673(rintonacatura interno); 1683 - 1686(manutenzione intero bene); 1694 - 1694(manutenzione arredi interno); 1701 - 1701(rinnovo campana campanile); 1707 - 1707(manutenzione intero bene); 1712 - 1727(rinnovo campane campanile); 1746 - 1748(manutenzione e decorazione intero bene); 1750 - 1766(ristrutturazione intero bene); 1757 - 1757(chiusura al culto e ristrutturazione intero bene); 1765 - 1768(manutenzione intero bene); 1771 - 1771(rinnovo campana campanile); 1815 - 1815(rinnovo campane campanile); 1818 - 1829(ristrutturazione presbiterio); 1840 - 1843(rinnovo campane campanile); 1866 - 1866(variazione d'uso carattere generale); 1871 - 1872(sostituzione organo); 1888 - 1888(restauro portale maggiore); 1896 - 1896(rinnovo campana campanile); 1913 - 1914(sondaggi interno); 1915 - 1918(danneggiamento e variazione d'uso intero bene); 1919 - 1927(ristrutturazione intero bene); 1958 - 1958(consolidamento e restauro intero bene); 1963/01/14 - 1963/01/14(spogliazioni intero bene); 1969/08/03 - 1969/08/03(spogliazioni intero bene); 1970/09/09 - 1970/09/09(spogliazioni intero bene); 1970/10/01 - 1970(ristrutturazione intero bene); 1972/12/03 - 1972/12/03(spogliazioni intero bene); 1974 - 1974(pavimentazione sagrato); 1979 - 1980(restauro tetto); 1989 - 1989(restauro campanile); 1995 - 2013(restauro intero bene)
Chiesa di Santa Maria Assunta
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di Santa Maria Assunta <Condino, Borgo Chiese>
Altre denominazioni ASSUNZIONE
S. Maria Assunta
Autore (ruolo)
Comanedi, Albertino (costruzione chiesa)
Beretta, Lodovico (progetto ristrutturazione chiesa)
Maestro Cristoforo (ristrutturazione chiesa)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze lombarde (costruzione)
Notizie Storiche

XII - XV (preesistenze intero bene)

La prima chiesa di Condino è menzionata a partire dal 1189, ma dovrebbe essere molto più antica. L'edificio è poi ricordato più volte nei documenti successivi, che registrano in particolare la sostituzione di scandole (1289), la riparazione dei danni causati da un incendio (1383), la costruzione di una cappella (1482-1484, eretta da maestro Andrea del Lago di Como), la realizzazione di un portico e la chiusura con assi del sagrato (1489), la riparazione del campanile (1491).

1495/01/05 - 1505 (ricostruzione intero bene)

Sotto la guida del pievano Matteo di Giacomo Chizzola, documentato a partire dal 1476, il 5 gennaio 1495 la regola generale di Condino decise di coinvolgere l'intera popolazione nella costruzione della nuova pieve; nonostante le lunghe liti con le comunità minori per le enormi spese contratte, l'edificio venne compiuto, raggiungendo un'ampiezza doppia rispetto a quello precedente. I lavori furono affidati all'architetto Albertino del fu Bernardo Comanedi di Osteno (Claino), che portò a termine l'opera con l'aiuto di operai comaschi, luganesi e bresciani. Nel 1499 doveva essere conclusa la zona presbiteriale, nel 1500 si approntavano le travi per il soffitto, chiuso nel 1501 e coperto di scandole tra il 1504 e il 1505.

1506 - 1507 (riparazione intero bene)

A lavori appena ultimati, due arconi della navata si fessurarono, mostrando segni di cedimento; fu richiamato perciò l'architetto, che provvide a rimediare tra il 1506 e il 1507, rafforzandoli mediante chiavi in ferro. Sempre nel 1507 i "dipintori bresciani", che insieme ai "dipintori todeschi" avevano ornato l'interno con affreschi, ricevettero gli ultimi pagamenti e maestro Albertino realizzò il muro di delimitazione del sagrato.

1510  (consacrazione carattere generale)

Nel 1510 la costruzione venne consacrata da Francesco de la Chiesa, suffraganeo del principe vescovo Giorgio Neideck.

1511 - 1514 (completamento intero bene)

Nel 1511 il campanile fu dotato di nuove campane; l'8 settembre dell'anno successivo Giovanni Antonio Comani firmò un accordo per completare la pavimentazione in pietra della chiesa, avendo già realizzato per la Confraternita di Sant'Antonio la parte davanti al suo altare. Un secondo contratto lo impegnò anche nel 1514.

1517  (consacrazione carattere generale)

Il vescovo suffraganeo di Trento venne a consacrare nuovamente la chiesa nel 1517, probabilmente a causa dei lavori di completamento eseguiti dopo il 1510.

1534 - 1536 (costruzione portale maggiore)

Nel 1534 il Comune firmò con Giovanni Lorenzo Sormani, appena reduce dai lavori a San Rocco, il contratto per la realizzazione del portale maggiore. Lo scultore terminò l'opera nell'estate del 1536.

1542  (manutenzione vetrate)

Nel 1542 si fecero accomodare le vetrate della chiesa, allora di forma circolare.

1558  (ristrutturazione intero bene)

Nonostante l'intervento correttivo fatto da Albertino Comanedi, a metà Cinquecento il grandioso edificio mostrò gravi segni di rovina; il Comune consultò allora l'architetto bresciano Lodovico Beretta, fratello dell'arciprete Francesco, ed egli riscontrò che la chiesa era fessa da cima a fondo e che ci sarebbero voluti mille ducati per consolidarla mediante chiavi in ferro. Dato che una tale somma non era disponibile, il Comune chiese al vescovo il permesso di tagliare e vendere del legname; verificato lo stato delle cose tramite il vicario di Tione, Pietro Festi, che confermò in una lettera del 30 maggio 1558 l'urgenza del lavoro e le necessità economiche, il vescovo acconsentì. Seguendo i consigli di Lodovico Beretta, diresse i lavori di ristrutturazione maestro Cristoforo muratore, forse il figlio di Giovanni Antonio Comani, che tra il 1527 e il 1532 aveva collaborato con il padre alla ricostruzione della chiesa di San Rocco.

1579  (ristrutturazione intero bene)

La visita pastorale del 1579 ordinò di fornire di vetri due finestre del coro, murando le altre, ritenute non necessarie; di lastricare la parte di chiesa a cui non si era ancora provveduto; di restaurare il tetto e i muri del campanile, che minacciavano "grande rovina".

1603/07/28 - 1603 (rintonacatura interno)

Durante la visita pastorale del 28 luglio 1603 il principe vescovo Carlo Madruzzo ordinò di rintonacare le pareti della navata e del coro e di sostituire il fonte battesimale esistente con uno nuovo, in pietra.

1613/10/04  (erezione ad arcipretura carattere generale)

L'erezione ad arcipretura fu concessa da Carlo Madruzzo con documento del 4 ottobre 1613.

1620 - 1621 (ristrutturazione intero bene)

Nel 1620-1621 la pieve fu interessata da lavori di ristrutturazione.

1633  (ristrutturazione interno)

Il principe vescovo Carlo Emanuele Madruzzo impose nel 1633 lo spostamento del fonte battesimale in fondo alla chiesa, a destra dell'entrata, la modifica di cinque altari laterali e la realizzazione di un sesto dedicato alla Madonna, la modifica o l'occultamento di affreschi sulla parete destra, la realizzazione di un confessionale "alla moderna", la chiusura dell'organo con portelle o tele e la sistemazione dell'ambiente sotto lo strumento, adattato a sacrestia, la distruzione o il restauro dei "capitelli" (edicole?) presenti in chiesa.

1652 - 1654 (ristrutturazione intero bene)

I visitatori vescovili del 1652 disposero che fosse fatto un sacrario nel muro presso il battistero, fossero dipinte le travi lignee della volta, venisse realizzata una cattedra per l'arciprete, fossero rinfrescati i dipinti presso l'altare di Sant'Anna, le pareti fossero rintonacate, le finestre fossero chiuse da vetrate, il muro del cimitero venisse restaurato. Permisero inoltre che l'altare maggiore venisse avanzato verso la navata. I lavori vennero eseguiti negli anni immediatamente successivi.

1668/08/05 - 1668 (rifacimento tetto)

Il 5 agosto 1668 si decise di rifare il tetto della chiesa in scandole, incaricando dell'opera Stefano Bianchi di Brienno.

1671  (ristrutturazione sacrestia)

Il principe vescovo Sigismondo Alfonso Thun, in visita pastorale a Condino nel 1671, ordinò di restaurare la sacrestia.

1673  (rintonacatura interno)

La chiesa venne rintonacata nel 1673.

1683 - 1686 (manutenzione intero bene)

Nel 1683 venne parzialmente rifatto il tettuccio che protegge il portale maggiore. Nel 1685 venne rifusa la campana piccola da Cristoforo del fu Nicolò Murari di Trento; l'anno seguente la stessa campana venne nuovamente rifusa da maestro Giovanni Battista Conti di Brescia e furono riparate le scale del campanile.

1694  (manutenzione arredi interno)

La visita pastorale del 1694 ordinò di eseguire lavori di manutenzione e completamento agli altari e di ampliare la sacrestia verso est, aprendovi due finestre a lunetta. Quest'ultima disposizione rimase inapplicata.

1701  (rinnovo campana campanile)

Nel 1701 la campana piccola, nuovamente rotta, venne rifusa a Dasindo dal veronese Lucio di Rosi.

1707  (manutenzione intero bene)

Nel corso del 1707 la chiesa, il campanile e il cimitero subirono delle riparazioni, probabilmente in preparazione alla visita pastorale dell'anno successivo.

1712 - 1727 (rinnovo campane campanile)

La campana piccola venne ancora una volta riparata nel 1712; nel 1724 Ambrogio Saletti di Brescia rifuse la campana grande. Il 3 luglio 1727 le campane vennero consacrate dal vescovo Antonio Domenico Wolkenstein in visita pastorale.

1746 - 1748 (manutenzione e decorazione intero bene)

Tra il 1746 e il 1747 tutti gli altari laterali, in precedenza appoggiati ai pilastri, furono trasportati al centro delle pareti delle campate. Nel 1748 gli ingressi furono inoltre ornati da nuovi affreschi, presumibilmente in preparazione alla venuta del cardinale Quirini di Brescia, che, per concessione del vescovo di Trento, durante la visita pastorale in Val Sabbia, salì a Condino per riconsacrare gli altari il 23 aprile dello stesso anno.

1750 - 1766 (ristrutturazione intero bene)

Nel 1750 visitò Condino Ernesto Leopoldo Firmian, suffraganeo e plenipotenziario del principe vescovo Domenico Antonio Thun. Vi consacrò la campana piccola, vietò di seppellire i defunti in chiesa, a parte i sacerdoti e i bambini, ordinò di eseguire i lavori di ampliamento della sacrestia già prescritti nel 1694, di trasferire l'organo dal coro alla controfacciata, di togliere le travi in legno dal presbiterio e dalla navata, sostituendole eventualmente con tiranti in ferro. Impose inoltre alla Confraternita della Disciplina di erigere un nuovo oratorio sopra quello antico, mantenendo il precedente come deposito; quest'ultima opera terminò nel 1766.

1757  (chiusura al culto e ristrutturazione intero bene)

Nonostante la disposizione vescovile contraria ricordata qui sopra, nel corso del 1757, a seguito di un'epidemia, furono seppelliti in chiesa tanti cadaveri che per l'odore fu impossibile celebrarvi per due mesi, tempo necessario all'espurgo dei sepolcri, riempiti di calce. Nello stesso periodo si riportarono allo stesso livello i piani di calpestio dell'interno e dell'esterno, praticando uno sterro e aggiungendo lo zoccolo alla facciata e due piedritti di base al portale maggiore.

1765 - 1768 (manutenzione intero bene)

Nel 1765 maestro Battista comasco riparò il campanile; tre anni dopo maestro Carlo Beggione di Sant'Agata sul Lago Maggiore fu pagato più di 500 troni per lavori fatti alla chiesa nell'imminenza della visita pastorale. Il vescovo Sizzo confermò l'ordine di ampliamento della sacrestia, ancora inattuato per ammissione dello stesso pievano per l'inadempienza di alcune comunità dipendenti dalla pieve, soprattutto Storo, che non volevano pagare il loro contributo per la spesa.

1771  (rinnovo campana campanile)

Nel 1771 fu nuovamente rifusa la campana grande ad opera dei Moneghini di Storo.

1815  (rinnovo campane campanile)

Il Comune provvide di suo a rifondere le campane vecchie aggiungendone di nuove nel 1815.

1818 - 1829 (ristrutturazione presbiterio)

Durante la reggenza di don Alessandro Canali da Castione (Brentonico) venne realizzata una nuova scalinata di accesso al presbiterio e fu acquistato un altare maggiore marmoreo alla romana, consacrato dal principe vescovo Francesco Saverio Luschin durante la sua visita pastorale l'8 giugno 1825. Nel 1829 vi si aggiunsero le balaustre.

1840 - 1843 (rinnovo campane campanile)

Il bresciano Innocenzo Maggi rifuse le campane di Santa Maria tra il 1840 e il 1843.

1866  (variazione d'uso carattere generale)

Nel 1866, durante la campagna garibaldina, l'edificio sacro fu ridotto a magazzino.

1871 - 1872 (sostituzione organo)

Nel biennio 1871-1872, nel contesto delle riparazioni post-garibaldine, Prospero Foglio di Palazzolo sull'Oglio, allievo della scuola Serassi di Bergamo, realizzò un nuovo organo con la sua cassa; lo strumento antico venne trasferito nella chiesa di San Rocco.

1888  (restauro portale maggiore)

Nel 1888 il portale maggiore fu interessato da un discusso restauro eseguito per conto del Comune da un muratore locale; segnalato alla Imperial Regia Commissione Centrale per la conservazione dei monumenti storici e artistici, l'intervento venne corretto.

1896  (rinnovo campana campanile)

Nel 1896 una delle campane venne sostituita con un'altra, opera di Bartolomeo Chiappani di Trento.

1913 - 1914 (sondaggi interno)

Nel 1913-1914 si iniziò una campagna di assaggi sulle pareti interne della chiesa, condotta da Antonio Mayer di Rovereto, per sondare la presenza di affreschi; l'operazione venne sospesa all'inizio della guerra, quando già era stato deciso lo scoprimento dei dipinti murali individuati sotto l'intonaco sull'arco santo.

1915 - 1918 (danneggiamento e variazione d'uso intero bene)

Durante la prima guerra mondiale la chiesa venne danneggiata, spogliata e adibita a magazzino militare e, alla fine del conflitto, a centro di raccolta di profughi e prigionieri austriaci.

1919 - 1927 (ristrutturazione intero bene)

I necessari lavori di riparazione interessarono la pieve dal 1919 al 1927 e coinvolsero gli altari (restaurati e integrati da Francesco Tomasini di Trento e da Carlo Verra di Sant'Udalrico di Gardena), l'organo (sostituito da un nuovo strumento realizzato dal maestro Aletti di Monza), le pareti, con il proseguimento dello scoprimento degli affreschi (ad opera del restauratore della Soprintendenza di Trento e Bolzano Volturno Brizi) e la tinteggiatura operata da Francesco Valentini di Javrè.

1958  (consolidamento e restauro intero bene)

La chiesa venne consolidata nel 1958, in seguito alla presenza di pericolosi cedimenti lungo l'arco santo; proseguì la messa in luce degli affreschi nella stessa zona, ad opera del restauratore Luigi Battisti, allievo del pittore Gustavo Borzaga.

1963/01/14  (spogliazioni intero bene)

La pieve fu vittima di un primo furto il 14 gennaio 1963, quando ignoti trafugarono il piccolo dipinto dell'Ultima cena dall'altare della Pietà; l'opera venne ritrovata nell'aprile dell'anno successivo.

1969/08/03  (spogliazioni intero bene)

La notte del 3 agosto 1969 un secondo furto privò tre altari laterali di sculture e decorazioni.

1970/09/09  (spogliazioni intero bene)

Un altro furto interessò ancora l'altare della Pietà il 9 settembre 1970, che perse la scultura di Stefano Lamberti e l'Ultima cena della bottega di Gerolamo Romanino, già trafugata in precedenza; entrambe vennero recuperate in Germania nel maggio del 1982 e restituite.

1970/10/01 - 1970 (ristrutturazione intero bene)

Il 30 settembre 1970 furono autorizzati l'installazione di un impianto di riscaldamento ad aria realizzato dalla ditta Beltrami, il rifacimento del tetto e lavori sulle opere murarie.

1972/12/03  (spogliazioni intero bene)

La notte del 3 dicembre 1972 un nuovo furto privò la chiesa di parte della suppellettile in argento; i beni furono ritrovati smontati nei pressi di Verona poco prima di Natale.

1974  (pavimentazione sagrato)

Nel giugno del 1974 il sagrato e il percorso tutt'intorno alla pieve venne pavimentato in porfido, su progetto dell'ingegner Carlo Franceschetti di Pieve di Bono.

1979 - 1980 (restauro tetto)

L'impresa Chiodega di Tione, sempre su progetto dell'ingegner Carlo Franceschetti di Pieve di Bono, provvide a restaurare la copertura del presbiterio e dell'abside nell'inverno 1979-1980.

1989  (restauro campanile)

Dopo una serie di indagini soniche ed endoscopiche, nel corso del 1989 la Tecnobrevetti di Castelminio (Treviso) realizzò un intervento di restauro conservativo sulle murature della torre campanaria e alla posa di un nuovo castello in legno.

1995 - 2013 (restauro intero bene)

A partire dagli anni Novanta si è sviluppato un intervento di consolidamento e restauro della pieve, iniziato con il monitoraggio della struttura ad opera dello Studio degli architetti Gianmaria e Alessandro Campetti di Arco (1995 circa) e proseguito nell'arco dei successivi diciotto anni, su progetti dell'ingegner Salvatore Moneghini e poi dell'architetto Roberto Paoli, con il risanamento architettonico, la sistemazione del sagrato, il restauro degli elementi lapidei, il rifacimento degli impianti, la riapertura al culto (2006). Il restauro degli affreschi e degli altari lignei è proseguito fino al 2013.
Descrizione

Posta in posizione isolata all'estremità settentrionale di Condino, ai piedi del conoide nato dai detriti portati dal rio Giulis, la maestosa pieve di Santa Maria Assunta, completamente riedificata tra il 1495 e il 1505 dall'architetto Albertino Comanedi di Osteno (Claino), è orientata regolarmente ad est. La semplice facciata a due spioventi è serrata tra pilastri angolari in granito a vista e presenta il portale architravato in marmo bianco scolpito, incorniciato da un affresco e protetto da un tettuccio a due spioventi. Al di sopra si apre un oculo con cornice strombata. Le fiancate sono ritmate da paraste in granito e arenaria a vista, raccordate in alto da una cornice perimetrale ad archetti pensili a sesto acuto sormontata da una fascia dentellata, entrambe in cotto. Ingressi secondari simmetrici si aprono in corrispondenza della terza campata. Lungo il fianco sinistro, cieco, in corrispondenza della prima campata emerge la cappella dei Disciplini, illuminata da una coppia di monofore centinate sul lato nord e con accesso indipendente sul lato ovest, arretrato rispetto alla facciata; il campanile in pietra a vista con bifore a luci centinate nella cella e cuspide conica è addossato alla seconda campata. Il fianco destro è forato da un'ampia monofora centinata su ogni campata e da due sovrapposte nella seconda campata del presbiterio; l'abside poligonale è segnata da paraste angolari e da due monofore centinate sovrapposte tamponate sui lati obliqui; le finiture esterne sono a intonaco con stillature. All'interno l'unica navata è divisa in quattro ampie campate da coppie di pilastri in granito a vista sorreggenti arcate trasversali a sesto ribassato sempre in pietra, rinforzate da chiavi in ferro e travi lignee. L'arco santo a tutto sesto introduce al presbiterio rettangolare, diviso in due campate ed elevato di tre gradini, affiancato dai volumi simmetrici della sacrestia (a destra) e del deposito (a sinistra), dotati di doppio accesso. L'abside poligonale cieca è occupata dall'imponente ancona dell'altare maggiore dei fratelli Olivieri. Vari riquadri affrescati cinquecenteschi riemersi dallo scialbo nel corso del Novecento e con l'ultimo restauro generale ornano le pareti e le volte a crociera costolonata di navata e presbiterio; la chiesa è inoltre impreziosita da otto altari laterali lignei, realizzati tra il XVI e il XVIII secolo, pregevoli sculture e tele di area veneta e bresciana.
Preesistenze
Il fusto del campanile, risalente al XIV secolo, è la parte più antica dell'intera costruzione.
Pianta
Navata a pianta rettangolare con asse maggiore longitudinale; presbiterio di minori dimensioni, a pianta rettangolare, serrato tra due ambienti di servizio simmetrici, pure a pianta rettangolare. Abside poligonale.
Facciata
Semplice facciata a due spioventi serrata tra pilastri angolari in granito a vista; portale architravato in marmo bianco scolpito, incorniciato da un affresco e protetto da un tettuccio a due spioventi. Al di sopra si apre un oculo con cornice strombata. Alla base e al culmine degli spioventi si elevano tre pilastrini acroteriali sormontati da croci in ferro; finitura a intonaco con stillature.
Prospetti
Fiancate ritmate da paraste in granito e arenaria a vista, che delimitano l'ampiezza delle quattro campate della navata e delle due del presbiterio, raccordate in alto da una cornice perimetrale ad archetti pensili a sesto acuto sormontata da una fascia dentellata, entrambe in cotto. Ingressi secondari simmetrici si aprono in corrispondenza della terza campata. Lungo il fianco sinistro, cieco, in corrispondenza della prima campata emerge la cappella dei Disciplini, illuminata da una coppia di monofore centinate sul lato nord e con accesso indipendente sul lato ovest, arretrato rispetto alla facciata; un ambiente adibito a deposito è addossato al presbiterio. Sul fianco destro, forato da un'ampia monofora centinata su ogni campata (due sovrapposte nella seconda campata del presbiterio), emerge invece il volume della sacrestia. L'abside poligonale è segnata da paraste angolari e da due monofore centinate sovrapposte tamponate sui lati obliqui. Finitura a intonaco con stillature.
Campanile
Torre a pianta quadrangolare addossata alla seconda campata sinistra, costruita in due fasi; lungo il fusto, intonacato raso sasso nella porzione inferiore più antica e in pietra a vista di taglio regolare alla sommità, si aprono feritoie rettangolari. Cella campanaria delimitata da cornici orizzontali modanate e ingentilita sui quattro fronti da bifore a luci centinate separate da colonnine. Cuspide conica conclusa da globo e croce apicale.
Struttura
Strutture portanti verticali: muratura in pietrame; strutture di orizzontamento: volte a crociera costolonate su navata e presbiterio, volte a spicchi nell'abside.
Coperture
Tetto a due spioventi sopra navata e presbiterio, a più spioventi sopra la cappella dei Disciplini e sull'abside, a spiovente unico sopra la sacrestia e il deposito. Struttura portante in legno, manto di copertura in coppi. Campanile coperto da un conglomerato in laterizio.
Interni
Interno ad unica maestosa navata, divisa in quattro ampie campate da coppie di pilastri in granito a vista sorreggenti arcate trasversali a sesto ribassato sempre in pietra, rinforzate da chiavi in ferro e travi lignee. Controfacciata caratterizzata dalla presenza della cantoria con l'organo, dotata di parapetto dal profilo mistilineo, aggettante nella porzione centrale, e sostenuta da due colonne libere. Arco santo a tutto sesto che introduce al presbiterio rettangolare, diviso in due campate, elevato di tre gradini, affiancato dai volumi simmetrici della sacrestia (a destra) e del deposito (a sinistra), dotati di doppio accesso. Abside poligonale cieca, occupata dall'imponenza dell'ancona dell'altare maggiore cinquecentesco.
Pavimenti e pavimentazioni
Navata pavimentata mediante grosse lastre di pietra; quadrotte bianche e rosse a corsi diagonali ricoprono il presbiterio. Il pavimento del coro è in cemento.
Elementi decorativi
Riquadri figurati e cornici decorative cinquecenteschi ornano pareti e volte della chiesa; cornici affrescate del 1748 inquadrano il portale maggiore e quello laterale destro.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1980-1990 circa)
L'adeguamento liturgico è stato attuato mediante l'accostamento di arredi mobili eterogenei e non ha dunque carattere di stabilità. Al centro del presbiterio storico è posizionato l'altare verso il popolo, a tavolo, su predella propria, con fusto e gambe in metallo e pianale in legno. Presso la balaustra destra un leggio in metallo funge da ambone. La sede è in legno, a braccioli, ed è elevata sopra una pedana davanti ai gradini dell'altare maggiore storico, accompagnata da due sedie con seduta imbottita. Sono presenti l'altare maggiore storico, con il proprio tabernacolo che funge da custodia eucaristica, e le balaustre marmoree.
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